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La Biblioteca di Eliza

Buongiorno lettori,
ma soprattutto buongiorno lettrici e buona festa della donna! Al grido di Meno mimose e più libri oggi vi propongo la recensione di un libro straccio da una donna e con una donna protagonista, un libro vi avverto che mi ha catturato fin dalle primissime pagine. Sto parlando di Le assaggiatrici di Rosella Postorino. E visto che oggi prende il via anche Tempo di Libri vi avviso che Rosella Postorino presenterà il suo libro in fiera sabato 10 marzo alle ore 16:30, Sala Brown 2. Se vedete un donnino con occhi adoranti in prima fila... sono io!

Le assaggiatrici
di Rosella Postorino
Feltrinelli | I narratori | 285 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,00
11 gennaio 2018 | scheda Feltrinelli

TRAMA
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

La paura entra tre volte al giorno, sempre senza bussare, si siede accanto a me, e se mi alzo mi segue, oramai mi fa quasi compagnia. 

Con il libro della Postorino ho rispolverato la mia collezione di segna pagina colorati. Era da tanto che un libro (o almeno un cartaceo) non mi chiedeva così tanto lavoro di sottolineatura. E lo sapete che cosa vuol dire quando i miei libri diventano un arcobaleno di colori per i tanti post it usati. Esatto: mi è piaciuto un sacco!

credits: notizie.it
Di questo libro si è parlato e si sta parlando molto e devo dire a ragione. E' un libro che rimarrà, non una di quelle pubblicazioni spuntate giusto in occasione delle giornate della Memoria. No, Le assaggiatrici ci parla del nazismo, di Hitler e della Germania del 1944 con un altro piglio e soprattutto con un altro punto di vista, o meglio con un punto di vista trasversale. Rosa non è una fervente nazista né all'opposizione. Si è ritrovata in questa situazione e cerca di sopravvivere come può. Lei è un altro gruppo di donne sono, infatti, le assaggiatrici, donne che assaggiano il cibo di Hitler per controllare che non sia avvelenato. Sono tedesche, donne che lavorano per il Fuhrer e che a lui votano il proprio corpo. Il pericolo di morire avvelenate è in ogni boccone che a fatica buttano giù, in ogni sorso d'acqua. Rosa si trova in questo gruppo per caso. Lei è berlinese, suo marito è al fronte e per sicurezza si è trasferita dai suoceri, in un paesino a poca distanza dalla Tana del Lupo.

La storia di Rosa Sauer è ispirata a quella
di Margot Wolk
(credits: corriere della sera)

Dicevo, Rosa lotta per vivere, o meglio per sopravvivere, in nome di quel marito che conosce appena e che l'ha lasciata per arruolarsi, da bravo tedesco. E' però cosciente che la sua vita è legata a quella del Fuhrer, finché lei vivrà lui vivrà. Ecco un aspetto che non può non colpire in questo romanzo, l'ambiguità, il confondersi e lo sdoppiarsi delle personalità. E' qualcosa di molto sottile, che però attraversa tutto il romanzo e che spesso troviamo con frasi quasi deliranti, ma che ci danno un senso netto di quella che doveva essere la vita di queste donne. Il loro lavoro consisteva nel mantenere in vita proprio colui che  stava portando il paese e loro stesse sull'orlo dell'abisso. C'era chi si rendeva conto di ciò, chi aveva smesso i panni del fervente nazionalsocialista, ma c'era anche chi ancora credeva ciecamente al sogno della grande Germania. In mezzo donne come Rosa, consce che il mondo era al collasso ma costrette nel loro ruolo. E così il loro cibo era il cibo di Hitler, la loro vita era la vita di Hitler.

Non merito nulla, a parte ciò che faccio: mangiare il cibo di Hitler, mangiare per la Germania, non perché la ami, e neanche per paura. Mangio il cibo di Hitler perché è questo che merito, che sono.

In mezzo a tutte queste contraddizioni c'è Rosa, una moglie che non ha mai potuto farlo fino in fondo e che per caso si trova a svolgere un lavoro pericoloso e disarmane, che mina la sua psiche, che la tiene sempre sul filo del rasoio. In Rosa c'è quasi una vergogna nel vendere il proprio corpo (perché alla fine anche lei si rende conto di fare ciò) ma lo fa, per quel marito lontano, per i suoceri che l'hanno accolta come una figlia, per quelle stesse donne che con lei si siedono al tavolo della mensa e ingurgitano, si sforzano di riempire il proprio corpo pur sentendosi completamente svuotate, in attesa che quello sia il loro ultimo pasto. Sono donne molto diverse quelle di cui si circonda, donne che però ci raccontano a modo loro un pezzo di storia: le madri sole, le ragazze invaghite di un soldato, quelle che devono celare la loro vera identità, le "invasate" felici di sacrificare tutte loro stesse per la causa.

