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Recensione: Piccola Dea - Rufi Thorpe

Buona sera amici lettori,
scusate se in questi giorni non sono molto presente, ma ho qualche problemino in casa. Niente di grave, non vi preoccupate, ma mi impegna un po' e quindi ho un po' meno tempo per stare qui sul blog. Spero solo si tratti di qualche giorno...

Oggi recensione! Il libro di cui vi parlerò mi è stato gentilmente messo a disposizione dalla Sonzogno (grazie mille!!) ed è Piccola Dea di Rufi Thorpe.


Titolo: Piccola Dea
Autore: Rufi Thorpe
Editore: Sonzogno
Collana: Romanzi
Pagine: 269
Ebook: € 9,99
Cartaceo: € 16,50
Data di pubblicazione: 7 maggio 2015
Link Amazon: Piccola dea  
TRAMA

A dispetto dei luoghi comuni, il rapporto più intenso per le giovani donne non è quello con il primo amore. È quello con l'amica del cuore. Lorie Ann e Mia, in riva all'oceano della California, sdraiate al sole a scambiarsi segreti, mentre provano a schiarirsi i capelli con il succo di limone, di questa amicizia ne sanno qualcosa. Diversissime tra loro, eppure unite come sorelle, crescono complici e spensierate: non passa giorno senza che l'una sappia nell'intimo cosa nasconde il cuore dell'altra. Siamo nei festosi anni Ottanta, e all'inizio di questa loro storia, che durerà per altri vent'anni, Lorie Ann e Mia si fanno una confidenza che scotta e che impone una decisione complicata: hanno sedici anni e sono rimaste incinte. Mentre Mia è la bulla, scostante, con una famiglia sgangherata, Lorie Ann è la perfezione, quella che tutti invidiano: per la sua bellezza solare, il carattere aperto e generoso, la vita serena avvolta da una famiglia unita. Se la biologia c'entrasse col destino, e la scelta coraggiosa di Lorie Ann di non abortire, all'opposto dell'amica, dovesse venire premiata, avrebbe dovuto essere lei quella baciata dalla fortuna e dal successo. Invece, anno dopo anno, Lorrie Ann scivola in tutt'altra esistenza, e a Mia, pienamente realizzata, non resta che documentare, e interrogarsi sulle ragioni per cui la sorte abbia riservato alla sua "divina" amica un percorso tanto accidentato.


RECENSIONE

Piccola Dea è un libro intenso e duro, il racconto di sue anime vicine ma non simili, che la vita ha messo davanti a scelte difficili. Ambientato in una California degradata e dall'atmosfera triste e apatica è la storia di Mia e Lorrie Ann. Quando entrambe restano incinta la scelta di abortire o meno segna per sempre la loro vita. Mia abortisce e prosegue la sua vita, va all'università, trova lavoro e l'amore, Lorrie Ann decide di tenere il bimbo che porta in grembo e dal quel momento niente va più per il verso giusto e da Piccola Dea, cresciuta nella felicità, la sua esistenza non è altro che un alternarsi di lutti, difficoltà e droga.

Seguiamo le vicende dal punto di vista di Mia. Lei è la ragazza che ce la fa, riesce ad avere la vita che  desidera, tuttavia resta in lei il vago sentore di non meritarselo, di avere avuto semplicemente fortuna. Per questo segue passo passo cosa succede a Lorrie Ann. Il romanzo non risparmia nulla al lettore, non ci sono abbellimenti o tentativi di alleggerire la situazione. E' una storia dura che porta a galla dolori e frustrazioni. E' sicuramente un romanzo che colpisce, davanti al quale non si può restare indifferenti. Mi è piaciuto questo aspetto, il fatto di essere diretto, crudo, di non nascondersi, è un romanzo con carattere. Gli argomenti trattati sono forti e portano lo stesso lettore a farsi domande, a chiedersi cosa avrebbe fatto in una tal situazione.

Per quanto riguarda le protagoniste, Mia e Lorrie Ann, mi hanno dato due sensazioni molto diverse. Mia ha una scorza dura, ma  in realtà crede poco in se stessa finendo col mettere Lorrie Ann sempre su un piedistallo. Ha però di fondo una sensibilità tutta sua che salta all'occhio e che mi è entrata nel cuore. Non trovo giusto definire il suo "un cuore di pietra". Non è immediato come personaggio, bisogna conoscerlo e viverlo un po', ma ti entrata dentro. Lorrie Ann invece non mi è proprio andata a genio. Le disgrazie, la vita difficile dovrebbero fartela diventare simpatica, portarti a tifare per lei. Invece io l'ho odiata fin dall'inizio: ha questa aura da perfetta, bellissima ragazza, aggraziata, dolce, che dovrebbe meritare tutto il meglio e invece ha il peggio che mi ha fatto venire i nervi. Inoltre le sue decisioni e i suoi atteggiamenti nei confronti degli altri me l'hanno fatta vedere solo come una piccola egoista ed egocentrica, che si fa trascinare dalla vita ma che non da niente agli altri. Mia crede in lei, vuole e cerca di starle vicino anche se se sono fisicamente lontane ma dall'altra parte non ho visto alcun tentativo del genere. Anzi, Lorrie Ann soprattutto sul finale mi è sembrata sulla difensiva per le proprie scelte, come se non avesse avuto abbastanza forza e voglia di difenderle fino in fondo. Ho pensato per tutto il tempo "una così meglio perderla che trovarla". Non merita l'apprensione di Mia, non merita il suo aiuto, e il finale non fa altro che accentuare questo mi pensiero. Lorrie Ann non è una Piccola Dea, è meschina e menefreghista.

In conclusione, mi è piaciuto. E' uno di quei romanzi in cui ti immergi e ti ritrovi invischiata nella sua trama, nelle storie delle protagoniste. E' un romanzo vero. Quello che accade può sembrare strano, impensabile, incomprensibile... ma è la vita vera. E tu ti ritrovi a sbirciarlo da una posizione privilegiata: sei all'interno della storia ma anche un po' al margine e quindi senti la forza degli eventi ma hai anche l'occhio critico di un estraneo.

Voto


Alla prossima
Eliza


Commenti

  1. Uffa! Ma io quando lo trovo il tempo di leggere anche questo libro, me lo dici?

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