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Recensione: Non avevo capito niente - Diego De Silva

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlerò di un libro uscito qualche annetto fa e che è arrivato a me con una storia particolare. Si tratta di Non avevo capito niente di Diego De Silva.


Non avevo capito niente
di Diego De Silva
Einaudi | Super ET | 314 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €11,50
10 febbraio 2014

Trama. Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome, come fossero persone di famiglia. È stato appena lasciato dalla moglie, ma cerca con ogni mezzo di mantenere un legame con lei e i due figli adolescenti. Un giorno viene improvvisamente nominato difensore d'ufficio di un becchino di camorra detto "Mimmo 'o burzone" e, arrugginito com'è, deve ripassarsi il Bignami di diritto. Ma ce la fa, e questo è solo il primo dei piccoli miracoli che gli capitano. Il secondo si chiama Alessandra: la pm più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. E intanto Vincenzo riflette sull'amore, la vita, la delinquenza, la musica: su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, di deriva in deriva.

Quando ho iniziato a leggere questo libro ho scritto su Facebook (o su Instagram... Cavoli mi sto proprio rincitrullendo... Cavoli ho scritto rincitrullendo in un recensione!) che questo è per me un "libro ricordo". Cosa vuol dire? Che questo libro porta con se il ricordo di una (anzi diciamo di 5) giornata bellissima, passata con bellissime persone in quel di Pordenone. Caso vuole (va beh, non il caso ma un programma... ma fatemi sognare un minuto) che quel giorno in cui ero a Pordenone con Laura, Stefania e Lea e rispettive famiglie ci fosse un incontro con Lorenzo Marone e Diego De Silva. Vorrete mai non acquistare qualcosina? Così, dopo aver letto Terapia di coppia, ho voluto provare un altro libro di De Silva. Naturalmente la dedica è fondamentale, ma come potete vedere dalle foto lo scrittore (non me ne voglia) non è stato l'unico a rendere questo libro unico. Ecco cos'è un libro ricordo! 



Ma parliamo del libro? Che sarebbe anche il motivo di questo post... Ok. Iniziamo.
Vincenzo Maliconico, e già il nome è tutto un  programma. 42 anni, due figli, una ex moglie. Vincenzo fa l'avvocato ma con scarso successo dato che non ricorda neanche le procedure; fa il marito con nessun successo visto la recente separazione, ma anche con le avventure non se la cava meglio; fa il padre a singhiozzo di Alagia, in realtà figliastra, e di Alfredo, adolescente con il pallino dell'antropologia culturale che finisce con la farsi riempire di botte per scoprire cosa spinge i giovani criminali. Nel suo studio modello Ikea Vincenzo si arrabatta con consulenze e cause minori, fino a quando non si ritrova a dover difendere un becchino della camorra.

In questo primo libro dedicato all'avvocato napoletano Malinconico ho trovato tanto il De Silva che io invece ho conosciuto con il suo ultimo libro. La stessa ironia strabordante che appare anche quando di ironico poco c'è, lo stesso linguaggio schietto e amichevole, gli stessi pensieri divaganti che mi hanno fatto immaginare Vincenzo perso nella sua mente, con lo sguardo fisso nel vuoto. Non c'è niente da fare, De Silva ha una scrittura che mi piace, che per quanto abbia quel pizzico di gergalità mi fa sentire a mio agio, ma soprattutto che mi fa divertire. Propone la vita di un uomo comune, situazioni che per quanto siano presentate in maniera tragicomica sono reali e comuni. E questo mi ha colpito. Vincenzo non ha nulla di eccezionale, anzi è un po' sfigato, eppure nelle sue giornate passate per lo più a bighellonare tra casa, studio e tribunale lo seguiamo non solo nelle sue "avventure", ma anche nei suoi pensieri e nella sua visione dell'amore, della felicità e della giustizia, e ci attira con la sua visione del mondo, con le sue frasi pensate ma non dette, con il suo "poter essere" ma "non aver voglia di diventarlo". Ammettiamolo, Vincenzo ha un che di svogliato che fa sorridere, ma anche la capacità di sapersi mettere nei casini che ci fa alzare gli occhi al cielo. 
Quello che manca a questo libro è, almeno in parte, un vero filo. Nella prima metà mi sono sentita un po' confusa, si passa da palo in frasca, da un pensiero ad una digressione, accantonando in più punti la storia centrale speso in maniera continua. La seconda parte invece , pur presentando comunque tante divagazioni segue con più fedeltà il filo narrativo. 

Voto


Alla prossima




Commenti

  1. Mi è preso un attacco di malinconia...ho rivissuto i bei momenti e le risate, oltre a ricordare l'esuberanza di De Silva in quell'incontro. Anch'io ho il mio bel libro ricordo, sempre di De Silva, e ogni tanto mi vado a rileggere le dediche.
    Mancate...<3 <3 <3
    Bacci

    RispondiElimina
  2. Anche io ho il mio libro ricordo! Sempre De Silva ;-)
    Baci Lea

    RispondiElimina
  3. a me è piaciuto molto, proprio per il modo di scrivere. E come hai descritto l'avvocato Malinconico è perfetto!

    RispondiElimina

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