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La Biblioteca di Eliza

Buongiorno lettori,
una nuova settimana è giunta al termine e io tra viaggio e giretti vari sono stanca morta. Mi riposerò durante il fine settimana? Ma figurarsi, qui c'è sempre qualcosa da fare. 
Oggi vi proporrò una recensione non semplice da scrivere, quindi perdonate qualche svarione. Non è facile perché si tratta della raccolta di racconti che mi ha accompagnano nel viaggio in treno: Un anno in giallo edita dalla Sellerio.

Un anno in giallo
di AA. VV.
Sellerio | La memoria | 532 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €16,00
23 novembre 2017 | scheda Sellerio

TRAMA
Un anno in giallo: dodici racconti inediti, uno per ognuno dei mesi dell'anno. Un libro che costituisce anche una sorta di bilancio e insieme una prospettiva di un nuovo modo di fare letteratura poliziesca. Un modo di narrare che mette al centro il protagonista, del quale seguiamo le stagioni della vita nel proprio ambiente, e che è fortemente orientato alla critica sociale e di costume. Così in questa raccolta esordiscono due personaggi. Il primo è Cornelia Zac, in un racconto in cui l'autrice Simonetta Agnello Hornby presenta una sua originale ambientazione: le turbolente giornate di uno studio di avvocate londinesi impegnate sul piano sociale in un'epoca in cui la socialità è sotto attacco. Il secondo è Angela Mazzola, protagonista del racconto di Gian Mauro Costa, giovane poliziotta di Palermo, di origini modeste e riuscita a sottrarsi a un ambiente difficile; investiga dentro un mondo che non ama gli «sbirri» e che per molti versi era il suo. Angela sarà al centro di un prossimo romanzo. E accanto a questi esordi narrativi, i personaggi già amati dai lettori e spesso riconosciuti come dei classici letterari. Il commissario Salvo Montalbano del maestro Andrea Camilleri: un inossidabile senso di giustizia dentro una corteccia di umanità molto spessa. L'uomo sbagliato nel posto sbagliato, ovvero Saverio Lamanna, da San Vito Lo Capo, giornalista licenziato e investigatore creato dall'ironia di Gaetano Savatteri. Il biblioterapeuta di Fabio Stassi, che si chiama Vince Corso e risolve casi psicoidentitari che un po' ricordano Hitchcock. I Vecchietti del BarLume dell'umorista (e scienziato) Marco Malvaldi, sempre più politicamente scorretti. I killer di Alessandro Robecchi che circolano cinici, e sensibili come un microchip, nelle vene del capitalismo criminalambrosiano. In una Istanbul depravata e deturpata, ma sempre bellissima, su cui incombe un presidente-padrone, s'affanna Kati Hirschel, spregiudicata dilettante del delitto turco-tedesca, frutto della scrittura di Esmahan Aykol. Mezza età, femminismo, difficili amori, durezza da hard boiled school, capisce i poveri e i ricchi: così Alicia Giménez-Bartlett dipinge la sua creatura letteraria, Petra Delicado poliziotta a Barcellona. Francesco Recami con la sua Casa di Ringhiera torna con quello strano protagonista collettivo, un condominio che riesce ad essere contemporaneamente colpevole e investigatore. Il Lorenzo La Marca di Santo Piazzese, come sempre flemmatico, spiritoso, blasé, stavolta, lasciata l'immancabile Palermo, si trova a indagare sulle Madonie, le nobili montagne sopra Cefalù. E per finire a dicembre, in una chiesa sconsacrata, con dentro il cadavere di un prete spretato: chi avanza in mezzo alla neve che odia? Lui, Rocco Schiavone, il truce tenerissimo vicequestore creato da Antonio Manzini.


Vi avviso che molto probabilmente la trama qui sopra sarà ben più lunga di questa recensione. Una raccolta di racconti. Non sono impazzita. Lo so che non le leggo mai, che poi ci rimango male perché la storia si ferma lì, io resto appesa e mugugno per giorni perché avrei voluto di più. Ma questa volta ho deciso di fare uno strappo alla regola per un motivo ben preciso: in questa raccolta ci sono autori e personaggi che già conosco e amo e che prima o poi rispunteranno fuori in libri autonomi (o almeno lo spero per i suddetti autori ed editori, che con 'sta storia di lasciare le serie interrotte hanno scassato in generale le balle) o autori e personaggi di prossima pubblicazione che ero curiosa di scoprire per capire se inserirli nei futuri acquisti. L'esperimento è riuscito a metà: alcune conferme le ho avute (nel bene e nel male), qualche sorpresa e qualche delusione.

La Sellerio solitamente sotto Natale e in estate esce con queste raccolte e solitamente propongono un tema comune ai racconti. Questa volta, invece, il caso è particolare perché ha deciso di proporci un anno intero con i loro autori best seller, dedicando ad ognuno un mese. Unica regola: nel racconto devono essere presenti uno o più riferimenti ad un altro autore o protagonista della raccolta. E così vediamo che Schiavone si ritrova tra le mani due libri di Camilleri, il Vince Corso di Stassi incrociare i vecchietti del Bar Lume di Malvaldi dove a sua volta farà capolino il Carlo Monterossi di Robecchi. Un giochino ad incastro curioso che mi ha fatto piacere scoprire durante la lettura e non anticipato altrove.
Dicevo conferme. Confermo che io Manzini lo amo e lo adoro, che Camilleri non mi va né giù né su ( eh scusate, ma proprio non lo reggo Montalbano), che Robecchi continuerò a leggerlo, che Malvaldi mi fa ridere ma dopo un po' stufa, che Stassi in un racconto va alla grande ma che in un libro più lungo, dove può inserire citazioni, libri e autori a carrettini, mi annoia. Mica poche come conferme da un libro solo!
Manzini! A cui è toccato dicembre, il mese di Natale, del freddo, della neve e... dell'influenza per Rocco Schiavone che con un 37,3° si richiude in casa in preda ai dolori. Questo racconto dovete leggerlo! Un racconto che poteva tranquillamente essere un libro a se stante e che spero con tutto il cuore diventi un episodio della serie tv, in cui la penna di Manzini non solo ci da un giallo bello ma anche un Rocco più ironico e meno cupo.
La sorpresa più grossa è invece stato Savatteri, di cui non ho mai letto niente ma che in questo breve incontro di febbraio mi ha conquistata con il suo Saverio Lamanna. Si, sto meditando di leggere qualcosina...
Doppia delusione invece viene da Recami e Costa. Il primo mi ispirava ma non mi ha convinto nel quadro generale del racconto. Il secondo invece anticipa qui quella che sarà la protagonista della nuova serie in uscita il 22 febbraio con Stella o croce, una protagonista che non mi ha lasciato una grande impressione e che ho visto più come il risultato del ragionamento "Mi serve una protagonista bella, gnocca, rossa, poliziotta", francamente un po' pochino.

