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La Biblioteca di Eliza

Buongiorno lettori!
Pure maggio finisce e anche meno male direi... non mi è mai piaciuto maggio. Che poi pensavo che  a letture fosse stato un mese molto scarso, invece ne ho letti di libri, ma ne riparleremo domani con l'appuntamento mensile del recap. Oggi invece vi parlo di una delle mie ultime letture, Maria accanto di Matteo B. Bianchi.

Maria accanto
di Matteo B. Bianchi
Fandango | 260 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
18 maggio 2017 | scheda Amazon

Trama
Immaginate una commedia romantica senza love story. Prendete la Santa Vergine Maria e trattatela come una di noi: jeans di H&M e scarpe da ginnastica. Poi lasciatevi stupire. Elisabetta, detta Betty, è una ragazza di venticinque anni senza particolari pretese né ambizioni. E di Milano, vive con la madre nel quartiere di Lambrate e fa la segretaria in uno studio dentistico con un contratto a tempo indeterminato, una vera fortuna se paragonata alle situazioni precarie in cui versano Vero, la sua migliore amica, e Luchino, il suo più stretto confidente. Si divide fra lavoro, fidanzato e serate in compagnia. Una normalità rasserenante. Ma una sera, dopo piccoli avvertimenti a cui non dà peso, le appare Maria, la Madonna, proprio in camera sua. È un'apparizione esclusiva, a carattere privato. Nessun segreto da rivelare, nessuna profezia di catastrofi imminenti. Maria ha bisogno di un'amica. Di una persona semplice, quasi banale, da frequentare e con la quale condividere esperienze quotidiane. Vuole essere una ragazza qualsiasi, ciò che non è potuta mai essere.

Ok ora ho bisogno che collaboriate. Tranquilli, mettetevi comodi e rispolverate le lezione di storia dell'arte del liceo. Ci siete? Vi ricordate tutte quelle pale d'altare, affreschi, quadri e quadretti che ci hanno fatto analizzare? C'era spesso lei, Maria, anche detta la Madonna (smettete di cantare Like a virgin!!). E come era raffigurata? Tunica bianca, velo azzurro, sguardo sereno e un soave alone luccicoso. Avete presente no? Ecco, questa è l'apparizione che capita a Betty, ragazza normale, 25 anni, la fortuna di un lavoro fisso in un mare di precariato galoppante, un ragazzo un po' truzzo più innamorato della sua macchina che di lei, tanti amici. Betty non ha nulla di particolare, anzi non è proprio un modello di virtù, eppure la Vergine Maria ha scelto proprio lei, invece della classica e pia pastorella, come amica. Eh si, perchè Maria vuole gironzolare per la città con lei e fare le cose che si fanno con le amiche, un giretto per negozi, un salto in quel localino giusto (che mi dicono essere attività tipica... mah), una passeggiata al parco. Cose così. Ma ovviamente mica è facile portare a spasso la Madonna (e basta con Like a virgin!!!) senza passare per pazza.

Matteo B. Bianchi ha avuto senza ombra di dubbio una grande idea, portare la Vergine Maria tra di noi, ad osservarci, quasi fossimo un esperimento da controllare con una lente di ingrandimento senza però mai intervenire per non rovinare il risultato. E lo fa nel modo giusto, ossia con ironia e un pizzico di irriverenza. Sfiora argomenti importanti e di spessore, primi fra tutti il libero arbitrio e la manzoniana Provvidenza, ma in maniera leggera, a volte prendendoli di peso, altre sfiorandoli appena, ma dandoci comunque un piccolo accento. Quello che mi è un po' mancato è il passo oltre, un'ironia più sfacciata, una storia che vada un po' oltre alla semplice osservazione dell'umana tipo e che mi faccia, se non capire, almeno supporre un reale motivo della scelta di Maria. Perché proprio Betty? Perché ora? Perché qui? Possibile che sia solo il caso ad aver scelto o la mancanza di domande della stessa Betty? Mi è sembrato un po' poco, anzi mi è sembrato un sentiero avvistato e non battuto che invece poteva dare tanto al racconto.

Passiamo a Betty, la coprotagonista "non divina" del racconto. Non mi ha del tutto convinto il suo accettare l'apparizione dopo appena uno svenimento ma anche il suo limitarsi a portare in giro la Santa ospite. Alla fine, stringendo, succede poco nella sua vita e ancor meno nell'interazione con Maria. 
Mi sarebbe piaciuto vedere di più la storia da un punto di vista esterno, come quello della madre di Betty, cosa che viene accennata ma che poi si ferma lì.

Quello che non manca è uno stile bello, scorrevole, piacevole e divertente, di quelli che ti rende la lettura facile e veloce, lasciando a qualcun altro artifici e frasi pesanti. Insomma, è un romanzo che fa piacere leggere ma che manca di quel quid in più che aveva in potenziale.

Alla prossima





Buon pomeriggio lettori!
Oggi un post diverso dal solito perchè si tratta di un Giveaway! 
Sapete che non ne faccio tanti, ma quando posso mi fa piacere condividere con voi qualche lettura. Oggi, grazie alla collaborazione con Newton Compton, metto in palio una copia cartacea de La donna di ghiaccio di Robert Bryndza. Così festeggiamo insieme l'inizio dell'estate, la fine delle scuole e anche qualche novità che aleggia da queste parti. Prima di tutto vi presento il libro...

La donna di ghiaccio
di Robert Bryndza
Newton Compton Editori | Nuova narrativa Newton | 374 pagine
ebook €2,99 | cartaceo €9,90
25 maggio 2017 | scheda Newton Compton

Trama
Il corpo congelato. Occhi spalancati e labbra socchiuse. Come se fosse morta mentre era sul punto di parlare... Quando un ragazzo scopre il cadavere di una donna sotto una spessa lastra di ghiaccio in un parco di Londra, la detective Erika Foster viene subito incaricata dell'indagine sull'omicidio. La vittima, giovane, ricca e molto conosciuta negli ambienti della Londra bene, sembrava condurre una vita perfetta. Ma quando Erika comincia a scavare più a fondo tra le pieghe nascoste della sua esistenza, trova degli strani punti di collegamento tra quell'omicidio e l'uccisione di tre prostitute, assassinate secondo un macabro e preciso rituale. Ma chi era veramente la ragazza nel ghiaccio? Quali segreti nascondeva? Il ritratto che ne dà la famiglia corrisponde alla verità? Erika ha l'impressione che tutti gli elementi cui si aggrappa nel corso delle ricerche le scivolino via dalle dita, ma è cocciuta, determinata e disposta a qualunque cosa pur di arrivare a capire che cosa si cela dietro quella morte violenta...


