Recensione: La tigre di Noto - Simona Lo Iacono

by - maggio 03, 2021

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di uno tra i libri più attesi di questi giorni, appena uscito per Neri Pozza (che ringrazio per la copia che mi ha fornito). Si tratta di La tigre di Noto di Simona Lo Iacono.


LA TIGRE DI NOTO
di Simona Lo Iacono 
Neri Pozza | I narratori delle tavole | 176 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,00
29 aprile 2021 | scheda Neri Pozza


Questo romanzo narra di Anna Maria Ciccone, una donna e una scienziata che visse in un’epoca che le fu ostile, un tempo di ostinati pregiudizi e barbarie totalitarie. Nata a Noto nel 1891, partì dalla sua Sicilia e arrivò a Pisa poco prima che scoppiasse la Grande Guerra per studiare fisica: unica donna del suo corso. Insegnò alla Normale e seguì per un’intera vita le traiettorie e le intermittenze della luce, perché la spettrometria era l’oggetto dei suoi studi. Studi che ebbero una vasta risonanza persino nel campo della nascente meccanica quantistica molecolare. Oggi diremmo che si impose in un mondo maschile. Ed è certamente vero. Oggi parleremmo della sua passione, della sua forza e del suo coraggio nel riuscire a salvare, nel 1944, i testi ebraici della biblioteca dell’università di Pisa dai nazisti che volevano requisirli e poi distruggerli. La sua figura non è riconducibile, tuttavia, soltanto alle sue pionieristiche ricerche o alle sue impavide azioni. Con uno sguardo che attraversa il suo tempo, Simona Lo Iacono ritrae la vita di una donna capace di affermare in ogni ambito dell’esistenza la forza della sua fragilità. Ne esce un romanzo che non si lascia definire, che ci costringe a convivere con una nostalgia tenace, il racconto di una geniale fisica e matematica che seppe mostrarsi al mondo con la compostezza e il pudore di chi, nel buio dell’universo, cerca di guadagnare sempre, con fede ostinata, un piccolo bagliore di conoscenza. Perché, parafrasando Goethe, è proprio quando le ombre sono più nere che riusciamo a scoprire il potere della luce.

Sono a conoscenza degli avvenimenti che hanno travagliato, durante la dominazione tedesca, l'Istituto di Fisica e so quale parte Ella, nella sua qualità di Aiuto, unico del personale sempre presente, abbia avuto nel proteggere gli interessi dell'Istituto e dell'Università, anche quando il suo fermo contegno avrebbe potuto cagionarLe serie conseguenze. Non posso fare a meno di porgerLe il vivo ringraziamento dell'Università e mio particolare e di tributarLe il mio incondizionato encomio. 
Così il rettore della Normale di Pisa, Luigi Russo, scriveva nell'ottobre del 1944 in una lettera inviata alla "Sig.na Prof. Marianna Ciccone". Ed è grazie a questa lettera che la storia di Marianna Ciccone, dimenticata per anni, è tornata a galla. Simona Lo Iacono ha voluto creare un tributo a colei che, in seguito ai fatti avvenuti durante la seconda guerra mondiale, venne soprannominata la tigre di Noto. Un po'  biografia, un po' romanzo, questo libro propone ai suoi lettori la figura di una donna unica, assolutamente moderna e controcorrente, che ai dettami della società di inizio '900 ha preferito seguire i suoi sogni e le sue aspirazioni, studiando la luce e tutto quel mondo che all'epoca a mala pena si poteva intuire. Tra i primi estimatori delle teorie di Einstein, fu spesso additata, accantonata e isolata dal mondo accademico, ma nonostante questo Marianna portò avanti i suoi studi, i suoi esperimenti, la sua sete di conoscenza. 

Marianna Ciccone
(fonte @it.wikipedia.org)

Ma Simona Lo Iacono non si limita al merito accademico, che pure fu notevole considerati i tempi in cui si è trovata a lavorare. L'autrice ha voluto dare una quadro ampio e articolato di questa giovane donna che non si è fermata davanti ai dinieghi della famiglia, alle perdite, alla solitudine e ha creato da zero un lavoro che per una donna non era solo precluso, ma addirittura impensabile. Oggi che ci si riempie la bocca con la parola femminismo, in pochi conosco la vita di quella che fu una donna indipendente, tenace e coraggiosa, che cercò di mettere in salvo amici e colleghi, ma che soprattutto si adoperò perchè la memoria e la storia di un popolo non andasse del tutto cancellata. Marianna rimase a Pisa per difendere i testi della biblioteca universitaria, nascondendone la maggior parte, con particolare attenzione ai testi ebraici, e fermando lei stessa i tedeschi che, dopo aver minato e fatto saltare in aria una parte della facoltà, cercarono di portare via i testi rimasti e gli strumenti scientifici. Avrebbero preso la via di Francoforte, forse per sparire nel nulla come tanti altri libri, bottino di espoliazioni e rastrellamenti. Questo era l'intento, annullare un popolo annullandone la cultura. Ma grazie a Marianna e a tanti altri personaggi come lei non ci riuscirono. 

Io davanti a questi libri mi emoziono sempre, mi sento quel groppo in gola, gli occhi umidi, perchè pensare a questa donna da sola davanti ai soldati armati pronta a morire pur di salvare il suo lavoro e un pezzo di storia non può lasciare indifferenti. Io di Marianna Ciccone non sapevo nulla, immagino, ahimè, come tanti altri, e mi domando come sia possibile non onorare una figura così potente, così unica. Simona Lo Iacono lo fa e lo fa con un romanzo breve ma emozionante. Capitoli corti, discorsi accennati, ma in compenso abbiamo immagini vive e tangibili, sprazzi di luce che attraversano il racconto e che riescono sempre, in un vorticare di particelle, a attraversare le tenebre più oscure e frustranti. Perchè in questo romanzo c'è oscurità, c'è bigottismo, c'è antisemitismo, ma fortunatamente c'è anche tanta luce, da osservare, studiare, capire, leggere. Perchè è questo che c'è alla base di tutto: la storia, la luce, il cosmo, il cuore delle persone, tutto va letto come un libro, tutto ci parla e dobbiamo solo essere disposti a leggere queste pagine. Per conosce, per non dimenticare, per continuare.

Alla prossima




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