In conclusione, una raccolta che sicuramente ha fatto il suo, ossia tenermi occupata durante un viaggio senza il problema di dover lasciare una storia a metà, che è riuscita grazie ai nomi che richiamano le folle adoranti ma che in alcuni punti è un po' scivolata nell'ovvio.

Alla prossima






Buongiorno lettori,
dopo aver passato qualche giorno a casa di Laura devo tornare alla normalità casalinga... uff, sapere che non la rivedrò fino a marzo mi mette una gran tristezza (maledetti chilometri di distanza!). Però ci siamo proprio divertite!
Normalità vuol dire anche recensioni. Oggi vi parlerò di un libro che, grazie alla Rizzoli, ho potuto leggere in super anteprima e che esce in libreria proprio oggi. Si tratta del nuovo libro di Vanessa Roggeri La cercatrice di corallo.

La cercatrice di corallo
di Vanessa Roggeri
Rizzoli | Rizzoli narrativa | 322 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
23 gennaio 2018 | scheda Rizzoli

TRAMA
Achille e Regina si incontrano per la prima volta nell'estate del 1919, di fronte alle acque spumeggianti di una Sardegna magica. Regina dona ad Achille un rametto di corallo rosso come il fuoco, il più prezioso, con la promessa che gli porterà fortuna. Anni dopo, quella bambina è diventata una delle più abili cercatrici di corallo; quando si tuffa da Medusa, il peschereccio di suo padre, neanche l'onda più alta e minacciosa la spaventa. Lei è come una creatura dei mari ed è talmente libera da non avere mai conosciuto legami. Finché, un giorno, la sua strada si incrocia di nuovo con quella di Achille: nel viso di un uomo ritrova gli occhi del ragazzino di un tempo. A travolgerli non è solo un sentimento folle, ma anche un passato indelebile. Le loro famiglie, infatti, sono legate a doppio filo da rancori e vendette ed è in corso una guerra senza ritorno. Spesso non basta l'amore per cambiare un destino che sembra già scritto. Ma l'unico modo di scoprirlo è provarci, fino all'ultimo… Vanessa Roggeri ci racconta una terra densa di tradizioni con una scrittura traboccante della forza e della determinazione di chi in quell'isola ci è nato. Il ritorno di un'autrice che con le sue storie di passioni ha emozionato migliaia di lettrici.

"Il corallo è sangue e vita. Il corallo è potere magico del mare".
Questo libro parte dalla disperazione e dall'orgoglio di una madre che, rimasta vedova troppo presto, si trova a dover provvedere ad una nidiata di figli. Dolores non ha nulla, solo lacrime e terre polverose lasciatele in eredità. Cosa farà quando arriverà l'inverno? Quando i suoi figli saranno veramente alla fame e al freddo? Stremata dall'indigenza e dalle umiliazioni subite Dolores giura che la povertà non sarà per sempre, che si vendicherà di chi le ha fatto l'elemosina, di chi l'ha derisa e anche di quel cugino che non l'ha voluta aiutare.

Questo libro parla di vendetta, di rancore, di odio. Ma questo libro parla anche di amore, quello di Regina e Achille che in questa storia, come spesso accade, ci si sono trovati in mezzo, nati in due famiglie che presto si sono trovate antagoniste, per l'orgoglio della madre di lui e la testardaggine del padre di lei. Regina e Achille si conoscono un po' per caso e un po' spinti proprio da questa massa di odio. Il loro amore nasce in un caletta sarda, dove la sabbia è così fine da sembrare polvere e dove il mare è così blu e profondo da fare a gara col cielo. La diffidenza iniziale si mescola presto all'amore per il mondo marino e per la lettura portando a qualcosa di caldo come una bella giornata di sole, di profondo come il mare più blu, di splendido come il più prezioso dei coralli.

Vanessa Roggeri torna a parlarci della sua Sardegna, quella delle storie della nonna, non quella da cartolina ma quella vera e concreta, fatta di marinai e cavatori, di lavoratori umili e instancabili. Una terra a volte dura ma che poi ti propone scenari da mozzare il fiato. E' ovunque nei libri della Roggeri e in questo in particolare, dove al mondo "terrestre" della famiglia di Achille si contrappone quello "marino" della famiglia di Regina. La storia che ci racconta ti prende e ti conquista per le prime pagine. Ero veramente entusiasta all'inizio, mentre leggevo delle difficoltà di Dolores, della Sardegna di inizio '900, dell'avidità di chi arrivava dal continente.
Il problema nasce poi, quando arriviamo al cuore della storia, ad Achille e a Regina, figli di due famiglie in lotta tra loro, vittime incolpevoli, che si amano e cercano di scappare da tanto odio e da tanto livore. Una storia drammatica e di amore che sa un po' di già visto. Certo, la scenografia è particolare e ben costruita ma quella storia proprio non riesce a colpirti come dovrebbe, proprio per questo senso di dejavù che si sente.
Ed è un grosso peccato perché la penna di Vanessa Roggeri mi piace, è descrittiva ma non asettica, da sentimento, dipinge mari e terre brulle con poche frasi ma d'effetto. E' un modo di scrivere che in Fiore di fulmine mi aveva molto colpito e che qui ho ritrovato ma non supportato da una storia altrettanto forte.

