Recensione: Prima che il vento - Antonella Boralevi

by - novembre 09, 2018

Buongiorno lettori!
Qualche giorno fa sono stata contattata dalla casa editrice Baldini+Castoldi. Mi hanno proposto di leggere un libro di Antonella Boralevi, uscito qualche tempo fa (per Rizzoli se non erro) e di cui hanno curato una nuova edizione. Quando avevo letto in primavera La bambina nel buio mi ero informata su altri romanzi di questa autrice e giornalista e proprio questo mi aveva particolarmente colpita. Ho quindi colto la palla al balzo e la casa editrice mi ha inviato una copia di Prima che il vento


Prima che il vento
di Antonella Boralevi
Baldini+Castoldi | Romanzi e racconti | 413 pagine
 cartaceo €19,00
25 ottobre 2018 | scheda Amazon

Estate del 1959. L'incanto di avere vent'anni, nell'Italia del boom. L'età in cui tutto sembra possibile e la felicità è a portata di mano. Sulla spiaggia esclusiva di Forte dei Marmi dove i ragazzi di buona famiglia passano le vacanze, la timida e goffa Andreana, figlia di un nuovo ricco, si ritrova a guardare, con lo stupore negli occhi, un mondo scintillante. Una gioventù dorata, che trascorre il suo tempo in feste sontuose, notti brave alla Capannina, corse in Maserati e in motoscafo. Lei non appartiene a quel mondo, a quelle vite irraggiungibili. Ma l'incontro con Giovannella le apre le porte di quel paradiso fatto di seta e oro. Inaspettatamente, viene accettata. E accade l'imprevedibile. Ingenua, diversa, Andreana rompe gli equilibri di un universo solo all'apparenza perfetto. Ed è così che Alberico, il più bello, il più desiderato, la prende per mano e le brucia l'anima. È un amore scandaloso, violento e tenero, che infrange tutte le regole. Che svela ferite e segreti. Fino a che, nella notte del Ballo al Castello, accade una tragedia che travolge ogni cosa. E cambia i destini di tutti. Oggi. Quarantacinque anni dopo. Una villa antica, a Lucca. Ostaggio di una malattia che da anni la paralizza, Andreana non può più resistere all'assalto dei ricordi. È di nuovo l'estate del 1959, è di nuovo quella fatidica notte. Ma ora non c'è più spazio per le menzogne. Solo per i rimorsi. E per la verità. In un susseguirsi incalzante di colpi di scena, Antonella Boralevi ci regala il palpito vivo di un tempo favoloso. E ci accompagna in un viaggio dentro il buio del cuore. Dove una colpa terribile aspetta di essere perdonata. Una storia che ci racconta il coraggio spropositato delle donne e la vigliaccheria degli uomini.

Ballare tutto il tempo che abbiamo davanti, tutto il tempo di meraviglie che ci aspetta, in questa mattina che scintilla, in questo sole che brucia, in questa luce che ci abbaglia, Forte dei Marmi, 1959, futuro che dardeggia.

Forte dei Marmi 1959.  Il Bagno Gemma è la spiaggia esclusiva che accoglie i rampolli delle famiglie bene che, come ogni estate, si radunano al Forte, tra borse di paglia, sandali e costumi ricercati. Il giorno in spiaggia, la sera alla Capannina, ogni tanto un'avventura sullo yacht di un amico. Un mondo a se, che i comuni mortali posso osservare solo da lontano, invidiando chi, nell'Italia del boom, non osserva la Dolce Vita, la vive. In mezzo Andreana, 24 anni, figlia di nuovi ricchi, di chi, dopo la guerra, con un'intera nazione da ricostruire, è riuscito a fare i soldi. I genitori vogliono però anche il salto sociale e Andreana oramai è grande, o si sposa o sarà zitella a vita. Inizia così un'estate folle, fatta di balli, gite, corse in bici, partite di tennis, baci rubati, amori languidi, invidie cocenti. Fino all'epilogo doloroso, a quel settembre che Andreana non scorderà mai più e che in qualche modo dovrà farsi perdonare.

