Recensione: ...Che Dio perdona a tutti - Pif

by - novembre 22, 2018

Buongiorno lettori!
Oggi facciamo un salto in Sicilia con il libro di Pif ... Che Dio perdona a tutti, uscito la settimana scorsa per Feltrinelli.

... Che Dio perdona a tutti
di Pif
Feltrinelli | I narratori | 186 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €16,00
15 novembre 2018 | scheda Feltrinelli

Con la sua inconfondibile voce, Pif esordisce nel romanzo con un’opera divertentissima che costringe il lettore a riconsiderare i rapporti che ci legano gli uni agli altri, il nostro comportamento quotidiano e le parole solidarietà, uguaglianza, verità.
Arturo è un trentacinquenne, non ha ancora una fidanzata e fa l’agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Ha poche passioni che condivide con gli amici di sempre. La più importante e irrinunciabile è il cibo: famoso per la sua pignoleria gastronomica, gli amici spesso si fanno il segno della croce quando al ristorante è il suo turno di ordinare. Arturo ricambia la loro tolleranza, immolandosi come portiere per le partite di calcetto. Questa è la sua routine, fino al giorno in cui entra in scena Lei: la figlia del proprietario della pasticceria che fa le iris più buone di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni.
Sveglia, intraprendente, ma anche molto cattolica, Lei sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci. È proprio così che lui la conquista, sostituendo l’uomo che ha il compito di interpretare Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di avere dimenticato qualsiasi nozione della religione cattolica e sbaglia tutto, dando vita a una rappresentazione ai limiti del blasfemo. Ciò nonostante, Lei si innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che lei si accorga della sua indifferenza religiosa né, tanto meno, senza che Arturo la confessi…
Questo precario equilibrio, fatto di verità non dette e risposte liturgiche mezzo inventate e mezzo bofonchiate, non può durare: quando Lei si accorge della freddezza cattolica del compagno, la loro vita di coppia esplode. Per qualche giorno lui para i colpi, ma poi, un po’ per sfinimento e un po’ per provocazione, decide di applicare alla lettera le regole e gli insegnamenti del cristianesimo, di praticare la parola di papa Francesco. Per tre settimane.
Quella che mette in pratica è una vera e propria rivoluzione che cambierà la vita di tutti, rivelando a Lei e alle perso­ne che gli stanno intorno, amici e colleghi inclusi, la natura profonda e dimenticata del cristianesimo. Una verità molto scomoda, come Arturo avrà presto modo di scoprire.

Il pensiero fondamentale che accompagna le azioni degli italiani è: futti futti, che Dio perdona a tutti! C'è sempre la misericordia di un Dio misericordioso che ci salverà. Se la vivi così, la fede, è molto facile essere cristiani. Abbiamo preso tutto quello che ci interessa, la parte più facile, e abbiamo lasciato quella più impegnativa. Tanto il prete ci perdonerà.
Parlare di religione in un romanzo è forse una delle cose più rischiose in cui uno scrittore possa imbattersi. Però se lo fai con l'ironia e con l'intelligenza di Pif, quello che esce fuori è un piccolo inno alla verità e alla coerenza.
@ilfornoincantato
Pif, che tutti conosciamo ( e che io ho avuto modo di conoscere l'anno scorso di sfuggita a Tempo di Libri - la sorella Libridinosa ancora ha gli occhi a cuoricino, credo) per il film La mafia uccide solo d'estate e per la trasmissione tv Il Testimone, esordisce con un romanzo parlandoci di Arturo, della sua passione per la pasticceria siciliana e per tutto ciò che contenga ricotta, del suo amore per la sua Lei. Arturo è uno di quegli uomini che vivacchia, non si spinge mai in avanti, preferisce una vita nelle retrovie piuttosto che trovarsi in mezzo ai pasticci. Ma un pasticcio lo fa tutto da solo, quando Lei, fervente credente, scopre che la sua fede non è così sviluppata. Sa alcune cose, un po' come tutti, ma nel momento topico degli inni durante la messa il suo è un mal celato karaoke incompleto. L'occhiataccia che Arturo riceve lo gela e dopo la fatidica domanda "Ma tu credi in Dio?" scatta in lui la rivalsa! Si concede tre settimane da cattolico cristiano osservante: niente bugie, niente sesso non a scopo procreativo, si fa solo del bene. Ma ovviamente questa vita ai giorni nostri non può che creargli problemi.

