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Recensione: Questione di Costanza - Alessia Gazzola

Buongiorno lettori!
Qui nella mia Biblioteca ci stiamo ancora riprendendo dai bagordi di ieri per i festeggiamenti dei 7 anni! Volevo ringraziarvi perchè in tanti mi avete scritto entusiasti per il regalino che ho pensato per tutti voi ( e che per la cronaca resta lì eh, sempre a disposizione!) e per fare gli auguri al mio bloggettino!

Ma oggi torniamo nei ranghi e soprattutto torniamo a parlare di libri. Ho pronta per voi una nuova recensione. Oggi, infatti, vi parlo di Questione di Costanza di Alessia Gazzola, per la cui copia ringrazio la Longanesi.


Questione di Costanza
di Alessia Gazzola
Longanesi | La Gaja Scienza | 343 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,60
21 ottobre 2019 | scheda Longanesi

"Verona non è la mia città. E la paleopatologia non è il mio mestiere. Eppure, eccomi qua. Com'è potuto succedere, proprio a me? Mi chiamo Costanza Macallè e sull'aereo che mi sta portando dalla Sicilia alla città del Veneto dove già abita mia sorella, Antonietta, non viaggio da sola. Con me c'è l'essere cui tengo di più al mondo, sedici chili di delizia e tormento che rispondono al nome di Flora. Mia figlia è tutto il mio mondo, anche perché siamo soltanto io e lei... Lo so, lo so, ma è una storia complicata. Comunque, ce la posso fare: in fondo, devo resistere soltanto un anno. È questa la durata del contratto con l'istituto di Paleopatologia di Verona, e io - che mi sono specializzata in Anatomia patologica e tutto volevo fare tranne che dissotterrare vecchie ossa, spidocchiare antiche trecce e analizzare resti centenari - mi devo adattare, in attesa di trovare il lavoro dei sogni in Inghilterra. Ma, come sempre, la vita ha altri programmi per me. Così, mentre cerco di ambientarmi in questo nebbioso e gelido inverno veronese, devo anche rassegnarmi al fatto che ci sono delle scelte che ho rimandato per troppo tempo. Ed è giunto il momento di farle. In fondo, che ci vuole? È questione di coraggio, è questione di intraprendenza... E, me lo dico sempre, è questione di Costanza."
La memoria dei gesti è tutto ciò che resta. Quello che ci ha resi felici possiamo solo provare a replicarlo, anche senza chi ci ha resi felici.

Parto col dirvi che io Alessia Gazzola non riesco mai a beccarla. Siamo entrambe a Milano? Per entrare ad una sua presentazione la fila arriva fino alla Stazione Centrale senza usare la metropolitana. Viene addirittura qui, a Cesenatico, 25000 anime di cui una sono io e... ho il turno serale al lavoro (che mi vedrà impegnata a ringhiare a chiunque mi rivolga la parola). Quindi niente, non sono mai riuscita ad incontrarla. In compenso l'ho "conosciuta" tramite i suoi libri e se da una parte ho adorato la serie de L'Allieva ( e qui scatta la preghiera di un nuovo libro, prima o poi), dall'altra poco avevo digerito Non è la fine del mondo, tanto da farmi venire qualche dubbio. Dubbio che è sfumato con la nuova serie di questa autrice, Questione di Costanza, che ci introduce una nuova protagonista, Costanza Macallè, e un nuovo mondo, la paleopatologia.

@Foto di alex1965 da Pixabay
Costanza è un medico alla ricerca di un impiego e, messa con l'acqua alla gola, decide di accettare l'incarico di un anno come paleopatologa a Verona. Dalla calda Sicilia impacchetta sogni, ambizioni e figlia treenne per la città scaligera. Ma non c'è niente da fare, quel lavoro non le va giù, non riesce ad appassionarsi a quelle ossicine sbucate da uno scavo, ne tanto meno a quella treccia rossa rinvenuta con le spoglie di un cavaliere. Eppure anche lei si troverà a fare la detective della storia alla ricerca di una identità per quella chioma appartenuta forse alla figlia di un personaggio veramente importante. Lei e il gruppo con cui lavora hanno davanti una scoperta potenzialmente fantastica, tanto importante da salvare lo stesso Istituto dalla chiusura.
Ma non di soli capelli e ossa vive Costanza, perchè la sera quando torna a casa c'è Flora, la piccola tiranna di casa a cui non rifiuterebbe niente, neanche la scoperta di un vero padre.

