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Recensione: Tutto sarà perfetto - Lorenzo Marone

Buongiorno lettori!
E anche Natale e Capodanno sono passati. A ben vedere il 2020 non mi sembra tanto diverso dall'anno precedente ma diamogli ancora il beneficio del dubbio. 
Archiviate le festività torniamo a parlare di libri. Oggi in particolare vi parlerò di un libro che mi aspettava da questa estate e la cui lettura, per un motivo o per l'altro, ho posticipato anche troppo. Si tratta di Tutto sarà perfetto di Lorenzo Marone


TUTTO SARÀ PERFETTO
di Lorenzo Marone
Feltrinelli | I narratori | 298 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €16,50
30 maggio 2019 | scheda Feltrinelli



La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c'è di mezzo la famiglia. Fotografo quarantenne, single e ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero, comandante di navi a riposo, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due bambine e un evidente problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire e a lasciare il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l'inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di mangiare dolci e fritti imposto da Marina è solo uno dei molti che vengono infranti. Tallonato da Cane pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre che si rifiuta di farsi trattare da infermo e che continua a sorprenderlo con richieste imprevedibili, Andrea sbarca a Procida e ritorna dopo anni tra le persone e i luoghi dell'infanzia, sulla spiaggia nera che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d'amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E proprio in mezzo a quei contrasti, in quell'imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre e dal brontolio familiare della vecchia Dyane della madre, Andrea trova finalmente il suo equilibrio.

Dicono che il tempo aggiusti ogni cosa, ed è vero, e fra tutte queste cose di sicuro ci sono anche gli uomini: spesso spendono male gran parte della vita per poi salvarsi nel finale proprio grazie al tempo, che fa come il padre con il figlio che non sa andare in bici. Afferra il manubrio e dà una sterzata veloce.
Dicono spesso che ci sono libri che vadano letti in determinati periodi ma io questa volta ho soverchiato le regole e ho letto Tutto sarà perfetto mentre fuori la temperatura viaggiava intorno allo zero. Fuori, perchè tra le sue pagine ho sentito in ogni momento il caldo sole estivo, il profumo del mare, la luce luminosa di Procida. Lorenzo ci fa uscire dai vicoli dei Quartieri Spagnoli e dalle strade caotiche di Napoli a cui ci aveva abituati e ci porta con se su un'isola bella da togliere il fiato ma anche dura e aspra. Qui conosceremo Andrea Scotto, fotografo, donnaiolo, Peter Pan conclamato. Andrea su quest'isola c'è
Foto di Mikolajn da @gettyimages.it
nato e poi da lei è fuggito, per cancellare un ricordo e costruirsi una vita. Ma c'è da dire che non gli è venuta proprio bene. Ora Andrea ritorna tra queste casette colorate sferzate dalla salsedine, tra le persone della sua infanzia e soprattutto tra le mura della casa che lo ha visto crescere, per accompagnare il padre Libero in un ultimo viaggio, un viaggio estorto al figlio scapestrato per poter tornare sulla sua isola. La malattia lo sta consumando, la figlia Marina cerca di tenerlo sotto una campana di vetro fatta di regole e orari, ma l'unica cosa che vuole è tornare a Procida per una missione speciale. Andrea, che delle regole della sorella non riesce a rispettarne neanche mezza, riempie un borsone, agguanta il bassotto Augusto, dimentica i farmaci sul bancone della cucina e imbarca tutto, padre compreso, sul traghetto che lo riporterà nella sua infanzia, davanti alla Dyane della madre parcheggiata nel cortile, sulla spiaggia insieme alla vicina Ondina e tra i vicoli di quella che è da sempre casa sua. 

Se nell'ultimo libro di Lorenzo qualche perplessità l'avevo avuta, in questo nuovo romanzo il cielo è sgombro da dubbi e nuvole. Non è stato semplice leggere questo libro per me ora, all'inizio ho avuto paura. Paura di trovare qualcosa vicino a quello che sto passando, paura di farmi la fatidica domanda: io che avrei fatto al posto di Andrea? Avrei preso quel traghetto e fatto quel viaggio? È proprio vero che i libri non arrivino a noi per caso e che, magari sbagliando, siamo sempre alla ricerca di un pezzettino di noi nelle loro pagine. La paura mi è rimasta, fino all'ultima pagina, ma ho capito che alla fine è una paura sana, di quelle che ti fanno fare un passo avanti e non indietro. Il bello dei libri di Lorenzo sta proprio in questo, nel mettersi in discussione, nel cercare di capirsi, attraverso i suoi personaggi. Magari non giungi a darti una risposta definitiva ma intanto hai fatto quel passo avanti, hai usato la paura in modo positivo. Ed è un po' quello che fa Andrea, spaventato dal tornare nella sua casa d'infanzia e spaventato da quel padre che vedeva un po' come i faraglioni dell'isola, imponente, solido, ma anche duro e distante. Libero era il padre avventuroso che solcava i mari e capitanava navi enormi per mezzo mondo, il padre di cui ti vanti nel raccontarne le gesta, ma che non c'è mai, che non ti vede crescere e che, quando c'è, non mostra affetto o amore. E Andrea è il frutto di questo uomo, il frutto dell'isola stessa, tanto bello e affascinante, quanto spaesato e incapace di costruirsi l'amore intorno. Da qui la distanza con la famiglia, il talento sprecato, le donne usa e getta. 
Poi ci sono queste 48 ore che cambiano tutto. Due giorni in cui l'autore condensa risate e lacrime, paure e amore. 

Foto di @labibliotecadieliza.com
Con Un ragazzo normale avevo un po' perso il Lorenzo Marone che conoscevo grazie a Cesare, Erri e Luce. Ora, a questi tre nomi, possiamo aggiungere anche Andrea, perchè ho ritrovato in questo romanzo il divertimento e l'amore, il pugno allo stomaco e il batticuore che conoscevo. Ho ritrovato la ricerca del passato per capire il presente, un'ambientazione che ti entra nel cuore e che non fai fatica ad immaginarti, ho ritrovato la storia di una famiglia strana, complicata, pericolante, ma di cui alla fine non vuoi cambiare niente. Andrea ti sembra folle e immaturo, irresponsabile ed egoista, ma continuando nella lettura capisci che Andrea non poteva che essere così, e gli vuoi bene, gli scusi pure la sottiletta data da mangiare ad Augusto. 

Più complicato è stato il mio rapporto con Libero. Pare strano ma non sono riuscita ad immaginarmelo vecchio e malato. Anche nei momenti di maggior debolezza è stato per me un punto di riferimento, una roccia. È e sarà sempre il comandante.

Tutto sarà perfetto è un romanzo che ti avvolge, che ti fa sentire il caldo, il profumo del mare, l'abbagliare forsennato di Augusto, è un geco che zampetta su un muro bianco, un corridoio di fotografie, un'ape car che si inerpica per le stradine, è immaginazione e realtà, è paura e amore. Mi ha emozionata leggerlo, perchè l'ho sentito vicino sotto molti punti di vista, perchè, come dicevo, mi ha intimorito trovarmi davanti a scelte che non so se sono pronta a prendere o se ho il diritto di prendere. Lo consiglio? Si, con tutto il cuore!

Alla prossima




Commenti

  1. Io di suo avevo letto solamente Magari domani resto, che mi era piaciuto tantissimo, e anche questo non mi ha deluso.

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