Recensione: Invictus - Ryan Graudin

by - settembre 25, 2018

Buongiorno lettori!
Finalmente il vento ha girato e l'autunno è arrivato! Qui ieri, in pochissimi minuti, la temperatura è crollata e io, mentre leggevo, mi sono dovuta buttare dentro l'armadio (nel quale sembra essere esplosa una bomba) alla ricerca di una felpa. Aaaahhh la ggggioiaaa!!
Mentre l'estate finalmente si toglieva dai co... ehm, dai cocomeri, io terminavo la lettura di Invictus di Ryan Graudin, ecco cosa ne penso.

Invictus
di Ryan Graudin
Mondadori | Chrysalide | 370 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €19,00
18 settembre 2018 | scheda Mondadori



TRAMA
Farway Gaius McCarthy non è un ragazzo come gli altri. Tutti lo considerano uno strano prodigio. Figlio di una viaggiatrice del tempo del 2354 d.C. e di un gladiatore dell'Antica Roma, la sua esistenza è un evento straordinario che al contempo distorce e infrange le leggi della natura. Perché Far è nato fuori dal tempo. Ostinato, inquieto, dall'animo indomabile, il ragazzo fin da bambino ha un unico incontenibile desiderio: vivere l'esperienza frastornante di tuffarsi in epoche sempre diverse e provare quel miscuglio di vertigine, shock e déja-vu che solo incontrare la storia faccia a faccia può dare. Per questo studia per seguire le orme materne e diventare un documentatore, un viaggiatore del tempo che, per conto del governo, viene spedito nelle epoche passate a osservare e registrare gli eventi storici. Subito dopo aver fallito, inspiegabilmente, l'esame finale del corso, Far viene contattato da un trafficante di opere d'arte che gli offre la possibilità di continuare a inseguire il suo sogno. Il ragazzo avrà a disposizione una macchina del tempo e, davanti a sé, secoli e secoli da esplorare. In cambio però dovrà mettere in piedi una squadra con la quale viaggiare clandestinamente di epoca in epoca per rubare oggetti e manufatti preziosi. Un anno dopo, durante l'ennesima missione, dopo essere rimbalzati dall'Europa nazista all'America selvaggia di Davy Crockett al Vaticano michelangiolesco, Far e la sua squadra incappano in Eliot, una solitaria ragazza dalla pelle chiarissima e dalle origini misteriose che metterà in discussione l'esistenza stessa del ragazzo e di lì a poco trascinerà lui e i suoi amici in una missione pericolosissima nell'Antica Roma, dove la storia di Far ha avuto inizio. Una corsa disperata contro il tempo per impedire che il mondo si spenga. E con esso qualsiasi speranza per il futuro.

"Sono Farway Gaius McCarthy, figlio di Empra McCarthy. Data di nascita non disponibile. Con l'atemporalità nel sangue e nessun posto nel cuore. Nato sulla Ab Aeterno, ab aeterno. Sono a una sola Sim di distanza dalla totalità del tempo".

Appena ho scoperto che sarebbe uscito un nuovo libro di questa autrice ero entusiasta. I due libri pubblicati in precedenza in Italia, infatti, mi erano proprio piaciuti. Wolf. La ragazza che sfidò il destino e Wolf 2. Il giorno della vendetta mi avevano conquistato con il loro essere sempre sul filo del rasoio, una sorta di bivio perenne in cui il lettore non sa mai da che parte si potrebbe cadere. Con Invictus a mio avviso l'autrice fa il passo più lungo della gamba e non riesce a dare piena giustizia ad una bella idea iniziale.

Far è nato nel non tempo. Sua madre lo partorisce, infatti, mentre è in viaggio tra un'epoca e l'altra. Diventato grande anche lui sogna di diventare un documentatore per conto del governo. Saltare dall'Antica Roma all'affondamento del Titanic, vedere il Medioevo piegato dalla peste, visitare Versailles. Ma durante il suo esame finale qualcosa va storto e Far si ritrova fuori dai giochi e invischiato in un'organizzazione di viaggi nel tempo clandestina che alimenta il mercato nero degli oggetti del passato. Proprio mentre il Titanic viene colpito dal famoso iceberg Far si trova tra i piedi Eliot, un'altra viaggiatrice del tempo che vuole a tutti i costi entrare nella sua squadra. Perchè?

