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La Biblioteca di Eliza

Buongiorno lettori!
Torna oggi la rubrica Questa volta leggo, nata dalla mente di Chiara (La Lettrice sulle Nuvole), Laura (La Libridinosa) e Dolci (Le mie ossessioni librose), che vede un gruppo bello nutrito di blogger fare fronte comune e proporvi ogni mese la recensione di un libro seguendo un argomento. Il mio sarà l'ultimo appuntamento di Aprile, mese che ha visto come filo conduttore di tutte le recensioni...

Leggi un libro pubblicato nel 2018

Argomento piuttosto semplice visto il periodo di grandi uscite. Io vi parlerò di Sempre d'amore di tratta di Susanna Casciani, Mondadori...

Sempre d'amore si tratta
di Susanna Casciani
Mondadori | Novel | 163 pagine
ebook €7,99 | cartaceo €16,00
3 aprile 2018 | scheda Mondadori
TRAMA
«Bisogna prendersi cura dei doni come se fossero piccoli fiori selvatici: sbocciano senza il nostro aiuto, ma dobbiamo fare attenzione a non calpestarli, a non maltrattarli». E la piccola Livia di doni ne ha eccome. Come si fa a non accorgersene? Lei è una che quando si muove assomiglia a una nuvola trascinata dal vento, capace di rendere più colorato tutto quello che tocca. È timidissima, parla poco, però sorride a tutti. E poi ama scrivere, perché farlo la fa sentire diversa, nel senso di speciale, come se nelle sue vene al posto del sangue scorressero le parole. È un cuore puro il suo, e fragile, e per questo avrebbe bisogno di essere accudito e protetto. Però si sa, le stelle, le stesse alle quali Livia bambina si rivolge sommessamente tutte le sere, seduta sul terrazzo di casa, molto spesso si fanno gli affari loro e non sempre hanno voglia di guardare giù, di ascoltarci. Infatti, a un certo punto, nella vita di Livia accade qualcosa che le inceppa il cuore. Coll'aggravarsi della depressione della madre, tutto per lei diventa faticoso, difficile. Ragazzina sognatrice e poi giovane donna, Livia cerca comunque di spiccare il volo ma, quasi fosse una farfalla con un'ala di seta e una di piombo, non fa che sbattere da tutte le parti rovinando puntualmente al suolo. Così, caduta dopo caduta, sfinita da un amore - quello per la mamma malata - che si ciba della parte migliore di lei, inizia a non fare più caso alle piccole magie che accadono ogni giorno e finisce per rassegnarsi a lasciare andare tutti i suoi sogni. Quel che non sa è che l'amore è più potente di qualsiasi delusione e sa farsi largo anche tra le macerie di una vita che odora di terra bruciata come la sua. «Sempre d'amore si tratta» racconta la storia di Livia, dall'infanzia all'età adulta. E lo fa attraverso lo sguardo delle tante persone che, in momenti diversi, ne incrociano la strada, anche solo per poche preziose ore. Tante istantanee capaci di tratteggiare con precisione l'esistenza di una singola persona ma al contempo di raccontare anche un po' di tutti noi, di quanto sia difficile accogliere l'amore nella nostra vita, prendercene cura, proteggerlo e quanto sia spesso più facile, piuttosto, fuggirlo, maltrattarlo o convincersi di poterne fare a meno.


Ecco cosa te ne farai di un desiderio: un desiderio non ti abbandona mai. Avrai bisogno di aggrapparti a un po' di magia, per questo devi resistere.
Una costa tutta pieghette, righe su righe sottolineate a matita, appunti ai margini dei fogli, segna pagina che spuntano un po' ovunque. Se vi facessi vedere come ho ridotto questo libro in molti urlereste disperati inneggiando alla profanazione. E lo farei anche io. Solo che questo è uno di quei romanzi che van vissuti. E' un libro che non basta leggere, bisogna segnarsi paragrafi, frasi, dire la propria, rileggere pezzi sparsi, è un libro che non può rimanere intonso e pulito. A vederlo ora, qui accanto a me, così provato dalla lettura, mi fa subito pensare ad una cosa: quella scritta da Susanna Casciani è una vera esperienza di lettura, che lascia al lettore tanto su cui riflettere.

Non è semplice raccontare la storia di queste 160 pagine per il rischio di andare oltre. Livia è la protagonista, una bambina vitale, a cui piace scrivere, ballare. Livia è gioia pura. Eppure la malattia della madre presto invade anche la sua giovane vita e così, anno dopo anno, si trasforma in una ragazza frustrata e in una adulta triste e spaesata, timorosa di far del male agli altri. Ma Livia non è solo questo. Livia è la speranza del padre Edoardo, è l'amica della porta accanto di Bianca, è la figlia mai avuta di Paolo il libraio, è la mamma con il vestito blu che sorride nella foto che la piccola Camilla ha trovato in un cassetto. Tante voci, a volte appena un sussurro, ci raccontano una storia delicata, macchiata dal dolore ma anche illuminata dalla speranza di una bambina.

Se c'è una cosa che ho imparato è che per scuotere un cuore che ha sofferto ci vuole il doppio dell'amore che ha perso. 

Susanna ci racconta una storia molto intensa e lo fa facendo parlare non solo la protagonista ma anche coloro che popolano il suo mondo, persone della sua vita ma anche chi la conosce solo per un giorno. Ogni voce ci racconta un pezzetto, una sfaccettatura di questa esistenza semplice, come ce ne sono tante, ma che ha provato dentro di se tanto dolore, il proprio e l'altrui. Ed è proprio tramite queste voci che vediamo come questa inquietudine cresce piano piano in lei, come il suo vissuto diventi piano piano sempre più scuro. Non qualcosa che si scopre all'improvviso, ma che cresce lento e subdolo.


Ricordate come ho ridotto il libro? Ecco, non si può leggere questo romanzo senza una matita o un evidenziatore vicino. Se pensate di leggerlo vi suggerisco di prepararvi perché sentirete proprio l'esigenza di sottolineare frasi e paragrafi, di segnarvi i pensieri della piccola Camilla che vuole solo rendere felice la sua mamma o di papà Edoardo che vive il doppio colpo del rimorso e della paura, o anche di Bianca che cerca di farsi capire dalla madre e di mostrarsi così com'è e non come lei vorrebbe che fosse. Passi che vi faranno emozionare e piangere, brani che vorrete appuntarvi.

Non è mai facile parlare di un libro così emotivo e intenso, c'è sempre il rischio che la propria emozione annebbi del tutto il giudizio, eppure in questo caso non c'è un modo diverso per parlarvene, se non quello di mettere a nudo la propria anima, di fare nostri i sentimenti di Livia e le speranze di Camilla.
E' un romanzo che mi ha dato tanto e che sono felice di aver letto con calma, rimuginando su ogni pagina, rileggendo qualche frase e pensando a come non deve essere stato facile per Livia accollarsi tutta quella responsabilità che a me farebbe una paura del diavolo. Potrebbe a prima lettura sembrare un libro triste, cupo e invece no, perché l'autrice a saputo scrivere questa storia così difficile con grazia e delicatezza ma anche con un briciolo di infantile leggerezza.
Il mondo lì fuori può essere molto cattivo, ma è anche pieno di magia. Vai a prenderla e, se vuoi, tienine un po' da parte per me. Io farò lo stesso. 
 Avete mai fatto quel gioco ti dico una parola dimmi la prima immagine che ti viene in mente? Ecco, pensando a questo libro mi viene in mente un campo di margherite in pieno sole, una coccinella che svolazza, un passerotto che spicca il primo volo... tutte immagini di rinascita, di crescita, di possibilità.