Rosella Postorino non ci racconta solo una storia, non ci racconta solo di un periodo storico, no fa molto di più. Scandaglia l'animo umano, le sue debolezze e le sue ambiguità, le sue paure ma anche i suoi peccati e lo fa con una prosa chiara e netta, di quella che ti fa stare attenta e che ti tiene legata al libro. Le assaggiatrici va letto, per la sua verità e per la sua schiettezza.

Alla prossima



Buongiorno lettori!
Con l'avvicinarsi di Tempo di Libri, e siamo a -2 per quanto mi riguarda ( -1 per chi andrà già domani), continuano le recensioni di alcuni libri che saranno protagonisti alle Fiera milanese. Oggi vi parlo de L'ultimo di noi di Adelaide de Clermont-Tonnerre, portato in Italia dalla Sperling. L'autrice francese terrà un incontro per presentare il libro venerdì 9 marzo alle ore 19 in Sala Bianca, insieme a Margherita Oggero e a Maurizio Cabona. 

L'ultimo di noi
di Adelaide de Clermont-Tonnerre
Sperling & Kupfer | Pandora | 383 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,90
20 febbraio 2018 | scheda Sperling & Kupfer

TRAMA
Dresda, 1945. Sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio. Nell'affidarlo alla carità di estranei, consegna loro anche il nome del neonato, come una promessa di futuro. New York, 1969. Nella Manhattan di Andy Warhol e Jimi Hendrix, un giovane imprenditore rampante è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore dell'unica donna che è riuscita a farlo innamorare. Lui, Werner, orfano di genitori ignoti, è convinto di poter scrivere la propria vita da zero. Lei, Rebecca, figlia di uno degli uomini più facoltosi d'America, è uno spirito libero. La passione li travolge senza limiti. Ma la felicità ha le ore contate. Una rivelazione inattesa strappa a Werner quel futuro che credeva di avere già in pugno. C'è qualcosa, nelle sue origini oscure, che rischia di separarlo per sempre da Rebecca. Se vuole davvero lottare per il suo amore, Werner dovrà fare i conti con il passato, ripercorrendo a ritroso la Storia alla ricerca della sua vera identità, la cui unica traccia è cucita da sempre dentro i suoi vestiti di bimbo: «Si chiama Werner Zilch. Non cambiategli il nome, è l'ultimo di noi.»

"Ti convincerai di aver toccato il fondo, ti convincerai che quello che stiamo vivendo sia il massimo dell'abominio, ma è solo l'inizio. Con questa gente non c'è mai fine al peggio"

Questo è uno di quei libri che se non mi fosse stato proposto probabilmente non avrei preso in considerazione. Quando guardo le prossime uscite la prima cosa che mi colpisce di solito è la copertina e questa non mi aveva attirato, portando quindi in secondo piano tutto il libro. Invece l'ufficio stampa me ne ha proposta la lettura e, al termine, devo dire per fortuna. Dietro quella copertina che, non so perché, poco mi convinceva c'è una storia che mi ha molto colpito anche se all'inizio temevo nell'errore. Mi sembrava, infatti, che non si arrivasse mai al punto e quindi, sulle prime pagine, avevo un po' storco il naso. Eppure c'era qualcosa che mi ha spinto a continuare.
credits: Richard Peter, Dresda 1945

Tutto il libro è un alternarsi tra il 1945 e il 1969. Tra passato e presente incontriamo il protagonista, quel Wrener Zilch a cui non va cambiato il nome perché è L'ultimo di noi. Lo incontriamo appena nato, sotto le bombe che distruggono Dresda e poi, adulto, nel 1969 a New York dove, da giovane ambizioso, sta cercando di costruire il suo impero immobiliare e si innamora pazzamente di Rebecca, la donna della sua vita. Quello che non mi convinceva di questo inizio era il concentrarsi su questo amore istantaneo e folle per Rebecca, sul loro prendersi e lasciarsi. Insomma, temevo la storiella leggera. Ma... perché, se questo era il caso, raccontarci anche di Dresda, delle bombe, della zia infermiera che con caparbietà lo ha portato in salvo? Ovvio che ci dovesse essere di più...

E infatti ecco che piano piano questa storia all'apparenza frivola e scanzonata diventare la ricerca di ben altro, di quella conferma che potrebbe cambiare la vita di Werner e di Rebecca. Ecco qua la mia storia! Si io adoro questo generi di racconti, quelli che mescolano passato e presente e che ti danno modo di rileggere ciò che è stato sotto un nuovo sguardo, sotto nuova luce. 
L'autrice usando comunque un che di leggero, uno stile mai morboso, ci racconta una storia terribile, di quelle che forse non potremo mai capire sino in fondo, e lo fa usando la storia di un bambino, di un innocente che senza saperlo viene sballottato per due continenti e diventa una vera e propria arma di ricatto. E poi ci racconta di questo ragazzo che diventato adulto vuole affermarsi, vuole sbracciarsi tra le masse per diventare qualcuno. Werner è testardo, caparbio, a volte capriccioso e superbo, ma non molla l'osso, non si limita ad un no come risposta, vuole sapere e soprattutto vuole avere il potere di cambiare il suo futuro.
Ero libero da ogni eredità, da ogni passato e mi sentivo padrone del mio futuro. Ardevo dal desiderio di dimostrare chi ero, di vedere il mio nome, troppo spesso sbeffeggiato, ispirare rispetto e, se necessario, timore.