Alla prossima



Buongiorno lettori,
mentre leggete queste righe io sono in viaggio verso la stazione per andare a casa di Laura La Libridinosa. Passeremo un fine settimana in compagnia e, se ve lo state chiedendo, sicuramente andremo in libreria... ma non solo! Tiene d'occhio Instagram e Facebook perché sicuramente vi faremo vedere qualche bella foto.
Dopo una pausa di qualche giorno torno con una nuova recensione. La pausa è dovuta alla lettura di un'anteprima di cui vi parlerò settimana prossima. La recensione invece riguarda il libro che mi ha tenuto compagnia in questi ultimi giorni e soprattutto la notte visto che il sonno tarda ad arrivare a volte (per poi ripresentarsi bello giulivo la mattina). Il libro in questione è Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop
di Fannie Flagg
Bur Biblioteca Univ. Rizzoli | Narrativa | 362 pagine
ebook €5,99 | cartaceo €10,00
19 aprile 2000 | scheda Bur

TRAMA
Vero e proprio caso editoriale, Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un piccolo capolavoro che molti lettori hanno scoperto e amato anche grazie all’omonimo fortunato film dei primi anni Novanta. Coniugando uno humour irresistibile alla rievocazione struggente di un mondo che non c’è più, Fannie Flagg racconta la storia del caffè aperto in un’isolata località dell’Alabama dalla singolare coppia formata da Ruth, dolce e riservata, e Idgie, temeraria e intraprendente. Un locale, il loro, che è punto di incontro per i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, poetici banditi, vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda che coinvolge Ruth e Idgie, implicate loro malgrado in un omicidio, e la tenacia che dimostrano nello sconfiggere le avversità, donano a chiunque segua le loro avventure la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell’esistenza.


Come spesso mi capita con i libri in serie uso un ordine tutto mio. Fannie Flagg l'ho scoperta tardi e soprattutto con l'ultimo libro finora pubblicato in Italia, Voli acrobatici e pattini a rotelle. L'ho ritrovata con Miss Alabama e la casa dei sogni (terzultimo pubblicato) e poi di nuovo con Torta al caramello in paradiso (penultimo). E ora vuoi non fare un bel salto indietro e leggere il primo libro di questa scrittrice americana? Grazie a Lea e alla Bacci e al loro meraviglioso regalo di compleanno ho in casa tutti i volumi che mi mancano da leggere e quindi ho pensato per una volta di seguire il filo logico e di leggere il libro che ha reso veramente famosa la Flagg, con tanto di film candidato agli Oscar (due candidature, una proprio per la sceneggiatura non originale).

Come sempre accade con la Flagg ci troviamo a viaggiare su due fili narrativi. Nel primo siamo negli anni '80 in una casa di riposo dell'Alabama dove Evelyn Couch va a trovare la suocera controvoglia e un po' costretta. Evelyn non è una donna felice, costretta dai dettami della società e dal senso del dovere. Un giorno mentre si nasconde dalle nuove fissazioni della suocera si imbatte in una bizzarra ospite del ricovero, la signora Threadgoode, che inizia a raccontarle la storia della sua vita, dei suoi conoscenti e familiari. E qui si apre il secondo filone narrativo, quello ambientato a Whistle Stop dagli anni '20 in poi. Qui il racconto si concentra su Ruth e Idgie, le due proprietarie del caffè della cittadina. Una vita, la loro, fatta di amore e sintonia, ma anche di lotte e eventi drammatici.

L'ambientazione che la Flagg ci propone è sempre quella della sua Alabama, un mondo che a noi può sembrare strano, in cui tutti si conosco e si aiutano, in cui il vicino di casa certamente è pronto a spiarti da dietro la tendina ma poi ti aiuta ad organizzare il barbecue nel giardino di casa, in cui il giornale locale parla del gatto smarrito della signora che abita in fondo alla via principale e in cui i bambini ancora giocano per strada. E' il mondo che grazie ai suoi libri già conosciamo e che qui ho incontrato nuovamente con piacere ma anche con una certa perplessità. Quello che fa di questo libro qualcosa di particolare è l'incontro tra tematiche trattate e modo di presentarle al lettore. Qui infatti la Flagg ci da dentro con i temi alti, di quelli che forse non ti aspetteresti in questa amena provincia del sud degli Stati Uniti: omosessualità, razzismo, condizione femminile, classismo, la grande Depressione. Insomma, temi affatto leggeri che però l'autrice ha proposto al lettore con il suo solito stile leggero e un po' scanzonato, lasciandogli quasi il dubbio di aver frainteso. E, ahimè, un po' qua sta il mio cruccio su questo romanzo, la cosa che mi ha un po' lasciato perplessa. Che la Flagg ci proponga una comunità quasi idilliaca in cui tutti si aiutano, si vogliono bene e collaborano è cosa risaputa, tuttavia secondo me qua un po' lo scivolone c'è: possibile che tutti accettino tutti? Che l'omosessualità sia così largamente accettata? Che il razzismo sia presente ma quasi non preso sul serio e spesso lasciato correre? Che addirittura i membri di gruppi "salvatori della razza" vengano dipinti come un gruppo di eccentrici elementi che più che altro si radunano per mascherarsi? Non so, non ho letto una vera condanna a queste e altre situazioni. Non so se tutto ciò mi sia saltato all'occhio perché dopo già tre libri della Flagg inizi un po' ad abituarmi a questo suo modo di fare e di conseguenza mi risultino più evidente le pecche che i pregi, sta di fatto che ho passato più tempo a lambiccarmi il cervello su questi particolari che sulla storia in se.
Molto più belle le parti con Evelyn e la signora Threadgoode negli anni '80, lì mi sono divertita e anche affezionata a queste due donne.

Resta il fatto che la Flagg ha un modo di scrivere unico nel suo genere, del tutto personale e penso inimitabile. Aprire un suo libro significa essere proiettati letteralmente in Alabama ed essere circondati da una miriade di personaggi. La scrittrice infatti con i personaggi non si limita, riempie la scena e, se all'inizio si annaspa un po' tra i tanti nomi da ricordare, diventano presto amici e vicini. La Flagg ti fa diventare parte della comunità che racconta e ti fa sentire l'odore dei piatti cucinati. Eh si, perché la cucina ha ovviamente un ruolo centrale in tutti i suoi libri. Qui, il caffè di Ruth e Idgie diventa perno in cui ruotano tutte le esistenze e i pomodori verdi fritti tornano  anche sul finale sotto forma di ricetta. Insomma, la Flagg ci prende spesso per la gola, ma ogni volta con i suoi libri sembra proprio di sentire un buon odorino aleggiare nell'aria.

In conclusione: la Flagg è la Flagg, e non si discute. Però, non so, non mi ha convinta del tutto questo libro. E' come se sentissi tra le sue righe quello che verrà, i romanzi che scriverà, ma che qui ancora sono un pochino acerbi. Non me ne volere Fannie, anche perché hai ancora ben quattro libri per sbugiardarmi e farmi ricredere!

Alla prossima







Buongiorno lettori,
oggi vi parlerò di un libro uscito giusto poco prima di Natale ma che sta imperversando sul web e in libreria: L'uomo del Labirinto di Donato Carrisi.

