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Recensione: La vita segreta e la strana morte della signorina Milne - Andrew Nicoll

Buon lunedì amici lettori,
che ne dite di iniziare la settimana con una recensione? Vi parlerò de La vita segreta e la strana morte della signorina Milne di Andrew Nicoll, un giallo vecchio stile di cui si è molto parlato. Ringrazio la Sonzogno, che ha portato in Italia questo libro, per la copia.

La vita segreta e la strana morte della signorina Milne
di Andrew Nicoll
Sonzogno | Romanzi
pp. 351 | Ebook €9,99 | Cartaceo €17,50
25 febbraio 2016

TRAMA
Nulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitre stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l'immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l'uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell'assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l'ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall'attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti.


Non so se ve ne siete accorti, ma al giorno d'oggi trovare un giallo classico è sempre più difficile. Sarà che anche noi lettori siamo diventati più difficili da accontentare visto che la mente corre immediatamente ad Agatha Christie o a Sir Arthur Conan Doyle. Insomma ci aspettiamo da un momento all'altro che spuntino fuori Miss Marple o Sherlock Holmes e finiamo immancabilmente a ritrovarci se va bene ( e ci deve andare proprio di fortuna) con una versione riveduta e corretta  della signora Fletcher. Così, scoperta l'uscita di questo libro mi sono subito entusiasmata. Purtroppo però non sempre le aspettative si concretizzano in una felice lettura.
Andrew Nicoll riporta nelle pagine di questo libro un reale fatto di cronaca avvenuto a Broughty Ferry, Scozia, nel 1912, analizza i verbali della polizia, spulcia i giornali d'epoca e porta in scena la storia del brutale omicidio dell'eccentrica sessantenne Jean Milne, brutalmente uccisa nella sua casa. All'epoca il caso rimase, e tuttora rimane, irrisolto, Nicoll invece non solo ci propone le indagini che si mossero intorno al caso ma ci da anche una sua ricostruzione degli eventi, ipotizzando un finale, con tanto di assassino, movente e arma del delitto, ad effetto. La storia aveva sicuramente tutto il potenziale per essere un bel giallo, avvincente e accattivante e anche la parte di "fantasia" ha un'idea di fondo abbastanza convincete e coerente. Il problema? L'ho trovato lento, anzi no lentissimo. Il libro parte immediatamente, ci viene subito mostrato l'omicidio e la scena del crimine (con tanto di cartina...). Io qui ero tutta felice, mi dicevo "Oh bello iniziamo col botto, già con tante emozioni..". Però poi fino alle ultime 50 pagine seguiamo semplicemente le indagini da uno spostamento all'altro, da un interrogatorio all'altro, ma succede veramente poco. E poi di nuovo nel finale il lettore viene svegliato improvvisamente con una rivelazione forte. Insomma bello l'inizio, bella la fine ma in mezzo poco o niente. Le descrizioni ammazzano veramente la narrazione, danno tanto, troppo in più.
Anche i personaggi non mi hanno convinta per nulla. Ho trovato interessante la narrazione in prima persona da parte dell'agente John Fraser, ma questo è tutto. Ho avvertito troppa distanza tra il lettore e i vari, tanti personaggi, e in particolare con la vittima, quella povera signorina Milne per quale dovremmo provare pietà e tristezza e che invece mi è abbastanza scivolata addosso.
Per fortuna a risollevare le sorti di questo romanzo c'è qua e là il tipico humor di stampo inglese che almeno mi ha portato a  terminare in maniera più rapida una lettura che altrimenti sarebbe stata ben più lunga.
Peccato!

Voto


Alla prossima




Commenti

  1. Peccato davvero, perchè la copertina e il titolo attraggono!

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  2. Gufosamente anche no! Grazie della recensione...in questi casi sono più utili che mai e mi fido del tuo giudizio.
    un saluto da lea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille, purtroppo a volte capita di imbattersi in libri che non convincono.

      Elimina
  3. Leeeeento leeeeento... Detto io: leggi ultime 50 pagine e amen, ma tu sei cocciuta!

    RispondiElimina
  4. Peccato, i gialli classici mi piacciono molto e ci avevo fatto un pensierino!

    RispondiElimina
  5. Anch'io sono alla ricerca di gialli classici e pensavo di averne trovato uno, è davvero un peccato che il libro nel mezzo sia deludente.

    RispondiElimina

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