Questo mi è molto piaciuto in un personaggio che, per altri aspetti, invece poco mi stava simpatico. Un po' come Rebecca gli rinfaccia, non puoi dirti innamorato pazzo di una donna per poi tradirla con uno stuolo di di ragazze appena qualcosa non va....
L'autrice non si risparmia neanche sul finale, perché là dove uno pensa di aver capito tutto, di avere in pugno la storia, di farla sua, la storia stessa si piega e si contorce dandoti un'ultima sorpresa finale.

L'ultimo di noi è un romanzo in cui è difficile entrare, non ci si sente subito a proprio agio, dovete dargli tempo, farlo smussare e adattare. Ma fidatevi, dategli questa occasione, proseguite per qualche pagina ancora, perché vi porterà nel pieno di una ricerca personale e di giustizia unica nel suo genere.

Alla prossima






*in BLU i commenti di LAURA*
*in VERDE i commenti della BACCI*

Buongiorno lettori!!! E buongiorno! E buongiorno pure da me!
Oddio... ma che è tutta 'sta gente!? Permesso... Lallì ma dopo camera tua apri pure camera mia?? No no, qua se c'è una che ha aperto sei tu! Uh ma c'è la Bacci!! Io, io! Sempre detto io che devi fare selezione migliore Doveva farla tempo fa, invece sei ancora qui. Ciao Bacci!! Ciao! Ebbene sì lettori, la Classifichella, La classifica di ogni Ciambella (bello titolo! piace solo a te Minchia che lagna!), acquista nel senso che la paghiamo pure? Lallina, non glielo avevi detto? un nuovo membro nel team. Da questo mese anche la Bacci, anche detta Stefania chiiiiii??? Sempre io! di Due lettrici quasi perfette (come? Dovrebbe essere il contrario? Naaaaaa Ormai quando mi chiamano per nome non mi giro mai) farà con noi la sua Classifica del mese, classifica che sarà debitamente commentata da me e Laura La Libridinosa. Felici? Guardali, fanno la ola! Dai, non fate così, tornate qua, proviamo a fare le brave. Noi tanto parla per te, sorella Io felice sono, sei sempre tu quella che rugna, perché ci divertiamo sempre un sacco insieme! Bacci lo dico subito: non fare come quell'altra e vacci piano coi pari merito! Ci proverò... Bacci avvisata... mezza accoppata :) No no, qui non si muore manco a metà!
Allora iniziamo con la mia classifica di Febbraio...


  1. Uomini che restano - Sara Rattaro, Sperling & Kupfer copiona! Ilvincitore del "Trofeo 3 Ciambels"!
  2. Di rabbia e di vento - Alessandro Robecchi, Sellerio (Lallì no, non dillo) muta sono!
  3. Belgravia - Julian Fellowes, Neri Pozza con comodo! Nipote aveva perso speranza
  4. La cena dei segreti - Care Santos, Salani Voglio leggerlo pure io!
  5. Sentimi - Tea Ranno, Frassinelli
  6. Il bistrò dei libri e dei segreti - Rossella Calabrò, Sperling & Kupfer
  7. Un ragazzo normale - Lorenzo Marone, Feltrinelli non mi fare parlare, ti prego! Shhhhh!
  8. Fandom - Anna Day, DeAgostini
  9. Sissi. La solitudine di un'imperatrice - Allison Pataki, Beat

La copertina del mese... uhm... mica facile, ma credo che voterò... questa si presta a belle foto, sì sì!


Allora Bacci, dimmi un po' come ti sei trovata in questo nuovo ruolo? Spero male, così te ne vai! E invece mi sono trovata benissimo! E comunque mi sono sentita meglio accolta qui che da te, sallo! Ora lo sai vero che io e Laura veniamo a commentare da te? Orpo! Ecco dove stava l'inghippo! Uh posso metterti due unicorni qua e là? Te lo dico io dove mettere gli unicorni? Ecco, anche i miei, nello stesso posto! No, uffa te e Laura non mi fate mai giocare... Lallì li posso mettere da te?  CREPA! Come? Vado? ok, vado! Ecco vai, a fanculo vai! Alloooooraaaa! 
Curiosa di vedere le Classifichelle di Laura e della Bacci? E che aspettate, andate, op op!

