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Chi ben comincia... #51

Chi ben comincia... è la rubrica, creata da Alessia del blog Il profumo dei libri, con la quale vi presento l'incipit di un libro preso a caso dalla mia libreria. Ecco le regole della rubrica:


- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


Buona sera amici lettori!
Ecco l'ultimo incipit (interessante...) dell'anno. Eh si, infatti dalla prossima settimana anche questa rubrica si prende una meritata pausa per tornare ad inizio gennaio. Per questa settimana prefestiva ho scelto un libro a tema, Come fu che babbo Natale sposò la Befana di Andrea Vitali...


Tommaso aveva dieci anni e per mamma e papà era Tom. Il nome sarebbe cresciuto con lui: a quindici anni Tommi, a diciotto Tommaso. Per adesso, però, era Tom. Chiacchierone (in questo assomigliava tutto alla mamma, diceva il papà), non aveva mai fatto problemi col cibo (e in questo, ribatteva la mamma, assomigliava in tutto al papà). Insomma, aveva sempre mangiato di gusto quello che gli mettevano sotto il naso. Sempre roba buona, s’intende: sua madre era un’abile cuoca.
Quella sera però i ravioli al sugo, uno dei piatti preferiti del bambino e naturalmente anche di suo padre, rischiavano di finire nella spazzatura. E Tom non aveva nemmeno dato avvio al quotidiano rapporto su ciò che era successo a scuola. Solitamente non c’era bisogno che gli chiedessero come fosse andata. Prendeva lui l’iniziativa come se dovesse fare la cronaca della mattina, senza dimenticare alcun particolare, e parlando anche con la bocca piena, cosa che sua madre cercava di impedirgli senza riuscire.
Davanti al suo silenzio e all’evidente assenza di appetito, mamma e papà s’erano guardati per un po’.
Che fosse ammalato?
Non pareva. Tom aveva il solito viso, bianco e rosso come una mela, l’occhio azzurro come un cielo di primavera ma non lucido come se avesse la febbre.
La fronte, piuttosto. Mostrava qualche piccola ruga, un sentierino di campagna dai bordi di pelle lungo il quale camminava un pensiero che cercava di scendere fino alle labbra. Ma forse non conosceva la strada e aveva bisogno di una guida per trovarla.
Ci pensò la mamma a rompere il silenzio.
«Allora, questi ravioli?», sbottò.
Tom era un bambino ubbidiente. Ne infilzò uno con la forchetta ma non se lo mise in bocca. Con quel trofeo in mano guardò suo padre, infittendo l’intrico di rughe.
Notandole, sua madre fu certa che Tom aveva qualcosa sul gozzo. Forse aveva preso il primo, brutto voto della sua carriera scolastica, forse addirittura una nota, e stava cercando il coraggio e le parole per dirlo.
Non era del tutto sbagliato quello che sua madre stava pensando: la nota Tom l’aveva rischiata davvero.
Vedendolo svagato e disattento, la maestra Elide Venirà l’aveva richiamato più volte e solo dopo la minaccia di una nota lui era tornato a guardare insegnante e lavagna. Ma aveva finto di essere quello solito perché il pensiero che sin dal momento in cui era entrato in classe lo turbava, non l’aveva abbandonato un secondo.
E adesso, decise Tom, era arrivato il momento di toglierselo dallo stomaco.
«Perché se Babbo Natale esiste nessuno l’ha mai visto?», chiese di getto.

Eh si, siamo decisamente in tema natalizio!

Alla prossima
Eliza

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