Cosa fare per vincerlo? Semplice, basta seguire queste poche regole (occhio che però io controllo tutto eh):
- essere lettori fissi del blog (controllate mi raccomando, perchè blogger è simpatico e ogni tanto elimina lettori a caso; per trovare il modulo per iscriversi qui sulla colonna di destra dovete passare da computer o tablet, o comunque non dalla versione mobile, solo da quella web/desktop, mi raccomando)
- se avete facebook mi farebbe piacere avere il vostro Mi piace nella pagina del blog (anche perché ho altre iniziative in serbo per voi, così sarete sempre pronti e aggiornati)
- condividere questo post
- compilare il modulo qui sotto (in tutti i campi mi raccomando)

Il giveaway inizia oggi martedì 30 maggio e termina domenica 4 giugno alle ore 20 (termine ultimo!). Lunedì 5 giugno vi comunicherò in pagina Facebook il nome del vincitore che sarà estratto tra tutti coloro che avranno seguito i punti qui sopra e che ovviamente sarà poi contattato per accordare la spedizione.
Semplice vero? Ora tutti a partecipare!

a Rafflecopter giveaway
Alla prossima


Buongiorno lettori!
E buon sabato! Questo per me sarà un sabato speciale perchè tra poco sarò al matrimonio di una mia cara amica. Il vestito è pronto ma devo ancora dare una sistemata ai capelli che naturalmente oggi non intendono stare tranquilli... maledetti! A me una piastra!!!
Ma prima di dilettarmi novella parrucchiera (sperando di non piastrarmi le dita... ma non garantisco) rivesto i panni della #bancarellablogger per proporvi la mia recensione di uno dei sei libri finalisti della 65^ Edizione. Facciamo un salto in un mondo di fiori profumati con Il giardino dei fiori segreti di Cristina Caboni. 

Il giardino dei fiori segreti
di Cristina Caboni
Garzanti | Narratori Moderni | 360 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €16,90
20 ottobre 2016 | scheda Garzanti


Trama
Londra, Chelsea Flower Show, la più grande mostra di fiori del mondo. Sotto gli archi carichi di rose, Iris Donati è felice: fra le piante si sente a casa. Una casa vera, quella che non ha mai avuto, perché fin da piccola ha vissuto in giro per il mondo sola con il padre. Mentre si china per osservare meglio una composizione, Iris rimane paralizzata. Si trova di fronte due occhi uguali ai suoi. Gli stessi capelli castani. Lo stesso viso. La ragazza che ha davanti è identica a lei. Viola è il suo nome. Anche lei ama i fiori e i suoi bouquet sono fra i più ricercati di Londra. Tutte le certezze di Iris crollano in un istante. Quella ragazza è la sua sorella gemella. Sono state divise da piccolissime, e per vent'anni nessuna delle due ha mai saputo dell'esistenza dell'altra. Perché? Ora che sono di nuovo riunite, Iris e Viola devono scoprirlo. Il segreto si nasconde in Italia, a Volterra, dove sono nate. Tra viali di cipressi e verdi declivi, sorge un'antica dimora circondata da un giardino sconfinato. È qui che i Donati vivono da generazioni. Ed è qui che Giulia Donati, la loro nonna, le aspetta. Solo lei può spiegare davvero perché sono state separate e aiutarle a trovare il sentiero giusto per compiere il loro destino. Iris e Viola non lo sanno, ma ogni coppia di gemelle della famiglia, da secoli, deve salvaguardare la sopravvivenza del giardino e capire il suo grande potere: quello di curare l'anima.

I fiori sono così. Prima sbocciano nelle anime di chi li sa vedere. Anche le rose. 

Quello che non manca nel libro di Cristina Caboni è l'aroma dei fiori, il fascino della leggenda. Ci propone una storia di famiglia in cui spiccano gli errori e le conseguenze che ne conseguono. Iris e Viola scoprono nel giro di pochi giorni una l'esistenza dell'altra e che sono non solo sorelle ma gemelle. Da piccole i genitori le hanno divise azzerando ognuno l'altra metà della famiglia. Perché? Cosa è successo? Le due ragazze intraprendono, ognuna a proprio modo, un viaggio che le porterà a riscoprire le proprie radici e a salvare il loro passato e il loro futuro. 

La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è l'aver saputo calare il lettore quasi in un luogo senza tempo. Siamo ai giorni nostri e siamo a Volterra, eppure l'atmosfera creata in questa grande tenuta è fiabesca. E' stato bello durante la lettura costruire nella propria mente la grande villa in parte diroccata, il bosco, il lago, ma soprattutto il giardino addormentato che ha perso la sua luce. E' un piccolo mondo fatato quello in cui troviamo i personaggi agire, un mondo in cui leggende, racconti e ricordi hanno un ruolo chiave e Iris e Viola devono lottare per capire cosa il destino ha in serbo per loro. 
Il mistero che aleggia intorno alla famiglia Donati è antico e affascinante, è di quei misteri che hanno radici profonde, che non possono essere ignorati e che ti fanno sognare mentre ti perdi in labirinti, passaggi segreti e incappi nel ritratto di due misteriose gemelle. Perché Iris e Viola sono state separate? Perché nonna Giulia non racconta tutta la verità? Perché nel giardino i fiori non fioriscono più? Tante domande che affrontiamo, fiore dopo fiore, in un percorso di crescita e conoscenza, che fa maturare e aprire le due protagoniste e che porta l'intera famiglia Donati a riscoprire il proprio passato e a capire che passi compiere per il futuro. 

Lo stile dell'autrice all'inizio può sembrare lento, in realtà si deve entrare un po' nella storia per capire il suo ritmo e per entrare in sintonia con le due protagoniste, per capire i loro punti forti ma soprattutto le loro fragilità.

Alla prossima






Buongiorno lettori,
qualche giorno fa la Salani mi ha contattata chiedendomi se ero interessata a leggere una loro nuova uscita per la collana ragazzi. Dopo aver guardato la scheda mi sono incuriosita così ho accettato. Ecco quindi la mia recensione di Lo sapevi che I Love You? di Estelle Maskame.

Lo sapevi che I Love You?
di Estelle Maskame
Salani | Romanzo | 404 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €14,90
04 maggio 2017 | scheda Salani

Trama
Eden Munro, sedici anni, non ha nessuna voglia di trascorrere l'estate con il padre a Santa Monica, in California. I suoi genitori sono divorziati, il padre si è risposato, e la ragazza deve fare amicizia con i tre figli della nuova moglie. Il maggiore è Tyler Bruce, un adolescente inquieto con un carattere forte e un ego smisurato. Frequentando Tyler e i suoi amici, per Eden inizia un'avventura in un mondo sconosciuto, completamente diverso dal suo. La ragazza fa molta fatica a rapportarsi con il fratellastro, ma capisce che c'è qualcosa di lui che le sfugge. E più cerca di scoprire la verità su Tyler, più ne rimane pericolosamente affascinata... Tra segreti, bugie e passione, come farà Eden a tenere i suoi sentimenti sotto controllo? "Lo sapevi che I love you?" è il primo volume di una trilogia.

Diciamolo subito, tanto lo sapete da soli: titolo e copertina non sono nelle mie corde. Troppo rosa e troppo... love. Mi spiace, sono donnino poco romantico e troppo di testa per dislinguirmi davanti a tanto rosa. Però, per fortuna, non mi fermo mai alle prime apparenze e devo dire di aver fatto bene anche in questo caso.

Eden si ritrova a passare l'estate dal padre a Santa Monica, padre che ha pensato bene di mollare lei  e la madre anni prima e di non farsi più vedere o sentire. Seppur riluttante, Eden accetta e entra a far parte di questa grande famiglia allargata che, oltre al padre, comprende una nuova matrigna e i suoi tre figli. E' un'estate strana e diversa per Eden, fatta di feste continue e di nuove amicizie, una situazione cui non è abituata a causa anche della sua insicurezza. La ragazza però se la cava abbastanza bene se non fosse per Tyler, il fratellastro, che sembra averla proprio in odio.

