Recensione: La fabbrica delle stelle - Gaetano Savatteri

by - febbraio 04, 2019

Buongiorno lettori!
E buon inizio settimana. Visto il tempo brutto degli ultimi giorni ho portato a termine diverse letture, quindi anche questa settimana vi proporrò tante recensioni. Anzi, iniziamo subito con quella di La fabbrica delle stelle di Gaetano Savatteri


La fabbrica delle stelle
(Saverio Lamanna #1)
di Gaetano Savatteri
Sellerio Editore | La memoria | 294 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
1 settembre 2016 | scheda Sellerio Editore

Saverio Lamanna è un giornalista disilluso, passato alla comunicazione politica. Si trova a suo agio nella Roma dei flirt occasionali e dei locali alla moda, nell'abito elegante del quarantenne disimpegnato. Ma un inciampo professionale fa crollare il suo castello di carte. Licenziato dal sottosegretario di cui era il portavoce, è costretto a tornare nella sua Sicilia e a rifugiarsi nella villetta di famiglia sul mare di Màkari. In questo approdo provvisorio, Lamanna ritrova Peppe Piccionello, esemplare locale in mutande e infradito, carico di una saggezza pratica e antica. E nel paradiso sul mare trapanese conosce Suleima, una ragazza che potrebbe farlo perfino felice. Nato e cresciuto in quattro racconti inclusi in altrettante raccolte di questa casa editrice, Lamanna ha la battuta pronta, idiosincrasia ai luoghi comuni e soprattutto ai pregiudizi, perfino quelli positivi, che ruotano attorno ai siciliani. Per campare si inventa piccoli mestieri, decide addirittura di farsi scrittore di gialli. La minuta celebrità locale gli procura qualche lavoretto atipico. Una ricca signora lo assolda per tenere d'occhio la sorella minore, dietro il paravento di ufficio stampa di una produzione cinematografica. Così Saverio Lamanna, con l'improbabile spalla Piccionello, fa irruzione alla Mostra del Cinema di Venezia: entrambi si muovono con disinvoltura tra star americane, registi famosi e tappeti rossi.

Sono partito prima io, è imperdonabile, lo capisco bene. Non è vero che partire è un po' morire. Semmai, restare è un po' morire. La pena è sempre di chi rimane.

Dopo aver letto il racconto nella raccolta Un anno in giallo ero proprio curiosa di leggere il primo libro con Saverio Lamanna protagonista (anticipato, appunto, da alcuni racconti). Saverio è un ex giornalista, cacciato dal suo ruolo nel sottosegretariato dell'interno. Torna quindi nella casa di famiglia a Màkari, dove cerca di riprendere le fila della propria vita. I soldi scarseggiano, l'estate sta per concludersi e l'amata Suleima sta per finire la stagione e tornare al nord. È il momento giusto per accettare un succulento incarico di lavoro: fare da ufficio stampa per un film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e, con l'occasione, tenere sotto controllo la regista da parte della sorella, dietro congruo compenso. Insieme all'amico Peppe Piccionello e alle sue intramontabili infradito colorate, Saverio cambia decisamente scenario, anche se il film che deve sponsorizzare, diciamolo, è una vera schifezza.
@ilpost.it

Cosa succederà? Come sempre sta a voi scoprirlo leggendo questo romanzo, che si veste di giallo ma che non lo è al cento per cento. Un'indagine c'è, ma arriva molto in là tanto che non mi sento di definirlo propriamente giallo. Il delitto mi è sembrato un po' un di più ma, anche se la soluzione non è così sconvolgente, assolutamente godibile. 
Il centro del romanzo non è, infatti, il delitto ma è lo stesso Saverio, un protagonista importante che mette in ombra la storia ma che contemporaneamente la rallegra con una pungente ironia, citazioni che sempre affascinano i lettori puntigliosi e perle di saggezza al limite tra verità e presa in giro.

Capiamoci, non è un romanzo da strapparsi i capelli, di quelli che ti bevi un pagina dopo l'altra e di cui aneli finale e seguito, ma è un libro che si legge con piacere, che tiene compagnia e che  ti fa fare più di una risata. Vi si trova anche un velo leggerissimo di malinconia, cosa che a cui in generale i Sellerio mi stanno abituando (va beh, qualche eccezione c'è); sarà l'atmosfera da fine estate o la stessa laguna di Venezia, confine labile tra terra e mare ma anche tra sogno e realtà (o meglio tra cinema e realtà), sta di fatto che in più punti nella lettura ci si ferma e si guarda il quadro d'insieme, all'essere e all'apparire, al passato e al presente. Il libro si chiude con un cielo stellato, tanto bello quanto irraggiungibile: che sia questa la vera essenza della felicità e, perché no, della vita?

Continuerò la serie, anche perché c'è solo un altro libro (per altro uscito da poco), però spero di trovare qualcosa di più. Ora che ho conosciuto davvero Saverio Lamanna spero di conoscere meglio anche Gaetano Savatteri e le sue storie.

Alla prossima



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