Recensione: L'ultimo di noi - Adelaide de Clermont- Tonnerre

by - marzo 07, 2018

Buongiorno lettori!
Con l'avvicinarsi di Tempo di Libri, e siamo a -2 per quanto mi riguarda ( -1 per chi andrà già domani), continuano le recensioni di alcuni libri che saranno protagonisti alle Fiera milanese. Oggi vi parlo de L'ultimo di noi di Adelaide de Clermont-Tonnerre, portato in Italia dalla Sperling. L'autrice francese terrà un incontro per presentare il libro venerdì 9 marzo alle ore 19 in Sala Bianca, insieme a Margherita Oggero e a Maurizio Cabona. 

L'ultimo di noi
di Adelaide de Clermont-Tonnerre
Sperling & Kupfer | Pandora | 383 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,90
20 febbraio 2018 | scheda Sperling & Kupfer

TRAMA
Dresda, 1945. Sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio. Nell'affidarlo alla carità di estranei, consegna loro anche il nome del neonato, come una promessa di futuro. New York, 1969. Nella Manhattan di Andy Warhol e Jimi Hendrix, un giovane imprenditore rampante è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore dell'unica donna che è riuscita a farlo innamorare. Lui, Werner, orfano di genitori ignoti, è convinto di poter scrivere la propria vita da zero. Lei, Rebecca, figlia di uno degli uomini più facoltosi d'America, è uno spirito libero. La passione li travolge senza limiti. Ma la felicità ha le ore contate. Una rivelazione inattesa strappa a Werner quel futuro che credeva di avere già in pugno. C'è qualcosa, nelle sue origini oscure, che rischia di separarlo per sempre da Rebecca. Se vuole davvero lottare per il suo amore, Werner dovrà fare i conti con il passato, ripercorrendo a ritroso la Storia alla ricerca della sua vera identità, la cui unica traccia è cucita da sempre dentro i suoi vestiti di bimbo: «Si chiama Werner Zilch. Non cambiategli il nome, è l'ultimo di noi.»

"Ti convincerai di aver toccato il fondo, ti convincerai che quello che stiamo vivendo sia il massimo dell'abominio, ma è solo l'inizio. Con questa gente non c'è mai fine al peggio"

Questo è uno di quei libri che se non mi fosse stato proposto probabilmente non avrei preso in considerazione. Quando guardo le prossime uscite la prima cosa che mi colpisce di solito è la copertina e questa non mi aveva attirato, portando quindi in secondo piano tutto il libro. Invece l'ufficio stampa me ne ha proposta la lettura e, al termine, devo dire per fortuna. Dietro quella copertina che, non so perché, poco mi convinceva c'è una storia che mi ha molto colpito anche se all'inizio temevo nell'errore. Mi sembrava, infatti, che non si arrivasse mai al punto e quindi, sulle prime pagine, avevo un po' storco il naso. Eppure c'era qualcosa che mi ha spinto a continuare.
credits: Richard Peter, Dresda 1945

Tutto il libro è un alternarsi tra il 1945 e il 1969. Tra passato e presente incontriamo il protagonista, quel Wrener Zilch a cui non va cambiato il nome perché è L'ultimo di noi. Lo incontriamo appena nato, sotto le bombe che distruggono Dresda e poi, adulto, nel 1969 a New York dove, da giovane ambizioso, sta cercando di costruire il suo impero immobiliare e si innamora pazzamente di Rebecca, la donna della sua vita. Quello che non mi convinceva di questo inizio era il concentrarsi su questo amore istantaneo e folle per Rebecca, sul loro prendersi e lasciarsi. Insomma, temevo la storiella leggera. Ma... perché, se questo era il caso, raccontarci anche di Dresda, delle bombe, della zia infermiera che con caparbietà lo ha portato in salvo? Ovvio che ci dovesse essere di più...

E infatti ecco che piano piano questa storia all'apparenza frivola e scanzonata diventare la ricerca di ben altro, di quella conferma che potrebbe cambiare la vita di Werner e di Rebecca. Ecco qua la mia storia! Si io adoro questo generi di racconti, quelli che mescolano passato e presente e che ti danno modo di rileggere ciò che è stato sotto un nuovo sguardo, sotto nuova luce. 
L'autrice usando comunque un che di leggero, uno stile mai morboso, ci racconta una storia terribile, di quelle che forse non potremo mai capire sino in fondo, e lo fa usando la storia di un bambino, di un innocente che senza saperlo viene sballottato per due continenti e diventa una vera e propria arma di ricatto. E poi ci racconta di questo ragazzo che diventato adulto vuole affermarsi, vuole sbracciarsi tra le masse per diventare qualcuno. Werner è testardo, caparbio, a volte capriccioso e superbo, ma non molla l'osso, non si limita ad un no come risposta, vuole sapere e soprattutto vuole avere il potere di cambiare il suo futuro.
Ero libero da ogni eredità, da ogni passato e mi sentivo padrone del mio futuro. Ardevo dal desiderio di dimostrare chi ero, di vedere il mio nome, troppo spesso sbeffeggiato, ispirare rispetto e, se necessario, timore.

Questo mi è molto piaciuto in un personaggio che, per altri aspetti, invece poco mi stava simpatico. Un po' come Rebecca gli rinfaccia, non puoi dirti innamorato pazzo di una donna per poi tradirla con uno stuolo di di ragazze appena qualcosa non va....
L'autrice non si risparmia neanche sul finale, perché là dove uno pensa di aver capito tutto, di avere in pugno la storia, di farla sua, la storia stessa si piega e si contorce dandoti un'ultima sorpresa finale.

L'ultimo di noi è un romanzo in cui è difficile entrare, non ci si sente subito a proprio agio, dovete dargli tempo, farlo smussare e adattare. Ma fidatevi, dategli questa occasione, proseguite per qualche pagina ancora, perché vi porterà nel pieno di una ricerca personale e di giustizia unica nel suo genere.

Alla prossima






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