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Chi ben comincia... #48

Chi ben comincia... è la rubrica, creata da Alessia del blog Il profumo dei libri, con la quale vi presento l'incipit di un libro preso a caso dalla mia libreria. Ecco le regole della rubrica:



- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti

Visto che è appena uscito il film ho pensato di proporvi l'inizio di Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac, prima avventura del sig. Malaussene!


La voce femminile si diffonde dall'altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa.
– Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami.
Una voce velata, come se le foto di Hamilton si mettessero a parlare. Eppure, colgo un leggero sorriso dietro la nebbia di Miss Hamilton. Niente affatto tenero, il sorriso. Bene, vado. Arriverò probabilmente la settimana prossima. È il 24 dicembre, sono le 16 e 15, il Grande Magazzino è strapieno. Una fitta folla di clienti gravati dai regali ostruisce i passaggi. Un ghiacciaio che cola impercettibilmente, in un cupo nervosismo. Sorrisi contratti, sudore lucente, ingiurie sorde, sguardi pieni d'odio, urla terrorizzate di bambini acciuffati da Babbi Natale idrofili.
– Non aver paura, tesoro, è Babbo Natale!
Rapidi flash.
A proposito di Babbo Natale, ne vedo uno, gigantesco e translucido che si staglia sulla coda immobile con una terribile silhouette d'antropofago. Ha una bocca color ciliegia. La barba bianca. Un bel sorriso. Gambe di bambino gli escono dagli angoli della bocca. È l'ultimo disegno del Piccolo, ieri, a scuola. Urla della maestra: "Le sembra normale che a quell'età un bambino disegni un Babbo Natale del genere?" "E Babbo Natale, ho risposto; le sembra poi così normale?" Ho preso in braccio il Piccolo, bruciava di febbre. Aveva talmente caldo che gli occhiali gli si erano appannati. E questo lo rendeva ancora più strabico.
– Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami.
Il signor Malaussène ha sentito, per dio! È già ai piedi della scala mobile centrale. E ci sarebbe anche già salito se non fosse inchiodato dal muso nero di un cannone striato. Perché è proprio a me che mira, il fetente, senza possibilità di errore. La torretta ha girato sul proprio asse, si è immobilizzata nella mia direzione, quindi il cannone ha alzato il naso fino a fissarmi in mezzo agli occhi. Torretta e cannone appartengono a un carro armato AMX 30, telecomandato da un vecchio alto un metro e quaranta che manovra il carro a distanza, ed emette brevi squittii di stupore. È uno degli innumerevoli vecchietti di Théo. Davvero molto piccolo, assolutamente vecchio, individuabile dal camice grigio che Théo fa indossare loro per non perderli di vista.
– Per l'ultima volta, nonno, rimetta quel giocattolo al suo posto!
La commessa brontola sfinita dietro lo scaffale dei giocattoli. Ha la testolina graziosa di uno scoiattolo che abbia conservato le noccioline nelle guance. Il vecchio sputacchia un rifiuto infantile, il pollice sul tasto del fuoco. Io scatto impeccabile sull'attenti e dico: – L'AMX è superato, Colonnello, buono per il ferrovecchio o per l'America Latina.
Il vecchietto getta uno sguardo desolato al giocattolo poi, con gesto rassegnato, mi fa cenno di andare. Il sorriso della commessa mi dedica un diploma di gerontologia. Cazeneuve, la guardia del piano, sorge dal suolo e raccatta il carro armato con aria furente.
– Insomma, devi sempre far casino, Malaussène!
– Chiudi il becco, Cazeneuve.
Che ambiente...

Io non l'ho ancora letto ma mi incuriosisce molto, soprattutto dopo aver letto fior fiore di recensioni che ne descrivono lo humor e l'ironia!! Penso sarà una lettura natalizia! 

Alla prossima
Eliza

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