@scienze-naturali.com
Il romanzo all'inizio mi aveva particolarmente preso perchè univa bene storia e fantascienza, era curioso, mi piaceva pensare a questa società così proiettata nel suo passato, tanto da attivare un mercato nero per oggetti di qualsiasi tipo provenienti dalle epoche più remote. Non solo! Creano addirittura un corpo di viaggiatori pronti a saltare da un'epoca all'altra pur di registrare e tramandare gli eventi più importanti, ma anche il costume e la vita quotidiana del passato. Sapete quanto io ami la Storia, quindi in questo romanzo sono entrata piena di entusiasmo, pronta a farmi avvolgere anche dalla scrittura dell'autrice che ricordavo particolarmente coinvolgente.

Però... avrete capito che c'è un però... presto il mio entusiasmo è scemato, davanti a dei personaggi che non mi hanno saputo conquistare e ad una storia che si fa inutilmente complicata. In che senso? Nel senso che da un certo punto in poi la Graudin ci dà dentro con i dettagli "tipici" dei Viaggi nel tempo e ce li spiattella tutti in blocco, mandandoci in confusione totale, pur non dando niente di nuovo. È questo che mi ha fatto più riflettere nell'attribuire un voto al libro: c'è un'idea nuova dietro i viaggi nel tempo? Uno stratagemma diverso, una spiegazione che mi faccia stupire? Risposta: no. Quindi tutte queste spiegazioni, questo mettere in mezzo viaggi nel tempo, nello spazio, universi paralleli, che tanto paralleli non sono ma sembrano più un tiramisù (giuro la similitudine non è frutto della mia mente mica tanto sana), complica solo le vicende, facendo venire mal di testa e la speranza che alla fine 'sta benedetta dissolvenza arrivi, ci risucchi tutti e tanti saluti!

@Cinefilos.it
E i personaggi? Salvo il procione (lo so che è un panda rosso in realtà ma io me lo sono immaginato per tutto il tempo come il procione de I Guardiani della Galassia...) e Imogen (anche se voglio capire come si fa a colore i capelli col gessetto...) gli altri mi sono stati o antipatici (brutta cosa) o indifferenti (ancora peggio). Far per tutto il tempo mi ha dato l'idea di essere un mocciosetto con l'ego ipersviluppato e una doppia personalità (un minuto era una furia, l'attimo dopo un romanticone da posta del cuore). Prya... mamma mia che noia di ragazza! Ci si accorge di lei solo perchè fa quantità infinite di tè (e sulla nave spaziale c'è solo un bagno, fate voi...). Gram... c'è, non c'è, sta lì nell'angoletto che gioca a Tetris, non sporca, non da fastidio.... Eliot sarebbe potuta essere il mio personaggio in questo libro, quello per cui tifare, il borderline che dà un calcio nel sedere alla noia e ribalta le sorti di un libro che zoppica un po'! Anche qui mi è venuto in aiuto I Guardiani della Galassia per immaginarmela: è una Nebula fatta e finita (va beh, Nebula è un attimo robotica, ma uffa, dovevo in qualche modo finire 'sto libro!)! Peccato mi sia stata antipatica come poche altre protagoniste negli ultimi anni (ma cavoli, in queste 370 pagine c'è una concentrazione che fa sballare i dati ISTAT). Non c'è stato un momento in cui mi abbia un attimo commosso o almeno portata a capirla.

Niente, ogni tanto una va buca!

Alla prossima


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7 comments

  1. Anche io ho trovato piatti i personaggi . La storia di base è carina e pure il finale non è malaccio. Ma se non provo qualcosa verso i protagonisti (in positivo o negativo) tutto il libro ne risente.

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  2. sinceramente dopo Passenger per un po' i viaggi nel tempo li voglio proprio fuori dai co... ehm cocomeri!

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    1. Passenger non mi ha fatto strappare i capelli, ma non mi è dispiaciuto. Questo invece... una spesa inutile.

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  3. Secondo me il problema maggiore di questo romanzo è il salto nel tempo dopo che Far accetta il lavoro da contrabbandiere, così si è perso tutto il divertimento di viaggiare nel tempo. Non mi sono attaccata a nessun personaggio, la più inutile è stata Priya. La storia d'amore no comment, si passa a due personaggi che stanno insieme tanto per a due che nelle battute finali si trasformano in Jack e Rose del Titanic. Avrei voluto dare anche io due stelle ma poi ripensando a tutta la parte fantascientifica non me la sono sentita di essere così cattiva :P

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    1. Hai assolutamente ragione!! Priya è inutile, non serve a niente, solo a fare il tè... praticamente un bollitore vivente. XD

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  4. direi che concordo in pieno, una delusione totale

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