Alla prossima


Buongiorno lettori,
manca una settimana a Tempo di Libri e le recensioni si seguiranno una dopo l'altra. Il tempo è poco, i libri sono tanti ma cercherò di parlarvi di tutti quei romanzi che saranno protagonisti alla fiera di Milano. Oggi la recensione riguarda una delle ultime uscite targate HarperCollins Italia, Le spose sepolte di Marilù Oliva. L'autrice sarà presente in fiera domenica 11 marzo alle ore 16 al Caffè Letterario.

Le spose sepolte
di Marilù Oliva
Salani | Romanzo | 380 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €17,00
1 marzo 2018 | scheda HarperCollins Italia

TRAMA
Dove sono finite quelle donne misteriosamente sparite da anni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla? Uno dopo l'altro, i loro corpi vengono ritrovati grazie a un killer implacabile che costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove si trovano le loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali per mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l'assassino vuole così rendere giustizia alle spose sepolte. I pochi indizi lasciati sulla scena del crimine conducono a un piccolo paese, Monterocca, soprannominato la Città delle Donne, un territorio nell'Appennino bolognese circoscritto da mura ed elementi naturali, governato da una giunta completamente al femminile. Il team investigativo, in cui spicca la giovane ispettrice Micol Medici, si trova catapultato in una realtà di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura montana che fa da contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante enigma conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un'azienda farmaceutica che sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal serial killer come siero della verità per far confessare i colpevoli. Ma quanti altri segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese? Solo Micol ha l'innata capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe costarle la vita...


"Mentre io mi putrefacevo, giorno dopo giorno, un'altra prendeva il mio posto e cresceva i miei bimbi. Come me ce ne sono mille. Stanno dappertutto, senza pace, talvolta voi ci camminate sopra: alcune non le troveranno mai"

Non so se vi è mai capitato ma con questo libro mi sento divisa. Da una parte la storia, il mistero, il thriller mi sono piaciuti moltissimo, ma veramente tanto; dall'altra ci sono diversi aspetti che ho trovato un po' troppo sopra le righe, al limite del possibile. E questo mi dispiace perché a questo libro per la storia, per il tema trattato avrei voluto dare 10 gufi. Invece ho dovuto abbassare il mio punteggio. Ma andiamo con ordine, di che parla il libro di Marilù Oliva?

Uno dopo l'altro vengono trovati i corpi di alcuni uomini che in passato sono stati accusati di aver ucciso le proprie moglie e di aver occultato i loro cadaveri. Ora le vittime sono loro, uccisi con un vero e proprio rituale che prevede la somministrazione di un forte anestetico per far confessare le loro colpe, lo sgozzamento e l'infilzare con alcuni spilli diversi parti del cadavere. Tutto sembra portare ad un paesino del bolognese, Monterocca, un posto come tanti se non fosse per il suo essere il paese ideale, retto da una giunta a prevalenza femminile, privo di auto e traffico, quasi autosufficiente, senza criminalità. Ma così perfetto questo posto non è e se ne accorge presto l'ispettrice della polizia Micol Medici.

credits: google
Dicevo, la storia mi è piaciuta molto perché con lo stratagemma del thriller l'autrice ha saputo proporre al lettore un tema tanto delicato quanto, purtroppo, sempre più attuale, il femminicidio. Nel cuore del romanzo troviamo, infatti, le storie delle moglie delle attuali vittime che per il mondo sparirono senza un perché dall'oggi al domani, con il sospetto, alimentato proprio dai coniugi assassini, di pazzia o tradimento. Ma non si ferma qui. La parte più interessante è secondo me nel racconto, che si alterna ai capitoli sulle indagini, di una bambina figlia di una moglie uccisa, lei stessa spettatrice indifesa dell'omicidio della madre. Vedremo attraverso gli occhi di questa bambina, appositamente lasciata fino alla rivelazione finale anonima, lo spavento ma anche l'irrealtà che a 5 anni può provare, il non capire, il sentirsi quasi in colpa. Questa per me è stata una delle forze del romanzo, erano le parti che più attendevo, mi chiedevo cosa stesse succedendo a questa bambina e soprattutto come nessuno capisse cosa le stesse accadendo in quella casa, cercavo indizi, speravo (pur sapendo per logica della storia che non poteva accadere) che qualcuno la salvasse, la portasse via di lì, le ridesse la sua infanzia.
Le Donne hanno un ruolo chiave in tutto il racconto, sia quelle presenti sia quelle che non ci sono più. Ma attenzione, il romanzo non fa di tutta un'erba un fascio. Ci sono donne forti e positive, come ci sono le antagoniste, donne crudeli e vendicative. Non solo gli uomini, infatti, sono carnefici, anche le donne posso esserlo e a volte riescono ad essere anche peggiori.

