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Recensione: La ricamatrice di Winchester - Tracy Chevalier

Buongiorno lettori,
è qualche giorno che non scrivo in queste mie pagine, ma è stato ed è un periodo un po' complicato (non solo per le limitazioni a cui tutti siamo sottoposti) e la testa è stata altrove per diverso tempo. Ma ora sono proprio felice di tornare qui a parlare di libri. Oggi in particolare vi parlo di un libro dalla copertina bellissima ma che mi ha lasciato con l'amaro in bocca: La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier.


LA RICAMATRICE DI WINCHESTER
di Tracy Chevalier
Neri Pozza | I narratori delle tavole | 287 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
16 gennaio 2020 | scheda Neri Pozza

Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un’esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence, è caduto a Passchendaele insieme a migliaia di altri soldati, e ora le «donne in eccedenza» come lei, donne rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia, se non una vera e propria tragedia per una società basata sul matrimonio.
Dopo essersi lasciata alle spalle la casa di famiglia di Southampton, e le lamentele della sua soffocante madre, ferma all’idea che dovere di una figlia non sposata sia quello di servire e riverire i genitori, Violet è più che mai intenzionata a vivere contando sulle proprie forze.
A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa per una compagnia di assicurazione, e ad aver accesso a un’istituzione rinomata in città: l’associazione delle ricamatrici della cattedrale.
Fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta con pugno di ferro dall’implacabile signora Biggins, l’associazione, ispirata a una gilda medievale, si richiama a un’antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli, vere e proprie opere d’arte destinate a durare nei secoli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l’idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta, per lei, una tentazione irresistibile.
Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l’esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e un segreto ben celato dietro i modi affabili, e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo. Due incontri che insegnano anche che basta a volte un solo filo per cambiare l’intera trama di una vita.
È per me un periodo sfortunato per le letture, terzo libro del mese, terzo libro che non mi va né su né giù. E in questa novità 2020 avevo alte aspettative. Della Chevalier avevo al mio attivo solo il famoso e osannato La ragazza con l'orecchino di perla che, ricordo, mi piacque moltissimo per lo lo stile e la storia raccontata, per l'ambientazione e per le atmosfere che la scrittrice aveva saputo letteralmente dipingere. Naturalmente non pensavo di ritrovare in tutto e per tutto quella lettura (sarebbe stato strano no?), ma La ricamatrice di Winchester è stata per me più una corsa ad ostacoli che una lettura piacevole. 

Foto di @ilondra.it
Primo ostacolo, la protagonista Violet. Già il nome mi faceva poca simpatia ma ho chiuso un occhio e sono andata avanti, scontrandomi con un personaggio ben tratteggiato, in pieno stile Chevalier, ma simpatico e accattivante come l'ago che tanto spesso maneggia. Violet si alterna tra vittimismo e lagnanza, è il più delle volte noiosa ma riesce a cambiare in maniera repentina interessi e voglie. La mattina si sveglia e vuole diventare ricamatrice, poi vuole andare in vacanza da sola solo perchè è considerato disdicevole, il fatto che sia pure pericoloso all'epoca passa in secondo piano. E come se tutto ciò non bastasse tutto capita a lei, dall'innamorarsi di un sessantenne sposato visto una volta di sfuggita, all'essere inseguita da un maniaco non ben definito e per motivi oscuri (cioè questo la intravede una volta e poi diventa un'ossessione). 

Secondo ostacolo, il mondo delle ricamatrici di Winchester, più una piccola setta segreta dedita al dio ago e filo che un simpatico circolo del cucito. L'unica cosa che producono sono cuscini e paramenti per la chiesa. L'invidia si muove silenziosa tra i suoi banchi e... niente, queste ricamano e spettegolano, spettegolano e ricamano. So dalla nota al libro che esiste veramente questo gruppo di donne come è esistita la sua fondatrice, Louisa Pesel, ma spero con tutto il cuore che abbiano fatto qualcosa di più che lanciarsi occhiatacce e credersi superiori solo perchè sanno fare un punto riso. 

È stata per me una lettura strana, coinvolgente nello stile e nella penna della sua autrice, ma respingente soprattutto nel personaggio di Violet. Sono andata avanti più per inerzia che per vera curiosità. Ebbene si, di come sarebbe andata a finire per la protagonista francamente me ne fregava poco o niente. Tanto più che il finale mi ha lasciata alquanto... perplessa, ecco. 

Diciamo che anche per questa volta andrà meglio con la prossima lettura... spero. 

Alla prossima

Commenti

  1. In tutta onestà ho trovato più appassionante la tua recensione che il libro. Deludente anche per me. Spero nella prossima lettura.

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