Ok detta così non sembra chissà che novità questo romanzo. In realtà ho apprezzato molto lo stile dell'autrice, fresco, e non poteva essere diversamente vista la sua giovane età, ma che non pecca di ingenuità e soprattutto non si butta negli stereotipi del "linguaggio dei ragazzi" (avete presente? Frasi sconnesse, parolacce ogni secondo, termini gergali), ci propone un testo adatto anche agli adulti, che scorre bene, si fa capire, non annoia. Inoltre abbraccia molte tematiche importanti: il bullissimo, la violenza sui minori, le dipendenze; e lo fa in maniera decisa ma anche attraverso gli occhi di una sedicenne, senza giudizi, senza moralismi.

Eden è una buona protagonista. Una ragazza comune, con i suoi problemi e i suoi complessi, che si ritrova in una situazione destabilizzante, in mezzo a quelli che sono a tutti gli effetti degli sconosciuti. Eppure reagisce bene, non si chiude a riccio e cerca, anche se in maniera un po' forzata, di fare qualche passo avanti, oltre la sua confort zone. E' un personaggio vero, anzi una sedicenne vera, a cui piace leggere ma anche uscire con le amiche, che non sembra un'aliena caduta sulla terra.
E arriviamo a Tyler, che sembrerebbe essere i classico maschione muscoloso strafigo e che invece nasconde una vita molto più complessa, più difficile. C'è una spiegazione del perchè è quello che è e fa quello che fa. Magari non è comunque giustificabile ma razionalmente c'è un perchè per tutto. Certo, all'inizio leggerete e penserete "Perché non chiamano uno bravo per questo?", ve lo assicuro, però scoprirete cose di lui inimmaginabili e alla fine vi farà tenerezza.

In conclusione, non sarà un romanzo perfetto, ma mi sono divertita a leggerlo, mi ha fatto passare un paio di pomeriggi semplici e rilassanti. L'ho letto in un momento in cui avevo bisogno di un romanzo così, con una storia coinvolgente ma non pesante, che mi tenesse compagnia in un pigro pomeriggio quasi estivo. E in questo è stato il romanzo giusto al momento giusto.

Alla prossima



Buongiorno lettori!
Facciamo l'appello: quanti sono i sopravvissuti al Salone del Libro di Torino? Quanti oggi sono ancora là (occhio che non vi chiudano dentro eh)? Lo so, bella esperienza, ma è anche ora di tornare alla realtà, quindi rimettete i piedini per terra insieme a noi comuni mortali che di Torino manco l'aria abbiamo sentito e vediamo di riprendere le fila del discorso. 
Come si sa, da che mondo è mondo, maggio è un mese di grandi uscite. Settimana scorsa insieme a Laura abbiamo parlato dell'ultimo libro di Alice Basso (persa recensione? Eh vedete che succede a stare con la testa tra le nuvole piemontesi? Che poi manco un gianduiotto mi avete portato... ma io sono buona e vi lascio QUI il link al post) e oggi invece vi parlo del nuovo libro di Rosa Teruzzi, uscito sempre il 18 maggio per Sonzogno (che ringrazio per la copia) e dal titolo La fioraia del Giambellino. 

La fioraia del Giambellino
di Rosa Teruzzi
Sonzogno | Romanzi | 176 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
18 maggio 2017 | scheda Sonzogno

Trama
Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure no?

Le donne scomparse di solito non abitano felici in Australia, con un nuovo marito e tanti bei marmocchi.
Piove ancora nella Milano estiva che Rosa Teruzzi ci racconta nel suo nuovo libro, una città svuotata dalle feste ferragostane ma che si incaponisce a non essere propriamente estiva. A darci il benvenuto sono nuovamente Libera, Iole e Vittoria e il casello ferroviario che è la loro casa. Passata la confusione dovuta al finale della storia narrata nel primo libro, la vita di Libera naviga ancora nel dubbio e nell'incertezza dovuti ad un bigliettino ritrovato nella camicia del marito assassinato anni prima  ma anche al comportamento della figlia Vittoria che chiaramente sta nascondendo qualcosa. A distrarre la fioraia arriva una nuova indagine che le viene commissionata da una delle sue spose, Manuela, che vuole ritrovare quel padre che non ha mai conosciuto e che la madre si è sempre intestardita a non volere neanche nominare.

Che bello ritrovare Iole e Libera! Avendo letto il primo libro ad aprile non ho dovuto aspettare tantissimo per ributtarmi in una nuova indagine dello strano duo, ma so già che aspettare il terzo sarà una lunga e frustrante attesa. In fondo è sempre così che accade quando una storia ti piace e ti coinvolge e quando le sue protagoniste ti sono così simpatiche che ti piacerebbe tanto poterle veramente incontrare.
In questa seconda indagine Libera è ovviamente un po' restia a buttarsi. Vuoi i rischi corsi poche settimane prima, vuoi i rapporti affatto tranquilli con la figlia Vittoria, vuoi i pensieri di natura personale che le frullano nella sua bella testa rossa, sta di fatto che Libera inizialmente non ne vuole sapere. Chi la spingerà ad aiutare Manuela? Iole ovviamente, la madre che ha un brutto rapporto con la biancheria intima e che non perde occasione per immischiarsi nella vita privata della figlia e darle quel pizzichino di pepe in più.
Il giallo a cui dovranno trovare una risposta è di quelli che ti afferra e ti trascina, che ti fa fare mille ipotesi, sospettare di tutti (postino compreso.. ) e poi sussultare all'amara scoperta. Mi sono confrontata con le altre, Laura, Stefania e Chiara, sul finale di questo libro (si insomma, noi sminchioneggiamo tanto, tra chat e telefonate, ma ogni tanto diciamo anche cose serie): chi aveva capito tutto? Beh, qualcuna si, qualcuna (una... ma non vi dico chi!) no. Io avevo pensato a questa soluzione del caso, però poi l'avevo scartata, non so, mi sembrava troppo terribile, troppo atroce...e invece sono stata smentita sul più bello da quella parte oscura insita nell'essere umano.
Ma oltre all'indagine relativa al padre di Manuela, in questo secondo libro Rosa ci fa scoprire qualcosa di più anche sulla morte di Saverio e soprattutto apre tante piste investigative, nonché dubbi nel lettore: cosa succederà? Si scoprirà cosa è veramente successo quel 25 ottobre in quel garage? Insomma Rosa Teruzzi si diverte a lasciarci appesi, a chiudere i suoi libri con una frase che ti fa urlare perchè la pagina successiva è dolorosamente bianca. Eh si, perchè tu vorresti sapere tutto, ma soprattutto vorresti aiutare Libera a chiudere con il passato e magari a buttarsi in un futuro più roseo. E le altre? Beh, Iole mi sa tanto di tipino che non abbia problemi nella ricerca della felicità (ahhhh se si diverte la cara Iole! Ma occhio a non lasciare cellulari in giro in sua presenza... fidatevi). E Vittoria? Vittoria sicuramente è il personaggio più ostico del racconto, in entrambi i libri. E sono sempre più convinta che ci sia un perchè, che l'autrice abbia creato apposta un personaggio così scontroso e chiuso, un po' per fare da pendant a Iole, un po' per bussare sulla spalla del lettore e sussurrargli all'orecchio che la storia non è ancora chiusa  e che c'è molto altro da scoprire.