L'uomo del Labirinto
di Donato Carrisi
Longanesi | La Gaja scienza | 400 pagine
ebook €11,99 | cartaceo €19,00
04 dicembre 2017 | scheda Longanesi

TRAMA
L'ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l'avevano inghiottita. Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d'ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l'Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l'unico a inseguire il mostro. Là fuori c'è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l'ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. Ma uno scopo c'è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine... E questa è l'occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. L'Uomo del Labirinto l'ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.


"Loro non sanno di essere mostri"
Io ho letto questo libro per colpa della Bacci. Si si, Stefania, tutta colpa tua è. Arriva bella bella, mi dice che il libro di Carrisi è spettacolare, di leggerlo, di leggerlo assolutamente. E io, che avevo giusto un ordine Libraccio ancora aperto, che faccio? Naturalmente modifico l'ordine e ci aggiungo anche l'ultima fatica letteraria dell'autore de Il Suggeritore.
Per me è stato il primo incontro con l'autore italiano che da anni imperversa nel mondo del thriller e devo dire che alla fine il libro mi ha molto colpita, anche se una piccola riserva mi rimane.
Per questa recensione non vi racconterò niente della trama, il pericolo di spoiler è troppo vicino, quindi cerchiamo di evitare inutili rischi.
Io all'inizio non ero molto convinta. La storia mi piaceva, o meglio, mi aveva incuriosita e anche se non mi spingeva a macinare pagine su pagine, la lettura procedeva piuttosto spedita, alternandosi tra i ricordi di Sam e le indagini di Genko. Quello che mi  tratteneva dall'abbandonarmi completamente tra le sue pagine è stata l'assenza di una vera e propria ambientazione. E' una cosa strana, come una sorta di fastidio non ben definito che aleggiava un po' ovunque ma che non si concretizzava mai. Dove siamo? Tutto farebbe pensare ad una provincia americana però non lo dice apertamente, e poi i nomi dei personaggi sono strani... Vi è mai capitato di avvertire una strana sensazione leggendo un libro, come se mancasse qualcosa? Ecco, io l'ho avuta per tutte le 390 pagine. E questo mi ha frenato un pochino, anche se alla fine ho letto tre quarti del romanzo tutto in un pomeriggio. Perché alla fine, piano piano, in maniera anche un po' subdola, la storia ti piglia, ti acchiappa e ti trascina tra le congetture che inevitabilmente inizi a fare: chi è l'uomo del labirinto? Dove è stata Sam? Cosa succederà Genko?
Ma fino a qui siamo anche un po' nella norma: leggi un thriller, la storia ti prende, inizi a fare ipotesi... Tutto giusto no? Non c'è niente di sbagliato. Ecco, Donato Carrisi però ad un certo punto mette il turbo, prende la bella storia che ti ha piazzato davanti, te la fa guardare bene bene e poi, io me lo immagino con un sorriso diabolico, la prende e le fa fare un bel carpiato nel cestino del "certo, e io ti lascio con un finale facile, come no".... Tutto quello che ti ha dato, tutte le ipotesi che ti ha accompagnato a creare, tutto diventa carta straccia davanti all'ultimo centinaio di pagine e soprattutto alle ultime... 3 righe! La bocca si spalanca, la mente diventa una linea piatta. e il cuore batte all'impazzata davanti a questo Finale (notare la F maiuscola). E a questo punto io il seguito non solo lo voglio, lo pretendo perché, caro Donato, non ci ha lasciato appesi... altro che cliffhanger... ci ha lasciato come tanti piccoli ebeti lì a fissare quelle tre righe e a grattarci la testa pensando in coro che non abbiamo capito nulla.
Per me è stato il primo libro di questo autore, un autore di cui ho tanto sentito parlare e di cui ho apprezzato il modo di creare il male, la morbosità, l'inganno. Ha saputo scandagliare l'animo umano nelle sue sfaccettature più malate, dandoci una vittima che non è una vittima, un eroe che non è un eroe e un mostro che non è solo un mostro.
Lo consiglio? Si, assolutamente, ma preparatevi perché fino alla fine non avrete capito nulla.

Alla prossima




*in blu i commenti di Laura La Libridinosa*

Buongiorno lettori!
Passate le feste, finito dicembre, torniamo io e Laura con La Classifichella, la classifica di ogni Ciambella, a me 'sto nome continua a sembrare una mischiata, sallo! unica e originale, diffidate dalle imitazioni! ah perché c'è ancora gente che ha il coraggio di imitarci? L'ultimo che l'ha fatto puzza ancora di bruciato!
Che mese è stato dicembre? Direi niente male, anche perché ho affrontato con successo uno dei miei peggiori spauracchi da lettrice, Ken Follett (il primo che nomina quei cavoli di Pilastri della Terra e annessa Cattedrale lo uccido a mano nude e con sofferenza! Beeeeellooooo I pilastri della terra... adoro!). Ma vediamo la mia classifica...


  1. Questa non è una canzone d'amore - Alessandro Robecchi taccio io!
  2. La caduta dei giganti - Ken Follett
  3. Ci vediamo tra poco - Tommaso Fusari 😭😭😭😭
  4. Gemina - Amie Kaufman e Jay Kristof
  5. Un uso qualunque di te - Sara Rattaro
  6. Master Magician - Charlie N. Holmberg
  7. Occhi chiusi spalle al mare - Donato Cutolo
  8. Il caffè delle seconde occasioni - Alison Kent
Invece per la copertina del mese ho avuto non poche difficoltà a scegliere, ognuna mi piaceva per un motivo diverso, ma alla fine ha vinto quella di.... Tommaso Fusari! Core de' zia, lui!



E ora vediamo se il buon proposito di Laura per il 2018 di non fare neanche un pari merito è stato rispettato... ma chi l'ha fatto 'sto buon proposito?

Alla prossima


Buongiorno lettori,
inizia una nuova settimana ma soprattutto si torna dalle vacanze. Io parto in quarta con un po' di influenza, niente di che giusto un po' di febbre. Visto che ieri non stavo proprio bene e fuori imperversava la nebbia ne ho approfittato per stare a casa e terminare la lettura di Animali fantastici e dove trovarli di J.K. Rowling.