Alla prossima





Buongiorno lettori,
e buon sabato. Il sole splende, gli uccellini cantano, io litigo con il sistema sanitario nazionale per poter fare il richiamo dell'antitetanica (lasciate perdere, storia lunghissima non ancora risolta) e una nuova settimana si appresta a chiudersi. E non solo la settimana.... Tra pochi giorni anche aprile ci saluterà e quindi credo sia giunto il momento di vedere quali libri usciranno a maggio. Scaldate le carte di credito, trovate nuovi subdoli modi per introdurre nuovi libri in casa, fate accordi segreti non il vostro libraio di fiducia.... è il momento di In Agenda!


Aria di neve. La prima indagine di Mycroft, il gatto detective
di Serena Venditto
Mondadori | Omnibus | 166 pagine
€8,99 (ebook) | €18,00 (cartaceo)
8 maggio 2018 | scheda Mondadori


Ariel è una ragazza italo-americana che ha girato mezzo mondo e ora vive nell'adorata Napoli. Lavora come traduttrice di romanzi rosa dai titoli immancabilmente profumati di agrumi e, dopo quattro anni di fidanzamento e due di convivenza, è appena stata lasciata da Andrea, l'uomo perfetto, ispettore di polizia e compagno dolce e premuroso. In lei si aggrovigliano sconforto, delusione, rabbia, ma soprattutto la fastidiosa sensazione di vivere in una di quelle storie melense e scontate che le consentono di pagare l'affitto. È necessaria una svolta, qualcosa di tanto imprevisto quanto atteso. E così, facendosi coraggio Ariel si mette alla ricerca di un luogo dove ricominciare da zero, e presto si imbatte nel coloratissimo e disordinato appartamento di via Atri, dove vivono altri tre ragazzi: Malù, sagace archeologa con una passione per i romanzi gialli, Samuel, rappresentante di articoli per gelaterie di origini sardo-nigeriane, e Kobe, talentuoso quanto sgrammaticato pianista giapponese. Un terzetto strambo e caotico cui si aggiunge la presenza fissa di Mycroft, uno stupendo gatto nero dagli occhi verdi che, coi suoi eloquenti miagolii, non ha bisogno della parola per farsi capire alla perfezione. Ariel si sente subito a casa, e tra una chiacchiera in cucina, un concerto e una passeggiata in una Napoli infuocata di sole, le cose per lei riprendono a girare per il verso giusto, al punto che dimenticare Andrea sembra quasi possibile. Ma proprio allora un evento tragico che si consuma molto vicino ai coinquilini rimetterà tutto in gioco e sconvolgerà il microclima di via Atri. Un suicidio molto sospetto o un vero e proprio delitto della camera chiusa? Le "celluline grigie" di Malù non potranno che essere stuzzicate da questa sfida e l'archeologa-detective coinvolgerà tutto il gruppo nelle indagini, cui parteciperà anche Mycroft dando sfoggio di tutta la sua sottile, felina intelligenza.


Al mattino stringi forte i desideri
di Natascha Lusenti
Garzanti | Narratori moderni | 280 pagine
€9,99 (ebook) | €17,60 (cartaceo)
10 maggio 2018 | scheda Garzanti


Emilia è ferma davanti al grande palazzo. Con lei ha solo poche valigie e i suoi due adorati gatti. Dopo aver perso il lavoro e le redini della sua vita, è lì per ricominciare. Da una nuova casa e da nuovi inquilini di cui fare la conoscenza. Ma l'accoglienza che riceve non è quella che si aspettava. Nessuno sembra badare a lei, nascosta dietro una frangetta. Eppure Emilia decide che è il momento di spazzare via le insicurezze, stanca delle fredde frasi di circostanza. L'unico modo per cambiare la situazione è cercare di colpire la curiosità di chi passa davanti alla bacheca del condominio. Proprio lì Emilia appende ogni giorno poche righe in cui racconta le sue sensazioni, i suoi ricordi, le sue speranze. Senza rivelarsi. Spera ci sia qualcuno che condivida i suoi pensieri, che possa sentire il bisogno di risponderle. Ma così non è. Fino al giorno in cui trova vicino al suo biglietto una figurina da bambini. Non ha idea di chi possa essere stato, ma tutti gli indizi portano a quel bambino che ha sempre un libro in mano, con la maglietta di Star Wars e con un padre troppo impegnato al telefono. Sarà lui il suo primo amico nel palazzo. E poi, piano piano, Emilia si avvicina a tutti gli inquilini. Anche se non è facile insegnare al cuore a fidarsi di nuovo. Anche se non è facile esprimere i propri desideri e condividerli. Emilia scopre che bisogna tenerli stretti per non farli volare via.


Un capra sul tetto
di Anne Fleming
Mondadori | Contemporanea | 168 pagine
€8,99 (ebook) | €16,00 (cartaceo)
15 maggio 2018 | scheda Unilibro


Kid si è trasferita con i genitori a New York per prendersi cura dell'appartamento di un ricco parente (e del suo cane col nome da gatto, Cat). Il palazzo si rivela bizzarro sin da subito: si mormora che sul tetto viva una misteriosa capra e che porti sette anni di fortuna a chiunque la veda! Kid è così timida da non riuscire a rivolgere la parola a nessuno, ma per scoprire la verità sulla capra dovrà conoscere i nuovi e stravaganti vicini di casa: Jonathan, il pensionato che ha subito un ictus e cerca un modo diverso per comunicare; Kenneth P. Gill, appassionato di opera lirica e criceti; e Joff Vanderlinden, scrittore di fantascienza cieco che ama andare in skateboard. Per fortuna Kid incontra un nuovo amico, Will, che ha paura delle altezze e ha una nonna iperprotettiva, ma è pronto a indagare insieme a lei sulla leggendaria capra sul tetto. Un romanzo sulle piccole e grandi paure, pieno di personaggi imperfetti e umani che tutti vorremmo avere come vicini di casa.


Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli
di Chiara Moscardelli
Giunti | A | 272 pagine 
€14,90 (cartaceo)
16 maggio 2018 | scheda Giunti


Teresa: quarant'anni, disoccupata e - tra un Tinder e l'altro - felicemente single. O almeno così crede. Dopo aver perso l'ennesimo lavoro (o meglio, dopo essere entrata una mattina negli uffici dell'azienda che l'aveva appena assunta trovandoli desolatamente e inspiegabilmente vuoti) decide di rifugiarsi a Strangolagalli, il borgo a sud di Roma dove è nata, e avviare una piccola attività alberghiera: l'ideale per studiare avventori e clienti, e raffinare così il suo talento naturale di profiler. Sarà stata l'infanzia difficile o il padre psicologo, ma Teresa è infatti dotata di un intuito fuori del comune, che le consente di capire a una prima occhiata se la persona che ha davanti nasconde qualcosa, ha paura, o è in fuga da qualcuno. Un intuito che ben presto la ficcherà nei pasticci, mettendo decisamente in subbuglio i pacifici (almeno finora) abitanti del paesino. Non bastasse, a Strangolagalli si è stabilito da poco anche Paolo, un uomo timido e garbato che si mostra curiosamente sensibile al fascino di Teresa, spingendosi addirittura a invitarla a cena. La fatidica sera però, complice l'aria condizionata e un certo nervosismo, la donna si rifugia in bagno e al suo ritorno... Paolo è svanito, o meglio, letteralmente volato dalla finestra! E così, tra affascinanti detective in incognito e carabinieri di paese, reporter d'assalto e misteriosi sconosciuti, Teresa si ritrova risucchiata in una girandola di intrighi e misteri, in un susseguirsi di imprevedibili colpi di scena.


