Recensione: Solo per vederti felice - Rosario Pellecchia

by - maggio 06, 2021

Buongiorno lettori!
Ma come state? Qui a Cesenatico sono giornate ventose ma calde, molto calde, pure troppo. Che per carità, una manna dal cielo perchè i panni stesi si asciugano in un baleno (momento casalinga disperata... che poi fino ad un certo punto, perchè poi entra in azione l'asciugatrice eh), ma sapete anche quanto io ami il caldo (zero). 
Ma parliamo di libri e della recensione di oggi. Settimana scorsa, tra un arrivo e l'altro, ho letto Solo per vederti felice di Rosario Pellecchia. Si tratta del primo libro di Pellecchia, uscito un paio di anni fa. Dopo averlo conosciuto con Le balene mangiano da sole e aver anche chiacchierato un po' con lui (su Instagram trovate sempre nelle storie in evidenza la diretta a cui ho partecipato a marzo... così tanto per dire) ho afferrato al volo anche questo primo romanzo. Romanzo che poi farà un viaggetto per un progettino che stiamo mettendo su io, Laura La Libridinosa e la Bacci di Due lettrici quasi perfette e che vedrà la luce in autunno (abbiate pazienza, ancora un mese e sarò di nuovo fissa a lavoro... questa cosa che per pagare i libri una debba lavorare deve finire!!).


SOLO PER VEDERTI FELICE
di Rosario Pellecchia
Mondadori | Novel | 245 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,00
28 maggio 2019 | scheda Mondadori

Ross ha poco più di quarant'anni, vive a Milano e conduce il programma del mattino in una radio nazionale. La sua vita scorre senza grossi intoppi, tra la diretta quotidiana, il suo migliore amico ossessionato dalle ragazze, le improbabili sedute dall'analista e una storia appena iniziata con Sara. Il tutto vissuto con una buona dose di superficialità. Un giorno riceve una chiamata da sua sorella che lo informa del peggioramento delle condizioni della loro anziana madre, malata da tre anni di demenza senile. Laura gli comunica anche che durante il mese di agosto toccherà a lui occuparsene, senza se e senza ma. Ross cerca di sottrarsi, ma non c'è modo. Parte per la sua città natale, Castellammare di Stabia, pieno di dubbi: come farà a gestire questa situazione? E soprattutto, ne sarà capace? Il ritorno a casa conferma da subito le sue perplessità: la convivenza con sua madre si rivela molto complessa e sofferta, le sue domande incessanti e sconclusionate lo sottopongono a una dura prova, tanto da indurlo a mettere in pratica un'idea bizzarra. Tra colpi di scena, situazioni tragicomiche, momenti di struggente tenerezza e un finale a sorpresa, Ross tenterà di restituire a sua madre un barlume di felicità, rendendosi conto di essere diventato, nel frattempo, una persona migliore.

Sembra quasi che qualcuno mi stia mettendo alla prova. Come se. mi stesse dicendo che occuparmi della mia povera madre rappresenti una sorta di chiusura del cerchio, iniziato quando lei mi ha messo al mondo e poi si è presa cura di me. Ora sono io ad aiutarla, a sostenerla, a rassicurarla. Ma se, a parti invertite, tutto era funzionale alla mia trasformazione in uomo, in questo caso non c'è sviluppo, non ci sono miglioramenti né crescita. Anzi, le sue spalle sono sempre più curve, la sua attenzione sempre più difficile da ottenere, i suoi movimenti sempre più insicuri.

Dovete sapere che quando scrivo una recensione sono facile alla distrazione e l'unico modo per restare concentrata è quello di prendere le cuffie, una nota piattaforma di streaming musicale che inizia per Amaz.. e finisce per ...music (ma quale mai sarà) e via di musica, possibilmente in linea con il romanzo di cui vi devo parlare. Questa volta mi sono trovata un tantinello in difficoltà anche con questa scelta, e sono pure cretina a scriverlo perchè Rosario Pellecchia... insomma... è del campo, e sono sicura che finirò col fare brutta figura. Vabbè, io lo dico... ho messo su Ed Sheeran. Che a me fa sempre allegria, pure nelle canzoni più dolcine. 

Mamma mia che modo di iniziare una recensione... 

Ok, diciamo che dopo aver conosciuto Genny e Luca e aver scoperto con loro che le balene non mangiano imboccate con un gigantesco cucchiaio (ecco, sappiate che mia sorella è nel ramo e ancora ride, ma d'altro canto, mica tanto tempo fa, Laura ha voluto chiederle se i pesci fanno pipì... *Lallì: TU SEI UNA BRUTTA PERSONA, TUA SORELLA LO SA QUESTO?*), ho voluto recuperare subito anche il primo romanzo di Ross, un romanzo totalmente diverso, dalla storia delicata ma anche divertente. Dietro a questa copertina particolare c'è, infatti, una storia vera, quella di Rosario e della sua mamma. 