Animali fantastici e dove trovarli
di J.K. Rowling
Salani | Salani | 377 pagine
ebook €5,99 | cartaceo €16,90
16 gennaio 2017 | scheda Salani

TRAMA
Siamo nell'anno 1926 nella città di New York: un tempo e un luogo in cui le vicende di un manipolo di persone – e creature – determineranno il destino di molti. Tra questi spiccano: Newt Scamander, il primo (e forse unico) Magizoologo, la cui lotta per la protezione delle creature magiche del mondo prende una piega preoccupante quando alcuni tra i più, potremmo dire, spaventevoli animali da lui accuditi scappano in città. Tina Goldstein, una giovane (ex) Auror americana, impiegata al Ministero della Magia degli U.S.A., che vuole disperatamente riscattarsi da un incidente dovuto a uno scatto d'ira, e sicura che il movimento puritano antimagia Second Salem sia covo non solo di pregiudizi, ma del Male stesso. Queenie Goldstein, la bella e impertinente sorella di Tina, capace di leggere nel pensiero. E Jacob Kowalski, un veterano (e No-Mag), che vuole solo aprire una pasticceria per poter vendere i suoi amati babà. Gli appassionati della geniale fantasia di J.K. Rowling riconosceranno in ogni pagina il suo umorismo, la sua incredibile creazione di un universo magico, e la sua profonda empatia e comprensione verso ogni tipo di persona (dotata o meno di bacchetta magica). Nomi quali Silente e Grindelwald fanno da ponte tra questa storia e quelle di Harry Potter, e i lettori saranno felici di entrare in contatto con una nuova e persino più approfondita comprensione del mondo che ha ereditato. Ma questa è un'avventura che vive di vita propria, e che vi lascerà senza fiato.

Facciamo anche qui, come per Harry Potter e la maledizione dell'erede, la dovuta premessa: questo non è un romanzo. E' la screenplay, cioè la sceneggiatura, del film uscito un annetto fa, quindi come tale si comporta e si presenta: una serie di dialoghi intervallati dalla descrizione del luogo e della situazione. Quindi non vi aspettate Harry Potter, non vi troverete le spettacolari descrizioni dei luoghi con cui la Rowling ci ha catturati e ammaliati. Se non avete ancora visto il film dovrete usare la fantasia e immaginarvi tutto proiettato sul grande schermo; se lo avete già visto la lettura vi risulterà un grande dejavù e forse sarete anche tentati dal saltare qualche pezzetto.
A differenza di Harry Potter e la maledizione dell'erede qui l'unica ad averci messo le mani è J.K. che, se ricordate bene, fece uscire il libro scritto da Newt Scamander diversi anni fa come libro della biblioteca di Hogwarts, donando il ricavato in beneficenza. Con l'uscita del film l'eco intorno a Newt, allo Snano e al simpatico Kowalski si è fatta di nuovo pressante e quindi ecco qui la sceneggiatura. Sceneggiatura che è cosa diversa rispetto al primo libro di Animali fantastici che era poco più che un catalogo di creature magiche. Qui la Rowling si è ricalata nel magico mondo dei maghi, cambiando però epoca e luogo, e ha descritto le avventure di Newt. Siamo nel 1926 a New York. Anche qui il mondo magico è regolato da istituzioni secolari che dettano legge e fanno in modo che vengano applicate e seguite. Newt sbarca con la sua valigia piena zeppa di creature strane e magiche ed è subito un pasticcio, con uno snaso fuggiasco, un No-Mag che ha visto tutto e strani eventi che mettono in pericolo la comunità magica.
Un po' come per la Maledizione si sente per tutta la lettura l'eco lontana delle suggestioni che all'epoca ci diedero Harry, Ron ed Hermione, senza però ridarci in pieno quelle belle sensazioni. La lettura di Harry Potter fu così magica da riportare tutti, anche quelli piuttosto grandicelli, bambini per qualche pagina, con la curiosità di proseguir sempre di un capitolo la lettura, la paura dei dissennatori e la voglia di infilarsi sotto le coperte con il nuovo libro in mano. La storia di Newt e Tina è sicuramente divertente e spettacolare, le creature affascinanti e magiche, il pacchetto accattivante, ma... si finisce il libro insoddisfatti. Attenzione, non per la storia o i personaggi, no perché alla fine della fiera si tratti di un film, ma perché è J.K. Rowling che scrive e inevitabilmente ci aspettiamo quella magia, quelle scene memorabili, quelle scenografie che grazie a sole poche righe possiamo immaginarci in tutto e per tutto.
Anche affrontando la lettura con la mente libera da paragoni col passato non si può fare a meno di pensare che manca qualcosa, manca il collante che lega tutto. Certo, leggerlo per puro diletto, per aver quel pizzico di magia di cui magari si sente la necessità in quel momento (come è capitato a me), si rivelerà essere una lettura divertente, di quelle che ti accompagnano volentieri lungo un pomeriggio un po' nebbioso, ma niente di più.
E' in arrivo il secondo film dedicato a Newt e probabilmente ne uscirà una seconda sceneggiatura. Lo acquisterò? Si, quasi sicuramente, un po' per semplice collezionismo e curiosità, un po' per poter occupare qualche ora pensando che girino tra noi maghi capaci di smaterializzarsi e di ricostruire un'intera metropolitana con un tocco di bacchetta, ma senza aspettarmi molto di più.

Alla prossima



Buongiorno lettori e buon sabato,
lo diciamo subito per chi sta già lì col divino alzato: il primo che fa qualche battuta col la Befana protagonista, prego, quella è la porta e a scopettate in testa si può prendere da solo. Ok? Tutto chiaro, ci siamo capiti? Bene, bravi lettori!
Le feste sono praticamente finite ed è tempo di tornare alla cara normalità. Che un po' ci vuole perché io ieri ero convinta che fosse giovedì di un ben precisato mese di un non ben precisato anno... insomma non ci sto più capendo niente. Ci vogliono dei punti fissi e uno di questi è una nuova recensione che questa volta purtroppo non è positiva: Le pergamene di Sertorio di Nelson Martinico (un grazie va alla casa editrice Edizioni Spartaco che mi ha messo a disposizione una copia).

