Chi ben comincia... #64

by - aprile 10, 2014

Chi ben comincia... è la rubrica, creata da Alessia del blog Il profumo dei libri, con la quale vi presento l'incipit di un libro preso a caso dalla mia libreria. Ecco le regole della rubrica:



- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria (io prenderò il libro che ho in lettura, ma voi sentitevi liberi di prendere quello che volete!)
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


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Buonasera amici lettori!
Scusate il ritardo con cui pubblico la rubrica ma oggi pomeriggio sono stata completamente catturata dal trailer del film tratto dal secondo libro della trilogia delle gemme di Kerstin Gier Saphirblau (Blue)... BELLISSIMO!!! Uscita in Germania quest'estate, in Italia lasciamo perdere che ancora non si è visto il primo, ma mi accontento della versione sottotitolata!

Torniamo in carreggiata e all'incipit di questa settimana. Oggi ho iniziato a leggere un libro che mi è stato consigliato da mia sorella, dicendo che è moooolto divertente. Spero che abbia ragione, l'inizio è carino, magari non da sconpisciarsi però non mi dispiace (capiamoci, io per conto mio le ho consigliato di leggere Il richiamo del cuculo e Divergent, mica cavoli!!). Si tratta di Non cercarmi  mai più di Emma Chase...


Vedete quello zozzo e irsuto ammasso sul divano? Il tipo con la maglietta grigia e sporca e i pantaloni della tuta strappati?
Sono io, Drew Evans.
Di solito non sono così. Insomma, quello non è il vero Drew.
Nella vita reale sono uno che si cura e si rasa sempre alla perfezione, e porto i capelli neri ben pettinati indietro sulle tempie, che mi danno un’aria – così dicono – aggressiva ma professionale. Indosso solo abiti su misura, e scarpe che costano più del vostro affitto.
L’appartamento in cui mi trovo adesso? Le tende sono tirate, e i mobili riflettono il bagliore blu della televisione. I tavoli e il pavimento sono disseminati di bottiglie di birra, cartoni della pizza e vaschette vuote di gelato.
Non è il mio vero appartamento. Il posto dove vivo io è immacolato: c’è una donna che viene a pulire due volte alla settimana. E ha tutte le comodità più moderne, tutti i giocattoli che potete immaginare: mega impianto con audio surround, casse satellitari e un enorme schermo al plasma che farebbe cadere in ginocchio qualsiasi uomo. Roba incredibile, insomma. L’arredamento è moderno – acciaio nero inossidabile a volontà – e chiunque varchi la soglia di casa mia capisce a colpo d’occhio che lì ci vive un uomo.
Perciò, come ho detto, il tipo che vedete adesso non sono davvero io. Sono malato.
Influenza.
Avete mai notato che alcune delle malattie peggiori della storia hanno un suono lirico? Parole comemalaria, diarrea, colera. Lo faranno di proposito? Per indorare la pillola… un modo carino per dire che ti senti come una cosa marrone che è precipitata dal culo del tuo cane?
Influenza. Ha un bel suono, provate a ripeterlo.
O almeno, sono quasi sicuro che si tratti di influenza. Ecco perché sono rimasto chiuso nel mio appartamento negli ultimi sette giorni. Ecco perché ho spento il telefono, e mi sono alzato dal divano solo per andare in bagno o per aprire al tizio col cibo d’asporto.
E comunque, quanto dura l’influenza? Dieci giorni? Un mese?
La mia è iniziata una settimana fa. La sveglia è suonata alle cinque del mattino, come sempre. Ma anziché alzarmi dal letto e andare in ufficio, dove sono una star, ho scagliato l’orologio in aria, dritto sulla parete opposta.
In fondo mi ha sempre dato fastidio. Stupida sveglia. Stupido beep beep.
Mi sono voltato dall’altra parte e ho ricominciato a dormire. Quando, finalmente, ho trascinato il fondoschiena fuori dal letto, ero debole e avevo la nausea. Mi faceva male il petto, la testa. Insomma, è influenza, vero? Non sono più riuscito ad addormentarmi, perciò mi sono piantato qui, sul mio fidatissimo divano. È così comodo che ho deciso di metterci radici. Per tutta la settimana. A guardare le battute migliori di Will Ferrell sul mio schermo al plasma.
Ora c’è un film, Anchorman. La leggenda di Ron Burgundy. Oggi l’ho già visto tre volte, però non ho ancora riso. Neanche un ah. Forse il fascino sta nella quarta volta, eh?
Qualcuno bussa alla porta.
Dannato portiere. Che diavolo è venuto a fare? Se ne pentirà amaramente, quando riceverà la mia mancia a Natale, potete scommetterci il culo.
Ignoro i colpi, che nel frattempo continuano.
Ancora.
«Drew! Drew, lo so che ci sei! Apri questa maledetta porta!».
Oh, no.
È la Stronza. Altrimenti conosciuta come Alexandra, mia sorella.

Voi l'avete letto? Che dite, nella battaglia dei libri consigliati vinco io o mia sorella?^^ (cioè capiamoci, non c'è storia! Io propongo zia Jane e Veronica Roth!!).

Alla prossima
Eliza

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1 comments

  1. Sono d'accordo con tua sorella :) io l'ho letto e mi è piaciuto tantissimo! ^-^

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