Recensione: La Primula Rossa - Emma Orczy

by - novembre 14, 2019

Buongiorno lettori!
Scusate questi giorni di latitanza ma qua sembra che qualcuno mi abbia fatto un maleficio e me ne stanno succedendo una dopo l'altra. Tra le tante cose è saltata, ahimè, la trasferta milanese con le ragazze. Cercheremo di rifarci con l'anno nuovo ma mi è veramente pianto il cuore dover annullare tutto.

Accantoniamo per un momento la tristezza e parliamo di libri. Oggi vi racconto le mie impressioni su La Primula Rossa di Emma Orczy, rieditato di recente da Fazi Editore (è appena uscito il secondo volume).


La Primula Rossa 
(Le avventure della Primula Rossa #1)
di Emma Orczy
Fazi Editore | Le strade | 307 pagine
ebook €6,99 | cartaceo € 13,00
19 aprile 2018 | scheda Fazi Editore


Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I "maledetti aristos", sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall'implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l'audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L'incognita ossessiona l'astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l'alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale. "La primula rossa", primo di un ciclo di romanzi scritto da Emma Orczy, è stato pubblicato nel 1905. Come scrive oggi Hilary Mantel, «la sua vera forza scaturisce dalla vivida qualità cinematografica della scrittura»: le immagini perfettamente inquadrate, l'emotività travolgente dei personaggi e l'equilibrio efficace tra narrazione e dialoghi hanno infatti conquistato generazioni di lettori e ispirato innumerevoli adattamenti per cinema, televisione e teatro. Ibrido tra spy story, romance e romanzo d'avventura, il ciclo della Primula rossa viene qui presentato in una nuova traduzione.

Tutto quello che lo riguardava era strano e misterioso: la sua personalità, che teneva strategicamente nascosta, il potere che esercitava su diciannove gentiluomini che obbedivano ciecamente e pieni di entusiasmo a ogni suo ordine, l'amore appassionato e la sottomissione che aveva destato nella sua piccola banda ben addestrata, e soprattutto la sua meravigliosa audacia, la spavalda impudenza che l'aveva spinto ad affrontare i suoi più implacabili nemici, dentro le mura di Parigi. 

Una persona meno seria di me inizierebbe questa recensione con la sigla di Lady Oscar. Io che seria non sono ma almeno tra queste pagine tendo alla decenza mi limito a canticchiarmela mentre scrivo questa recensione.

Foto @etsy.com
Avevo iniziato un altro libro (diciamolo subito) che però forse avevo aperto nel momento sbagliato. L'ho quindi accantonato almeno per il momento e ho deciso di buttarmi su uno storico. La Primula Rossa ha fatto subito al caso mio. Ma di che parla? Siamo nel 1792, la Rivoluzione Francese ormai è sfociata nel Terrore e in quel di Parigi gli aristos, cioè gli aristocratici, rischiano la pelle ogni giorno. Madame la Ghigliottina, infatti, miete vittime su vittime, uomini, donne, vecchi e bambini. Solo alcuni sparuti gruppi di nobili riescono a salvarsi e a fuggire in Inghilterra grazie alla misteriosa figura della Primula Rossa e alla lega di gentiluomini che comanda. Ogni stratagemma è buono per nascondere e far fuggire chi rischia di essere condannato. Ma chi è la Primula Rossa? È quello che cerca di scoprire il cittadino Chauvelin, funzionario del neonato governo rivoluzionario, spedito in Inghilterra proprio a tale scopo. Chauvelin non è solo un fervente repubblicano, è disposto a tutto pur di fermare questo inglese ficcanaso, anche a ricattare la bella Marguerite, francese da poco diventata Lady Blekeney.

Partiamo da un presupposto più che necessario. La Primula Rossa è il primo libro di una serie (mi pare di 10 o 11 volumi) pubblicato nel 1905, eppure la scrittrice ha una penna molto moderna. Da questo punto di vista non ho, infatti, trovato alcuna difficoltà nel portare avanti la lettura. Il più delle volte dimenticavo addirittura questo particolare e, se si escludono alcuni passaggi, si può credere che il libro sia molto più vicino temporalmente a noi. 

Ho letto qua e là che viene considerato un libro per ragazzi. Qui mi sento un po' di far la voce fuori dal coro, se non altro per le tematiche che in alcuni casi non penso possano rientrare unicamente tra le preferite dei più giovani. C'è azione? Si, ma quasi esclusivamente verso la fine. C'è lo spionaggio? Si, ma reso in maniera meno spettacolare di quello che si potrebbe pensare. Siamo davanti ad un romanzo "chiuso", molto più vicino alla rappresentazione teatrale che alle grandi storie di cappa e spada che invece l'ambientazione potrebbe suggerire. Accantonate l'idea de I tre moschettieri o del Tulipano nero, ne La Primula Rossa la storia si sposta di scena in scena, dalla bettola al lussuoso palazzo, alla villa di campagna per giungere ad un sudicio capanno da pesca, ma sempre ambienti chiusi sono, con un via vai di personaggi che a volte irrompono sulla scena e altre vengono addirittura annunciati da chi in scena già c'è. 

@"La Primula Rossa" 1934
Non per questo la storia risulta meno avvincente o divertente. Mi sono divertita nel leggere i vari avvenimenti ma soprattutto nel conoscere i vari personaggi, vere e proprie maschere teatrali: il cattivo viscido, il nobile un po' annoiato e sciocco, la bella e giovane nobildonna che trama e mostra al mondo la sua leggerezza, l'oste rozzo e incivile. È però un romanzo facile per me, nel senso che tutto scorre come immagini debba andare; anche quando davanti al nostro eroe o all'eroina si frappongono ostacoli o pericoli sai che li supererà con astuzia e un pizzico di fortuna. E in alcuni casi loro stessi lo sanno. E qui torna il parallelismo col teatro: a volte si ha la sensazione che i protagonisti abbiano un canovaccio su cui recitare. L'onniscienza dell'autrice diventa eccessivamente evidente e fa si che si perda un po' di magia, di gusto nel vedere come proseguirà il racconto. 
È un romanzo leggero, di intrattenimento, ma da cui non vi dovete aspettare grandi quadri storici. Qualche accenno c'è ma nulla più. Il cuore del racconto resta la caccia alla Primula Rossa e più di là non andremo. 

Per me è stata la lettura adatta al momento che stavo vivendo, in cui non cercavo nulla di difficile ma che non sfociasse nel classico romanzetto da bancarella. Volevo avventura, un po' di fascino storico e una protagonista tutt'altro che perfetta? L'ho ottenuto. 
Sicuramente continuerò la serie, magari aspettando il momento giusto come in questo caso!

Alla prossima






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