Recensione: Quest'anno non scendo - Casa Surace

by - dicembre 12, 2018

Buongiorno lettori!
In questi giorni ho rallentato un pochino le attività bloggerecce, non c'è un motivo preciso ho solo un po' di blocco del lettore, o meglio ho voglia di leggere ma sto andando un po' più piano. Capitano questi periodi di fiacca (vero??? Vi prego datemi conferma!!!), soprattutto sul finire dell'anno. Ieri sera ho terminato la mia 79esima lettura del 2018, si tratta di Quest'anno non scendo di Casa Surace, per la cui copia devo ringraziare l'ufficio stampa Sperling & Kupfer.


Quest'anno non scendo 
Casa Surace
Sperling & Kupfer | Pandora | 290 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €16,90
27 novembre 2018 | scheda Sperling & Kupfer

Antonio Capaccio è un giovane del Sud trapiantato al Nord. Dopo anni da fuorisede, tra università e stage, sta finalmente per raggiungere l'agognato obiettivo di ogni precario: il posto fisso. Ma è un sogno che si realizza a caro prezzo: Antonio dovrà restare a Milano durante le imminenti feste di Natale. Potrebbe sembrare una buona notizia, ma non per una famiglia del Sud: sua madre Antonietta, ricevuta la telefonata sul baldacchino che la porta in processione per le vie del paese nelle vesti di Santa Lucia, grida disperata, tra la folla scoppia il caos e mezzo paese finisce in ospedale. Al capezzale della moglie, Rocco Capaccio si gioca tutte le promesse che un uomo non farebbe mai, purché lei si risvegli. Arriva a giurare di portarla fino a Milano per trascorrere il Natale insieme al figlio. E allora, miracolosamente, la donna apre gli occhi. Inizia così, a bordo di uno scassatissimo furgone Volkswagen anni Settanta, il viaggio verso Nord della famiglia Capaccio: genitori, nonni, fratello, zia, cugini e pure amici al seguito. Qualcuno affronta quei mille chilometri di asfalto con un desiderio segreto nel cuore: chi vuole fuggire per sempre dal paese, chi sfondare nella musica, chi ritrovare un amore perduto. Ci saranno sorprese e avventure, imprevisti e rivelazioni, tra epiche sfide di nonne ai fornelli, gemellaggi etilici Sud-Nord, nuovi amori e vecchi rancori. La famiglia rischierà di scoppiare, la destinazione sembrerà irraggiungibile. Ma al grido «Nulla separa una famiglia a Natale», i Capaccio saranno pronti a sfoderare un intero arsenale di astuzie e tradizioni pur di compiere quella missione impossibile. Tuttinsieme: perché una famiglia è una famiglia solo quando non si divide. Con "Quest'anno non scendo", gli autori e fondatori di Casa Surace - Simone Petrella, Daniele Pugliese e Alessio Strazzullo - firmano il loro primo romanzo.

"... se ti svegli, amore mio, andiamo a Milano da Antonio e il Natale ce lo facciamo con lui!" disse Rocco giocandosi l'ultima carta del mazzo.