Le pergamene di Sertorio
di Nelson Martinico
Edizioni Spartaco | Dissensi | 384 pagine
 cartaceo €14,00
4 maggio 2017 | scheda Edizioni Spartaco

TRAMA
Traiano convoca a palazzo Plutarco: in Spagna sono state rinvenute alcune pergamene preziose perché scritte di proprio pugno dall’oratore e condottiero Quinto Sertorio. L’imperatore incarica lo scrittore e storico greco di mettere ordine in quei documenti risalenti al I secolo avanti Cristo, sfrondando e limando, per restituire dignità a un grande uomo di Stato condannato all’oblio. E così, attraverso un’autobiografia, Sertorio in prima persona racconta gli avvenimenti drammatici e affascinanti della sua vita: il legame con la madre e il pedagogo Filostrato, l’educazione rigida, gli studi, le amicizie, l’amore bruciante per Flavia, l’affermazione come oratore nella Capitale. Vicende familiari ed episodi di vita pubblica si intrecciano, sullo sfondo di una Roma spaccata in due fra popolari e aristocratici. Con la dittatura di Silla, al democratico Sertorio non resta che superare Alpi e Pirenei fino alla terra dei suoi antenati materni. Proprio qui l’eroe di Aquae Sextiae, orbo di un occhio, acclamato dal popolo come un nuovo Annibale, diverrà un ribelle contro l’Urbe dando ai suoi partigiani, iberici e non, usi e istituzioni romane, con l’intento non di abbattere la Repubblica, ma solo la corruzione che in essa si annida. Inferti gravissimi danni agli eserciti di Metello e Pompeo, alla fine cade vittima del tradimento. Storia, leggenda e invenzione letteraria si fondono in un libro avvincente. Personaggio straordinariamente attuale, Quinto Sertorio nei Paesi iberici è tuttora ritenuto un eroe nazionale ed è oggetto di saggi e racconti. È tempo che la sua figura sia riscoperta anche in Italia.


Ok lettori, qui bisogna rispolverare un attimo qualche nozione di storia romana. Aspettate che do una pulita alla Laurea che ci sta giusta giusta e sono pronta.
Sertorio, ve lo ricordate? Beh sicuramente non è uno Giulio Cesare o un Nerone, non è uno di quei nomi a cui si ricollegano immediatamente gesta e imprese. Magari si, il nome qualcosa ci dice, ma quei romani con tutti quei nomi li si confonde sempre un po'.  Quinto Sertorio è uno di quei personaggi che si muovono sullo sfondo dell'avanzata Sillana e delle lotte con Mario. Fu un grande oratore e questo gli giocò amicizie ma anche non pochi nemici. Ma fu anche un valoroso militare, in particolare contro i Teutoni, che contribuì a sconfiggere del tutto guadagnandoci un occhio in meno (rischi del mestiere). Ma Sertorio fu soprattutto un valoroso avversario per quella Roma Repubblicana che, nel mito del vero romano, era in realtà lacerata al suo interno da fazioni pronte a farsi la pelle a vicenda senza troppi problemi. Rifugiatosi in Spagna la governò effettivamente cercando di dare alle genti locali una impostazione romana senza però la corruzione che dilagava nella penisola italica.

Questa a grandi linee, giusto per farvi capire dove siamo e quando, è la storia che mi sono trovata a leggere. Della vita di questo uomo, troppo presto additato come un ribelle, parla questo libro, una biografia romanzata che con l'escamotage delle pergamene scritte di suo pugno racconta in prima persona gesta e cuore del protagonista. Tutto molto bello, anche perché francamente di Sertorio mi ricordavo giusto qualcosina ma mica tanto. E mi ha fatto piacere rivalutare una figura di cui effettivamente poco e male si sa.
Il problema è che in più di una occasione ho avuto la sensazione che  fosse tutto troppo forzato, troppo costruito. Mi spiego meglio... E' una biografia, tuttavia esistono biografie e biografia. C'è quella che nasce tale e muore saggio e quindi ha un'aurea accademica. Poi c'è quella romanzata, ed è il nostro caso, che a mio avviso deve parlare della vita del protagonista ma non dare l'idea che poi seguirà un'interrogazione con tanto di voto sul libretto. In più punti l'autore ha inserito spiegazioni di usi e costumi romani, fatti storici, propri di un manuale di archeologia romana ma che in un romanzo appesantiscono e rendono macchinosa la lettura. Termini latini, spiegazione di cosa sia uno stilo, dei culti bacchici... tutto bene, però per chi lo ha studiato da proprio la sensazione di un esame universitario che ti aspetta, per gli altri da solo noia e poca voglia di continuare. Ed è un peccato, perché al figura di Sertorio è eroica, avventurosa e profonda, poteva essere resa meglio e dare di più al lettore senza la sensazione di essere valutati.

Alla prossima



Buongiorno lettori,
con Gennaio riprendono le uscite. Dicembre di solito è sempre un po' carente in questo senso (anche se questa volta qualcosa è apparso) e Gennaio invece ci saluta con un pò di nuovi volumi in libreria. Quest'anno non sarà un grande mese eppure qualcosa di interessante c'è e io ovviamente me lo sono segnato...


Fiori sopra l'inferno
di Ilaria Tuti
Longanesi | La Gaja scienza | 350 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €16,90
4 gennaio 2018 | scheda Longanesi 

Trama
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».


Follia maggiore
di Alessandro Robecchi
Sellerio | La memoria | 273 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €15,00
10 gennaio 2018 | scheda Sellerio

Trama
«E ho pensato che avevo sbagliato vita, che così non andava bene, e che intanto mi ero perso delle cose, e moltissime altre, forse più importanti... cose... persone... a cui ho pensato sempre...».
Umberto Serrani è un elegante, anziano, ricco signore cullato dai suoi rimpianti. Riservato, distaccato, finalmente padrone del suo tempo dopo una vita passata a «mettere al sicuro» le fortune altrui, specie se sospette e ingombranti, un lavoro che gli ha permesso di tessere legami invisibili che arrivano dappertutto.
Quando apprende della morte di Giulia – un amore di venticinque anni prima, intenso, totale, un rimpianto mai sopito – decide di capire, agire, pagare vecchi debiti. Vuole sapere di quella morte assurda che sembra uno scippo finito male, chi è stato, perché. E vuole sapere tutto di quella donna per tanti anni amata nel silenzio e nella lontananza, della sua vita solitaria e ordinata, delle sue speranze e delle sue difficoltà, della figlia Sonia, promettente soprano.
Assolda per questo una coppia di strani investigatori, Carlo Monterossi e Oscar Falcone: il primo è un mago della televisione, che però odia; il secondo sa nuotare in tutti gli ambienti e ha uno speciale sesto senso per le cause giuste. Intanto, sull’omicidio lavorano anche Ghezzi e Carella, sovrintendenti di polizia, «due cani da polpaccio», che vogliono chiudere il caso, fare giustizia, capire.
I quattro, indipendentemente gli uni dagli altri, dragheranno le acque fetide che hanno inghiottito Giulia, con il sottofondo delle arie d’opera in cui la giovane Sonia si esercita per realizzare il suo sogno.
Ogni libro di Alessandro Robecchi contiene personaggi, intrecci e tanta materia narrativa da poterne ricavare più romanzi; dialoghi tesi, un parlato da duri e un esemplare umorismo di costume sui nostri tempi. E le sue storie traggono sempre spunto da un’amara osservazione sociale e umana. In Follia maggiore c’è l’agonia silenziosa del ceto medio che attrae appetiti criminali, e un malinconico «discorso dei rimpianti» sulle cose perdute che non torneranno. Mai.