Eleanor Oliphant sta benissimo
di Gail Honeyman
Garzanti | Narratori moderni | 330 pagine
€9,99 (ebook) | €17,90 (cartaceo)
17 maggio 2018 | scheda Garzanti


Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.


Aglio, olio e assassino
di Pino Imperatore
DeA Planeta | 300 pagine
€7,99 (ebook) | €15,00 (cartaceo)
29 maggio 2018 | scheda Unilibro


Peppe Vitiello, soprannominato "Braciola" per il suo fisico tondeggiante, è il sovrano incontrastato della trattoria Parthenope, sul lungomare di Mergellina, dove dispensa buoni piatti e battute di un'arguzia fuori dal comune. Fra le mura domestiche, invece, subisce le angherie di sua moglie Angelina, una donna burbera e dispotica che lo ritiene un buono a nulla e gli impedisce persino di avvicinarsi ai fornelli. L'ispettore Gianni Scapece è appena stato trasferito nel nuovo commissariato aperto vicino alla trattoria, è un tipo solitario e ama la cucina non meno delle donne. Tra una risata e un bicchiere di vino, Vitiello e Scapece diventano amici, al punto che Braciola è ormai il confidente preferito del poliziotto. Quando un uomo viene trovato morto in circostanze bizzarre - vicino al corpo sono disseminati, come in una sorta di rituale, alcuni alimenti - Scapece decide di utilizzare l'intelligenza e le conoscenze gastronomiche di Vitiello per risolvere il caso. Il killer, infatti, non solo ha voluto firmare il suo crimine, ma provoca l'ispettore inviandogli ogni giorno piatti da lui cucinati: impepate di cozze, fritture di pesce, caponate...

E vi ricordo la pagina con il Calendario delle Uscite sempre a vostra disposizione, con tante altre uscite!

Alla prossima


Buongiorno lettori,
oggi rifaccio un salto nel mondo regency con un libro dedicato totalmente alla mia cara Jane Austen e ai luoghi in cui ha soggiornato. Si tratta di un libro che ho potuto leggere con grande anticipo grazie alla Neri Pozza che ha aiutato ad alimentare la mia mania nei confronti della scrittrice inglese inviandomi A casa di Jane Austen di Lucy Worsley in anteprima!

A casa di Jane Austen
di Lucy Worsley
Neri Pozza | I narratori delle tavole | 480 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €19,00
26 aprile 2018 | scheda Neri Pozza
TRAMA
Con una scrittura affascinante e spiritosa, perfettamente in tono con i romanzi della Austen, Lucy Worsley ci conduce nella quotidianità della scrittrice più famosa d’Inghilterra.
Un’imperdibile esplorazione della vita di Jane Austen, che ci mostra come l’autrice di Orgoglio e pregiudizio ha vissuto, esaminando i luoghi e gli spazi che abitava quotidianamente. Veniamo così a scoprire che la sua esistenza non era fatta solo di case di campagna e sale da ballo, come raccontano i suoi romanzi, ma di lotte spesso dolorose. Jane Austen è passata alla storia per aver vissuto in modo tranquillo, «senza incidenti», ma tra queste pagine Lucy Worsley rivela una donna appassionata che ha combattuto per la sua libertà, una donna molto più avanti del suo tempo, che rifuggiva il matrimonio per conservare la propria libertà e dedicarsi alla sua passione: la scrittura.

La vita di Jane, in apparenza tanto tranquilla, fu segnata da porte chiuse, strade che non le fu consentito imboccare, scelte che non potè compiere. Il suo grande contributo fu schiudere quelle porte per permettere alle generazioni successive di varcarle.

Molti si chiederanno che senso ha oggi, nel 2018, scrivere (e leggere) una biografia di Jane Austen, scrittrice che alla fine non ha prodotto moltissimi testi. Eccomi qui a bacchettarvi sulle mani e a dirvi  perché leggere la biografia scritta da Lucy Worsley farebbe bene a tante persone.

Lucy Worsley, scrittrice e curatrice presso l'Historic Royal Palaces (avete presente la Torre di Londra, Hampton Court Palace? Ecco, è l'ente che se ne occupa), scrive una biografia della Austen partendo dai luoghi della sua vita, dalla canonica di Steventon, in cui nacque, al cottage di Chawton, in cui passò gli ultimi anni di vita, e lo fa a ragion veduta dopo aver visitato questi luoghi, o almeno quelli ancora esistenti. Ad esempio proprio la canonica della sua infanzia è stata abbattuta pochi anni dopo la sua morte e spostata il luogo più elevato. Tramite questo excursus da un luogo all'altro la Worsley non ci racconta solo la vita di Jane Austen, ma anche dei suoi familiari e amici e ci dà una piccola lezione sul periodo regency, eliminando quelle sovrastrutture storiche create nei decenni successivi.
Cosa ne esce fuori? Prima di tutto una figura di Jane Austen ben più complessa da quella che siamo soliti pensare.

Sappiamo tutti che Jane non si sposò mai, che visse sempre con la sorella Cassandra e con la madre e che riuscì a pubblicare in vita quattro dei suoi sei romanzi canonici. Ma dietro a questo c'è in realtà la storia di una donna che rifiutò diverse proposte di matrimonio (o che comunque non le incoraggiò) perché alla ricerca di un marito che forse nella sua epoca non poteva esistere e che, in mancanza di esso, scelse la ben poco conveniente situazione di zitella, per altro senza mezzi. Dipendente da questo o da quell'altro familiare la sua vita è stata in buona parte fatta di carenze, ma soprattutto della mancanza di una casa. Questo è a ben vedere il tema centrale di tutta la sua produzione. Certo, l'amore, il matrimonio, la convenienza sociale, ma è la casa, la ricerca di un luogo proprio da accudire e mantenere, il tema che lega Elizabeth, Elionor, Anne, Fanny e si, anche Emma Woodhouse. Da qui l'idea di parlare della scrittrice raccontando anche i luoghi che la videro in qualche modo protagonista e a che proprio a questa zitella dalla penna fine a volte devono la propria fama.

Ovviamente non vi posso parlare della storia racchiusa in queste pagine, ma vi posso dire che è stata una lettura che mi ha sorpreso. Oltre ad aver letto i suoi romanzi (un paio anche in originale inglese) ho letto qualcosa anche della vita di Jane Austen, prima fra tutte le lettere sopravvissute, eppure in questo libro ho scoperto tantissime cose. Prima fra tutte il tentativo di proteggere la famiglia Austen, fin tanto di occultare episodi sgradevoli: il più piccolo dei fratelli mandato via per una malattia non ben precisata, le proposte di matrimonio rifiutate, il rapporto non semplice tra Jane e la madre, lo stesso rapporto tra Mr e Mrs Austen. Cassandra, dopo la morte di Jane, bruciò moltissime delle lettere della sorella per preservarne il ricordo, ma non ci fu solo questo. Dal materiale rimasto sappiamo di molti accenni ad episodi che non si vogliono ricordare e di cui non si deve fare accenno. Inoltre i primi biografi di Jane furono proprio i fratelli che cercarono di produrre a tavolino un'immagine di Jane che forse non la rappresenta al 100% (basti pensare all'elogio sulla lapide che richiama alla dolcezza e al ruolo domestico della sorella e solo sul finire si fa accenno alla sua scrittura... manco a dirlo Jane ribadisce più volte di odiare le proprie incombenze domestiche). 
Lucy Wosley toglie un po' questa patina di perbenismo e ci propone una Jane Austen acuta e ironica, certo, ma anche civetta e spietata, con una vena cattiva quasi, geniale nel suo saper proporre il mondo delle donne  e nel suo saper stare al passo coi tempi, ma anche vicina a quello che oggi potremmo definire un stato di depressione.

