Recensione: Io sono Cleopatra - Natasha Solomons
Buongiorno Lettori!
Sopravvissuti al primo turno di festività? Io si, anche perchè le uniche due cose che ho fatto sono state l'albero e la lasagna. La pace dei sensi!
L'altra sera poi ho terminato Io sono Cleopatra di Natasha Solomons, gentilmente inviatomi dalla casa editrice Neri Pozza. È il caso di parlarne un po'...
IO SONO CLEOPATRA
di Natasha Solomons
Neri Pozza | Le Tavole d'Oro | 304 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €20,00
25 novembre 2025 | link Amazon affiliato
Il faraone è morto, presto raggiungerà il campo di giunchi dell’oltretomba. Vengono bruciati gli incensi e offerti i sacrifici, ma le sole lacrime sincere sono di Cleopatra. Sguardo fiero, capelli d’ebano e mente lucida come il dorso di uno scarabeo sacro, la figlia prediletta del dio-re vaga silenziosa per la dimora reale. Cresciuta tra le stanze della Grande Biblioteca di Alessandria col sogno di comparire, un giorno, in quei papiri, Cleopatra sa che è giunto il momento di regnare. Potrà farlo, tuttavia, solo se unita in matrimonio al fratello Tolomeo, giovane arrogante e crudele. Il giorno delle nozze le schiave la adornano di favolosi monili e nei corridoi sfilano coccodrilli e aironi. Tolomeo non la sfiora nemmeno con uno sguardo. Cleopatra si punge il dito con uno spillo e pensa soltanto che sarà regina. Lei sola ne è degna; lei che ha studiato il passato dell’Egitto; lei che, unica nella sua stirpe, ha imparato la lingua del popolo. Per la fertile terra di Osiride e Iside è il tempo dei tumulti fra opposte fazioni, mentre Roma, di là dal mare, la guarda come un banchetto a cui non è stata invitata. Ma Cleopatra non si lascia intimorire. Sa che l’Egitto ha bisogno di una guida, non di un tiranno. Una regina che sappia ascoltare, comprendere, parlare con i suoi sudditi e difenderli. E quando sente le grida di gioia del popolo al suo passaggio sul Nilo adorna del disco solare, ne ha la conferma: il destino del Regno è suo. Nulla potranno le trame di Tolomeo, nulla l’arrivo di Cesare, l’uomo forte di Roma che nelle mani della regina sarà solo una pedina del grande gioco di potere. O forse qualcosa di più. È tempo di ascoltare ancora una volta questa voce antica e modernissima, la voce di chi può dire con orgoglio: «Io sono Cleopatra».
2 stelle e mezzo
un po' mi spiace eh
Voglio che mi vediate per ciò che sono. Potrò non piacervi, potete amarmi o detestarmi, ma prima provate a conoscermi. Sono nata femmina e dea. Una futura regina, se dovessi vivere abbastanza a lungo. La corte di mio padre brulica di nemici, alcuni dei quali appartengono alla mia stessa famiglia.
Con Natasha Solomons ero partita benissimo (con I Goldbaum), poi il nostro rapporto è lentamente scemato tra storie che non mi ispiravano granché, fino a precipitare in un baratro con Romeo e Rosalina (ho ancora i brividi). Quando però ho visto l’uscita di Io sono Cleopatra, la piccola archeologa che vive in me ha alzato la voce e mi ha detto che dovevamo darle un’altra occasione. Ho dato ascolto alla Laura studentessa universitaria piena di entusiasmo (ignara che il suo futuro sarebbe stato “Excel il maledetto”), ed eccoci qua: davanti a una lettura che mi ha convinta solo a metà.
Il romanzo della Solomons parte da Cleopatra bambina, figlia di un faraone debole, pronto a chinare la testa davanti a Roma. Ma lei, a soli tredici anni, sa già che diventerà regina e faraone, a discapito delle sorelle maggiori e dei fratelli, perché è lei la favorita del padre, è lei ad avere nelle vene le acque del Nilo. Il racconto segue le vicende della sua vita, vicende che conosciamo già: il tentativo di colpo di stato delle sorelle, il padre che, per diventare “amico di Roma”, svende Cipro, la morte del faraone, il matrimonio con il fratello Tolomeo, la guerra che la costringe alla fuga dalla sua stessa casa, l’incontro — avvolta non nel tappeto ma nel sacco delle lenzuola (io sapevo fosse un tappeto, ma mi adeguo…) — con Cesare, il loro amore assoluto, Cesarione, il viaggio trionfale a Roma, la morte di Cesare. Questo è l’arco temporale che l’autrice decide di raccontare. Non ci dice niente di nuovo, e non me lo aspettavo, ma ciò che conta è come ce lo racconta.