In conclusione, anche il secondo libro mi è piaciuto, tantissimo, un'indagine ben costruita ma soprattutto un intreccio di fili narrativi concepito egregiamente, che ti fa saltellare da un mistero all'altro senza farti perdere, accompagnata per mano da Libera, dalla sua dolcezza. Un romanzo non urlato, un giallo bello, ambientato in una città grigia e piovosa ma che invece mostra inaspettate pennellate di colore.

Alla prossima



Buongiorno lettori! Salve!
Potevamo io e Laura esimerci dal chiacchierare un po' su uno dei libri che più stavamo aspettando e che, guarda caso, è uscito giusto giusto ieri? Ma figurati! Spariamo minchiate dalla mattina alla sera, vuoi non dire due parole su Alice? Naaaaaaaa! Grazie a Garzanti abbiamo potuto infatti leggere in anteprima Non ditelo allo scrittore di Alice Basso e questa è la sua lettura a quattr'occhi! Che poi sarebbero otto, visto che siamo entrambe occhialute!

Non ditelo allo scrittore
di Alice Basso
Garzanti | narratori moderni | 316 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €16,90
18 maggio 2017 | scheda Garzanti

Trama
A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c'è nella testa delle persone. Una empatia innata che lei mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno, e che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può farlo uscire dall'ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l'unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun'altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l'abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica. Vani è ormai uno dei personaggi più amati dai lettori italiani.

*in blu i commenti di Laura*

Sapete cosa c'è di bello in questo mio non-lavoro? Non-lavoro perché non ci pagano, vero? No perché per il resto, qua si sgobba più di chi lavora full-time (e comunque Alice è grande estimatrice di noi blogger!) Poter a volte (poche, ma ci sono) mandare questo tipo di messaggi ad una scrittrice che, oltre che tale, è anche amica:

Certo che tra me e te le abbiamo causato minimo una settimana di insonnia, porella! Scusa Alessio, non volevamo!
E sapete un'altra cosa? Il tuo hobby di oggi è raccontare i cazzi tuoi alla gente? Io ho iniziato questo libro, ho letto 3 pagine, manco complete, e già gongolavo avevo letto dondolavo ihihih... ti vedevo già su un'altalena con tanto di coroncina di fiori attorno al santo capino! dalla gioia di ritrovare Vani Sarca. Finito il primo capitolo era per me già un cinque assicurato. Pensa se dopo il primo capitolo ci fosse stato un crollo verticale! Ecco, mai mi sarei immaginata di arrivare alla fine e di considerare l'idea di aggiungere un altro paio di gufi al mio ranking. Cavoli, miei cari lettori, 5 gufi qua non bastano! Eh pure io ho pensato di sfornare qualche pasticcino in più, sai?

Ritroviamo Vani Sarca, più darkettona che mai, impermeabile nero, rossetto viola, che ti aspettavi? Di trovarla improvvisamente vestita di rosa? sempre alla dipendenze de L'Erica Edizioni come ghostwriter. Ma questa volta il suo capo Enrico le rifila una grossa patata bollente che con un filo di olio, sale e aceto ha sempre un suo perché: scavare nella storia di un best seller e scovare il ghostwriter che lo ha prodotto. Mica facile, soprattutto perchè il vero autore del libro non è certo uno zucchero invece Vani è dolce come l'aceto! e lei si ritroverà a collaborare con Riccardo... si, quel Riccardo sì, lo stronzo! E Berganza? Oooohhh Berganza... Mica sparito! Sta lavorando ad un caso delicato e cerca di tenere la cara Vani fuori dall'indagine.... ahahahah che tenero che è! Spera veramente che la dottoressa Sarca lo stia ad ascoltare! Ma figurati!

Il primo libro ce l'ha fatta conoscere Vani simpaticaaaaaa, il secondo l'ha portata tra i fornelli ( e ancora rido... da un anno rido! Guarda, Alice è signora e si rifiuta di confermare, ma io sono sicura che l'idea di buttare Vani tra i fornelli le sia venuta dopo l'esplosione del tuo plum-cake. Vero, Alice?), il terzo.... il terzo libro ci fa ridere a crepapelle fate pipì prima di leggere, così non correte rischi! ma soprattutto ci fa sussultare nelle scene più delicate, quelle scene che non vi posso raccontare ma che, fidatevi, vi faranno odiare uno stramaledetto telefono e se lo diciamo noi che viviamo metà della nostra vita attaccate all'iPhone... e il ditino ticchettante di un uomo maleeeeeedetto, scene che (ora chiudete le orecchie ai bambini...) vi faranno urlare CAZZOCAZZOCAZZOCAZZO che pure tu hai scritto ad Alice CAZZOCAZZOCAZZOCAZZO?(...alè, stappate le orecchie ai gentil pargoli orpo! Ho dimenticato di tappargliele!). Ecco, come sempre accade con i libri di Alice mi parte il neurone non dare la colpa ad Alice per il tuo stato naturale e vi racconto tutto storto!... facciamo ordine... uh pulisci camera di Tivvia? Chiamo soccorsi? Pompieri? 118? Se non ti sento entro un'ora faccio scattare l'emergenza nazionale!

Incontriamo la ormai mitica Vani Sarca nel presente e nei panni di adolescente figa prima e figa ora. Oggi Vani è Vani, irriverente, sarcastica, dalla battuta(ccia) pronta e dall'occhio fino, sempre attenta a cogliere quello che c'è dietro alle persone, a scavare nei loro tic e nelle loro espressioni alla ricerca di quello che le serve. Vani è un personaggio dissacrante che ci piace così com'è (beh, mica solo quel bell'omino di Colin Firth può dirlo!) perchè diversa non è concepibile, non è immaginabile, non sarebbe Vani! Siamo donnine che o si amano o si odiano, io e Vani!
Però conosciamo anche una Vani più giovane, alle prese con il mondo, quel mondo che già da piccola guarda con occhio critico e cerca di tenere fuori dalla porta della sua camera. Perché Vani ci ha provato ad entrare nella massa la massa puzza, a essere un po' più simile a quello che madre Sarca vorrebbe lei fosse orrore!. Ecco qui troviamo una Vani con gli angoli un po' più smussati tranquilli, rimedierà presto!, in crescita e alla ricerca del proprio posto nel mondo, posto che forse le suggerirà un professore...

Al di là dei condizionamenti culturali che nel corso della storia ci hanno detto come dovessimo comportarci per essere accettati, dentro la nostra specie, da sempre, c'è questo seme di bellezza e perfezione che anela a germogliare. Cercate quello, aspirate a quello, non accontentatevi di nulla di meno, non giustificate nulla che non sia a quell'altezza.
... ad avercene di professori così! E ad avercene di protagoniste così, ma anche di storie così, che ti danno tanto senza sbrodolare per mille pagine. E qui di argomenti ce n'è una vagonata! C'è la vita sentimentale di Vani, l'incarico di Enrico, ma anche il giallo, imprescindibile nei libri di Alice, dove ovviamente fa capolino il caro commissario Berganza gaaaaaa che questa volta è proprio tanto preoccupato di quello che potrà succedere. Aaaahhh l'ammmmmmore!!!