Qualcuno sostiene che il suono del monitor fosse diventato in quei secondi di magia un Jingle Bell natalizio, qualcun altro che per la prima volta su San Vito caddero dei fiocchi di neve. Ma qualunque sia la versione più affidabile, Antonietta aprì gli occhi e guardò suo marito come se non fosse successo niente. Rocco prima sgranò gli occhi dalla gioia, poi capì velocemente cosa stava accadendo.
"Partiamo!" urlò Antonietta.
@bulliepupecars.com
Forti dei video pubblicati in rete, Casa Surace sbarca anche in libreria con un romanzo. Non credo di doverveli presentare, sicuramente avrete presente la loro ironia e il loro punto forte: la famiglia! E la famiglia è anche al centro di Quest'anno non scendo, tragicomica avventura della famiglia Capaccio. Cosa accade, infatti, quando Antonio, neo assunto a tempo indeterminato in una ditta milanese, avverte mamma Antonietta che per quest'anno non riesce a tornare a San Vito per le feste di Natale? Dopo il crollo del baldacchino durante la processione di Santa Lucia, con tanto di perdita degli occhi della Santa e ricovero in ospedale per traumi di varia natura dell'intera banda di paese, la decisione è presto presa: si raggiunge Antonio a Milano. Tutti!! Papà Rocco rispolvera il glorioso Volkswagen Transporter T25 (rigorosamente color panna e marrone) e si parte alla volta del Nord! Papà Rocco, Mamma Antonietta, nonna Rosa, nonno Andrea, il fratello Pasqui, zia Tettella, i cugini Rosa e Andrea, Eugenio e il milanese Riccardo... bombole del gas per far cucinare nonna Rosa (perchè vuoi mai saltare il pranzo della domenica?), i pacchi da giù dell'intera San Vito compresi. Tra itinerari paese paese, deviazioni, feste, sparizioni di nonni e visite al Papa, l'obiettivo di arrivare a Milano per fare una sorpresa ad Antonio sembra essere sempre più lontano. Ma il Natale non ha fatto i conti con la famiglia Capaccio (e soprattutto con nonna Rosa)
La famiglia Capaccio non lasciava nessuno indietro. Mai.
@ricette.giallozafferano.it
Io non amo molto i libri natalizi. Mi sembrano sempre tutti uguali, magari invece del gatto c'è il cane, ma poco cambia. In questo caso, invece, ho finalmente trovato un libro natalizio ma non troppo, nel cui cuore c'è quello che è più importante in questo periodo: lo stare insieme. Ma c'è soprattutto tanta voglia di ridere. 
Il romanzo gioca sugli stereotipi più classici sul Sud, sul Nord, sulle famiglie delle rispettive latitudini, ma lo fa in maniera sapiente, esagerandoli e portando il lettore a vivere in pieno situazioni talmente surreali da sembrare reali. Non si fa fatica ad immaginarsi il Volkswagen, dagli impietosi colori, arrancare a non più di 50 km orari per le stradine che attraversano paese paese, perdersi per il Molise (che esisterà poi?? Mah), deviare bruscamente verso Roma solo perchè Eugenio si è messo in testa che per assolvere un suo peccato ci vuole proprio sua Santità il Papà. Riusciranno ad incontrarlo? Forse si, ma solo dopo aver aperto le finestre dello studio pontificio:
Comparve Antonietta che, fatti due passi in avanti, gridò a tutta la famiglia all'interno: "'A casa d'o Papa adda piglia' aria". Il messaggio si riverberò su tutta la piazza dal microfono rimasto acceso accanto alla finestra. 
Sicuramente esagerati, ma i Capaccio ci sbattono in faccia quello che a volte dimentichiamo o diamo per scontato, l'amore di una famiglia che ci sostenga e ci aiuti, che ci raggiunga in capo al mondo pur di non lasciarci soli a Natale. E qui entrano in scena Rosa e Riccardo, la cugina stufa del trambusto familiare e dei cliché che si porta dietro e l'amico milanese doc che solo andando a San Vito da Pasqui ha saputo assaporare quello che una vera famiglia del Sud sa dare: l'amore! E chilate di orecchiette (che tanto nonna Rosa non riesce a dormire e quindi che vuoi fare se non impastare e preparare il ragù?). Sono loro la cartina tornasole di quello che sta accadendo e di cosa sia essere veramente una famiglia, al Nord e al Sud, a est o a Ovest.

Per una volta ho trovato un libro con il vero spirito natalizio, non quello fatto di mille regali e decorazioni strabilianti, ma quello fatto di unione e condivisione, di famiglia e amicizia. Quest'anno non scendo ci insegna, al di fuori della battuta e del sorriso, a guardare sempre oltre alla mera apparenza e provenienza, a pensare che in fondo viviamo tutti a Sud di qualcosa,  e, se siamo fortunati, ad apprezzare la nonna che inforca il grembiule perchè ci vede sciupati, il cugino che ha le mani d'oro e ci pensa lui a far ripartire la macchina. Ma solo se siamo molto molto fortunati.

Alla prossima

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2 comments

  1. Sono sicura che sia esagerato, rispetto alla realtà delle cose. Di solito lo sono sempre ed è per questo che fanno ridere. Lo leggerò sicuramente.

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