Recensione: Le ricamatrici della Regina - Jennifer Robson

by - ottobre 05, 2019

Buongiorno lettori!
E buon sabato. Oggi vi parlo di un bel romanzo, che gira intorno ad uno dei matrimoni reali che più ha segnato la nostra epoca sotto svariati aspetti: Le ricamatrici della Regina di Jennifer Robson, per la cui copia ringrazio la HarperCollins Italia. 


Le ricamatrici della Regina
di Jennifer Robson
HarperCollins | 413 pagine
ebook €6,99 | cartaceo €18,50
26 settembre 2019 | scheda HarperCollins

Mentre osserva affascinata i deliziosi fiori ricamati a mano che la nonna le ha lasciato in eredità, Heather Mackenzie si rende conto che sono identici a quelli dello straordinario abito che la regina Elisabetta II aveva indossato quasi settant'anni prima, il giorno in cui, ancora principessa, era andata in sposa a Filippo Mountbatten. Le sono arrivati in una vecchia scatola che contiene anche una fotografia di nonna Ann insieme a Miriam Dassin, una famosa artista sopravvissuta all'Olocausto. Ma che legame c'è tra le due donne? Come mai si conoscevano? E da dove arrivano quei preziosi ricami? Incuriosita, Heather parte per Londra decisa a far luce sui segreti che circondano il passato della nonna. Quella che a poco a poco emerge dalle pieghe del tempo è la storia di due giovani ricamatrici che lavorano insieme presso la celebre casa di moda di Norman Hartnell a Mayfair. Ann è una ragazza inglese della classe operaia, Miriam, un'immigrata francese sfuggita ai nazisti e appena arrivata da Parigi. E proprio a loro, che sono diventate prima coinquiline e poi amiche, viene offerta un'opportunità a dir poco straordinaria: realizzare lo squisito e complicatissimo ricamo che ornerà l'abito da sposa della futura regina d'Inghilterra. Lo stesso ricamo che, dopo aver attraversato il tempo e l'oceano, sta per condurre Heather incontro al proprio destino.


Tutti abbiamo in mente le immagini degli ultimi matrimoni reali: Kate e William, Harry e Meghan. O di quelli di qualche anno fa ma che per vari motivi non dimenticheremo mai, Carlo e Diana. Eppure,
Foto @Getty Images
anche se questi furono matrimoni in qualche modo iconici, fu un altro matrimonio reale a segnare una svolta e a diventare simbolo di un'epoca, quello di Elisabetta e Filippo. È il novembre del 1947 e una giovanissima Elisabetta, allora principessa erede al trono, corona il suo sogno d'amore. Ora, sforzatevi un attimo, ricordate il suo vestito? Anni luce dalla meringa con troppa glassa di Diana o dell'eleganza tutta pizzi e Grace Kelly di Kate. Elisabetta scelse per il suo abito lo stilista che da sempre confezionava gli abiti della casa reale, Normal Hartnell, e in questo libro è racchiusa la storia di due sue ricamatrice. Sia chiaro, l'autrice non ha riportato una storia vera ma ha fantasticato su chi avesse mai potuto produrre quei ricami così elaborati che ricoprivano letteralmente ogni centimetro del vestito. E così, partendo da un abito che fece storia, Jennifer Robson ci racconta di Ann, riservata ragazza inglese che da ben 11 anni lavora per la casa di moda Hartnell e a cui viene dato l'importante incarico di produrre i ricami per l'abito nuziale; e ci racconta di Miriam, una francese letteralmente scappata dalla Francia appena liberata dal gioco nazista, umiliata e ferita in tutti i modi possibili dal nemico invasore e da una giustizia che giustizia non è. E poi c'è Heather che nel 2016 vuole riscoprire i fili della vita della nonna morta da poco e con essi quelli della sua di vita.

Jennifer Robson è riuscita a portare su carta una romanzo toccante ma soprattutto realistico. Ann e Miriam probabilmente non sono mai esistite, neanche con altri nomi, eppure niente fa pensare che non siano state loro a ricamare quei fiori e quelle spighe, che non sia state loro ad abitare in quella casetta fredda nei sobborghi di Londra. L'autrice ha, infatti, un ottimo piglio da storica e ha ricostruito in maniera più che credibile non solo le vicende della produzione dell'abito ma anche quelle di un'Inghilterra appena uscita dal conflitto mondiale. Da poco la vittoria alleata aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti, eppure non si stava bene come si pensava sarebbe stato: il razionamento dei beni si è fatto possibilmente ancora più rigido, l'inverno di quell'anno è stato tra i più freddi a memoria d'uomo e a questo bisogna aggiungere il ricordo della paura e le perdite che tutti, chi più chi meno, hanno subito.
Foto @royalcollection.org.uk
La Robson è riuscita ad amalgamare molto bene questo quadro storico niente affatto allegro con le vicende di Ann e Miriam e con quelle del confezionamento dell'abito. Qua e là troviamo, infatti, dettagli realmente avvenuti relativi all'abito e al matrimonio, piccoli punti che, proprio come in un ricamo, impreziosiscono ancora di più il racconto. Il tessuto utilizzato era totalmente stato prodotto nel Regno; il motivo del ricamo doveva ricordare la Primavera del Botticelli, a ricordo della rinascita dopo l'orrore del conflitto; le perle usate per decorare tutto il vestito furono acquistate in America e dovettero passare un minuzioso controllo doganale; il giorno del matrimonio il diadema che la principessa doveva indossare si ruppe e venne fatto chiamare il gioielliere di fiducia della casa reale per poterlo aggiustare. Piccoli dettagli, che forse possono anche sfuggire ma che rendono il racconto ancora più tangibile e che me lo hanno fatto apprezzare ancora di più.

Ma passiamo al romanzo vero e proprio. Come vi dicevo probabilmente Ann e Miriam non sono mai esistite, eppure l'autrice ha saputo creare due protagoniste molto diverse tra loro ma che si incastrano alla perfezione. Ann è la classica ragazza inglese, capelli
Foto @royalcollection.org.uk
rossi compresi, timida e introversa, rispettosa delle regole, frugale e sensibile. È la classica ragazza che non si lamenta mai, che lavora sodo. L'ho trovata forse troppo pacata e incolore. Miriam potrebbe sembrare una protagonista si ma di secondo piano, quasi un'aggiunta dell'ultimo minuto, invece mi ha dato alla fine la sensazione di essere quella veramente forte tra le due. Ha avuto un passato difficile, la incontriamo praticamente in fuga da tutto quello che le è stato strappato via due volte, eppure ha il coraggio di andare a Londra, di mettersi in gioco e di bussare non alla porta ma all'ufficio di Mr Hartnell per avere un posto di lavoro. E quando la ritroviamo più anziana è ancora lei, è ancora la ragazza che non capisce i giochi di parole inglesi o che odia il poridge.

Mi è piaciuto molto questo romanzo perchè unisce una storia forte, fatta di fatica e di dolore, a quella forse più frivola di una vestito e di un matrimonio che hanno segnato definitivamente la fine della guerra e dell'austerity; l'Inghilterra tutta aveva bisogno mai come in quel momento di credere in un sogno, in una favola, e questa favola è stata quella di una giovane ragazza di appena 21 anni pronta ad unirsi in matrimonio con l'uomo che nessuno voleva accanto a lei e a diventare poi la più longeva sovrana del Regno Unito.

Alla prossima



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3 comments

  1. Voglio leggerlo anch'io, mi incuriosisce molto.

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  2. Mi è piaciuto molto. L'ambientazione sociale e storica, la caratterizzazione dei personaggi, la lettura scorrevole, la bella storia con un finale dolce

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