Ed è questa la Jane che troviamo nei suoi romanzi. Queste sono le donne che troviamo nei suoi scritti, donne sicuramente appartenenti alla loro epoca e ad una società con una etichetta ben precisa ma che escono dagli schemi e rivoluzionano quello che il mondo si aspettava da una giovane donna in età da marito. Non dimentichiamo inoltre che Jane Austen riprese in mano i romanzi in epoche più tarde la loro prima stesura proprio per adattarli ad un nuovo periodo storico, periodo che piano piano si muoveva dalla dissolutezza della Reggenza all'austerità dell'era Vittoriana. 

L'autrice di questa, devo dirlo, bella biografia riesce a farci conoscere la vera Jane Austen e il suo tempo, la condizione femminile e tanti altri piccoli particolari senza però darci l'idea di avere davanti un trattato noioso e infinito. Usa uno stile leggero e divertente, moderno e accattivante che ti fa leggere 500 pagine in poco tempo. Poco conta che non si tratti di un romanzo o che purtroppo sappiamo tutti come è andata a finire, che Jane morirà troppo giovane lasciandoci con sei romanzi e tanti scritti incompiuti, questa biografia è così ben scritta da far venir foglia di riprendere in mano tutti i libri, di cercare di recuperare anche gli scritti minori e di sfogliare le lettere di una donna che parlando di pizzi e merletti e passamaneria  ha saputo darci uno dei più bei spaccati della società inglese, esaltandone i pregi e ridicolizzandone i difetti. Una cosa che non smetterò mai di dire e che proprio in questo libro ho trovato più volte ribadito: Jane Austen è di una modernità sconcertante!
Il più importante traguardo di Jane fu permettere alle ragazze normali, umane, con dei difetti, che leggevano i suoi libri, di pensare che anche loro sarebbero potute essere delle eroine.

Alla prossima



crediti immagini: Wikipedia.it, jasit.it. 
Buongiorno lettori!
Oggi è il giorno che tutti noi stavamo aspettando da un po'! Giovedì? No, che giovedì, cioè si è giovedì ma non è quello l'importante. Oggi è il 26 aprile!! Oggi esce il nuovo libro di Alice Basso La scrittrice del mistero. Vani Sarca torna in tutto il suo splendore... va beh, leggete tra le righe... Una graditissima anteprima Garzanti che ho divorato in 24 ore!

La scrittrice del mistero
di Alice Basso
Garzanti | Narratori moderni | 320 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,90
26 aprile 2018 | scheda Garzanti

TRAMA
Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché così può scrivere nel chiuso della sua casa, in compagnia dei libri e lontano dal resto dell'umanità per la quale non ha una grande simpatia. Ma soprattutto perché può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di emulare i loro gesti, di anticipare i loro pensieri, di ricreare perfettamente il loro stile di scrittura. Una empatia innata che il suo datore di lavoro sa come sfruttare al meglio. Lui sa che solo Vani è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori viventi di thriller del mondo. E non importa se le chiede di scrivere una storia che nulla ha a che fare con i padri del genere giallo che lei adora da Dashiell Hammett a Ian Fleming passando per Patricia Highsmith. Vani è comunque la migliore. Tanto che la polizia si è accorta delle sue doti intuitive e le ha chiesto di collaborare. E non con un commissario qualsiasi, bensì Berganza la copia vivente dei protagonisti di Raymond Chandler: impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che i due fanno indagini a braccetto. Ma tra un interrogatorio e l'altro, tra un colpo di genio di Vani e l'altro qualcosa di più profondo li unisce. E ora non ci sono più scuse, non ci sono più ostacoli: l'amore può trionfare. O in qualunque modo Vani voglia chiamare quei crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l'happy ending va conquistato, agognato, sospirato. Perché il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Andare oltre il suo astio per aiutarlo è difficile e proteggere la sua nuova relazione lo è ancora di più. Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che può tessere trame più ordite del più bravo degli scrittori.

Vorrei proprio sapere perché le fiabe, i romanzi, i film, non raccontano mai la vita dopo il lieto fine: cosa diavolo pensano, che sia noiosa? Noiosa una sega. La vita dopo il lieto fine sta tentando di farmi fuori.
Come ogni buona recensione su un libro di Alice anche questa si apre con una premessa necessaria: non sarà una recensione normale, ma sicuramente mi partirà il delirio. Quindi non vi spaventate, state tranquilli, passa.

Ho letto questo libro in 24 ore, anche meno considerando qualche ora di sonno, quei 20 minuti per fare onore alla tagliatelle di Madre e, toh, una doccia. E come al solito la cara Alice (disgraziata, dove scappi, poi parliamo di quel finale....) ha saputo tenermi non solo incollata alle pagine, ma ad ogni singola parola che usciva dalla bocca di Vani, ad ogni più piccolo pensiero, perché oramai l'ho inquadrata: ti distrai un attimo e zac, la dottoressa Sarca ti caccia fuori l'intuizione geniale, la battuta esilarante, e tu ti ritrovi a fissare quella riga imbambolata.

Lo so, non ci state capendo niente, ma questo giro la colpa non è mia, ma di Alice, che ha messo su carta una storia di cui poco vi posso dire perché trattasi di un unico, grande, enorme, gigantesco, mastodontico (viva il dizionario dei sinonimi) spoiler. Se vi facessi una recensione normale il mood sarebbe questo: dunque all'inizio troviamo Vani che sta... ehm, non ve lo posso dire... perché la chiama Enrico mentre andava... non ve lo posso dire... . Insomma capito? Un caos totale, con un consumo di punti di sospensione non indifferente.
Quindi sappiate una sola cosa: Silvana Sarca, detta Vani, ghostwriter di professione è finalmente felice. Ebbene si, Vani ha quadrato il cerchio e ora si può dire felice. E tu lettore, sei lì che la spii dalla tua posizione privilegiata e onnisciente e sei felice per lei! Oh ci voleva per Vani questo momento, anche perché naturalmente lei è felice a modo suo, mica in maniera scontata o comune. Non è una che sprizza gioia da tutti i pori, non disegna unicorni e cuoricini, non sospira davanti agli arcobaleni. No. Vani resta Vani, anfibi di ordinanza, unghie vola, e ciuffo di capelli davanti agli occhi, insomma il pacchetto resta invariato. Oserei dire per fortuna, perché come già detto in una precedente recensione (uh figo, mi sto auto citando.... emozione) a noi Vani piace così com'è. Qualcosa però da qualche giorno è cambiato nella sua vita, possiamo dirlo? Ha trovato l'altra metà della mela. Ma adesso stop,  non vi dirò altro su di lei... non fate quelle facce, dovete leggerlo!

