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Recensione in Anteprima: Quello che possiedi - Caterina Soffici

Buongiorno lettori!
Oggi ho per voi una recensione in anteprima! Esce oggi per Feltrinelli il nuovo libro di Caterina Soffici, Quello che possiedi. Grazie all'ufficio stampa Tandem e a Francesca Comandini ho potuto leggerlo prima dell'uscita e parlarvene oggi. Pronti?


QUELLO CHE POSSIEDI
di Caterina Soffici
Feltrinelli | I Narratori | 256 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,00
29 aprile 2021 | scheda Feltrinelli

Clotilde Brunori Princi ha ottantadue anni, è elegante, impeccabile ed eccentrica come è sempre stata: il tempo e la malattia hanno sbiadito la sua bellezza, ma non la sua tempra. Sua figlia Olivia è in piena crisi di mezza età: vegetariana, ossessionata dalla forma fisica, corre per non pensare alla propria vita intrappolata fra un marito sempre più distante, i figli ormai cresciuti e quella madre così difficile. Una mattina d'autunno Clotilde sparisce da Villa del Grifo, la dimora di famiglia sulle colline di Firenze. Non è uno dei brevi viaggi – molto chiacchierati dagli avventori del bar tabacchi delle Tre Vie – di quando, prima ragazza e poi giovane sposa, partiva a bordo della sua Lancia Aurelia. Nessuno può saperlo, ma la nuova fuga ha a che fare con qualcosa di doloroso accaduto nel suo passato, qualcosa che è sempre stato occultato dietro la ricchezza e il privilegio. Ma quello che possiedi finisce per possederti: con l'approssimarsi della fine Clotilde è costretta ad affrontare i suoi demoni, e Olivia si ritrova suo malgrado coinvolta nella resa dei conti. A lei la scelta se continuare sulla strada della sottomissione e della negazione o prendere in mano il suo destino, per dimostrare prima di tutto a se stessa che ognuno può scrivere il proprio futuro. Caterina Soffici ci racconta le ferite e il coraggio di una madre e di una figlia, una storia di ribellione e riscatto che è anche l'affresco di una città e di una di società che, quanto più vede crollare le proprie certezze, tanto più si abbarbica ai suoi vezzi e alle sue cerimonie.

La villa di sicuro sa. La villa ha visto tutto. Ma Olivia è certa che, se anche potesse parlare, non lo farebbe. Li tiene prigionieri da generazioni, con tutta la ricchezza, il potere, il privilegio che quella torre simboleggia. Quanti silenzi tra quelle pietre centenarie? Quante cose non dette sotto quei soffitti affrescati? La villa è complice dei demoni che si annidano tra le sue mura. Forse lei stessa è un demone.

Ah il passato. A volte lo diamo per scontato, altre fingiamo semplicemente che non ci sia mai stato. Ci trinceriamo dietro la voglia di vivere, l'ansia di aspettare quello che accadrà, perchè il futuro, nel suo non essere, ha quella magia indefinita del dovere ancora arrivare. Ma il passato difficilmente molla la presa e torna a bussarci sulla spalla, a pretendere il suo tributo e il suo posto nella nostra vita. Il passato di Clotilde non l'ha mai realmente abbandonata, anzi anno dopo anno ha continuato a farle visita, infondendole dolore e umiliazione. Tutto nasce nel benessere e nelle ricchezze di Villa del Grifo, residenza ancestrale alle porte di Firenze dei conti Brunori Princi. Clotilde, la contessa, è stata una donna  bellissima, amata, osannata, invidiata. Ma è anche sempre stata vista come un'eccentrica snob, cordiale con tutti ma algida e distante, pronta però a salire sulla sua Alfa Aurelia bianca e sparire per un'ora o magari per due giorni. Ora che è anziana, malata, ma non meno carismatica, sparisce di nuovo, lasciando la figlia Olivia in preda all'agitazione per quella madre che ha sempre visto su un piedistallo ma che crede non l'abbia mai veramente amata. Che fine avrà fatto quella dannata donna? Chiedere aiuto al marito Giacomo è quasi inutile, tutto preso dal lavoro (e non solo). E poi lo sa, odia la suocera. 
Clotilde non è sparita per capriccio. Deve chiudere finalmente con quel passato che non l'ha mai mollata e deve sapere, ora, dopo tutti quegli anni, deve dare una risposta a quel "se" che la tormenta. 

Protagonista di questo bel romanzo è un segreto, terribile, che Clotilde trascina con sé fin da quando è bambina. La paura, il dolore, l'ossessione e la musica che faceva da sottofondo a tutto ciò. Neanche una volta cresciuta e spostatasi questo segreto l'abbandona e diventa anche più violento. Noi lettori sapremo, scopriremo presto, a poche pagine dall'inizio del libro, cosa le è accaduto ma non per questo resteremo delusi o, soprattutto, potremo abbandonarci a facili giudizi. La prima reazione che ho avuto è stato di incredulità: come poteva accadere ad una donna così bella e sicura di sé, così forte e potente agli occhi di tutti? Come poteva Clotilde mascherare così l'orrore. Ma dopo lo shock iniziale mettere insieme i pezzi non è difficile, vedremo le sfumature non notate prime e capiremo di più questa donna tanto perfetta da essere odiabile. Anche sua figlia Olivia, erede inconsapevole del segreto protagonista, rivedrà la madre con altri occhi. Capirà le sue reazioni? Saprà i perchè? Si ma non del tutto. Solo al lettore, in una sorta di memoir finale, è dato sapere fino a che punto l'orrore è potuto arrivare, cosa ha fatto, cosa ha pensato.

Il romanzo di Caterina Soffici mi ha del tutto spiazzata per la sua forza. Parte piano, ambientato in un mondo che ci sembra lontano, luminoso, dove niente di male può accadere, dove c'è solo bellezza, natura, serenità. E poi ti colpisce, gratta via questa agiatezza, solleva l'angolo del tappeto costoso e ti mostra la natura malsana dell'essere umano. 

Alla prossima






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