Mezzanotte alla libreria delle grandi idee
di Matthew Sullivan
Longanesi | La Gaja scienza | 380 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €16,40
25 gennaio 2018 | scheda Amazon

Trama
Lydia Smith è una ragazza introversa, non le piace farsi notare. Lavora presso la Libreria delle Grandi Idee, un impiego che le consente di nascondersi, anche letteralmente, tra i suoi amati libri in compagnia di bizzarri colleghi e di clienti fissi, spesso disperati e senzatetto affettuosamente soprannominati BookFrogs, che si aggirano ogni giorno in libreria saccheggiandone gli scaffali. Ma quando Joey McGinty, un giovane BookFrog, si uccide nel retro della libreria, Lydia sente che la sua vita, come è stata fino a quel momento, sta per cambiare completamente. Joey, infatti, ha lasciato in eredità alla sua libraia preferita tutte le sue proprietà. Un magro bottino, in realtà: libri e chincaglieria varia, ciò che rimane di un uomo solo e abbandonato. Ma sfogliando alcuni libri, Lydia nota che sono tutti deturpati al loro interno, l'inquietante opera, forse, di una mente disturbata, confusa. Tuttavia i volumi sembrano contenere un messaggio: di che segreto si tratta? In che modo Lydia è collegata a tutto questo? Nel tentativo di scoprire la verità dietro il suicidio di Joey, nella mente di Lydia tornano le immagini di una terribile notte della sua infanzia, dettagli sepolti nella sua memoria. E insieme ai ricordi riemergono presenze che Lydia pensava di aver lasciato ormai nel passato: suo padre, accompagnato da uno strano poliziotto e, ancora peggio, un assassino noto come Hammerman che la giovane sperava di non dover più sentir nominare.

Alla prossima



Buongiorno lettori,
il 2018 è oramai iniziato da qualche giorno. Allora che ve ne pare finora? Io ammetto di non essere praticamente uscita di casa, un po' per mera pigrizia, un po' perché il vento in questi giorni ci fa volare via, un po' perché avevo voglia di leggere. Visto che sono diversi anni che inizio l'anno con un libro schifoso (La corsa delle onde del 2017 è il caso più emblematico ma non l'unico), per il 2018 mi sono impuntata e sono voluta andare sul sicuro. Cavoli, non è possibile iniziare sempre con una ciofeca! Quindi la mia scelta è andata su un autore che in realtà ho scoperto da poco ma che tante soddisfazioni mi sta dando (infatti non solo ho già recuperato, anche grazie ai regali di Natale, tutti i libri finora pubblicati, ma mi sono pre-ordinata il prossimo in uscita). Sto parlando naturalmente di Dove sei stanotte di Alessandro Robecchi, secondo libro con protagonista Carlo Monterossi.

Dove sei stanotte
di Alessandro Robecchi
Sellerio | La memoria | 345 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
26 marzo 2015 | scheda Sellerio


TRAMA
Protagonista di questo giallo, che miscela ad arte tensione, amore e ironia, e racconta anche di una rinfrancante cospirazione della solidarietà umana, è Milano. La città di Expo 2015, che "accoglie 20 milioni di visitatori", dove gli architetti sono archistar, le sedie "sistemi di seduta" e le feste sono eventi. E contrapposta a questa metropoli, la Milano delle periferie multietniche dove la disperazione sa ancora lasciare spiragli alla speranza, cioè alla vita vera. Due città che sono due mondi, e un involontario, scanzonato protagonista che li percorre in lungo e in largo da preda e cacciatore insieme. Carlo Monterossi è il fortunato autore di una trasmissione tivù di genere piagnucoloso, "Crazy Love", un grande successo commerciale di cui non va per nulla fiero. A casa sua, nella baraonda di una festa, finisce un giovane orientale in stato confusionale. Somiglia in modo impressionante a un architetto giapponese acclamato come una star all'Expo, ma non ricorda nemmeno il proprio nome e non vuole che si chiami la polizia. Il giorno dopo, il giovane orientale sparisce e Carlo Monterossi trova il suo appartamento devastato da una perquisizione. Di colpo la sua esistenza agiata e tranquilla è sconvolta da eventi che gli paiono inspiegabili ma evidenti: qualcuno cerca qualcosa ed è abbastanza determinato da seminare cadaveri, anche il suo, per trovarla.


"In effetti non esiste nessun manuale che dice cosa fare se ti trovi in casa un cinese con la testa spaccata. Statisticamente è una cosa piuttosto rara, a Milano, forse in Cina è più frequente, vai a sapere."

Un giapponese (o cinese, o coreano, o una cosa così) che dorme sul divano. No, non è lo strano remake del film di Verdone ma l'inizio di questo giallo tutt'altro che semplice da risolvere. Nella Milano della grande Expo, quella stessa città che aspetta milioni di visitatori che a quanto pare si sono nascosti molto bene, Carlo Monterossi si ritrova suo malgrado invischiato in una storia che tocca aspetti tra loro molto distanti: una star dell'architettura, i Servizi Segreti (o meglio la Ditta), la famosa  Esposizione Universale e la comunità latina della città. L'unica sua pecca è stato decidere suo malgrado di dare una festa durante la settimana del Salone del Mobile. Ecco, da lì il creatore del programma più trash della Tv italiana, Crazy Love, non solo si ritrova appunto un giapponese con un bernoccolo grande quanto un'albicocca sul divano immacolato del soggiorno, ma anche la casa devastata e un mandato di arresto sul groppone. Unica soluzione: la latitanza, ovviamente, spalleggiato dall'amico Oscar. Chi è sto giapponese? E cosa cercano quelli che cercano il giapponese e ora pure Carlo?