"No. Non solo gli uomini sono crudeli. Le donne, quando ci si mettono con impegno, possono superarli in raffinatezza e ferocia dieci a zero"

Ma questo è un thriller e devo dire che è stato ben congegnato, anche se... si qui scattano le mie perplessità purtroppo. Ho trovato alcuni aspetti troppo irreali. Passi la Città delle Donne, ma il fatto che la protagonista si imbatta solo in persone che riguardano le indagini o che sono assessori mi è sembrato strano, su 7000 abitanti uno inutile lo troverai mi domando; o che questo comune abbia un'anagrafe online consultabile da tutti, con dati sensibili e dettagli; ma va beh. Quello che non ho proprio inquadrato sono i sogni premonitori. Sarà che non credo in queste cose, ma mi sono sembrati proprio un di più, non sono utili al fine della storia, non aggiungo niente all'indagine, e quando un elemento è così preferisco che non ci sia e basta.
credits: google
Quello che ha funzionato per me nella storia è stato l'ambientare le indagini non in un posto qualunque ma in un paesino del genere, creato quasi su carta, in cui le donne hanno un ruolo predominante non per quote rosa (che io mal digerisco) ma per meritocrazia, la sindaca viene rieletta perché fa bene il suo lavoro, così come gli assessori sono competenti. Fiore all'occhiello è l'istituto di ricerca Rita. Idea geniale, perché il ruolo dell'istituto e di chi ci lavora ingarbuglia ancora di più la storia, aprendo nuove linee di indagine.

Lo ribadisco, mi spiace abbassare il voto, perché la storia mi ha proprio preso, l'ho trovata interessante e ben congegnata (mica cosa semplice da trovare al giorno d'oggi). Viene trattato con rispetto e riguardo un tema proprio in questi giorni molto attuale purtroppo, aprendo anche nuovi filoni di riflessione, riflessioni su cui tutti, donne e uomini, dovremmo porre attenzione, per evitare nuovi casi certo, ma soprattutto per avvertire i segnali, per comprendere, per non giudicare e per non fermarci alla prima impressione.

Alla prossima






Buongiorno lettori,
e buon 1 marzo! Cioè tecnicamente è il 1 marzo ma guardando fuori non sembra tanto...
E' tempo di recap e di Tbr. Febbraio è stato un mese moooolto proficuo sia per le letture, sia per gli arrivi. Considerando che Marzo, con Tempo di Libri, non penso proprio lo sarà altrettanto posso dire che la media mi salverà.

LETTURE DI FEBBRAIO 2018
Ho letto tanto tantissimo e ho letto bene! Bei libri e anche qualche anteprima che grazie ad alcune Case Editrici di buon cuore sono giunte nella mia libreria...


  • Fandom. saresti disposta a morire per la tua storia preferita? - Anna Day, DeA (ebook)
  • Il bistrò dei libri e dei sogni - Rossella Calabrò, Sperling & Kupfer (cartaceo)
  • Di rabbia dei vento - Alessandro Robecchi, Sellerio (cartaceo)
  • Uomini che restano - Sara Rattaro, Sperling & Kupfer (cartaceo)
  • Un ragazzo normale - Lorenzo Marone, Feltrinelli (ebook)
  • Belgravia - Julian Fellowes, Neri Pozza (cartaceo)
  • Sissi. La solitudine di un'imperatrice - Allison Pataki, Beat (cartaceo)
  • La cena dei segreti - Care Santos, Salani (cartaceo)
  • Sentimi - Tea Ranno, Frassinelli (ebook)
  • Le spose sepolte - Marlù Oliva, HarperCollins (ebook) recensione in arrivo

NUOVE ENTRATE IN LIBRERIA
Ehm... no, meglio che sto zitta...muta muta....



Omaggi dalle Case Editrici
  • La gena dei segreti - Care Santos, Salani (cartaceo)
  • Uomini che restano - Sara Rattaro, Sperling & Kupfer (cartaceo)
  • Il bistrò dei libri e dei sogni - Rossella Calabrò, Sperling & Kupfer (cartaceo)
  • Le spose sepolte - Marilù Oliva, HarperCollins (ebook)
  • L'illusione della verità - Wendy Walker, Nord (ebook)
Acquisti
  • Snob - Julian Fellowes, Beat (cartaceo)
  • Un passato imperfetto - Julian Fellowes, Beat (cartaceo)
  • Le assaggiatrici - Rosella Postorino, Feltrinelli (cartaceo)
  • Il metodo del coccodrillo - Maurizio de Giovanni, Einaudi (cartaceo)
  • Book Blogger - Giulia Ciarapica, Franco Cesati editore (cartaceo)
  • Lost in Austen - Emma Campbell Webster, Hop Edizioni (cartaceo)
  • Cinque indagini per Rocco Schiavone - Antonio Manzini, Sellerio (cartaceo)
  • La moglie americana - Katherine Wilson, Piemme (cartaceo)
  • L'ipotesi del male - Donato Carrisi, Longanesi (cartaceo)
  • Un ragazzo normale - Lorenzo Marone, Feltrinelli (ebook)

TBR di Marzo
Ma cosa mi propongo di leggere a Marzo? Contate che una settimana la salterò per Tempo di Libri, che mi dico sempre "vabbè leggo la sera"... si certo come no. Finisce sempre che leggo solo in treno e poi il libro non lo tocco più. Quindi Tbr molto striminzita, anche perché ci dovrebbe essere una sorpresa....


