Buongiorno lettori!
Come sapete con le altre Lgs, Laura, Dany e Salvia, da un pochino portiamo avanti l'iniziativa Libro sparpagliato, un libro che viaggia per l'Italia andando di casa in casa tra le partecipanti della nostra Challenge. Questa settimana nella mia Biblioteca è arrivato Risveglio a Parigi di Margherita Oggero e questa è la mia recensione.
Risveglio a Parigi
di Margherita Oggero
Mondadori | Oscar Bestsellers | 303 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €9,50
24 gennaio 2012
TRAMA
Un viaggio a Parigi. Silvia, Barbara e Mariangela lo sognano dai tempi della terza media, l'età dei confusi progetti di vita e dei castelli in aria, quando una breve vacanza nella ville lumière simboleggiava le magnifiche possibilità del futuro: il successo professionale, la libertà e l'amore. Adesso che di anni ne hanno trentadue, e non si sono mai perse di vista, decidono di partire regalandosi alcuni giorni a Parigi, in omaggio all'amicizia, certo, ma anche per una specie di malinconico rimpianto dell'adolescenza. In sottofondo, inconfessata, la speranza per tutte di dimenticare, anche solo temporaneamente, il proprio carico di delusioni, ansie, contraddizioni, per ritornare un po' alleggerite dei fardelli che ciascuna porta con sé. Al momento di partire, però, ecco la prima sorpresa non proprio gradita: Manuel, il figlio di sette anni che Mariangela sta crescendo da sola, pianta un enorme capriccio e convince la madre a portarlo con loro. Questo bambino scontroso e diffidente le costringerà a confrontarsi con il tempo che passa, con la realtà che l'adolescenza è ormai lontana, e infine con la consapevolezza che per essere passabilmente felici occorre molta buona volontà. Forse... Forse, perché le mille domande poste dal piccolo guastafeste che viaggia con loro, le sue esigenze, i suoi occhi severi offrono alle amiche l'occasione per rivedere le loro convinzioni, trasformando la vacanza da una fuga nel passato a un più consapevole sguardo sul presente e sul futuro.

Ammetto che è stato il primo approccio con la Oggero, scrittrice torinese pluripremiata, e ammetto che come prima volta non è andata molto bene. Libro sbagliato? Probabile. Eppure la lettura è stata