Recensione: Eleanor Oliphant sta benissimo - Gail Honeyman

by - ottobre 03, 2018

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di uno dei libri più chiacchierati della primavera scorsa. Caso editoriale dell'anno, Eleonor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman ha imperversato su blog, giornali e riviste. Cosa ne penso io? Ehm....

Eleanor Oliphant sta benissimo
di Gail Honeyman
Garzanti | Narratori moderni | 344 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,90
17 maggio 2018 | scheda Garzanti



TRAMA
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Sono sempre stata orgogliosa di cavarmela da sola nella vita. Sono l'unica sopravvissuta, sono Eleanor Oliphant. Non ho bisogno di nessun altro: non c'è una grande voragine nella mia esistenza, nel mio puzzle privato non manca alcun tassello. Sono un'entità autosufficiente. O almeno è quello che mi sono sempre detta. Ma l'altra sera ho trovato l'amore della mia vita.

Capiamoci bene fin da subito. Che Eleanor Oliphant stia bene a me fa piacere, son contenta per lei. Voglio fare questa precisazione perchè dopo le lodi e i complimenti, i titoli dei giornali e le cinque stelline che piovono da ogni recensione riguardante questo libro, arrivo io con un tre. "La solita che deve andare per forza contro corrente" starete pensando. Ecco, vi fermo subito proprio per questo. Non voglio fare l'alternativa. A me Eleanor Oliphant sta benissimo è pure piaciuto, solo che non mi ci sono strappata i capelli, non mi ha dato quella sensazione da "libro della vita" (che su questo termine piacevolmente virgolettato dovremmo fare una lunga discussione, ma meglio soprassedere per il momento...), da libro che voglio terminare ma che non voglio che finisca. Sono sicura che abbiate capito cosa intenda...

Eleanor Oliphant sta benissimo da sola, nella sua routine, nel suo appartamento arredato con i mobili spagliati, con il suo lavoro con poche responsabilità, con il suo pranzo comprato lungo la strada, i suoi fine settimana a base di due bottiglie di vodka e con la telefonata della madre del mercoledì, sempre alla stessa ora. Eleanor è precisa e ordinata, con le sue piccole e grandi fissazioni, con il  suo spiccato senso del rispetto delle regole e dei limiti. Poi Eleanor si prende una cotta per uno sconosciuto, un vecchietto si sente male lungo la sua strada, nella sua vita entra per la prima volta un amico. Da quel momento Eleanor seguirà un percorso che la porterà a capire di non stare benissimo, ma neanche bene, di avere qualcosa da affrontare.

Non è scattata la scintilla. Mi ha fatto piacere conoscere Eleanor e il suo piccolo microcosmo, in cui sembra essersi assestata e in cui invece capisce alla fine di vivere in bilico, ma non mi ha così preso come invece mi sarei aspettata dopo averne letto tanto in giro. Ecco, forse ad essere state disilluse sono proprio le mie aspettative, troppo alte fin dall'inizio; o forse avevo da poco letto il libro di Sarah Haywood, La felicità del cactus, che propone una protagonista molto simile ad Eleanor. Sta di fatto che l'ho trovata una lettura piacevole, a tratti anche divertente e con un piglio tutto suo, ma non di più.
@pixabay

In giro ho letto che Eleanor piace perchè è l'antieroina. Ecco, non me la sentirei di definirla così, perchè è un'eroina in tutto e per tutto. Eleanor è una sopravvissuta, una che fin dalle prime righe capiamo abbia avuto un passato difficile e doloroso. Per capire quale non sarà del tutto necessario arrivare alla fine, perchè, a mio avviso poco saggiamente, a metà libro tre quarti del mistero è se non proprio svelato almeno accennato in maniera più che evidente; e lì le aspettative che già stavano con Eleanor in bilico sul burrone... beh, hanno fatto un capitombolo di qualche decina di metri. Fortuna vuole che, però, il vero finale ci riserva una piccola svolta a sorpresa, qualcosa a cui non avevo pensato e che mi ha fatto rivalutare un po' la lettura.
Eleanor è un personaggio forte nelle sue mille fragilità e, in un romanzo che si regge in piedi unicamente sulla sua protagonista, è importante questo. Mi viene da pensare come la vedano gli altri, più che a come venga descritta dall'autrice, e penso debba fare paura. Non per le sue cicatrici... per chi mi avete presa. No, per il suo livello, per il suo essere cordiale e gentile ma comunque distante e inarrivabile, per il suo eseguire un lavoro alla perfezione, per il suo essere anche imperturbabile. Noi la vediamo da un punto di vista privilegiato ma rapportarsi con lei, con le sue precisazioni e con il suo non stabilire mai un contatto deve essere difficile se non snervante.

Lo sappiamo fin da subito: il suo passato nasconde uno o più episodi che l'hanno resa così. Vittima anche di un sistema di protezione dei minori che non ha saputo sostenerla a dovere, Eleanor è prima una bambina poi un'adulta allo sbando, senza punti di riferimento, senza quei "paracolpi" che soprattutto da piccoli sono necessari per farci crescere e per farci stare con gli altri.

La resa psicologica di Eleanor è da manuale, secondo me. L'autrice ha saputo creare una protagonista inizialmente strana e quasi antipatica, ha saputo portarla piano piano nel cuore del lettore fino a darle quel lato umano che teneva nascosto. Io qui mi sono domandata una cosa: alla fine vediamo in Eleanor una donna con i suoi problemi e i suoi tentativi maldestri di risolverli o il caso umano, la bambina che ha subito quello che ha subito e che quindi "poverina, come poteva crescere?". Insomma, siamo veramente felici che stia bene o proviamo pietà per lei? E da qui la domanda definitiva: questo è un bel libro o solo l'ennesimo "caso editoriale"che non può non piacere?

Alla prossima

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7 comments

  1. Uno degli aspetti più interessanti della lettura è proprio questo: un libro può piacere a dieci persone ma all'undicesima no. Questione di gusti, di tempismo, di background socio-culturale.
    A me questo libro è piaciuto parecchio, l'ho amato. Il perché è abbastanza semplice, in questo libro ho trovato tanto di me stesso. Come scrissi nella recensione, non è un libro per tutti, non perché sia elitario, ma solo perché ci sono libri che ci entrano più di altri, e questo entra dentro a quelle persone che trovano (almeno un po') loro stesse.

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    1. Hai ragione sulla questione del libro che può piacere o meno. E aggiungerei fortunatamente, altrimenti non ci sarebbe gusto!
      Per il resto... non lo so... un pochino di me in Eleonor l'ho trovato, sotto alcuni aspetti almeno... Forse non è bastato, o non era il momento giusto. ;)

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    2. Finalmente una che la pensa come me! :)
      Questo libro l'ho recensito su Goodreads dicendo che "non è un brutto libro, ma a tratti l'ho trovato noioso, ripetitivo e poco stimolante". Anche io mi sono lasciata abbindolare dal fatto che appena venne pubblicato, i blog di tutto il mondo ne fecero una pubblicità esagerata, ma secondo me non ce n'era proprio bisogno!

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    3. E' vero, nella parte centrale è ripetitivo e... come dire... si siede un po', sembra arrancare.

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  2. A me è piaciuto molto , ho trovato molto di me e gli effetti di un'educazione restrittiva benché non identica alla sua.
    Eleanor mi è piaciuta e mi ha irritata al contempo, ma mi ha colpito molto.

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