Ma non solo di cuore si parla. Perché nei libri di Alice non mancano il giallo e il giretto nel mondo dell'editoria. Il giallo in questo quarto libro è stato una chicca, anche perché riguarda quello stronzo stupidino di Riccardo. Ebbene si, dopo tre libri finalmente l'abbiamo trovato: lo stalker che vuole farlo fuori!! Aaahhh, la soddisfazione .... come? No niente, mi dico dalla regia che Berganza indaga, quindi questa pia persona invece di essere osannato tipo salvatore della patria verrà ricercato dalla polizia. Alice... mainagioia eh!
Il giallo è molto coinvolgente soprattutto perché fino alla fine mica capisci chi è che vuole morto Riccardo e quindi sei lì che aspetti che a Vani venga l'intuizione (tanto lo sai che è a lei che deve venire l'intuizione), che si accorga del particolare che è sfuggito a tutti.

Puro intuito e spirito di osservazione Vani, ma in questo ormai quarto libro (come crescono in fretta...) vediamo in lei una crescita ulteriore. Non è solo la ragazza che potrebbe far impallidire Lisbeth Salander, mantiene intatti tutto il suo cinismo e la sua ironia ma iniziamo a scoprirla sempre di più come amica e sorella. Non è un cambiamento, è l'aggiunta di qualcosa in più.

Io non so come faccia Alice ad inventarsi ogni volta un libro che mi fa ridere sempre di più, che mi prende e mi cattura, che mi porta a finirlo sempre in meno tempo! Perché con i suoi romanzi è così, ti appassioni e non puoi metterli giù. E ora il solito problema... mi manca Vani! Come facciamo?? Alice  #esciilquintolibro !!!!!

Alla prossima




Buongiorno lettori,
e buon 25 aprile a tutti! Giornata di festa certo, di riposo e magari di gite fuori porta, ma ricordiamo anche il motivo di questa giornata speciale, ossia la Liberazione dell'Italia, questo nostro paese a volte strano, a volte bislacco ma che merita di essere ogni tanto celebrato.

Solitamente in queste giornate di festa evito di pubblicare recensioni, ma questa volta devo fare eccezione per due motivi. In primo luogo sto un pochino stretta con i tempi. In secondo luogo ho proprio voglia di parlarvi di questo bel romanzo, La bambina nel buio di Antonella Boralevi, che la Baldini+Castoldi mi ha gentilmente proposto.

La bambina nel buio
di Antonella Boralevi
Baldini+Castoldi | Romanzi e racconti | 594 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €20,00
19 aprile 2018 | scheda Baldini+Castoldi
TRAMA
1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.

Questa volta non ho nulla che voglio imparare. Sono vuota come un sacco vuoto. Ho paura, ho tanta paura. Ho paura di non farcela.
La tempesta è arrivata e mi ha spazzato via.

Conosco Antonella Boralevi di nome e fama, so che è una giornalista, che si occupa anche di tv, ma non mi è mai capitato di legge un suo libro prima di questo. Per questo all'inizio ero titubante, poi la trama mi ha convinto, anche perché prometteva un bel giallo e io in questo periodo leggerei solo gialli e thriller!

Il racconto si dipana su due piani temporali. Il 1985 e il 2017. Una bella villa veneta per il 1985, in cui si sta svolgendo un anniversario di matrimonio. Tanta gente, champagne, cibo, fuochi d'artificio, un tripudio di sfarzo e ricchezza che Paolo e Manuela possono permettersi senza problemi. Si amano, o meglio si mostrano innamorati e felici, la coppia perfetta, con il matrimonio perfetto, la villa perfetta e persino la figlia perfetta, Moreschina, 11 anni ma con l'atteggiamento già di un'adulta. La bambina è amata da tutti per il suo carattere dolce e il comportamento distino. Eppure Moreschina proprio quella sera sparisce nel nulla.
Nel 2017 siamo invece a Venezia. Piove, oh cavolo quanto piove, e la nebbia copre la città, non si vede un palmo dal naso. Emma da Londra arriva qua, in una giornata di novembre tetra e umida, ospite di un Conte amico di famiglia. Emma viene per dimenticare, per distrarsi, per voltare pagina. Ma non ci riuscirà per il momento perché da un dolore personale si trova catapultata in un mistero più grande di lei.

Se l'inizio è un po' confuso a causa dei tanti nomi che scappano di mano e obbligano spesso a tornare indietro per vedere chi è chi (e i soprannomi non aiutano), il resto del romanzo si legge veramente in poco tempo. Le quasi 600 pagine scorrono una dopo l'altra e ci si sente trascinati in questa storia misteriosa e inquietante.
Il giallo è ben congegnato. Fino a metà io ammetto di non aver capito niente e annaspavo alla ricerca di un collegamento solido tra le due storie, tra i personaggi. Poi un piccolo elemento fa finalmente accendere la lampadina. Ma niente, fino alla fine non si capisce cosa sia veramente successo nel 1985 e cosa sta succedendo nel 2017. E' un finale non facile da digerire, duro, leggerlo necessita di una buona dose coraggio, perché leggere certe cose, della bassezza a cui l'essere umano può arrivare, non è semplice. Eppure è un finale che fa quadrare il cerchio, che da una certa giustizia dove è difficile trovarla.

La protagonista è Emma, inglese, arrivata a Venezia spinta dai genitori per dimenticare un dolore enorme che l'ha colpita. Non sono subito riuscita ad inquadrarla. Alternavo momenti di compassione per la sua fragilità a momenti di fastidio per i suoi continui pianti e svenimenti. Mi sembrava una debole, ma nel senso più negativo, come se provasse gusto nel macerarsi in questo stato di eterno bisogno. Eppure piano piano, evento dopo evento Emma assume un'altra luce, quella di una donna che non ha fatto altro che dare amore e ricevere indietro schiaffi, dall'uomo che amava, dal destino. Possibile che la sua fosse una vita solo di sofferenza? Possibile che anche qui, in questa città strana, il fato non voglia lasciarla stare? Anche i segreti degli altri le toccano in sorte ora? Tuttavia questi eventi, questi pericoli in cui si trova presto immersa, sono anche l'occasione per darle la scossa, per affrontare quel ferro incandescente che sente nelle viscere e per riaprire uno spiraglio del suo cuore.

E' un romanzo che mi ha preso. Ero scettica all'inizio, la confusione delle prime pagine mi aveva un po' spaventata, così come lo stile a volte troppo ricercato (scusate l'ignora, non sapevo cosa fosse una barchessa...), eppure passata questa fase iniziale la lettura mi ha catturata ed è proceduta a passo spedito. E' un romanzo ben scritto, che da bravo thriller qual è ti tiene incollata alle pagine e ti incuriosisce capitolo dopo capitolo. La soluzione finale è un bel pugno allo stomaco, ma quale caso del genere non l'ha? Antonella Boralevi non fa altro che portare su carta le nostre paure, i vizi di una classe sociale, i loro peccati e perversione e ce li sbatte lì, vestiti di raso rosso e con un bicchiere di champagne in mano, ad aspettare che la bomba ad orologeria esploda e cambi per sempre intere esistenze.
"Avete mai guardato, Sorelle mie, dietro le porte chiuse delle case dei ricchi? Nei loro sgabuzzini puzzolenti? Voi non sapete quanto squallore contengono, quanto marciume. Voi non sapete l'odore che c'è... Non si respira lì dentro..."
Alla prossima



Crediti immagini: venessia.com
Buongiorno lettori,
e buon inizio settimana. Sarà una settimana bella intensa questa, con tantissime recensioni. Le uscite, infatti, si stanno facendo parecchio numerose e vorrei parlarvi di 15 libri in contemporanea, ma non posso. Quindi, andiamo con ordine e iniziamo con il nuovo libro di Enrico Galiano, Tutta la vita che vuoi, uscito giusto giovedì scorso.

