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Recensione: Costanza e buoni propositi - Alessia Gazzola

Buongiorno lettori!
Ultima recensione prima dei bagordi natalizi (ma non ultima dell'anno eh). Vi parlo di Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola, seconda avventura di Costanza Macallè.


COSTANZA E BUONI PROPOSITI 
(#2 serie di Costanza Macallè)
di Alessia Gazzola
Longanesi | La Gaja Scienza | 300 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,60
12 ottobre 2020 | scheda Longanesi

Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta figlia dopo diversi anni, di trovarlo affascinante come quando l'aveva conosciuto e di scoprirlo perfetto con Flora. Non di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti. La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Eppure la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l'inverno del Nord può contare su pochi ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le sfide della vita: i colleghi dell'Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un'innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l'ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. Perché l'importante è avere sempre buoni propositi. La nuova vita che Costanza ha appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un'altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città. E soprattutto con la possibilità che, in fondo, quei buoni propositi siano solo illusioni.

Il secondo libro di una serie ha l'ingrato compito di far capire al lettore se quella serie è veramente bella, divertente, appassionante o se il primo libro sia stato solo fortuna, ma anche di ovviare alle pecche del primo volume, perchè il primo è sempre il primo. Insomma, un'ansia da prestazione mica da poco. 
Per me questo secondo incontro con Costanza è stata una conferma dei punti forti della serie ma anche di quegli elementi che meno mi avevano convinto.

Ritroviamo Costanza appena uscita dall'ufficio anagrafe, dove alla figlia Flora è stato finalmente dato il cognome del padre ritrovato. Sarebbe un momento meraviglioso se la situazione non fosse così ingarbugliata. Costanza, infatti, prova ancora qualcosa (più di qualcosa in realtà) per Marco, ma lui sta per sposare la fidanzata storica. Inoltre all'istituto di Paleopatologia dove lavora al momento si iniziano a fare i primi passi verso il trasferimento ad altra sede e forse verso la chiusura definitiva. Ma un nuovo caso si propone all'attenzione di Costanza e del team con cui lavora, quello dei resti di due donne sepolte insieme che forse potrebbero spiegare un mistero lontano 600 anni, quello di Bernarda Visconti.

Ho parlato di conferme perchè questa lettura mi ha dato l'atmosfera allegra e fresca che avevo già trovato nel primo libro. Con Costanza ci si diverte, nelle sue piccole disavventure, nel suo rapporto con Flora e nella sua strana applicazione al lavoro. Ora tuttavia si nota un maggiore attaccamento ai colleghi e soprattutto all'indagine storica. Eh si, Costanza si appassiona alla storia tragica e misteriosa di Berdarda. La sua è più un'empatia per la tragica fine e le misteriose apparizione di questa figura storica che una vera passione allo studio di eventi e fatti, ma non c'è più quel distacco e quella fredda applicazione che invece aveva avuto durante il suo primo lavoro. Il finale ci lascerà un pochino l'amaro in bocca (anche se... io ho speranza per il futuro) ma in lei si vede una chiara evoluzione, un passo avanti che rende la sua vita a Verona anche più concreta. 

Anche in questo libro nella storia di Costanza si affacciano piccole finestre sul nord Italia del 1400, con il racconto di quella che sarà rinominata l'Impostora. Sono pochi capitoli che però ci raccontano cosa successe "veramente" a Bernarda e agli altri personaggi protagonisti dell'indagine che tanto appassiona Costanza. Qui purtroppo ho ritrovato nuovamente un racconto troppo slegato al filone principale. proprio come in Questione di Costanza l'autrice lavora troppo per compartimenti stagni, dandoci due filoni del racconto che pur avendo elementi comuni sono raccontati in maniera totalmente separata. 

È stata una bella lettura, allegra, poco impegnativa, adatta al momento che stiamo vivendo, a questo strano Natale che purtroppo ci tocca festeggiare a volte in situazioni difficili. Il romanzo, come l'autrice sottolinea in una nota finale, è ambientato nel 2020 ma volutamente non tratta o accenna alla pandemia, e credo sia stata un'ottima scelta. No per voler chiudere gli occhi davanti a quello che accade, ma perchè questo libro (come altri) sia un momento tutto per se, una vera pausa da una realtà che può essere pesante.
Mi sono divertita con Costanza, forse anche di più che con Alice (continuo a sperare in un loro futuro incontro...), perchè è un nuovo personaggio, perchè c'è Flora che è la vera mina vagante del racconto, perchè c'è la Storia, mia grande passione. Insomma ci sono tanti  elementi che mi fanno apprezzare questa serie e mi fanno desiderare a breve un novo capitolo (ma so già che dovrò aspettare eh).

Alla prossima




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