@vogue.it
L'Italia del boom economico si mostra in questo romanzo in tutto il suo splendore. A lettura ultimata potete chiudere gli occhi e immaginarvi le scene, forti anche dei racconti dei nonni, delle immagini dei film. Avere 20 anni in quegli anni, ancor più dei 15 di adesso, voleva dire avere tutte le possibilità davanti. Si era felici, spensierati. Finché il sole splende e le belle ragazze passeggiano sulla battigia non può capitare nulla di brutto! Se poi si è figli di amministratori, di imprenditori o di quella nobiltà che magari durante la guerra ha cambiato bandiera un paio di volte, il mondo ci sorride anche di più. La forza di questo romanzo è qui, nelle sua ambientazione, temporale ma anche sociale. L'autrice ci presenta una fetta dell'Italia degli anni 50-60 ben precisa e ce la mostra in tutto il suo impeto, nella sua voglia di vivere e di stra-vivere, ma anche nella sue ombre. Tutto il romanzo è attraversato da un languore e da un torpore fini, che si insinuano in ogni angolo. Gli amori vissuti con leggerezza, baci rubati, sesso consumato velocemente, come se, dopo anni di oppressione e controllo, ci fosse solo voglia di lasciarsi andare. E poi l'ostentazione, plateale, di chi è ricco e vuole mostrarlo. Ma non solo, vuole anche tracciare una linea netta tra chi può e chi non può permetterselo. E la gente comune al di qua di questa linea, ad osservare, a spiare, questa bella vita, proprio come fosse un fotoromanzo di Grand Hotel, che immancabilmente finisce con un lieto fine, con la ragazza comune che diventa sposa felice, lascia il lavoro umile perchè, da brava moglie e madre, dovrà stare nel nido domestico. 

@ilmondoemio
Ecco, qui la frattura nel nostro racconto. Niente è perfetto, niente è come nei fotoromanzi e Andreana, nella sua timidezza e nel senso di inadeguatezza che la blocca anche nei gesti più piccoli, come alzarsi o meno dalla sdraio, dovrà capirlo nell'arco di questi pochi mesi. A 24 anni lei non sa niente della vita e soprattutto non sa niente di quella vita. Tutto le è nuovo, tutto è sconosciuto, ogni giorno per lei è una scoperta. E poi l'amore, la passione che le ha finalmente bussato sulla spalla e che non la mollerà più. A vedere bene, le vere protagoniste di questo romanzo sono le donne, con le loro passioni, il loro cercare di sopravvivere in un mondo dettato dagli uomini. Basta un gesto di questi per far crollare il mondo; una loro attenzione per farlo fiorire. Un circolo vizioso che avrà le sue conseguenze tragiche nell'avvenire. 

Ho ritrovato le belle descrizioni di questa autrice, già incontrate nel romanzo precedente, il suo arrivare al cuore dei sentimenti con poche frasi e soprattutto il suo mostrare al lettore passioni e dolori in tutta la loro crudezza, in tutto il loro essere totalizzante per l'essere umano. Ho ritrovato, però, anche quei paragrafi a volte lunghi e arzigogolati, i termini a volte troppo ricercati, il soffermarsi eccessivo su alcuni aspetti, che, ahimè, rallentano un po' la lettura. Esagera, in altri punti, nel detto non detto lasciando il lettore spaesato, senza punti di riferimento.
Inoltre il mistero che c'è in questa storia appare in maniera un po' trafilata, solo verso la fine. Viene relegato in un angolo del racconto. Poteva, invece, apparire un po' prima amplificando l'attenzione del lettore.

Alla prossima






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4 comments

  1. Non lo so, conoscendo l'autrice tramite televisione, per come parla è per cosa dice credo che non mi piacerebbe leggerlo. Mi sa che passo

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    1. Io tra i due che ho letto ho preferito sicuramente La bambina nel buio, ma tanto di più!

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    2. Non c è paragone! Prima che il vento è pesante . Descrizioni eccessive che ti fanno perdere il filo. Finale cosi incasinato che ho dovuto rileggerlo durante volte
      ...e non ho ancora le idee chiare. Preciso che sono una lettrice accanita e che La bambina nel buio mi aveva entusiasmato!

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  2. In effetti è un po' incasinato.
    Sinceramente non mi è piaciuto.
    Speravo in qualcosa di meglio.
    Immagino che sia uno spaccato abbastanza fedele di quel tipo di gioventù e ambiente. Ma che tristezza.
    Inoltre non vedo qui rappresentata la forza delle donne (come si dice da altre parti) ma la loro fragilità, debolezza, superficialità.

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