Tutta la vita che vuoi
di Enrico Galiano
Garzanti | Narratori moderni | 415 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,90
19 aprile 2018 | scheda Garzanti

TRAMA
Tre ragazzi. Ventiquattr'ore. Una macchina rubata. Una fuga. Una promessa. Perché ci sono attimi che contengono la forza di una vita intera. Così intensi da sembrare infiniti. È un susseguirsi di quei momenti che Filippo Maria vive il giorno in cui, per la prima volta, riesce a rispondere a tono al professore di fisica che lo umilia da sempre. Appena fuggito da scuola vuole solo raggiungere Giorgio, il suo migliore amico che, immobile di fronte a una chiesa, si chiede perché non sia ancora riuscito a piangere al funerale del fratello. Poco dopo incontrano una ragazza che corre a perdifiato: è Clo. Basta uno scambio di sguardi e i tre si capiscono, si riconoscono, si scelgono. La voglia di vivere e di cambiare che hanno dentro è palpabile, impressa nei loro volti. Si scambiano una promessa: ognuno di loro farà quell'unica fondamentale cosa che, di lì a vent'anni, si pentirebbe di non aver fatto. Anzi, lo faranno insieme: Clo sa come aiutarli. Basta scrivere su un biglietto cosa li renderebbe felici. Lei ne ha uno zaino pieno, di motivi per cui vale la pena vivere: le nuvole quando sembrano panna o l'odore della carta di un libro... Ora spetta a Giorgio e Filippo trovare il loro motivo speciale per cominciare a vivere senza forse, senza dubbi, senza incertezze. Ma non sempre chi ci è accanto è sincero del tutto. Ciò non riesce a condividere con loro la sua più grande speranza per il futuro. Perché a diciassette anni è difficile lasciarsi guardare dentro e credere che esista qualcuno disposto ad ascoltare i segreti che non siamo pronti a rivelare. Per farlo non bisogna temere che la felicità arrivi per davvero e afferrarla.


"La vera tragedia non è essere felici", le aveva detto, " è esserlo raccontandosi la balla che ci va bene così".

Giorgio, Filippo e Clo, un trio che si forma per caso e che invece alla fine pare il destino ad averlo unito. Era scritto nelle stelle mi verrebbe da dire, perché i tre ragazzi si incontrano in un momento particolare per tutti e tre, in quella fase della loro vita in cui quello che hanno non basta più, in cui devono uscire dal proprio passato per poter finalmente muovere i primi passi verso un futuro. Giorgio viene dalla famiglia giusta, col padre giusto, il fratello maggiore giusto, solo lui sembra sempre sbagliato: balbuziente, non bello, non bravo a scuola. Sono i non che il padre vede e ora che il fratello perfetto è morto cosa fare lui non lo sa. Filippo Maria per la prima volta riesce ad alzare la testa e rispondere a quel professore di fisica che non fa altro che umiliarlo, un po' come la vita ha sempre fatto, per la sua dislessia e per quella famiglia sgangherata e con scarsi mezzi. Giorgio e Filippo sono migliori amici e per la prima volta nella loro vita escono dagli schemi, salgono su una macchina e scappano. Con loro Clo che inaspettatamente sarà il motore di una giornata assurda, che cambierà per sempre le loro vite e che darà il via ad un viaggio folle.

Abbiamo conosciuto Enrico Galiano con il fortunatissimo Eppure cadiamo felici, con Gioia e Lo e il loro mondo fatto di realtà e immaginazione. Con questo secondo libro il mondo a cui ci fa affacciare l'autore è sempre quello, gli adolescenti, gioia e dolore della nostra attualità. Giorgio, Filippo e Clo sono tre ragazzi normali, che effettivamente potremmo incontrare tra i banchi delle nostre scuole. E questo non poteva essere altrimenti. Galiano ci ripropone un mondo che conosce bene in tutti i suoi meccanismi, quello scolastico e, anche se qui siamo fuori dalle quattro mura delle aule, ne sentiamo comunque l'eco, con tutte le sue implicazioni. Dal bullismo alla presa in giro, dal professore stronzo (eh scusate, non c'è altro modo per dirlo) alla compagna di banco senza famiglia, situazioni che oramai sono nella norma.

Adolescenza quindi. Galiano non si allontana da questo tema che gli è tanto caro, anche se questa volta devo dire che sono meno convinta. Nel primo romanzo questa fase della vita era toccata in maniera magistrale, senza banalità o compassione. Qui invece l'idea del "road movie" mi è sembra troppo comoda e soprattutto troppo già vista. Se vi faccio il nome di John Green scatteranno molti campanelli d'allarme immagino, a me vengono invece solo i sudori freddi. Non ho mai amato i libri di Green quindi il fatto che questo lo ricordi e che ricordi in particolare Città di carta mi ha lasciata molto perplessa. La fuga in macchina, la ragazza problematica, il viaggio di crescita, fintanto l'escamotage degli elenchi... leggevo e mi tornava in mente il mondo di Green. Insomma, non un bel biglietto da visita per me.

Ho ritrovato la penna di Galiano in questo libro, il suo stile semplice e ironico, leggero se vogliamo, ma che racchiude un mondo in poche semplice frasi. Anzi, qui l'ho avvertito più forte e con ancora più personalità. Mi è mancata però una storia più sentita, con un elemento speciale che la facesse uscire dal cliché.

Alla prossima




Buongiorno lettori!
Oggi vi parlerò non di un romanzo ma di un... non so neanche come classificarlo. Va beh, faccio prima a dirvi di che si tratta. Il libro in questione è Lost in Austen di Emma Campbell Webster.

Lost in Austen
di Emma Campbell Webster
Hop Edizioni | Hop! | 384 pagine
 cartaceo €21,00
19 maggio 2015 | scheda Hop! Edizioni
TRAMA
Il tuo nome: Elizabeth Bennet La tua missione: fare un matrimonio di ragione e sentimento, evitando uno scandalo in famiglia. Hai dalla tua solo uno spirito vivace, il tuo buon senso, la tua bellezza "passabile" e devi costruirti un percorso attraverso una miriade di scelte che determineranno il tuo destino romantico (ed economico). "Lost in Austen" si basa su "Orgoglio e pregiudizio", ma le scelte che ti si propongono nel libro ti condurranno nel cuore degli altri romanzi di Jane Austen e in un territorio fantastico."Lost in Austen" è un labirinto di amori e menzogne, seduzione e scandali, disavventure e matrimoni, una vera sfida e un vero rapimento per tutte le appassionate di Jane Austen. Elizabeth riuscirà nella sua missione? Il suo destino è nelle tue mani.

E' una verità universalmente riconosciuta  che una giovane eroina di Jane Austen debba cercarsi un marito, e tu non fai eccezione alla regola. Ti chiami Elizabeth Bennet, sei dotata di una bellezza passabile e di modeste qualità, hai una mente vivace e la risposta sempre pronta. 
Guardavo questo libro da un po' su Amazon. Mi tentava tanto ma il prezzo mi ha sempre fatto desistere. Ammettiamolo: non costa poco. Però alla fine, in una giornata un po' triste, mi sono fatta un regalo e così me lo so portata a casa.

