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Recensione: Io, Caterina - Francesca Riario Sforza

Buongiorno lettori!
E buon inizio settimana. 
Il libro di cui vi parlerò oggi risiede nella mia libreria da qualche anno ed è stato frutto di un acquisto fortunato alla mia oramai mitica bancarella dell'usato. Si tratta della biografia romanza (almeno in parte) di una delle figure femminili più importanti dell'Italia di fine '400, Caterina Sforza. Scritto da Francesca Riario Sforza, si tratta di Io, Caterina.


Io, Caterina
di Francesca Riario Sforza
Casa Editrice Nord | Narrativa Nord | 443 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €16,90
8 settembre 2016 | scheda Nord

"Se scrivessi la mia biografia, stupirei il mondo", ha detto Caterina Sforza. Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, Caterina ha dato prova del suo carattere già a dieci anni, quando si è proposta per diventare la moglie di Girolamo Riario, in sostituzione della cugina undicenne, giudicata troppo giovane per consumare il matrimonio. Dotata di una cultura vastissima, si è distinta in discipline considerate appannaggio esclusivo degli uomini, come l'alchimia, la chimica e le arti belliche. Dopo la morte del marito, ha governato da sola Imola e Forlì, guidando persino l'esercito in battaglia. Durante l'assedio della rocca di Ravaldino, non si è lasciata mettere con le spalle al muro da chi le aveva intimato di arrendersi, minacciandola di ucciderle i figli; al contrario, Caterina ha risposto sollevando la gonna e urlando: "Fatelo, tanto qui ho lo stampo!" Nella sua breve vita, Caterina ha fatto di tutto, tranne scrivere una biografia. Seicento anni dopo, è una sua discendente, Francesca Riario Sforza, a celebrare la straordinarietà della sua antenata in un romanzo che ci restituisce l'immagine di una donna in anticipo sui tempi, che non si è rassegnata al ruolo di moglie e madre, ma ha lottato per farsi strada in un mondo dominato dagli uomini. Una donna forte, indipendente e incredibilmente moderna.
Possedeva una spinta vitale che non aveva connotati né maschili né femminili, ma sempre orientati verso un senso alto dell'esistenza.
Non era una Lucreezia Borgia, né una Giulia Farnese, non era una comare da conversazione. Ai salotti Caterina preferiva i bastioni. Sceglieva il fuoco della prima linea piuttosto che quello di un camino.

L'altro giorno avevo voglia di un romanzo storico e avendo questo in libreria da un po' ho deciso di buttarmi nella lettura della vita di Caterina Sforza, figura femminile affascinante e atipica dell'Italia a cavallo tra '400 e '500. Figlia del duca di Milano, Caterina cresce nelle splendente e quanto mai variopinta corte milanese, circondata da sfarzo ma soprattutto da un intenso movimento culturale. Le
@tacuinistorici.it
vicende che caratterizzano la sua vita sono tante, anzi tantissime, proprio grazie alla sua indole indomita. Signora di Imola e contessa di Forlì grazie al matrimonio con Girolamo Riario, lottò con le unghie e con i denti per il mantenimento della terre della sua famiglia, arrivando ad occupare Castel Sant'Angelo puntando le armi contro lo stesso Vaticano e resistendo durante l'assedio della Rocca di Ravaldino a Forlì. Ma non era solo una donna forte e caparbia, si dilettava nella creazione di unguenti e medicamenti vari fino a creare un vero e proprio laboratorio nei suoi appartamenti, mantenne stretti legami con i potenti del suo tempo, tra tutti Lorenzo Il Magnifico e lo zio Ludovico il Moro, e con i più grandi intellettuali, come Leonardo Da Vinci. 

Fu una figura femminile per molti versi atipica rispetto alle sue contemporanee. Bellissima  e intelligente, era comunque una donna e dovette sottostare alla sua condizione, ma, nonostante questo, riuscì ad imporsi in un mondo prettamente maschile, a muoversi in maniera astuta e a non essere solo una bella donna ricca e nobile. 

Ciò che più traspare da questo libro, che nasce romanzo ma che ha una forte componente storica, è che siamo davanti a un'epoca di passaggio. Siamo nel momento in cui l'Italia e l'Europa si stanno svegliando dal torpore del Medioevo verso un'era più luminosa, in cui la religione rimane una componente forte e decisa ma in cui l'uomo si sta piano piano ponendo al centro di tutto, a misura di tutto. La stessa Caterina è un simbolo di questa ventata di aria fresca, di questo profondo cambiamento; è una donna al potere, mascherato dal nome del marito prima e del figlio poi, ma il suo è vero potere. E non solo. La sua stessa sete di conoscenza, la sua dedizione al lavoro, il suo occhio clinico nelle questioni militari. È qualcosa che nei secoli precedenti sarebbe stato non solo impossibile, ma addirittura additato e condannato aspramente. 

Ma arrivando al libro: mi è piaciuto? Ni. L'ho trovato ben scritto ma più storico che romanzo, molto dettagliato, con parti quasi annalistiche che in un libro così corposo dopo un po' pesano sulla lettura. Per quanto riguarda le parti più propriamente romanzate, sono ben inserite anche se ho trovato un po' forzata tutta la parte dell'Imago Lux leonardesca. Ammetto la mia ignoranza in materia, ma ho trovato tutta la questione un po' confusa. 
È stato, in conclusione, un libro bello da leggere ma non memorabile.

Alla prossima




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