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Recensione: Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati - Davide Bacchilega

Buongiorno lettori!
Uh mamma, è tanto che non pubblico una recensione! Ma tranquilli, leggo. Andiamo subito al punto. Oggi vi parlo di un libro molto particolare, Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati di Davide Bacchilega, per il quale ringrazio la Las Vegas edizioni.

Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati
di Davide Bacchilega
Las Vegas Edizioni | I Jackpot | 303 pagine
cartaceo € 15,00
11 maggio 2016

TRAMA
Romagna. Niente spiagge affollate e ombrelloni colorati, stavolta. In inverno ogni immagine da cartolina è offuscata da una nebbia talmente fitta che tutto appare torbido e minaccioso. Come le lettere anonime che tre ex ragazze squillo ricevono prima di Natale. Come la serie di crimini che in pochi giorni travolge vite tanto diverse quanto legate senza scampo l'una all'altra. Sono quelle di Michele, giornalista di cronaca nera sempre a caccia di cattive notizie; di Mauro, tanatoprattore con un'insana passione per i cadaveri e i quiz televisivi; di Barbara, moderna prefica ingaggiata per piangere ai funerali; di Giorgia, affetta da una malattia rara che le impedisce di ricordare i volti; dei rispettabili frequentatori del Circolo, un club di notabili locali sede di intrighi di potere e scambi sessuali. Senza dimenticare Ermes, "imprenditore del piacere" con mire politiche, e il suo cane Arrigosacchi. Davide Bacchilega ci offre un quadro feroce della provincia italiana, e della Romagna in particolare, e con il suo tocco sempre ironico non risparmia nessuno. Perché, come ci ricorda anche nel titolo, più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati.


Romagna, provincia di Ravenna per la precisione. Pieno inverno. Il territorio è invaso dalla nebbia, un'immagine sconosciuta ai turisti ferragostani, ma che è per chi ci vive è molto familiare. Tre lettere minacciose vengono recapitate a tre ex ragazze squillo, Didi, Giorgia e Barbara. Presto, molto presto, quelle minacce vengono messe in atto, attivando una catena di eventi che, con lo sfondo del periodo natalizio, uniscono i più disperati personaggi, primi fra tutti il giornalista Michele Zannoni e il tanatoprattore Mauro. 

Un libro dal titolo particolare, dall'ambientazione familiare e dai mille personaggi non poteva non colpire la mia innata curiosità. La prima strizzata d'occhio l'ha data l'ambientazione romagnola, casa mia, è stato curioso leggere di luoghi in cui sono stata, pensare "oh beh, pure io parcheggio dietro a San Vitale!" "Milano Marittima, qui dietro". Lo so, a voi non importerà tanto, ma mi ha colpito per una volta conoscere i luoghi in cui avvenivano i fatti di cui stavo leggendo. 
Scattata la curiosità si passa poi alle vie di fatto. Che lettura è stata?  E' un libro dalla struttura particolare e curiosa che mi ha colpito molto. Ogni capitolo, raccontato da un diversa voce narrante, è legato a quello che lo precede e a quello successivo, a formare una catena, non solo figurata ma anche  reale. La frase finale di un capitolo viene ripetuta all'apertura di quello successivo, messa però in bocca o nelle orecchie di un altro personaggio. Si forma così un filo narrativo continuo, spezzato solo dal finire del giorno. Naturalmente questo da anche un ritmo del tutto particolare alla narrazione, un ritmo serrato, quasi da articolo di cronaca nera che fa scorrere la lettura, blocco narrativo dopo blocco narrativo. E proprio la cronaca nera è il cuore pulsante della storia, una storia forte, che non risparmia  al lettore gli angoli un po' più sordidi della provincia ne qualche dettaglio più macabro. Insomma un romanzo dalle sfaccettature forti, ma che mi ha preso fin dalle prime pagine, grazie anche ai personaggi, una vera selva di figure, che a tratti posso sembrare tipiche (il giornalista d'assalto, il poliziotto informatore, la prostituta, il protettore)  ma che, una volta sentiti parlare, mostrano una caratterizzazione perfetta. Ogni voce ha la sua voce, ogni carattere la sua sfumatura, ogni pensiero il suo tic.

Voto

Alla prossima


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