Recensione: Il saldatore del Vajont - Antonio G. Bortoluzzi

by - ottobre 09, 2023

Buongiorno lettori!
No, non sono il fantasma degli ottobri passati. Sono finalmente tornata, la stagione si è chiusa e con lei anche l'ufficio. E no, non mi mancherà neanche un po'. Aaaah che bello tornare a parlare di libri! E oggi riprendo le mie recensioni con un libro e con un'occasione speciale. Ricade proprio oggi il 60esimo anniversario del disastro del Vajont. Ci saranno diverse commemorazioni oggi ma qui ve ne voglio parlare attraverso i libri, o meglio un libro, uscito qualche settimana fa per Marsilio, Il saldatore del Vajont di Antonio G. Bortoluzzi.


In mezzo a questa distesa si comprende che il Vajont è la tragedia simbolo della modernità, tanto da diventare l'omerico canto collettivo di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato nel grande fare dell'umanità.

Il saldatore del Vajont è un viaggio, nello spazio, nel tempo e nella memoria collettiva. Nel presente un saldatore dell'area industriale di Vajont fa una vista guidata alla grande diga, contemporaneamente mostro e opera d'arte in calcestruzzo, figlia del genio italiano. Non c'era mai stato il nostro protagonista anche se quel muro che sbarra la gola del torrente è sempre stato una costante della sua vita, sfondo magnifico e tragico della zona. E' bellissima la diga ma posa i suoi piedi ancora su quella frana che è stata fatale e tra quei morti che ha causato. Ed è da qui che il viaggio si fa più complesso e più duro, si torna indietro nel tempo, negli anni in cui la diga si stava costruendo tra il duro lavoro e la vita degli operai e le paure e le proteste inascoltate della gente. Metro dopo metro vediamo con le sue memorie salire il calcestruzzo, aumentare la quota, ma riscopriamo anche tutto quel mondo che le è ruotato intorno, che l'ha sfiorata, che ha posato gli occhi su di lei anche solo per un momento. 

È un libro complicato questo. La storia che racconta è sentita e non potrebbe essere altrimenti. La tragedia che quel 9 ottobre 1963  si è abbattuta in tutta la valle a ogni anniversario rifiorisce su giornali e televisioni eppure rimane ancora inascoltata sotto tanti punti di vista. Il libro sotto certi aspetti ci vuole parlare di questo, della memoria "quotidiana" di ciò che è successo quel giorno e non solo. Vi troviamo l'epicità dell'impresa, la grandiosità del progetto e della costruzione, la fatica degli operai, il boom economico degli anni '50, la crescita di un paese che stava finalmente rinascendo. Il tutto distrutto, abbattuto e infine sepolto da una frana che si è fatto finta di non vedere, che si è negata fino alla fine.

Mi è piaciuto il taglio affatto scontato che abbiamo della vicenda. Non ci troviamo davanti ad una mera ricostruzione di fatti ma c'è un viaggio intenso nei luoghi e nelle vite della comunità. Ma non solo, scopriamo anche l'interno della diga, le viscere di un sistema che pare semplice e che invece è colossale, nato e voluto per essere eterno e che invece ha battuto solo pochi e definitivi colpi. Ho trovato però molte parti tecniche che hanno fatto più volte inciampare la lettura, rallentata ulteriormente da diverse digressioni che, per carità, aiutano a creare un contesto ma che in un libro così breve ti fanno più volte fermare. 

Si tratta di un libro coraggioso, che non vuole diventare solo una lettura a tema ma che vuole dare un visione se non diversa più viscerale, quasi poetica. Forse qualche pagina in più avrebbe aiutato a familiarizzare con le sue pagine.

Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Erano le 22.39 quando milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono in pochi istanti nell’acqua, e l’onda immensa si alzò nel cielo e annientò in pochi minuti migliaia di vite, paesi interi, storie e tradizioni secolari. Sessant’anni è anche la vita di un uomo al quale sono accadute tante cose: i giochi da ragazzino al torrente, le gite scolastiche, i libri d’avventura letti, e poi l’amore, i figli, gli amici, tutto questo dentro quarant’anni di fabbrica di cui molti vissuti nella zona industriale di Longarone, all’ombra della diga, uno scudo chiaro che però è una lapide, ancora piantata lì, in mezzo alle montagne. "Il saldatore del Vajont" racconta questo tempo, attraverso l’esperienza di una visita guidata all’impianto idroelettrico – la centrale nella grotta di Soverzene, le gallerie, il corpo della diga, il coronamento, la frana del Monte Toc –, un viaggio che fa riemergere nel protagonista i ricordi della sua giovinezza contadina, memorie di famiglia e di paese, confidenze di colleghi che al Vajont hanno avuto vittime, accanto a immagini nitide e corporee della vita di cantiere e di capannone, dove la materia viene rimodellata: il calcestruzzo, la malta, la saldatura, e ancora attrezzi, ponteggi, tecniche, un fare concreto, faticoso e moderno, che ha soppiantato il lavoro millenario, massacrante, di uomini e donne sui prati ripidi, con le bestie, nelle valli alpine e sulle montagne. Scorrendo le pagine, man mano che i fili e i nodi della memoria vengono rinsaldati, si comprende che le costruzioni umane sono simboli tragici. Tutta la perizia, i calcoli, il metallo, la sabbia, i sacchi di cemento accatastati e trasportati verso i cantieri, le migliaia di ore di lavoro di operai e artigiani abili, tutto quell’entusiasmo di partecipare a un’impresa: tutto è finito in pochi minuti. "Il saldatore del Vajont" ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi.

IL SALDATORE DEL VAJONT
di Antonio G. Bortoluzzi
Marsilio | 144 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €15,00
5 settembre 2023 | link Amazon affiliato

Alla prossima







 




You May Also Like

0 comments

INFO PRIVACY

AVVISO: TUTTI I COMMENTI SPAM VERRANNO CANCELLATI

Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!

Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo è il posto giusto per voi...Commentate!^^