  • Il metodo del coccodrillo - Maurizio de Giovanni, Einaudi (cartaceo)
  • Fiori sopra l'inferno - Ilaria Tuti, Longanesi (ebook)
  • The Tower - Katharine Mcgee, Piemme (cartaceo)
  • Lost in Austen - Emma Campbell Webster, Hop Edizioni (cartaceo)
  • Le assaggiatrici - Rosella Postorino, Feltrinelli (cartaceo)
  • L'illusione della verità - Wendy Walker, Nord (ebook)
Alla prossima






    Buongiorno lettori,
    la neve ha imbiancato tutta Italia. Da voi com'è la situazione? Qui qualche spruzzata qua e là ma tutto abbastanza tranquillo per fortuna. 
    Tra pioggia e neve febbraio sta finendo con tanti libri letti (vi ricordate che dopo domani c'è il recap mensile vero?) e oggi vi propongo la recensione di una novità Frassinelli in uscita proprio oggi, Sentimi di Tea Ranno.

    Sentimi
    di Tea Ranno
    Frassinelli | Romanzo | 228 pagine
    ebook €9,99 | cartaceo €17,50
    27 febbraio 2018 | scheda Frassinelli

    TRAMA
    Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio. Sono storie dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: in tutte, l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale tutta femminile, viene annullata nella dicotomia maschile della donna "santa o buttana". Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.

    "Cento voci e una storia"

    Ammetto di aver avuto non poche difficoltà nel recensire questo libro e soprattutto nel dargli un voto. La difficoltà nasce dall'essere un libro molto intenso, che non ti molla neanche per un secondo, che come in una sorta di corsa ti trascina da una storia all'altra senza darti la possibilità di farti riprendere fiato. 

    La protagonista senza nome è una scrittrice e sta tornando nel paese siciliano in cui è cresciuta. All'improvviso una nebbia strana, a tratti più densa a tratti più velata, la avvolge e le voci di tante donne le rivolgono la parola. Sono mogli, madri, figlie, monache, usuraie, amanti, tutte le donne che hanno vissuto in quel paese e che in un modo o nell'altro sono morte. Ognuna racconta la sua storia alla scrittrice affinché possa parlarne al mondo e far sapere cosa ne fu di se. Ad unire tutti i racconti è la storia di Adele, figlia del tradimento e vittima dell'onore macchiato che Rosario vuole ristabilire. 

    Sentimi è la parola chiave, la parola che da inizio ad ogni storia raccontata,  a volte sussurrata, a volte urlata, detta con prepotenza o dolcezza, come a voler essere parola d'ordine per avere il diritto a raccontare di se. E dopo averla pronunciata le anime delle donne si confessano, si raccontano. 

    "Sentimi", s'intromise un'altra, "ora tu la scrivi quella che fu la vita nostra, perché si sappia che la vita ci scavò e ci tagliò e però non ci abbattè,  perché femmine di ferro fummo, e di fuoco, e come ci fu dato di amare così ci fu dato di morire..."

    Chi fu peccatrice, chi vittima, chi carnefice, sono storie tragiche fatte di morte e dolore ma anche di amore. C'è chi si giustifica, chi incolpa, chi si confessa, chi accusa, ma tutte portano un pesante fardello che in vita non sono riuscite a far conoscere e che ora invece cercano di raccontare alla scrittrice, che come una novella Dante promette alla dannate di raccontare le loro storie, di redimere le loro anime, di ricordarle ai loro cari ancora in vita. Non è un caso che abbia fatto un riferimento al Sommo poeta, perché questo è questo romanzo, una lunga discesa infernale, un errare girone dopo girone tra le anime che ebbero effettiva colpa e anime che vennero accusate ingiustamente, anime, tutte, che anche da morte, pagano per ciò che a loro successe, chi dilaniata nelle carni, chi priva di scarpe, chi gocciolante sangue come se ne macchiò in vita. 

    Le loro storie sono tante e dolorose, storie di violenza in cui la donna, in un modo o nell'altro diventa vittima. Impossibile non avvertire il senso di ingiustizia, ma anche di ribellione, trovare accenni in quello che sempre più spesso sentiamo su giornali e telegiornali, impossibile ignorare quella distesa di scarpe che la nostra scrittrice si trova a cercare di recuperare, come a voler salvare le anime che la circondano, che la accarezzano o la turbano. 