Parto col dirvi che non dovete aspettarvi di leggere un libro. Non è un romanzo, ma lo considero più un gioco che l'autrice ha voluto creare per far muovere il lettore nel mondo creato da Jane Austen.
Qualche anno fa uscì una fiction in 4 puntate dal titolo Lost in Austen in originale (in Italia arrivò anni dopo su LaEffe con il titolo piuttosto becero de Il diario di Amanda), se siete Jane Austen Addicted non potete non averlo visto. Ecco, sappiate che, se pensate ad un collegamento tra libro e fiction, non c'entrano niente l'uno con l'altra. In questo simpatico libro infatti l'autrice dà al lettore una missione: far fare ad Elizabeth Bennet un matrimonio che unisca la ragione e il sentimento. E quando dico missione non scherzo! Ripercorriamo il libro (anzi i libri) più famosi della Austen nei panni della sua eroina, facendo scelte e quiz, valutando caratteri e situazioni e quindi intraprendendo strade che magari Lizzy non avrebbe mai valutato.

Diviso in cinque fasi, la partenza è comune a tutti, poi ogni lettore è libero di fare le sue scelte: Lizzy deve leggere la lettera di Mr Darcy? Se si vai a pagina ... se invece pensi debba scappare a gambe levate da quel pezzetto di carta devi andare a pagina... ; o ancora vuoi fare visita a zia Philips o ai Lucas? Nel primo caso vai a pagina ... nel secondo a pagina... .
Come avrete capito se conoscete un minimo Orgoglio e pregiudizio azzeccare le risposte giuste e giungere al classico finale che tanto ci piace non è così difficile. Eppure la parte divertente sta proprio nel mescolare un po' le carte in tavola e vedere che succede, riuscirà Lizzy a comprendere veramente Mr Darcy o si farà fregare da Mr Wicham? E l'autrice ha pensato a tutto, a scenari diversi ma comunque felici e a quelli in cui resti un'immancabile zitella, a quelli in cui te lo sposi Mr Darcy ma non siete per niente in armonia o ancora scenari in cui incroci personaggi degli altri libri della Austen.

Questo è questo libro, un gioco, un divertissement per gli appassionati Janeites che si vogliono cimentare con le mitiche frasi e situazioni di Elizabeth Bennet e che vogliono cercare di dare un pizzico di propria personalità ad una delle pietre miliari della letteratura inglese. E, se affronterete questa lettura, ricordate che come un gioco va visto e giudicato, non come un vero libro, il pericolo è quello di prendere lucciole per lanterne e rimanere deluse.

Un applauso alle illustrazioni di Pénélope Bagieu, carine e simpatiche, danno un tocco di colore in più. Ecco, forse ce ne dovevano essere di più.

E ora, volete sapere se ho concluso la mia missione o se ho fallito miseramente? Questo rimarrà un segreto tra me e Miss Jane Austen!
Alla prossima


crediti immagini: Hop! Edizioni
Buongiorno lettori!
Come anticipato ieri su Facebook oggi vi propongo una tappa del Flash Blog Tour dedicato al nuovo libro di Enrico Galiano Tutta la vita che vuoi, che uscirà domani in libreria. Prima di entrare nel vivo della mia tappa vi ricordo un po’ come è organizzato questo blog tour, che in effetti è diverso rispetto a quelli a cui siete abituati... ma tranquilli, la sorpresa c’è!


Oggi io e gli altri blog partecipanti vi parleremo di tanti aspetti del romanzo e vi proporremo un’intervista con l’autore. Tutte le tappe saranno online insieme lo stesso giorno. Domani invece, giorno di uscita del romanzo, su Due lettrici quasi perfette Stefania vi proporrà la recensione. Che ne dite? Vi piace la nostra idea?

E allora vediamo tutto nel dettaglio!

Mercoledì 18 aprile:
- Presentazione e incipit - La Libridinosa
- I personaggi: Filippo - La Biblioteca di Eliza
- I personaggi: Giorgio - Silenzio, sto leggendo
- I personaggi: Clo - La spacciatrice di libri
- I motivi per cui vale la pena vivere - Scheggia tra le pagine
- Intervista/i disagi adolescenziali - La Lettrice sulle nuvole

Giovedì 19 aprile 
Recensione - Due lettrici quasi perfette

E la sorpresa? Grazie a Garzanti uno di voi avrà la possibilità di portarsi a casa una copia cartacea del romanzo. Per partecipare, dovrete seguire le regole indicate qui sotto e, soprattutto, dovrete commentare tutti i post. Perché il vostro nome sarà inserito nel sorteggio della copia tante volte quanti sono i post da voi commentati (considerando sempre un commento a post).

Per potervi aggiudicare la copia cartacea in palio, dovrete seguire le seguenti regole:

Essere Lettori Fissi di tutti i blog aderenti: 
La Libridinosa 
La Biblioteca di Eliza 
Silenzio, sto leggendo 
La spacciatrice di libri 
Scheggia tra le pagine 
La lettrice sulle nuvole 
Due lettrici quasi perfette 

Mettere Mi Piace alle pagine Facebook dei blog:
La Libridinosa 
La Biblioteca di Eliza 
Silenzio, sto leggendo 
La spacciatrice di libri 
Scheggia tra le pagine 
La lettrice sulle nuvole 
Due lettrici quasi perfette 

Mettere Mi Piace alla pagina Facebook Garzanti Libri e a quella dell’autore Enrico Galiano
Commentare più post possibili

Avrete tempo per commentare sino alle 20 di domani, giovedì 19 aprile. Il nome del vincitore verrà annunciato venerdì 20 aprile sulle pagine Facebook.
La copia cartacea verrà inviata al vincitore direttamente dalla Casa Editrice.

Tutto chiaro? Se avete domande noi siamo sempre a vostra disposizione.

Ma ora immergiamoci in questo romanzo finalmente. Per quanto mi riguarda vi parlerò di uno dei protagonisti, Filippo. Anzi, per la precisione Filippo Maria Tombin, un nome che gli è stato affibbiato dal padre con la speranza che suscitasse rispetto ma che invece non ha fatto altro che complicargli la vita. E la sua di vita non è che sia di base così semplice, con una madre scappata quando lui era ancora piccolino e un padre che infondo gli vuole bene ma che è come se non ci fosse. 

Filippo ha la lingua lunga e una dislessia galoppante che oltre a dargli qualche problemino a scuola gli fa letteralmente inventare nuove parole, e questa è una delle cose che più mi hanno colpito nella lettura 

“È una vita che giochiamo a nascondino, qua, e le cose stanno sempre ferme lì, non cambinano!”
“Cambinano?” chiede Clo.
“Si, non cambinano. Non cambiano e non camminano!”.

Questo problema si trasforma in un modo diverso per dire le cose, per esprimere con solo una parola tanto di più. E' un linguaggio tutto suo che riesce in qualche modo a condividere con Giorgio, alias il suo migliore e unico amico.
Filippo mi ha dato l'idea di essere uno che vorrebbe essere di più, più bravo a scuola, più popolare, più amato, ma che per un motivo o per l'altro non riesce ad emergere. Ma in lui c'è tutto il potenziale per  tirare fuori le unghie e farsi notare. Come da bravo adolescente è un po' volubile e il grande amore della sua vita se prima era Giada presto diventa qualcun'altra.
Ma quello che più mi ha colpito di questo ragazzino è la voglia di chiudere con un passato che lo ha segnato, con quella madre che lo ha lasciato perché incapace di affrontare una situazione diversa da quella che sperava, quella madre che ha scelto la via facile della fuga.  E' qui che fa quello che avrei voluto vedergli fare! Bravo Filippo!

