Chi ben comincia... è la rubrica, creata da Alessia del blog Il profumo dei libri, con la quale vi presento l'incipit di un libro preso a caso dalla mia libreria. Ecco le regole della rubrica:
- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti
Questa sera è Halloween! Che scoperta, eh? Vista l'occasione, vi volevo proporre l'incipit di un libro a tema, e avevo pensato a qualcosa di Poe, ma non riesco a trovare la raccolta che ho (che sia finita in soffitta??). Ho pensato quindi di proporvi l'inizio di un libro che parla di una strega, ma non nella maniera classica del fantasy, bensì di una di quelle donne accusate di stregoneria durante la Controriforma...avete già capito? Il libro è famoso...si tratta de La chimera di Sebastiano Vassalli...
Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1590, giorno di Sant'Antonio abate, mani ignote deposero sul torno cioè sulla grande ruota di legno che si trovava all'ingresso della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, un neonato di sesso femminile, scuro d'occhi, di pelle e di capelli: per i gusti dell'epoca, quasi un mostro. L'inverno era gelido, il mostro era avvolto in un brandello di coperta senz'altri indumenti specifici che gli riparassero le mani e i piedi e sarebbe certamente morto se una bayla (balia) in servizio temporaneo presso la Casa di Carità , tale Giuditta Cominoli da Oleggio, non avesse compreso, dall'abbaiare dei cani e da altri indizi, che qualcuno si era avvicinato al torno e non si fosse alzata dal letto per andare a vedere, sfidando il freddo polare di quella notte senza luna; se non avesse suonato la campana che obbligava le inservienti della Casa ad alzarsi: attirandosi ogni genere di improperi, cancari, malemorti ed altre cortesie. Il mostro visse. Venne battezzato due giorni dopo il suo ritrovamento (era domenica) nella chiesetta medioevale di San Michele, annessa alla Pia Casa, e si chiamò Antonia Renata Giuditta Spagnolini: Antonia, perchè qualunque fosse stato il giorno in cui realmente aveva visto la luce , era rinata (Renata) sopra il torno il 17 gennaio, Sant'Antonio; Giuditta, in ricordo della bayla che l'aveva salvata dalla morte per assideramento, e che s'era presa cura di lei; Spagnoli, infine, perchè il colore nero dei suoi occhi e la pelle scura aveva fatto pensare ad una diretta discendenza da qualcuno dei non pochi ufficiali e soldati spagnoli che costituivano la guarnigione di Novara e che abitavano al castello compreso dentro la cinta dei bastioni, a sud della città .
Io l'ho letto quando ero al liceo e ricordo che mi era molto piaciuto!
Alla prossima
Eliza
Alla prossima
Eliza