    E poi ci sono quei cani, che arrivano dalle colline, che invadono il paese e spaventano. Cani selvaggi, randagi... cosa sono quei cani? Ti pare di sentirli, mentre leggi, i loro latrati, i loro ringhi... Mi hanno dato l'idea di essere la parte più selvaggia e animale della storia, anzi delle storie, sono quegli uomini passati che con rabbia e bramosia uccisero e lacerarono queste donne, le perseguitano, infusero in loro la paura e il dolore. Ma sono anche l'invidia e il pregiudizio (maschile e femminile, sia chiaro) che hanno perseguitato queste anime perdute e che in questa notte di nebbia cercano di strappare il loro posto nel racconto. 

    Sentimi è un romanzo forte, potente, che deve essere letto con un'occhio all'attualità anche se nella storia sembra quasi di essere in un non tempo. E' un romanzo fortemente radicato nelle origini siciliane dell'autrice, in cui il dialetto è presente. A differenza di quello che potrebbe accadere a molti a me no ha dato fastidio perché è necessario, dà carattere, dà autenticità e dà quella forza in più alle storie raccontate. 
    Quello che mi ha un po' frenato è stata l'omogeneità del racconto. Non è piatto, proprio grazie alla forza di queste donne, ma non ha picchi. E' una lunga catena di racconti, senza un finale particolare e questo... non so... non mi ha dato quel qualcosa in più che mi sarei aspettata da una storia così forte.

    Alla prossima





    credits immagini:
    @www.labibliotecadieliza.com
    @Patrizia Mezzogori 

    Buongiorno lettori,
    e buon inizio settimana.
    Anche oggi recensione e anche oggi un libro uscito da pochissimo. Vi parlerò, infatti, di Un ragazzo normale di Lorenzo Marone, uscito per Feltrinelli giovedì scorso.

    Un ragazzo normale
    di Lorenzo Marone
    Feltrinelli | I narratori | 283 pagine
    ebook €9,99 | cartaceo €16,50
    22 febbraio 2018 | scheda Feltrinelli

    TRAMA
    Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karaté Kid, abita in uno stabile del Vomero, a Napoli, dove suo padre lavora come portiere. Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni. Nel 1985, l'anno in cui tutto cambia, Mimì si sta esercitando nella trasmissione del pensiero, architetta piani per riuscire a comprarsi un costume da Spider-Man e cerca il modo di attaccare bottone con Viola convincendola a portare da mangiare a Moria, la tartaruga che vive sul terrazzo all'ultimo piano. Ma, soprattutto, conosce Giancarlo, il suo supereroe. Che, al posto della Batmobile, ha una Mehari verde. Che non vola né sposta montagne, ma scrive. E che come armi ha un'agenda e una biro, con cui si batte per sconfiggere il male. Giancarlo è Giancarlo Siani, il giornalista de "Il Mattino" che cadrà vittima della camorra proprio quell'anno e davanti a quel palazzo. Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel mondo circoscritto dello stabile del Vomero (trenta piastrelle di portineria che proteggono e soffocano al tempo stesso), Mimì diventa grande. E scopre l'importanza dell'amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole. Perché i supereroi forse non esistono, ma le persone speciali e le loro piccole, grandi azioni non muoiono mai e sono come il mare: luccicano in eterno.

    "Perciò sono tornato, per vedere se ne è rimasta un po', perché di magia c'è sempre bisogno: ti permette di non credere troppo al mondo là fuori, che ci mette un attimo a sbiadirti l'anima."
    Quando un autore diventa una costante nella tua vita di lettrice risulta sempre difficile pensare al libro dopo. Sarà bello? Mi piacerà? Mi ricorderà quelli precedenti? Dopo aver conosciuto Cesare, Erri e Luce incontrare Mimì è stato per me strano. Lorenzo Marone ci racconta un romanzo tramite lo  sguardo di un bambino, un dodicenne, e nulla ci sarebbe di particolare se non che Mimì è un ragazzino molto sui generis. Parla come un novello Leopardi, ama le collezioni, cita i suoi autori preferiti e al calcio preferisce fare esperimenti. Ma Mimì è anche un dodicenne come tutti gli altri, nel pieno degli anni della crescita, di quelli in cui il primo amore sembra essere l'unico e lei la donna della tua vita, in cui la curiosità di scoprire e sperimentare è più forte giorno dopo giorno, e l'avere un migliore amico con cui condividere le lunghe giornate estive diventa una necessità impellente. Noi incontriamo Mimì nel 1985, l'anno della grande nevicata, di Maradona al Napoli, l'anno di Giancarlo Siani. 