Ed ecco che vi ho presentato uno dei protagonisti del nuovo libro di Galiano. Mi raccomando di seguire tutte le tappe del blog tour per avere tante possibilità per vincere una copia. Buona fortuna a tutti e....

Alla Prossima






Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un libro che mi è arrivato grazie alla collaborazione con Unilibro. E' un romanzo molto particolare e non nego di aver fatto fatica a raccogliere le idee, ma spero di esserci riuscita. Si tratta del libro di esordio di Emma Piazza, L'isola che brucia.

L'isola che brucia
di Emma Piazza
Rizzoli | Rizzoli Narrativa | 315 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €19,00
16 gennaio 2018 | scheda Unilibro

TRAMA
Sotto di lei, la scogliera è un precipizio perfetto. L'alba è una cartolina di mare, luce e vento che sferza la natura selvaggia del Cap Corse. Thérèse non vuole guardare giù, ma non ha scelta. Ancora un passo, solo uno, e la vede. Prima un lembo bianco che volteggia in aria, poi quel corpo riverso sulla roccia in modo innaturale, gli occhi vuoti che la fissano. Mamie, sua nonna, è morta. E ora Thérèse maledice se stessa e quell'isola abitata da fantasmi, dove nessuno dice mai la verità. È stata ingenua a credere che mamie volesse davvero lasciarle in eredità quella villa sulla scogliera. Ma era disperata, perché il suo amore se n'era appena andato e lei si era scoperta incinta di un figlio nel momento più sbagliato della sua vita. La Corsica, che Thérèse dovrebbe chiamare casa, è il luogo dove ancora vive suo padre: ma lui non è più la sua famiglia, è solo un'assenza inquietante che non ha mai smesso di farle paura. Per questo non sarebbe mai dovuta tornare. Invece non ha resistito al richiamo di quella terra aspra e senza tempo, dove esistono solo le leggi del sangue. E ora è troppo tardi per i rimpianti, ora deve solo pensare a fuggire e sopravvivere. Perché qualcuno la sta cercando, e vuole farla prigioniera. E solo Thérèse potrà fermare la vendetta dell'isola.


Quest'isola mi è nemica, eppure così dolorosa, antica, splendente, e forte da essermi in fin dei conti cara. Mi scatena una limpida rabbia, un ruggito mi nasce da dentro, è lei che lo aiuta a uscire.

Inizio questa recensione dicendovi che questo libro mi ha messo in difficoltà. All'inizio ero piuttosto confusa perché sentivo nell'aria il thriller ma non si concretizzava e mi sembra che si stesse un po' perdendo tempo. Poi, nella parte centrale, ho provato una certa angoscia, come se le paure della protagonista esplodessero tutte insieme e io ne rimanessi sommersa. E' stato difficile procedere nella lettura perché questa angoscia non faceva che aumentare, e ancora e ancora. Il finale è invece un turbinio di eventi, di notizie e  informazioni. La lettura è stato un continuo su e giù che mi ha spiazzato, a volte in maniera positiva altre negativa. Positiva perché la curiosità ovviamente è sempre uno sprone, negativa perché in alcuni momenti mi è pesato riaprire il libro e magari riuscivo a leggere non più di qualche pagina. Avevo proprio bisogno di staccare un attimo e di darmi tempo per prepararmi ai capitoli successivi. 

La storia è piuttosto complicata. Parte in maniera soft e intimista, presentandoci i due protagonisti e soprattutto la loro situazione psicologica. E' stato un inizio quasi poetico, che gioca molto sul non detto e sull'intuito e che dà al lettore alcuni sprazzi della vita di Thérèse. Thérèse è italiana, con famiglia corsa, ha vissuto a Barcellona e ora si è trasferita a Lisbona, alle spalle una relazione finita, troncata non sappiamo bene come. Spezzata da questa rottura, Thérèse è alla deriva, tanto che non riesce neanche più a dipingere e la sua Grande Occasione sta per sfuggirle di mano. Una telefonata ed ecco l'occasione per cambiare nuovamente aria: la nonna vuole intestarle una casa e spartire l'eredità. Tornare in Corsica non è facile per lei, perché su quell'isola brulla la attende una famiglia spaccata e tormentata, un segreto e forse la morte.

La Corsica neanche a dirlo diventa immediatamente co-protagonista di una storia forte e intensa, a volte persino troppo, una storia che ha nel suo cuore un segreto famigliare. Tre generazioni trascinano questo mistero che a Thérèse è precluso e che solo l'inganno la porterà a scoprire. L'isola che dovrebbe essere amica si trasforma in una vera e propria prigione e la separa da tutto quello che c'è oltre quel mare meraviglioso, creando una sorta di bolla temporale. Una cosa che mi ha molto colpito è la stranezza con cui scorre il tempo in questo romanzo: poche ore sembrano diventare giorni, e i giorni si stringono in ore, lasciandoti ancora più intenso questo senso di confusione e ansia che soprattutto nella parte centrale è molto forte. 

Thérèse la conosciamo come una donna confusa e svuotata, un pesce fuor d'acqua ovunque si trovi. A Barcellona l'abbandono la spinge a scappare e a cercare un nuovo punto da cui partire. A Lisbona... per carità bella città, ma Barcellona sembra sempre tornare nei suoi pensieri e nei suoi sogni. E in Corsica la situazione si complica ancora di più. Perché lì lo "straniero" suscita sempre diffidenza e lei ancora di più perché la storia della sua famiglia la precede. Arriva sull'isola completamente persa. Eppure proprio qui, dove vivrà momenti terribili, ritroverà un punto di inizio, qualcosa per cui vale veramente la pena lottare con le unghie e con i denti, qualcosa che lei vorrà proteggere da tutto e da tutti.

Il personaggio di William invece mi ha lasciata piuttosto perplessa. E' un amico di Thérèse, scrive biografie di pittori e nel suo ambito è stato piuttosto famoso. Viene trascinato da Thérèse in Corsica alla ricerca di un misterioso pittore di cui non si sa nulla. C'è in William un vero e proprio buco nero, una ferita talmente profonda che lo sta divorando da dentro. William e Thérèse sono destinati a salvarsi a vicenda, eppure il personaggio di quest'uomo mi risultava quasi staccato dal contesto, come se fosse capitato per caso nella storia e non avesse un vero ruolo al suo interno. E' qualcosa di difficile da spiegare, però l'ho visto non così determinante nell'economia del racconto. 

L'isola che brucia è un romanzo difficile da collocare e da spiegare. E' un thriller ma con una forte componente psicologica che lo rende molto complicato da assorbire. E' un primo romanzo e un pochino questo lo si vede, se non altro per alcune ingenuità che portano il lettore ad intuire la direzione della storia. Però l'intensità di alcune scene e la caratterizzazione dei personaggi  danno veramente una marcia in più al racconto, catturando l'attenzione. 

Alla prossima






La copia di questo romanzo è stata fornita da Unilibro.it
Potete acquistarla a questo Link

credits immagini: wikipedia.it , Office de Tourisme de Bastia
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