Va beh, oh a me meglio di così non viene la recensione di questo libro ah questa è la recensione?, vi vorrei raccontare che....ssssshhhhhh no, non posso! E poi succede che....  SPOOOOOOILEEEEEERRRRRR AAAAAAAHHHHHHH!!!!! Ok, cosa posso dirvi? Certo, Alice! Alice è una garanzia 24 mesi, come tutti i prodotti! Aspettiamo i suoi libri per 365 giorni (ma chi li conta.... noi!) e ogni volta nel giro di poche ore siamo di nuovo orfane della sua penna (va beh, usa il computer come ogni buon cristiano, ma penna fa così figo!) ironica e accattivante, del suo saperci presentare una storia ricca, piena, senza mai perdere di vista la gioia di parlare a modo suo di libri e musica, editoria e libri. 
Alice io te lo dico, qui già da giorni mi chiedono quando esce il quarto! Che famo??

CRETINA!!!!! L'hashtag!
Aliceeeee #escistocazzodiquartolibro

Ecco, arrivederci a tutti!

Alla prossima



Buongiorno lettori!!
Ed eccomi ospitare l'8^ tappa del Blog Tour dedicato all'uscita del nuovo libro di Alice Basso, Non ditelo allo scrittore.
Appena mi è stato proposto ho subito accettato, perchè, e lo sapete bene, io adoro Alice! Ogni volta cerco un modo per rapirla e tenerla qua sul mio comodino (e vicino le metto le caramelle eh!).

Ma veniamo al Blog Tour! Prima di passare alla mia Tappa ecco il calendario completo:


Io vi accompagnerò nel mondo di Alice tramite una piccola intervista, un po' particolare, che le ho fatto!


Ciao Alice! Scopriamo subito le carte, devi sapere che sono una capra a fare domande quindi abbi pazienza. Partiamo con qualcosa di semplice e che, come il nero, va sempre bene: generalità (oddio sembro un carabiniere…), vita e miracoli di Alice Basso! 

Oddio, guarda che la mia storia è banalotta, eh: rischi che i lettori s'appisolino come ghiri alla prima domanda! (E comunque apprezzo che, dal canonico elenco, tu abbia omesso "morte". Anche se i libri postumi hanno sempre un certo successo di pubblico.) Be', dunque: io sono una di quelle tantissime persone che scoprono di adorare scrivere dal giorno stesso in cui i genitori o le maestre glielo insegnano. Ho finito il mio primo romanzo, un ooooriginalissimo fantasy in dieci capitoli scritti a penna blu su fogli a righe coi buchi, a dieci anni. Dopodiché ho sempre scritto: mentre studiavo al liceo; mentre mi laureavo in bellissime ma tendenzialmente poco nutrienti materie umanistiche; mentre cercavo di entrare nel mondo del lavoro, nello specifico dell'editoria, e scoprivo che tutti i bei voti presi nelle suddette bellissime e iperteoriche materie umanistiche lì non servivano un accidente e c'era un intero universo di competenze da apprendere da zero. Intendiamoci: il fatto che io abbia scritto sempre tantissimo non significa che sapessi farlo bene, eh. Sono convinta che molto spesso il romanzo nel cassetto abbia ottime ragioni per restare a marcirci dentro. I miei, di sicuro. Poi un giorno, dopo dieci anni di lavoro nell'ambiente editoriale, mi sono resa conto che quell'ambiente era troppo divertente per tenermelo per me. Che di sicuro c'era gente che si sarebbe divertita un sacco a conoscere i retroscena dell'industria libraria. E così ho capito che avevo voglia di scrivere qualcosa proprio su quello.

Sicuramente ti avranno chiesto 3000 volte quanto di te ci sia in Vani, la protagonista dei tuoi libri. C’è qualcosa invece che di lei non ti va proprio giù? 

Guarda, i punti in comune ormai te li posso elencare con fredda precisione da cecchino, avendoci fatto mente locale più e più volte: 1) entrambe ci tagliamo i capelli da sole in bagno (pur di non essere costrette a due ore di tortura conversazionale da un parrucchiere); 2) entrambe amiamo il whisky torbato (e, 2.1, entrambe possiamo permettercelo a stento); 3) entrambe cuciniamo da fare pietà; 4) entrambe siamo schiave della battuta e a volte non resistiamo alla tentazione di a fare dell'ironia o del sarcasmo anche quando - ci accorgiamo poi - avremmo fatto meglio a tenere la bocca chiusa. Ah, e poi, ovviamente, 5) lavoriamo nello stesso ambiente (anche se io, grazie al cielo, non faccio esattamente il mestiere di Vani). Cosa non mi va giù? Be', c'è un punto del secondo libro dal quale si evince che Vani, pur cibandosi essenzialmente di birra scura e patatine al formaggio, ha un figurino sottile. Che nervi, vero?

Due libri pubblicati, un terzo in arrivo… qual è stata la domanda che ti hanno fatto più spesso? Io voto per “ Vani e Berganza finiranno insieme?” 

Paragnosta! E ti svelerò un dettaglio: a farmela sono quasi sempre gli uomini. O meglio: me la fanno anche le donne, ma ci mettono un po' di più, e poi si rimangiano le parole perché non vogliono veramente saperlo, vogliono godersi il viaggio per arrivare alla rivelazione (molto buddhista, sì). Gli uomini invece me lo chiedono quasi subito, se per esempio mi stanno presentando o intervistando, o quando mi scrivono come fan.

La domanda mi sorge spontanea visto che lavori nell’editoria (*parte il sorrisetto da “ora ti frego”*): c’è stato un Enrico sulla tua strada professionale? Qualcuno che ti ha ispirato per il suo personaggio? (si sono cosciente che è domanda carogna) 

Ahah! Sì, uno c'è stato, ma non faceva l'editore - anzi, mi sento serena nel parlare di lui perché una parte di me ritiene che probabilmente sapesse a stento leggere. Vedi, io dico sempre che Enrico non è la caricatura dell'editore: è la caricatura del classico, nonché ahimé diffusissimo, pessimo capo che tutti noi abbiamo avuto almeno una settimana nella nostra vita. Indipendentemente dal settore professionale. Ti racconto questo aneddoto a cui sono un sacco affezionata e che mi fa sempre ridere come la prima volta: un giorno ho tenuto una presentazione in una deliziosa libreria del torinese nella quale erano presenti una trentina di persone. "Dai", ho sbottato a un certo punto, parlando appunto di Enrico, "facciamo un sondaggio: quanti di voi hanno avuto almeno un giorno nella vita un capo che avrebbero voluto con tutte le loro forze poter trattare come Vani tratta Enrico?" Selva di mani alzate. Tipo foresta di cipressi proprio. Una sola persona fra i presenti ha tenuto la mano giù. Tutti, ovviamente, si sono girati a guardarle... ed era una ragazzina di 17 anni. Cioè, l'unica persona che non ha alzato la mano era quella che un capo, semplicemente, non l'aveva ancora avuto! E siamo tutti scoppiati a ridere quando, sentendosi osservata, ha mormorato: "Ma ho pensato a qualche professore".

