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Recensione: Un delitto inglese - Cyril Hare

Buongiorno lettori, 
se c'è una cosa buona che questo ritiro forzato ha prodotto è che sto finalmente mettendo mano a quei libri acquistati mesi o anni fa, accumulati, e ancora non letti. Risale al mio primo Bookcity milanese l'acquisto di Un delitto inglese di Cyril Hare. Era il novembre 2017, fate un po' i conti....


UN DELITTO INGLESE
di Cyril Hare
Sellerio Editore | La memoria | 232 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
16 novembre 2017 | scheda Sellerio

Come ogni anno, si celebra il Natale a Warbeck Hall. Il vecchio Lord è al lumicino e ne è consapevole; non può contare sul fatto che il figlio Robert, un esaltato nazistoide spiantato, possa caricarsi sulle spalle il futuro del venerando casato. Gli altri parenti prossimi sono tutti al castello per le feste: c'è Julius, il cugino, un ministro del governo, e Camilla, la nipote invano innamorata di Robert. Presenti in quei giorni sono pure due estranei: il dottor Wenceslaus Bottwink, un erudito che sta conducendo una ricerca sulla magione, e la signora Carstairs, moglie vociante ed ambiziosa del più stretto collaboratore del ministro. Il maggiordomo Briggs, gelido e impeccabile secondo l'uso, sta lì a osservare tutto come se assistesse a un dramma tragicomico che potrebbe intitolarsi: «La fine dei Warbeck». Ma anche lui ha un brutto segreto che lo lega a quel clima di tensione, ai tanti segnali che presagiscono qualcosa di sinistro. Intanto nevica, nevica, nevica. Tra gli anni Quaranta e i Cinquanta del Novecento Cyril Hare scrisse una serie di gialli nel più puro, quasi manieristico, stile inglese, che presto divenne un classico di successo con tutti gli elementi tipici al loro posto. Rileggerli oggi - con la loro grazia scenografica, con la lineare geometria d'intreccio, con la loro suspense spontanea - offre a chi ama il genere un'altra piacevole prova della solidità di una grande tradizione letteraria.


Una grande magione isolata dalla troppa neve, un gruppo eterogeneo di invitati ad una cena di Natale, una serie di omicidi. E il giallo inglese è servito. Un delitto inglese rientra a pieno titolo nei classici gialli ambientati in un luogo chiuso, in cui l'investigatore di turno, di mestiere o meno, indaga alla ricerca del colpevole. Un po' sulla falsa riga di Dieci piccoli indiani e simili, Cyril Hare, al secolo Alfred Alexander Clark, tra gli anni '30 e '50 ha pubblicato una serie di gialli nel pieno stile inglese della giallistica, diventando l'esempio principe del giallo giudiziario.

Foto di Arek Socha da Pixabay
Devo dire che la lettura non mi ha sconvolto per i colpi di scena, che forse all'epoca dovevano essere un po' più accattivanti, ma che al lettore moderno non risultano così innovativi. Tuttavia ho apprezzato molto lo stile dell'autore che ha saputo basarsi su dei veri e propri pilastri del genere per creare un'atmosfera soffocante e intrisa d'ansia.
Molto macchinoso è il finale, un vero e proprio labirinto che forse ad un inglese dell'epoca poteva risultare quasi ovvio, ma che per chi inglese non è e tanto meno dell'epoca invece può risultare complicato, strano, fin tanto un filo astruso.
Il titolo, mantenuto in questa edizione identico all'originale (che invece in altre edizioni italiane era stato cambiato in Un delitto di Natale... mah), è un indizio rilevatore, di quelli che ti fanno esclamare"Ah...aaaahhh!",  ma non vi scervellate, finché non ve lo spiegano non ci arriverete (e non fate i furbi....).
Se i personaggi sono curiosi, ben descritti ma anche un po' ovvi (al maggiordomo ero sicura di star facendo una partita a Cluedo), mi ha lasciato un po' in dubbio la confezione generale, un po' troppa lentezza nella prima metà, troppa introduzione e poi una discesa veloce verso la spiegazione e la conclusione, con un finale  che praticamente non c'è se si esclude il buon dottor Bottwink e la sua conferenza su Pitt il giovane per dare risoluzione al caso. Poi stop, come se l'autore avesse finito l'inchiostro o la carta per un capitolo conclusivo degno di nota.

Che dire quindi di questo romanzo con il meteo più infausto della storia che si alterna tra nevicate, disgeli ed alluvioni: indispensabile non tanto per chi ama il genere ma per chi si fa punto d'orgoglio nel leggere tutta la giallista inglese, piacevole invece per chi vuole ritrovare le atmosfere della onnipresente Agatha Christie magari in un piovoso pomeriggio invernale. Ah, non dimenticate il te!

Alla prossima



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