Parto col dire che io, personalmente, avrei puntato più l’attenzione sulla seconda parte della vita di Cleopatra, che qui invece è del tutto ignorata. La storia di Antonio e Cleopatra, la guerra con Ottaviano… ha una tragicità così splendida che è sempre stata uno dei racconti che più mi hanno affascinato, anche perché si chiude con una sorta di damnatio memoriae nei confronti della regina che non fa che accentuare la tragicità della sua vicenda, in vita e dopo la morte. Ma questi sono gusti: la Solomons ha preferito concentrarsi sul suo amore con Cesare, un amore che in realtà non è mai esistito. La Cleopatra del romanzo è una donna che sa fare i suoi calcoli e, trovandosi in difficoltà nel conflitto col fratello Tolomeo, decide di sedurre Cesare — e Roma — e portarli dalla sua parte. Come? Con il sesso. Lo seduce, gli si offre non tanto come un dono quanto come un sacrificio carnale. Il romanzo insiste molto su questa voluttà, sulla mancanza di pudore della regina, mentre allo stesso tempo Cleopatra ci dice che i romani, erroneamente, vedono la sua corte come dedita ai piaceri e al desiderio. Contraddizioni che esistono anche nelle fonti storiche, certo, ma qui vengono riproposte così spesso che a un certo punto sembrano stonare.
Quello che ho apprezzato del romanzo è la voce di Cleopatra. In una storia raccontata dagli uomini e dai vincitori, abbiamo finalmente la voce di una donna che è sempre stata la perdente, consapevole di non poter vincere contro Roma e quindi determinata a prendere da un uomo tutto il potere possibile. Lei, regina d’Egitto, faraone delle Terre Rosse e Nere, sa di dover legare a sé Cesare per salvare il suo regno. Non fa nulla di diverso da ciò che fece suo padre, ma lo fa con un’altra consapevolezza, con l’intento di sacrificare oggi se stessa per mantenere l’Egitto ancora sotto il controllo dei Tolomei.
In parallelo a Cleopatra, troviamo il racconto di Servilla, amante storica di Cesare e madre di uno dei cesaricidi. Anche la sua è una storia d’amore, ma priva del luridume politico. Al centro, sempre lui: l’uomo che non fu imperatore di nome, ma che lo fu di fatto. La sua figura, però, non risalta particolarmente: la Solomons lo tratteggia come un uomo di potere che tiene in mano lo Stato, ma allo stesso tempo come qualcuno in balia delle correnti, che senza le sue legioni non è nulla, insicuro, amato e odiato, che appena rimette piede a Roma scatena odio e timore.
L’autrice non idealizza la sua eroina, né il mondo in cui si muove. È un romanzo crudo, in cui suoni e odori fanno quasi da protagonisti. Forse idealizza un po’ troppo la contrapposizione tra Alessandria e Roma: perfetta, luminosa, marina la prima; sporca e respingente la seconda. C’è sicuramente un lavoro sulle fonti, tuttavia in più occasioni la storia sembra essersi dovuta piegare al romanzo, e l’autrice scivola su quelli che possono sembrare dettagli, ma che a un occhio attento dettagli non sono. L’uso della parola “divano”, inesistente nell’antichità con questo significato (si poteva usare il greco kliné, adatto alla corte tolemaica e comune anche a Roma, o il latino triclinio); oppure il fatto che Servilla chiamasse Cesare “Giulio”, come se fosse il nome proprio, quando al massimo avrebbe dovuto chiamarlo Gaio. Sciocchezze, forse, ma ogni volta ci inciampavo.
In conclusione, è un romanzo riuscito nel suo intento più generale: dare voce a una figura storica che ha dovuto chinare il capo più volte e che alla fine è stata quasi del tutto privata della propria voce dalla storia scritta dagli uomini e dai vincitori. Ma è anche un romanzo che poteva fare di più: ampliare il suo stesso quadro, offrirci un’accuratezza storica non necessariamente più pedissequa (è pur sempre narrativa), ma più in linea con la sfumatura che cercava. Poteva, ad esempio, approfondire la famiglia di Cleopatra, fondamentale non solo nella sua vicenda personale ma anche nella geopolitica romana.
Lo so, è un romanzo, non un saggio, ma mi ha dato un po’ l’idea del “compitino”. Lo posso dire? La Solomons è brava, ma non si applica.
Alla prossima






0 comments
INFO PRIVACY
AVVISO: TUTTI I COMMENTI SPAM VERRANNO CANCELLATI
Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!
Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo è il posto giusto per voi...Commentate!^^