Vani nel secondo libro deve vedersela con la cucina e dalla bandella laterale (perchè qui le ricerche mica le facciamo su Wikipedia… quasi mai…) sappiamo che non sei un portento ai fornelli (pure a te esplodono i plum cake?) ma avrai un cavallo di battaglia, un piatto che ti riesce sempre (no, l’insalata non vale)… 

Che cara. Ce la stai mettendo proprio tutta per tirare fuori il meglio di me, vero? Be', ti sono un sacco grata, sul serio, ma temo di doverti confessare che io, alle cene, sono sempre quella che porta il dolce o il vino. (Più il vino.) Sempre. Accettalo. Io l'ho fatto. Ora vivo molto più serena.

Scrittrice ma anche musicista. Ci fai una mini play list per accompagnare la lettura del libro in uscita?

Uh, fico! Allora. C'è un sacco di letteratura inglese in questo terzo libro, quindi direi "Wuthering Heigths" di Kate Bush. Però nella versione super ironica della Ukulele Orchestra of Great Britain, che con lo spirito altrettanto ironico che spero sempre abbiano i miei libri dovrebbe andarci a nozze. E poi gli Smiths, che sono il gruppo preferito di Vani... e i Rolling Stones, che sono il mio. "Sympathy for the Devil" sarebbe perfetta per Vani, non trovi?

Allora? Che ne dite? Non è un amore Alice? Ma tranquilli, anche voi avrete l'occasione di portarvi a casa una copia del suo nuovo libro. Infatti il Blog Tour è accompagnato da succulento Giveaway, mi raccomando, leggete tutto per bene! ;)

Regole di partecipazione
  • Essere Lettori Fissi di tutti i blog organizzatori (obbligatorio): Sognando tra le righe, Diario di un sogno, La Libridinosa, Due lettrici quasi perfette, Leggere in silenzio, Every book has its story, La lettrice sulle nuvole, La Biblioteca di Eliza, Leggendo romance
  • Mettere Mi Piace alle pagine Facebook dei blog organizzatori: Sognando tra le righe, Diario di un sogno, La Libridinosa, Due lettrici quasi perfette, Leggere in silenzio, Every book has its story, La lettrice sulle nuvole, La Biblioteca di Eliza, Leggendo romance
  • Iscriversi al blogtour lasciando una mail a cui essere contattati in caso di vittoria
  • Commentare tutte le tappe
  • Condividere l'evento sui social usando l'hashtag #nonditeloalloscrittore
Coloro che parteciperanno attivamente, commentando tutti i post del Blogtour, avranno la possibilità di aggiudicarsi una delle tre copie del nuovo romanzo di Alice Basso, Non ditelo allo scrittore. Riterremo valida la partecipazione solo di coloro che avranno seguito tutte le regole specificate sopra e che avranno commentato TUTTE le tappe del Tour entro le ore 12 di sabato 20 maggio. Nel pomeriggio del 20 maggio procederemo con l'estrazione dei vincitori tramite il sito Random.org . I vincitori saranno contattati da noi via mail per concordare la spedizione e annunciati con un post sulle pagine Facebook dei blog organizzatori (quindi domenica 20 occhio a Facebook!).

Alla prossima


Buongiorno lettori!
Nuova settimana, nuova recensione! Oggi vi parlo della lettura che mi ha accompagnato nel fine settimana, lettura quanto mai adatta visto che il caldo è arrivato e con lui l'aria di estate. Si, avete indovinato, oggi vi parlo de L'estate più bella della nostra vita di Francesca Barra.

L'estate più bella della nostra vita
di Francesca Barra
Garzanti | narratori moderni | 220 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €16,60
18 aprile 2017 | scheda Garzanti


Trama
Sulla cima della collina si scorge un piccolo paese che domina il panorama lucano. È lì che Ida, Beatrice e Rossella sono cresciute. Accanto a loro Sasi, l'amico di sempre, che un giorno però ha sconvolto le loro vite. Beatrice allora ha deciso di partire senza guardarsi indietro. Ha detto addio alla sua terra e alle sue sorelle, eppure ora è lì che vuole che i suoi figli passino l'estate. Abituati alla grande città, in paese trovano tutto diverso. I coetanei sembrano lontani anni luce, anche se sono i loro cugini. Ma il linguaggio dei giovani è uguale in ogni parte del mondo, e saranno proprio loro a rompere quell'equilibrio di bugie e segreti che ha paralizzato la famiglia. Beatrice, Ida e Rossella, messe davanti alle loro scelte passate, scoprono che non esiste mai una sola verità. Sono insieme come se fosse la prima volta. In quella che per loro e i loro figli sarà l'estate più bella di tutta la vita.

L'estate è alle porte e sicuramente ci sarà un fiorir di libri con questa ambientazione, libri da portare sotto l'ombrellone, che prenderanno un po' di acqua o che nasconderanno tra le proprie pagine granelli di sabbia. Quando però ho visto che questo libro usciva ad aprile mi sono chiesta: come, di già? Ma si sa, prima di giudicare meglio leggere. E in effetti in queste 200 pagine giuste giuste ho trovato si il profumo dell'estate, ma anche il fascino di una terra, il ricordo di una famiglia e l'amore per la stessa famiglia in versione allargata.
Un passo alla volta. Questo è prima di tutto il racconto di due generazioni. All'inizio incontriamo ancora bimbe tre sorelle che abitano a Borgo Felice, pittoresco paese della Basilicata, arroccato e a poca distanza da uno dei più bei mari del mondo (fatemi essere un tantinello campanilistica sulle bellezze italiane!), Ida, Beatrice e Rossella. Crescono felici e serene all'interno di una famiglia che le ama e che non fa mancare loro niente, una famiglia unita, un po' vecchio stampo. E qui, nel loro paesino di poche anime, dove naturalmente tutti sanno tutto di tutti, in cui le notizie volano, in cui non si chiude mai la porta di casa, passano gli anni, estate dopo estate. Mi spiace per chi è un po' più giovane , ma voi, miei cari giovincelli, le estati vere, quelle che io stessa ho trascorso, ve le sognate. Quelle estati in cui, per capirci, ci si metteva fuori casa col tavolino da giardino a fare il mercatino! Si proprio il mercatino, con mamma che ogni tanto si affacciava e buttava un occhio fuori dalla finestra per essere sicura che non ti avessero rapito (o la speranza che ciò avvenisse...). Imprenditori inside, figli del boom targato anni '80, si raccattava la qualunque in casa (sorpresine del Mulino Bianco, quelle con la scatoletta eh, i vecchi numeri di Topolino, cerchietti, molletine, ecc) e li si vendeva con grande sfoggio di eloquenza. Perché poi qualcuno li dovesse acquistare non si è ben capito. Erano estati magari tutte uguali, passate tra un tuffo al mare e una fetta di cocomero, in cui dopo pranzo non volava una mosca, si andava a riposare e l'unico rumore che si sentiva, anche sulla chiassosa riviera romagnola, era il frinire di grilli e cicale, ma le si aspettava con ansia, pronti a ritrovare gli amici che chissà come mai in inverno sparivano. Questa è l'atmosfera che ho ritrovato nella prima parte di questo romanzo, magari un po' nostalgica ma tanto familiare e calda.
Conosciamo così le protagoniste del romanzo, sorelle che appaiono affiatate ma che sono anche molto diverse tra di loro. E proprio questa diversità le  porterà ad allontanarsi. Beatrice in particolare è da sempre quella che si sente più stretta nel piccolo Borgo in cui abitano e che sogna la grande città, Bari ad esempio o magari la lontana e mitica Milano. Beatrice cerca il riscatto, ma soprattutto vuole differenziarsi dalle sue sorelle che vede troppo perfette e anche un po' noiose. Ma in questo suo voler spiccare il volo Beatrice determinerà anche una forte cesura con la famiglia.
Poi però un salto lo facciamo anche noi, andiamo qualche anno avanti e incontriamo i figli di Beatrice, Lorenzo e Giulia, costretti a passare l'estate proprio nel paesino da cui la madre fuggì anni prima, in compagnia dei nonni e delle zie. La cosa non va loro giù, vuoi per i classici pregiudizi sul Sud, vuoi per il fatto che non conoscono quasi per niente questi "lontani" parenti, ma paradossalmente proprio a loro toccherà rimettere a posto dei rapporti incrinati anni prima.