Pif ci parla di religione, ma soprattutto del vivere la fede, e lo fa in modo divertente e ironico, strappando più di una risata tra episodi al limite del paradosso e le poche rimembranze di Arturo del catechismo. Non giudica l'essere cristiani o meno oggi, ma si diverte a mettere in piazza i "fedeli della domenica", quelli che si professano ferventi cristiani un minuto e mentono o tradiscono quello dopo. Quello di Arturo diventa un vero e proprio esperimento sociale che mette davanti a tutti noi l'incoerenza che molto spesso viviamo. Frasi o comportamenti che siamo abituati a seguire più per tradizione che per vera fede, si presentano in questo libro, che si legge in un boccone, in tutto il loro tragicomico nonsense.
@torino.repubblica.it
Il contrappasso che Arturo si troverà a subire è una vera e propria Via Crucis verso il completo stravolgimento di una vita tracciata e prefissata. In un mondo di pesudo fedeli lui, che segue alla lettera le parole di Gesù, diventa l'alieno, il diverso, il paria da guardare con sospetto e diffidenza. Povero Arturo! Con la sua mania dei dolci, dei cannoli, dell'iris e dello sciù è un personaggio che ti conquista, un'anima pura in mezzo ai lupi; dall'altra parte Lei, al secolo Flora, un po' stronza ci sembra. Brava a recitare il ruolo della pia figlia di papà, ma al momento di sfoderare i precetti appresi, ad esempio davanti ad un paesino sconvolto dal terremoto, è la prima a fare marcia indietro e a tirare fuori un sano egoismo. Ahi Flora, sarai pure stata la Lei perfetta per Arturo, con tanto di catene di pasticceria, ma per il lettore sei stata un cornetto mal lievitato, un vero peso sullo stomaco che non va né su né giù.

In questo esordio Pif si presenta come uno scrittore che scrive con intelligenza e buon cuore, che ci mette tanto di suo e che ci mostra quello che è il suo vissuto. È un romanzo molto visivo e molto cinematografico e non mi sarei aspettata niente di diverso da lui. Ma a farla da padrone sono l'ironia e la leggerezza con cui affronta un tema in realtà molto delicato, un tema che i più avrebbero preso con le pinze e che invece lui non ha avuto paura di usare. Anzi, lo stravolge del tutto e mette in crisi il comune sentore cristiano.
Ma comunque la vogliate vedere, religione si religione no, la domanda resta sempre una: si dice arancina o arancino?? E l'iris: in forno o fritta? Questi sono i veri dilemmi...

Alla prossima


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7 comments

  1. Bellissima recensione! Devo dire che il capovolgimento del punto di vista che Pif opera nel romanzo mi intriga molto!
    Sabrina

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    1. A me è piaciuta molto l’idea di portare al limite opposto la situazione è vedere che succede. Un vero espiremento!

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  2. Ho adocchiato questo libro fin da subito per via dell'autore e la trama sembrava promettente, ma avevo ancora qualche riserva, più che altro perché, come dici tu, parlare di religione in un romanzo è una cosa rischiosa. Ma dopo aver letto la tua recensione credo proprio che concederò un'occasione a questo libro! :)

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    1. Per me è stato un bel modo di mostrare il modo sbagliato di intendere la religione, ossia come qualcosa di limitante nella vita di oggi o peggi di giudicante. Come se ci fosse un unico modo giusto di credere. Ecco, Pif ci dimostra come al giorno d’oggi sia da superare questa visione.

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  3. Arancino, Lallì! Arancino con la O... altrimenti tu qua non ci metti più piede, stella!

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  4. Non lo avevo minimamente considerato, ora lo voglio!
    Bacci

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