Ross vive da anni a Milano e qui ha trovato la sua dimensione, il lavoro in radio tanto sognato fin da piccolo, eventi, feste, giretti in bici, gli amici, forse finalmente la ragazza giusta. Tutto perfetto, qualche scivolone con la suddetta ragazza, ma lui a Milano ci sta proprio bene. Ma a pochi giorni dalle ferie estive, appena finita la diretta radio, gli suona il cellulare e sua sorella lo informa che passerà il mese di agosto a Castellammare di Stabia con sua madre, affetta da demenza senile, perchè lei e suo marito andranno in vacanza e ora tocca a lui occuparsi della madre almeno per un po'. Fatti armi e bagagli, cancellata la trasferta a Formentera e litigato (non per il cambio di programma) con la ragazza (quella giusta), Ross non può fare a meno di salire su un treno che lo riporterà a casa, quella vera, e da quella madre che saluta il bambino della pubblicità, invita a casa lo chef del programma tv di punta, e dimentica in continuazione che il marito non è di là a fare un pisolino ma è morto anni prima. Pochi giorni e Ross ritroverà quegli spazi dimenticati, quella luce che vedeva ogni giorno e quei profumi che hanno attraversato la sua infanzia, ma soprattutto, grazie ad un canguro, troverà un mondo per cancellare la confusione dagli occhi di sua madre e vederla di  nuovo felice. 

Lo diciamo?  Questa è una storia d'amore, verso una madre che piano piano sembra sfuggirgli di mano, un pezzettino alla volta, verso se stessi ma anche verso quelle radici che pensavamo se non perse almeno accantonate. Si può fuggire da tutto, da quello che siamo stati, da un mondo che ci sembrava troppo stretto, ma correndo correndo sempre al punto di partenza torniamo, a quelle origini che abbiamo dato un po' per scontate ma che sanno della parmigiana della mamma, del caffè (e sfogliatella) al bar con un caro amico, del mare e del vento, di profumo di casa.

In questo amore, che Ross in fondo riscopre giorno dopo giorno nel suo mese sabbatico a Castellammare, il fulcro centrale è sicuramente sua madre, una figura che stride con quei ricordi fatti di gite al mare o pranzi al ristorante con tutta la famiglia e che ora non può non osservare con un occhio diverso. I ruoli si sono capovolti, ma se lei lo ha curato, vestito, aiutato con in testa e nel cuore la speranza di una vita felice e serena per quel figlio che con le parole ci sapeva fare, lui ora si ritrova a fare altrettanto per lei con la consapevolezza che un futuro non ci sarà, che andrà sempre peggio e che ogni secondo ora con lei è prezioso, un tesoro da non farsi sfuggire, anche se per vederla ancora felice dovrà mettere in piedi un'impresa teatrale in piena regola, con tanto di attori e truccatrice. Tutto pur di vederle ancora negli occhi quella scintilla che sembra ogni tanto sfuggirle. 
Perchè questa è una malattia subdola e bastarda, che ti toglie pezzi di te a morsi, ogni giorno un po' di più, che ti dà sprazzi di normalità per poi farti tornare venti passi indietro. Si nutre dei tuoi ricordi e dell'amore di chi ti è vicino, ma anche della loro paura per te e per loro stessi. E Ross ne è consapevole, e forse quella di mettere in scena le allucinazioni di sua madre non è la migliore terapia, ma quello che sa, nonostante tutto, è che lui quella scintilla l'ha vista e vuole continuare a vederla ancora per un po' e che vuole rimandare il più possibile quella domanda che teme, che non vuole sentire, che sicuramente gli distruggerà il cuore: "tu chi sei?".

Dopo un finale agro dolce che però ti darà alla fin fine quella soddisfazione di cui tanto hai bisogno, ho chiuso il libro riflettendo sul perchè Ross abbia esordito proprio con questa storia, che poteva esser un boomerang o troppo vincolante per un eventuale secondo romanzo, che nella sua parte centrale mi è sembrata un pochino ripetersi ma che poi, con quel finale ha aperto le cascate del Niagara. Perchè scegliere di raccontare una storia così intima e personale? Semplice, perchè era la storia giusta, un dono ai suoi ascoltatori e ai suoi lettori, ma anche un gesto di fiducia con cui si è voluto presentare in una nuova veste.

Alla prossima





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1 comments

  1. Mi riprometto sempre di prendere questi due libri e puntualmente mi scordo in libreria, lo apprezzo molto come speaker in radio che credo proprio che lo aprrezzerò anche come scrittore

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