Non è stato facile riassumervi la storia del libro di Francesca Barra, e infatti ho forse scritto più del dovuto. Eppure vi posso assicurare che ho toccato la punta dell'iceberg. Nonostante le appena 200 pagine la storia che racchiude racconta moltissimo, ci presenta tanti personaggi e soprattutto dà tanti spunti di riflessione: le differenze generazionali, il confronto Nord e Sud mai scevro di pregiudizi, l'importanza della famiglia, l'adolescenza, la crescita, il mondo di chi è costretto sulla sedia a rotelle, l'indecisione, la vita di paese... e potrei andare avanti ancora per molto. Insomma in un libro che si presenta in qualche modo leggero ho avuto la fortuna di trovare invece un vero e proprio mondo e anche tanto realismo. Quella dei Timpone è una famiglia qualunque, normale, e si ritrova a vivere eventi, dolori e gioie del quotidiano. Niente voli pindarici, niente cose sopra le righe, quelle che l'autrice ci propone sono vite vere, concrete, di chi ha tirato su una famiglia con il sudore della fronte ma anche di chi commette tanti errori.

Quello che salta all'occhio è l'amore per la Basilicata, anzi oserei dire che questo libro è una vera e proprio dichiarazione d'amore per questa terra troppo spesso dimenticata ma che invece è ricca di sapori e suggestioni. L'autrice non si limita a portarla in scena, ad usarla come ambientazione, ne fa personaggio che difende dal pregiudizio e sfoggia nelle sue bellezze, e sottolinea come nella sua semplicità, forse un po' selvaggia, c'è il brutto e c'è il bello, un pacchetto unico che ne fa un luogo in cui è ancora bello meravigliarsi e stupirsi, un luogo in protagonisti di questa storia imparano a ritrovarsi e a riunirsi, a perdonarsi e a voltar pagina.

Alla prossima




Buongiorno lettori,
venerdì finalmente! Prima però di lasciarvi al vostro meritato fine settimana e alla mia recensione (si, oggi recensione), ho un piccolo annuncio. Che poi voi potrete pure dire "E a me che mi frega?"... Cari lettori, oramai siete di casa qui, siete un po' una famiglia, e quindi mi piace condividere con voi casini (e per quest'anno abbiamo dato alla grande) e gioie. Ebbene si, ho trovato lavoro! Gioia e giubilo, squillino le trombe, parta la banda, via il sindaco con i saluti speciali e non dimentichiamo Miss #ohcacchiounagioia !! Si tratta solo di un lavoro stagionale in una segreteria ma è comunque qualcosa. Ovviamente questo comporterà qualche cambiamento qui, anche perchè avrò degli orari un po' assurdi (ma a partire da giugno): per la Challenge nessun problema, io mi organizzo, ho Laura pronta ad uccidere tutti, quindi si va avanti senza se e senza ma; ho deciso di mandare in letargo estivo la rubrica delle segnalazioni, che tornerà con i primi freddi, mentre le altre non dovrebbero subire variazioni; magari non riuscirò a leggere tanto quanto l'estate precedente ma cercherò di non rimanere indietro con le letture. Altro? Non credo... 

Ora invece torniamo a parlare di libri e alla recensione della mia ultima lettura, Il gioco dei regni di Clara Sereni (grazie a Giunti per la copia!).

Il gioco dei regni
di Clara Sereni
Giunti | scrittori Giunti | 544 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €15,00
10 maggio 2017 | scheda Giunti

Trama
Un romanzo di famiglia, che raccoglie e intesse frammenti di memoria, istantanee, documenti privati e pezzi di storia collettiva con la pazienza e l'amore che solo una donna può mettere nel ricucire gli strappi, nel portare a nuova bellezza ciò che il tempo ha logorato. Clara Sereni ha percorso a ritroso la vita della straordinaria famiglia in cui si è trovata a nascere, e lo ha fatto con la lucidità della storica - che cerca con tenacia ogni traccia - e con il coraggio della scrittrice, che rivive per noi pagina dopo pagina le speranze, le tragedie, le immense passioni che hanno animato ognuno dei protagonisti di questa storia. Dalla Rivoluzione russa alle due guerre mondiali, dalle leggi razziali ai campi di sterminio, dal Ventennio alla Costituente, dal sogno sionista a quello comunista: i passi della famiglia Sereni si intrecciano inestricabilmente con quelli del Novecento, il secolo di cui tutti siamo figli e, forse, irrimediabilmente orfani. Nel riproporre oggi questo suo libro fondamentale, Clara Sereni scrive che le donne ne sono, a dispetto di tutto, le vere protagoniste: "perché il loro spazio nella scrittura e nei ricordi era minore: sempre in secondo piano, taciute, interpretate come sorta di protesi degli uomini cui erano accanto". E riconosce che queste pagine sono destinate a lavorare dentro l'animo di chi le legge, a "suscitare domande", perché narrando "la Storia attraverso singole storie, facendo entrare il lettore e la lettrice nel cuore degli eventi dal basso e non dall'alto" ci emozionano, ci commuovono, ci gridano che ogni bilancio sul passato è presuntuoso e vano se non considera l'ardore con cui i nostri padri hanno vissuto, lottato e amato.

Iniziando a leggere questo libro pensavo di trovarmi davanti alla storia di un famiglia. Secca, concreta, pensavo al racconto di vite che hanno camminato insieme nel corso degli anni, legate da legami di sangue e di affetto. Ebbene, c'è questo ma anche di più. Clara Sereni ha voluto rivivere la storia della propria famiglia dandogli però un valore aggiunto, dandogli quel senso di Storia tale da renderlo un prezioso documento del periodo che abbraccia le due guerre mondiali.
Amori, affetti, tragedie, nascite e abbandoni, niente è stato risparmiato alla famiglia dell'autrice, nata dall'unione di due vite nate lontane, la madre Xenia, figlia di due rivoluzionari russi, e il padre Mimmo, figlio terzogenito di una famiglia ebrea romana. Attraverso la quotidianità di questa grande famiglia viviamo i grandi eventi storici, sentendone il rumore, guardandoli attraverso gli occhi ora dei bambini, ora delle donne. E proprio le donne sono il cuore pulsante del romanzo, protagoniste spesso taciute, testimoni silenti di eventi enormi, ma quasi sempre anche vittime di quello che accadeva. E così conosciamo Xenia, bimba nata e cresciuta nel mondo rivoluzionario russo, che prima si sente sopraffatta dal modo di vivere della madre e che invece si ritrova ad abbracciare la causa e a portarla avanti; o Alfonsa,  madre severa e giusta, donna decisa, colonna portante del suo piccolo mondo.

