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Recensione: Fandom. Saresti disposta a morire per la tua storia preferita? - Anna Day

Buongiorno lettori!
Questo martedì vi propongo una nuova recensione in anteprima. Grazie alla DeAgostini ho, infatti, potuto leggere con largo anticipo (la gggiiiioiiia!) Fandom. Saresti disposta a morire per la tua storia preferita? di Anna Day, in uscita in tutte le librerie proprio oggi.

Fandom. Saresti disposta a morire per la tua storia preferita?
di Anna Day
DeA | Le gemme | 514 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €15,90
06 febbraio 2018 | scheda DeA

TRAMA
Violet farebbe di tutto pur di incontrare gli attori che hanno portato sul grande schermo il suo romanzo preferito, The Gallows Dance. Anche convincere suo fratello e le sue migliori amiche ad accompagnarla al ComiCon più grande d'Inghilterra e mettersi in coda per l'autografo del bellissimo Willow. Violet, che conosce tutte le battute del film a memoria e vorrebbe far colpo su di lui, si presenta come cosplayer di Rose, protagonista del romanzo e anima gemella di Willow. La sua scelta non è dettata dalla sola infatuazione per lui: Violet ammira realmente Rose e vorrebbe essere come lei. Coraggiosa come Katniss, determinata come Daenerys e intrepida come Tris. Quando però arriva il suo turno di incontrare gli attori, un terremoto improvviso fa crollare il capannone. Violet batte la testa e sviene. Pochi istanti dopo riapre gli occhi, ma qualcosa è cambiato. Willow è armato, le guardie corrono ovunque e sparano. Ma è solo quando una freccia colpisce la vera Rose e la ragazza cade a terra esanime che Violet comprende che tutto sta accadendo realmente. La protagonista del suo romanzo preferito è appena morta e ora Violet può fare solo una cosa: prendere il suo posto, ripassare le battute e vivere la storia fino alla fine...

"Una storia è come un ciclo vitale, Violet. Solo quando si concluderà, varrai liberata. Dalla nascita alla morte."
Alzi la mano chi non ha sempre sognato di ritrovarsi nella storia del proprio libro preferito. Aggirarsi tra le pagine, recitare le battute a memoria, scoprire la reale faccia di un personaggio che abbiamo sempre solo potuto sognare. Fandom di Anna Day fa proprio questo. Violet, la nostra giovane protagonista, è un'accanita fan de La danza delle forche, romanzo distopico incredibilmente avventuroso e romantico, da cui è stato tratto anche un film che lei, suo fratello minore e l'amica Alice conoscono a memoria. Quale occasione più succulenta del ComiCon per calarsi nei panni dei loro personaggi preferiti e magari incontrare i fantastici attori che interpretano sul grande schermo Rose e Willow? Ma nel momento di fare una foto tutti insieme una scossa di terremoto... polvere ovunque... e Violet e gli altri si risvegliano ne La danza delle forche, in quel mondo distopico diviso tra Gem, uomini geneticamente modificati per essere perfetti, e Imp, l'essere umano comune. I Gem spadroneggiano, trattando gli Imp come veri e proprio schiavi. Violet, all'inizio incredula, scopre presto che la sua presenza lì non è un caso e che per salvare i suoi amici dovrà calarsi nei panni di Rose, sedurre Willow e essere impiccata al posto della sua eroina.

Era da parecchio che non mi calavo in un romanzo distopico e in questo caso mai termine fu più adatto, perché il lettore, proprio come Violet e gli altri, si trova immerso in questo mondo incredibilmente brutto e soffocante, in cui il potere è detenuto da esseri bellissimi ma anche crudeli e disumani. 
Questo libro mi ha dato una sensazione strana. Da una parte c'era questo continuo "già sapere" di Violet, naturale vista la situazione, ma che un po' toglie la parte intrigante al racconto, parte che riaffiora sul finale; dall'altra l'idea di essere davanti ad un libro nel libro e di vedere i personaggi combattere contro la storia scritta mi ha quasi ricordato le magie di Inkheart. Il lettore guarda da sopra le pagine rilegate e come fosse un grande burattinaio vede il romanzo muovere i personaggi e non i personaggi muoversi nel romanzo. Una struttura molto particolare ma anche molto accattivante che rende il libro più pesante, non nel senso negativo del termine, ma nel senso di più ampio, più capiente, non ci da una storia, ma due quasi tre. E al lettore a questo punto viene dato un compito difficile ma molto importante: capire dove inizia il reale e dove il fantastico, dove la narrazione tocca la vita vera e dove ne se discosta. Io amo questo genere di libri, in cui non sai mai a quale delle due sfere è da attribuire quello che stai leggendo.

In quanto distopico il romanzo propone un mondo a dir poco agghiacciante, fatto di esseri resi perfetti dalla chirurgia e dalla genetica ma anche crudeli; di contro ci sono invece quelli che sono a tutti gli effetti i loro schiavi, gli esseri umani "normali", soggetti alle imperfezioni, alle malattie e ad una vita più breve. E' un mondo estremo ma che mi ha molto ricordato i regimi che esaltavano la razza pura e che si elevavano ad artefici dei destini di coloro che invece erano considerati impuri. I romanzi dispotici hanno questo punto fondamentale nella loro struttura, quello di presentarci mondi eccessivi verso i quali, nella nostra storia passata, ci siamo quasi affacciati. E quello proposto dalla Day è impressionante nelle sue tematiche, impressionante perché sono tematiche che ricordiamo molto bene nelle propagande estremiste (di ieri e di oggi): la selezione della razza, la perfezione, il classismo, l'annullamento della persona, la riduzione in schiavitù. Vi ricorda niente?

Non manca il lato più personale e romantico del racconto, con Violet che vede i suoi sogni ad occhi aperti su Willow infranti grazie all'apparizione di un personaggio che non immaginava potesse interessarle così tanto. Tuttavia questo è un aspettato quasi secondario nell'economia del racconto, soprattutto rispetto a tematiche più pressanti, come l'amicizia e il tradimento. E questo aspetto non mi è proprio dispiaciuto. Buttarla troppo sul romantico avrebbe, a mio avviso snaturato tutto il resto e soprattutto il messaggio che soggiace nell'intero romanzo.

In conclusione ho trovato questo libro un ottimo distopico, nel senso proprio del termine e mi ha molto colpito la struttura che l'autrice ha saputo dare senza creare non troppa confusione, cosa affatto facile. Il punto negativo è l'eccessiva prevedibilità di alcuni punti, che ha un po' smorzato l'entusiasmo e che per fortuna si è attenuta sul finale.

Alla prossima



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