Recensione: Dodici ricordi e un segreto - Enrica Tesio

by - settembre 12, 2018

BUONGIORNO LETTORI!!
Un nuovo compleanno è passato e francamente non mi sento più saggia, anzi, forse superare la soglia dei 37 mi ha fatto regredire ancora di più. 
Continua il recupero delle recensioni lasciate indietro e oggi vi parlerò della mia unica lettura di luglio/agosto, un libro che ho lì sul comodino da molto, troppo, tempo: Dodici ricordi e un segreto di Enrica Tesio.

Dodici ricordi e un segreto
di Enrica Tesio
Bompiani | Narratori italiani | 272 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €17,00
11 ottobre 2017 | scheda Bompiani


TRAMA
"Vuoi essere l'addetta al ricordo, bambina mia?" Attilio, il nonno che è stato per lei un padre, fa ad Aura questa richiesta sconcertante: non assistere alla malattia che divorerà la mia mente, ricordami nel pieno della vita. Aura è una ragazza speciale, ha il nistagmo - disturbo che fa muovere le pupille incessantemente e che le è valso il soprannome di Signorina Occhipazzi - e davvero il suo sguardo è sempre rivolto a qualcosa di diverso da quello che vedono gli altri, come alla ricerca di un dettaglio che eternamente le sfugge. Ma proprio per questo Aura è coraggiosa, sa stare sola, sa che gli uomini spesso guardano solo la superficie delle cose: così accetta la sfida e parte per un paese lontano. Quando però, al suo ritorno, scopre che Attilio è stato di parola e si è recluso in una casa di riposo, Aura capisce di non voler rispettare il patto e comincia a cercare il nonno ovunque: nei messaggi che lui ha seminato dietro di sé come sassolini bianchi nel bosco, nella memoria di chi gli ha voluto bene, nei propri ricordi e in quelli di sua madre Isabella, inadeguata all'amore eppure caparbiamente ostinata a cercarlo, sempre troppo "leggera" ma forse per questo capace di rialzarsi quando cade. È così che Aura raccoglie frammenti dell'esistenza del nonno ma anche di quelle dei molti personaggi che popolano il romanzo: "cocci" di vite autentiche, spesso dolenti, irrisolte ma capaci di incastrarsi le une con le altre in maniera sorprendente.

Se non sai dove andare a pescarlo, un segreto può restare lì per sempre. E poi, come l'ago nel pagliaio, dopo tanto cercare un giorno lo trovi per caso, pungendoti il dito.

Importanti, preziosi, li serbiamo in noi, a volte quasi senza accorgercene, poi al momento opportuno spuntano fuori e il nostro mondo cambia, ha un senso, un perchè. Sono i ricordi, ciò che siamo stati, ciò che abbiamo fatto, sentito, visto. Un ricordo è qualcosa di unico e speciale per definizione, può essere qualcosa di semplice e persino banale, ad esempio il colore della tua tazza preferita da piccola, quella che la mamma ti faceva trovare sempre a colazione, o il nome del tuo primo gatto, il vestito che indossavi quando hai incontrato quella persona; poi ci sono i ricordi grandi, i momenti topici della vita, quelli che mai e poi mai dimenticherai... ah no, perchè va detta un'altra cosa sui ricordi. E' vero ci accompagnano, ma a volte possono anche abbandonarci, scappare via.
È da questi ricordi che sfuggono che inizia la nostra storia, quella di un nonno che non ha saputo fare il padre al momento giusto ma che ha cresciuto la nipote in un bozzolo di amore e libertà, quella di Aura (la nipote) che dopo un anno passato lontano torna alla ricerca di Attilio (il nonno, appunto) che vuole tenerla lontana da Emme, la malattia che gli sta portando via i suoi ricordi e con essi gran parte di se stesso. Aura ha fatto una promessa, non cercarlo una volta che Emme abbia preso il sopravvento, ricordarlo sempre come il nonno meraviglioso che è stato, non vederlo come un povero vecchio che non ricorda neanche il nome degli oggetti che lo circondano. Ma Aura non ci sta e lo cerca, in se stessa, nella famiglia allargata e scompagnata che si ritrova, nei post it appesi in giro, nelle scritte sui retro degli scontrini, su bordi delle parole crociate. Una frase qua, un paragrafo là, la storia di Attilio e della sua vita piano piano si ricompone e dona ad Aura anche una sorpresa.

Ho aspettato molto a scrivere questa recensione, non è stato facile infatti mettere in ordine i pensieri e riuscire a scrivere qualcosa di sensato. È un libro difficile di cui parlare perchè, nonostante non sia molto lungo, racchiude in sé tantissimi aspetti importanti, una storia densa per le vite che si trascina dietro, per i sentimenti che ti smuove. Il racconto di Aura, Attilio ed Emme mette su carta il cuore vero di una famiglia e di un amore che scavalca malattie, lontananza, sbagli. Si potrebbe pensare che questo romanzo sia incentrato sulla malattia, subdola, che si porta via giorno dopo giorno pezzetti di Attilio, in realtà travalica questo limite e parla di bene altro, parla dell'amore di un nonno per una nipote, di una madre che come tale non ha saputo trovare la sua dimensione ma che ad ultimo riesce a proteggere figlia e padre, ma anche di come l'amore a volte non si limita ai meri legami di sangue ma va oltre, fa  giri strani e poi eccolo lì che ti colpisce in pieno.

Enrica Tesio ha creato un piccolo capolavoro e lo ha fatto parlando delle mancanze, delle carenze: dei ricordi, di una madre, di un padre, di un fratello. Non è un libro semplice per la portata emotiva che riesce a scaricarti addosso già dopo poche righe e per quello su cui ti ritrovi a pensare una volta concluso, ma leggetelo, perdetevi nella storia di Aura e nei ricordi raccontati a pezzetti di Attilio.

Alla prossima



Crediti immagini:
ILFOGLIETTONE.IT, pinterest.co.uk

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