Adoro la coerenza della Gazzola, anche qui di cadaveri parliamo! Certo, questi hanno qualche secolo in più rispetto a quelli che si trova ad esaminare Alice Allevi (uhmmm... magari un bel crossover più avanti?) ma la sostanza è quella. Da archeologa ho fatto inizialmente fatica a capire la ritrosia di Costanza davanti a questa splendida materia e al suo freddo distacco davanti alla scoperta di una sepoltura primaria con resti... aahhh ricordo ancora il mio mio ritrovamento di resti umani... bei tempi... dicevo, non riuscivo a capire come non facesse ad esaltarsi davanti all'archeologia. Poi però ho cercato di capirla un po' di più, anche rispetto al suo passato, e un po' di più ho compreso. Lei che sperava di salvare vite umane e alleviare sofferenze si ritrova a spolverare una clavicola del 1200, insomma una rimette in discussione tante cose.

@Foto La Biblioteca di Eliza
Costanza mi ha ricordato Alice sotto diversi punti di vista: un misto sconclusionato di determinazione e incertezza che le mette il più delle volte in situazioni difficili e paradossali, ma anche un cuore grande come una casa che non può non farle amare dal lettore. Sono la sorella da riportare sulla giusta strada, la migliore amica da consolare quando il cretino non risponde ad uno schifo di messaggio. Insomma, sono personaggi buoni, che sbagliano e tanto, che a volte vorresti prendere a calci nel sedere quando prendono la decisione palesemente più complicata, ma che poi non riesci a sgridare.

Con Costanza però l'asticella si alza perchè quando si parla di lei in mezzo c'è anche quel piccolo terremoto di Flora, tre anni, una passione per le macchinine e la tendenza a mordere i compagnetti di scuola. Come non affezionarsi a questo piccolo mostriciattolo che non sa cosa sia l'educazione ma che nel momento più opportuno abbraccia la sua mamma con quelle manine ciocciotte?

Ma la Gazzola non si ferma alla vita di Costanza. Decide infatti di proporci un racconto nel racconto, facendo un salto nel 1200 da Selvaggia e Belfiore. Il collegamento di questa parte della storia con il resto è facilmente intuibile ma non sarà io a spifferarlo (su forza che ci siete... esatto, bravi lettori!). È una storia ovviamente del tutto inventata, anche se alcuni spunti sono reali, tuttavia riesce ad appassionare nella sua brevità. Selvaggia e Costanza non si conosceranno mai, non avranno alcun punto in comune eppure il parallelo tra queste due vite così diverse e lontane arricchisce il racconto, dando anche alla ricerca di Costanza un guizzo in più. Il lettore ha, infatti, molte più informazioni della stessa protagonista su quello che è successo ed è spinto a capire se la storia ai giorni nostri si stia instradando nel verso giusto.

@Foto di Pexels da Pixabay
L'unico aspetto che mi ha lasciata un po' più perplessa è che ho trovato la storia nel suo complesso poco omogenea, quasi divisa in compartimenti stagni: da una parte Costanza e il lavoro, dall'altra Selvaggia e dall'altra ancora la ricerca del padre di Flora. Son tutte parti del racconto che hanno in comunque proprio Costanza e invece vivono ognuna di vita propria. Avrei voluto più fluidità nel racconto.

Ma nonostante questo sono contenta di questa nuova avventura che Alessia Gazzola ha intrapreso. Ammetto che temevo un po' l'effetto Non è la fine del mondo, in cui non avevo trovato il piglio dell'autrice letto invece negli altri romanzi. In questa nuova serie c'è e ora sono curiosa di vedere se Costanza continuerà a cercare la faccetta di Poirier sui femori della necropoli o se riuscirà a fare il medico.

Alla prossima



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