E' un romanzo corposo e intenso, che non si può leggere alla leggera, anche se devo dire che scorre bene, nonostante qualche parte un po' troppo poetica, che in genere mal digerisco. Certo, lungo è lungo e magari qualche pagina in meno sarebbe stata meglio per dare maggiore ritmo, ma comprendo anche che certi argomenti abbiano bisogno del proprio tempo. Racconti, lettere, tante lettere che ci testimoniano il passaggio del tempo ma anche le immense distanze che separavano ora questo, ora quel personaggio: la Parigi di inizio '900, fucina di idee e rifugio di esiliati; la Roma del primo fascio, maestosa e rigida, la Palestina già punto di scontro. Sono proprio le lettere a darci la portata del romanzo, negli affetti ma anche nei litigi, a darci quella realtà che spesso i libri un po' ci fanno dimenticare.

In conclusione, è un romanzo tosto, che va letto con il giusto tempo ma che ci fa anche presto affezionare a questa grande famiglia, che ci mostra un passato non così lontano nel tempo ma forse oramai lontanissimo negli ideali, in cui la passione, la giustizia, il sentirsi parte attiva di un mondo sono ancora forti e intensi.

Alla prossima


Buongiorno lettori!
Anche oggi recensione! Dopo un giro di posta che non vi sto neanche a raccontare, è arrivata a casa la copia de Le stanze dei ricordi di Jenny Eclair che l'ufficio stampa Sperling mi ha gentilmente inviato (e anche qui, grazie per la pazienza!)....

Le stanze dei ricordi
di Jenny Eclair
Sperling & Kupfer | Pandora | 376 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,90
14 marzo 2017 | scheda Sperling & Kupfer

Trama
Londra, Kennington Road. La grande casa georgiana al numero 137 è in vendita. Tanto affollata un tempo, ora è soltanto un nido vuoto, troppo grande per una donna sola. Troppo carica di ricordi per chi non vuole più essere prigioniera del proprio passato. E così Edwina Spinner, ex artista e illustratrice, ha deciso di andarsene. Mentre conduce l'agente immobiliare di stanza in stanza, si sente trasportare indietro nel tempo. La sua mente torna a cinquant'anni prima, quando si era trasferita lì dopo le nozze, giovanissima, con il primo, grande amore. Torna ai suoi bambini, i gemelli Rowena e Charlie, così imprevedibili, così diversi. Torna al secondo marito e al figlio acquisito, che l'ha sempre detestata - e che lei ora non riesce nemmeno a nominare. Ogni angolo della casa è intriso della loro gioia, delle loro lacrime, del loro sangue. Ci sono porte da cui Edwina sente ancora risuonare risate cristalline. Altre che preferirebbe non aprire mai più, per non lasciare uscire i segreti più inconfessabili. Come il ricordo della notte che ha spezzato per sempre la sua famiglia. Ma nemmeno Edwina conosce davvero tutta la storia. La verità su quella notte è un mosaico al quale mancano alcune tessere: un indizio nascosto in un baule mai aperto, una confessione rimandata da troppo tempo. E, per scoprire tutta la verità, Edwina dovrà affrontare proprio l'unica persona che non avrebbe voluto rivedere mai più. Un romanzo che si tinge ora di suspense, ora di commozione, per raccontare i segreti e i drammi di una famiglia e ricordarci la forza dei legami di sangue e del perdono.

Il sangue, decide Edwina, è forte e ci trascina come la marea.
Ogni stanza un ricordo, dietro ogni porta, tra la polvere e i mobili accatastati, un momento di una vita passata, di una famiglia che non esiste più. Edwina abita questa grande casa da troppo tempo sola, non riesce più a curarsene, è stanca e confusa. Inizia così questo libro, un romanzo a più voci che racconta la storia una famiglia allargata, quando ancora i divorzi erano un'eccezione. Dopo il tour della casa seguendo Edwina incontriamo Fern, alla sua prima esperienze fuori dal nido, lontano dalla classica madre che vede nella figlia uno strumento di elevazione sociale, ma anche un modo per rivivere la propria giovinezza. E infine, Lucas, il figliastro di Edwina, oramai grande, alle prese con l'ombra di ciò che è stata sua madre e anche la sua vita.

E' un viaggio tra presente e passato, in cui le vite dei protagonisti si intrecciano, si sfiorano e si allontanano a formare un romanzo in realtà grande e complesso. E' una storia amara quella che ci propone Jenny Eclair, di quelle che a prima vista ti portano a pensare... va beh, che esagerati a lamentarsi! In fondo hanno tutto... e che poi invece ti portano a sbirciare dalle finestre della famiglia di Edwina (e non solo) e a dispiacerti per la solitudine e a volte il degrado in cui finiscono. Edwina, vecchia e sola, vive per lo più nel seminterrato della sua grande casa vittoriana, una casa spoglia e sporca, tutta storta e completamente circondata dalle erbacce; Fern, soffocata dalla madre, trova finalmente la sua dimensione, il suo piccolo mondo, nella casa condivisa con quelli che non credeva sarebbero mai potuti diventare suoi amici per poi scontrarsi contro un amore troppo grande e uno troppo piccolo; e  poi Lucas che da sempre si sente in disparte, il diverso, quello che non viene mai invitato o che comunque non ha mai successo. Vite rovinate, dimesse, vite che ti fanno prima rabbia e poi pena.

E poi Charlie. Charlie è una figura che aleggia per tutto il romanzo, apparendo in realtà molto poco, quasi un essere mitologico, ora visto come un bimbo paffuto di cui prendersi cura, ora come un affascinante studente e ora come uno stronzo che se la cava sempre e merita una punizione. Di Charlie sappiamo tutto ma solo attraverso gli occhi acquosi della madre, quelli ancora innamorati di Fern e quelli furiosi di Lucas. Mi domando cosa avremmo visto (e sopratutto come lo avremmo visto) attraverso i suoi occhi.

Non è stato facile scrivere questa recensione, perchè ancora non ho capito fino a che punto mi sia piaciuto questo romanzo. Da un lato la lettura mi ha appassionata e faticavo a mettere giù il libro, mi ripetevo la solita menzogna "ancora un capitolo e poi basta". Mi sono appassionata agli intrecci, alle storie personali, a quel pizzico di mistero e anche ai piccoli rimandi alla storia contemporanea che ci fanno vivere la Gran Bretagna degli anni '70 e '80, dalla rivoluzione sessuale, ai cotonati anni degli abusi di droghe, dal conflitto con l'Irlanda alla guerra delle Falkland. Dall'altro poco sono entrata in sintonia con alcuni personaggi, come la stessa Edwina o Elise, per non parlare di Barbara e di Dickie, che a volte mi sono sembrati troppo lamentosi, poco incisivi e apatici. E' sicuramente un romanzo che  non ti lascia indifferente, racchiude una storia profonda e sentite, che secondo me però a volte scivola nell'eccesso, mostrando solo il nero della vita. Solo la fine fa spuntare il classico raggio di sole che risolleva l'animo e ti fa fare un sospiro di sollievo.

Alla prossima


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Datemi un libro, un tè e una giornata piovosa, mi farete felice. Ogni libro è un'avventura incredibile e io voglio viverla! Voi no?


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