Il tortellino muore nel brodo - Filippo Venturi

by - luglio 17, 2018

Buongiorno lettori!
Esco dal mio ritiro lavorativo (ancora un mese e mezzo e poi tornoooo) per  parlarvi della mia ultima lettura, Il tortellino muore nel brodo di Filippo Venturi. Ringrazio Filippo per avermelo proposto e la Mondadori per avermelo inviato.

Il tortellino muore nel brodo
di Filippo Venturi
Mondadori | Narrative | 204 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
3 luglio 2018 | scheda Mondadori

TRAMA
Emilio Zucchini, proprietario della trattoria La vecchia Bologna, è uno scapolo impenitente, devoto alla gioia dei suoi clienti e al rispetto ortodosso delle ricette della cucina bolognese. Nicola Fini è il suo amico fraterno che è appena stato abbandonato di punto in bianco dalla moglie, ritrovandosi con due bambini a cui fare da papà single. Joe Solitario è un cantautore disperato che, dopo aver sprecato la sua grande occasione nella finale del più famoso talent show italiano, si improvvisa rapinatore per inseguire la sua ultima speranza: un volo di sola andata verso una nuova vita. Cico Pop e Mangusta sono gli scagnozzi di un boss della malavita locale incaricati di rubare per lui una moneta che non vale niente ma che ai suoi occhi significa tutto. Quando, in un campale venerdì mattina, le strade di questi cinque personaggi si incrociano, l'effetto non può che essere deflagrante. Quante possibilità ci sono che i tre criminali da strapazzo scelgano la stessa banca, lo stesso giorno e la stessa ora per mettere a segno il loro colpo? E quanta sfortuna deve avere Nicola per ritrovarsi a passare lì di fronte proprio durante la rapina, con in macchina quel poco che è rimasto della sua famiglia? Eppure, le coincidenze fanno parte della vita. E sono uno degli ingredienti fondamentali di questa rocambolesca storia. Insieme agli imprevisti, al buon cibo e a un'abbondante dose di umorismo.


Vi parlo di ricette? Io che non so neanche cuocere un uovo senza far esplodere la padella e rendere la cucina un quadro di Pollock? Pare vero? E invece no perchè Filippo Venturi ristoratore per davvero, scrittore di una nota rubrica su Repubblica e autore già di Un giorno come un altro un po' ci frega e dietro al perfetto titolo per un libro di cucina nasconde un noir, o meglio un gioco di coincidenze  e incastri, di contrasti e ironia.
Nella Bologna della tradizione, quella delle Torri e dei tortellini (lo so che ne manca una) si dipanano le storie di chi aveva e ha perso tutto, di chi si è fatto scivolare tra le dita una vita tranquilla e di chi nella vita magari non ci si è ancora buttato a capofitto. Ad unirli il furto tragicomico in una banca di una moneta dal poco valore pecuniario ma dal valore sentimentale ben più elevato e il rapimento della piccola Giulia.

Lo dicevo nella recensione del libro precedente di questo autore, Filippo Venturi è una piccola grande speranza nell'editoria italiana, una voce tutta sua che propone idee nuove e genuine senza cadere nella banalità, ed esortavo gli editori dai nomi altisonanti a farsi avanti. Ed ecco che la Mondadori proprio questo fa e ha dato alle stampe questo romanzo dal titolo che fa subito scattare la scintilla: che vorrà dire l'autore con questo titolo? Riprende una tipica frase bolognese ma soprattutto riprende un modo di essere e di vivere questa città emiliana che ben conosco, la Dotta e la Grassa, la città delle bellezze architettoniche e dei canali nascosti, dei portici e delle stradine dietro San Petronio, un dedalo di vicoletti che racchiude piccole perle. E proprio da Bologna partiamo parlando di questo bel romanzo, un po' noir, un po' poliziesco, un po' comico, che vede nella città emiliana il suo cuore. Perchè ammettiamolo, ambientato altrove questo romanzo perderebbe qualcosa. L'autore non si limita ad ambientare le vicende qui, ma le fa vivere, le identifica con Bologna e la rende in questo modo parte integrante del racconto.

Ecco, il racconto, di che parla? E' un romanzo che mi piace pensare racconti di occasioni perdute e di tentativi di rimediare, certo in maniera un po' maldestra magari. Le occasioni sono quelle di Joe Solitario, salito agli albori per la sua partecipazione ad un noto talent show e poi ridottosi a pianificare una fuga con delitto pur di dare la svolta alla sua vita. Ma le occasioni perdute sono anche quelle del boss che per una monetina di modesto valore avvia un meccanismo che porterà il nostro protagonista, al secolo Emilio Zucchini, a mettersi all'inseguimento dell'uno e dell'altro, con il risultato di farsi quasi arrestare.
Dicevo che è un gioco agli incastri, infatti all'inizio abbiamo tanti piccoli tasselli, tanti pezzetti che sembrano vivere di vita propria ma che piano piano riescono a comporre un quadro ben già grande. Attenzione però, molte cose combaciano in questo libro, ma molte vivono all'opposto, in un contrasto che sembra perenne, il cattivo che però poi così cattivo non è, la cattiva madre che accorre al primo grido del pulcino, un furto che non è un furto ma che diventa un rapimento. Quindi non fatevi ingannare, guardate bene ogni particolare e cercate di capire dove collocarlo.

Insomma, un romanzo divertente e appassionante, che scivola un po' su qualche ingenuità, che magari meritava un finale un po' più articolato, ma che si fa leggere in un soffio, che diverte e lascia soddisfatti, pronti ad incontrare una seconda volta il nostro Emilio.

Alla prossima


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