Questo è il secondo libro di Alessandro Robecchi (QUI la recensione del primo Questa non è una canzone d'amore) e oramai sono completamente innamorata del suo stile e del suo modo di scrivere. Ironico e pungente, Robecchi sa dare al lettore una storia molto complessa e intricata senza però lasciarlo spaesato, senza annoiarlo. Anzi! Carlo, il nostro protagonista, l'Uomo dai mille guai, non si limita ad accompagnarci nel giallo per capire che sta succedendo. No. Con il suo ironico sarcasmo (ridondanza? ma si che ci sta) ci mostra anche una città in pieno fermento per la Grande Esposizione ma che non è pronta o non è all'altezza di un evento del genere, una città che guarda ai grandi palazzi e ai faraonici padiglioni della fiera ma che invece si dimentica (o forse vuole proprio nascondere) del barbone che si accuccia sui gradini di una lavanderia fallita pensando che sia il posto più bello del mondo o che al suo interno tante persone, immigrati o meno, regolari o meno, si arrabattano alla ricerca di una soluzione a problemi ben più gravi di questa o quella delegazione in visita. Si sente l'amore per Milano dell'autore, la mostra, la descrive, la osserva, ma non per questo si nasconde dietro a un dito o fa finta di non vedere la corruzione e le sue idiosincrasie. E Milano in questo modo diventa anche un po' protagonista oltre che ambientazione del tutto particolare. Perché il problema, il cuore di questa storia, nasce proprio nel cuore della città.

Tanti sono i personaggi che troviamo in questo romanzo. Esattamente come nel primo libro, non solo Carlo è circondato da un nugolo di persone, ma in un alternarsi di capitoli seguiamo anche la polizia che cerca di scovare un pluriomicida e gli antagonisti di Carlo. Tutti sono alla ricerca di qualcosa e di qualcuno e la domanda sorge spontanea: chi sarà il primo a trovarlo?

Bravo Robecchi! Bravo nel creare un protagonista che esce fuori dai cliché della giallistica italiana e che ci sa divertire ma anche un po' incuriosire con questi riferimenti ad una Lei che ancora non sappiamo chi sia o dove sia; un protagonista che ci intenerisce e che sento tanto nelle mie corde. Bravo nel farci muovere nella comunità latina milanese, fatta certo di bande e spaccio ma anche di persone per bene. Bravo nell'architettare un giallo curioso e unico nel suo genere. Ma bravo soprattutto a dare a tutto ciò una continua nota ironica che porta tutto un altro piano di lettura.

Alla prossima





BUONGIORNO LETTORI!!!
A - E - I - O - U - Y... pe pe pe pe pepe... Reduci dal trenino di capodanno? Eh mi spiace per voi, perché io a mezzanotte e un minuto già ero sotto al piumone con un libro nuovo fiammante da iniziare. Aaahhh la gggioia! A me Capodanno non è mai piaciuto tanto, quindi prima arriva, prima passa e meglio sto. Ma visto che oggi inizia anche un nuovo mese bisogna fare il punto della situazione e organizzarsi con le prossime letture. 

LE MIE LETTURE DI DICEMBRE
Ottimo mese dicembre, ho letto proprio tanto, concludendo il mio anno con 80 libri letti.


  • Gemina . Amie Kaufman e Jay Kristoff, Mondadori (cartaceo)
  • Un uso qualunque di te - Sara Rattaro, Giunti (cartaceo)
  • Master magician - Charlie N. Holmberg, Fanucci (cartaceo)
  • Questa non è una canzone d'amore - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo)
  • La caduta dei giganti - Ken Follett, Mondadori (cartaceo)
  • La ghostwriter di Babbo Natale - Alice Basso, Garzanti (ebook)
  • Occhi chiusi spalle al mare - Donato Cutolo, Edizioni Spartaco (cartaceo)
  • Ci vediamo presto - Tommaso Fusari, Mondadori (ebook)
  • Il caffè delle seconde occasioni - Alison Kent, AmazonCrossing (cartaceo)
  • La cena perfetta - Francesco Gungui, Giunti (ebook)

LE NUOVE ENTRATE DI DICEMBRE
E qui stendiamo un velo pietoso... anche perché aspetto l'arrivo di un pacco Libraccio... ehm


Omaggi dalle Case Editrici
  • Finalmente ci sei - Tijan, Garzanti (cartaceo)
  • L'ultimo disastro - Jamie McGuire, Garzanti (cartaceo)
  • Occhi chiusi spalle al mare - Donato Cutolo, Edizioni Spartaco (cartaceo)
  • Le pergamene di Sertorio - Nelson Martinico, Edizioni Spartaco (cartaceo)

Premi Giveaway
  • Il nido - Cynthia D'Aprix Sweent, Frassinelli (cartaceo)

Regali di Natale
  • Il cacciatore di sogni - Sara Rattaro, Mondadori (cartaceo) da Laura
  • I Medici. Decadenza di una famiglia - Matteo Strukul (cartaceo) da Laura
  • Dove sei stanotte - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo) da Laura
  • Di rabbia e di vento - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo) dalla Bacci
  • 22/11/63 - Stephen King, Sperling & Kupfer (cartaceo) dalla Bacci

Acquisti
  • La ghostwriter di Babbo Natale - Alice Basso, Garzanti (ebook)
  • Come diventare vivi - Giuseppe Monesano, Bompiani (cartaceo)
  • Torto marcio - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo)
  • Un anno in giallo - AA.VV., Sellerio (cartaceo)
  • Ci vediamo presto - Tommaso Fusari, Mondadori (ebook)
  • 4 3 2 1 - Paul Auster, Einaudi (cartaceo)
  • Vita segreta di una giurate - Jessica Tom, HarperCollins Italia (cartaceo)
  • Le figlie del libro perduto - Katherine Howe, Salani (cartaceo)

Ciao sono Laura e ho un problema... l'importante è ammetterlo!

TBR DI GENNAIO 2018
E ora vediamo cosa leggerò a gennaio...

  • Dove sei stanotte - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo)
  • 4 3 2 1 - Paul Auster, Einaudi (cartaceo)
  • Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop - Fannie Flagg, Rizzoli Bur (cartaceo)
  • Le pergamene di Sertorio - Nelson Martinico, Edizioni Spartaco (cartaceo)
  • Un anno in giallo - AA.VV., Sellerio (cartaceo)
  • Il cacciatore di sogni - Sara Rattaro, Mondadori (cartaceo)

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