    Ho iniziato questo libro notando sin da subito qualcosa di diverso, come se lo scrittore si fosse meno scervellato nel delineare Mimì e la sua storia rispetto alle vicende dei libri precedenti. Insomma, un libro più di pancia e di cuore. E Mimì, in effetti, è un protagonista che non può che cogliere di sorpresa. Cresce in una famiglia semplice, al limite della povertà, ma che riesce in un modo o nell'altro a non fargli mancare nulla, nemmeno quell'amore e quel calore che spesso ai suoi pochi amici manca. Ho fin da subito avuto l'idea che Mimì sia un ragazzino che non possa esistere realmente, o meglio che si spera sia da qualche parte ma che in fondo in natura non possa spuntare fuori, soprattutto con quel suo linguaggio d'altri tempi, incomprensibile a parenti e amici, che lo fa sembrare un alieno nella strada in cui vive, un piccolo mondo a se stante. Se da un lato il suo personaggio mi ha colpito per dolcezza e sensibilità, per il suo essere atipico e curioso, dall'altro non sono riuscita ad immaginarmelo veramente, o meglio, ad immaginarmelo così come veniva descritto. Alla maglietta e ai jeans della bancarella la mia mente di lettrice sostituiva cravattino e pantaloni beige, un piccolo giovane vecchietto pronto a dare una lezione sul canis familiaris o sulle costellazioni. Mimì, però, mi è piaciuto proprio per la sua irrealtà, per il suo essere diverso da chiunque altro e anche un po' per la sua testardaggine nell'esserlo. 

    credits: napoli.repubblica.it

    Passiamo alla storia. Il cuore del racconto è l'estate del 1985, un'estate calda a Napoli, in cui il nostro Mimì scopre per la prima volta l'amore per Viola e in cui cerca di passare le sue giornate con l'amico Sasà. In realtà non abbiamo un vero e proprio racconto unico, ma una serie di piccoli fatti ed eventi che si concentrano per arrivare al finale, a quel Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino che abita nello stesso palazzo di Mimì e che diventa per il ragazzino un eroe. Siani nei suoi articoli denuncia la camorra, come può non essere un eroe lui che combatte i cattivi e difende i deboli? Agli occhi del piccolo Mimì non c'è niente di più nobile. Ma Giancarlo Siani è in tutto il romanzo una figura un po' troppo evanescente, che arriva e parte nella sua Citroen Mehari, senza dare, tranne nelle ultime pagine, un vero segno nel racconto. Non so se il succo del romanzo fosse quello di raccontare la storia del giornalista non usandolo come protagonista o se, viceversa, l'idea fosse quella di raccontare la storia di Mimì avendo però comunque l'idea di fare un omaggio alla memoria di un giornalista giovane che ha dato la vita per ciò in cui credeva. Non lo so, sta di fatto che questa frammentarietà del racconto e le sue continue divagazioni poco mi sono andate a genio. Ho sentito proprio la mancanza di una storia unica, compatta, con un finale forte, proprio quei finali a cui lo scrittore ci ha abituato.
    Il romanzo non mi è dispiaciuto, anzi, Mimì e lo stile di Marone mi hanno accolta e accompagnata, eppure... si c'è un eppure... mi è mancata la storia e soprattutto un finale ad effetto, un finale di quelli che ti lasciano lì a fissare l'ultima pagina.

    Alla prossima




    Buon sabato lettori,
    so che di solito il sabato non pubblico niente ma questi sono stati giorni di grandi uscite e di recensioni e per farci stare tutto (e mica è finita qui!) ho dovuto mettere la rubrica In Agenda proprio oggi. 
    Marzo è alle porte e con lui Tempo di Libri! Eh si qui bisogna iniziare a parlarne e ad organizzarsi. I biglietti del treno sono pronti da almeno un mese, l'accesso alla Fiera mi aspetta nel cassetto pronto per essere sventolato. Quest'anno sarò in Fiera, insieme a Laura, alla Bacci, a Cristina di Leggere in silenzio, a Chiara di La lettrice sulle nuvole e a tante altre blogger (Dolci!! Chicca!! Oddio, qui faccio brutta figura che dimentico qualcuno... meglio glissare) venerdì pomeriggio, tutto sabato (magari mattina veniamo con calma) e tutta domenica. Andremo a vedere diversi incontri (poi magari pubblico l'elenco su Facebook) e saremo in giro a curiosare. Saremo tante e chiacchierone, non che munite di libri, pizza e di una lampada (lunga storia, non chiedete), credo sarà impossibile non notarci, quindi se ci vedete (avremo evidenti segni di riconoscimento) fermateci per un saluto. 
    Ma passiamo alla rubrica delle prossime uscite, così vedrò cosa comprare a Tempo di Libri (qualcuno ha detto "ricorda la valigia"??... No?? Ooookkk).


    Le spose sepolte
    Marilù Oliva 
    HarperCollins | 384 pagine
    ebook €8,99 | cartaceo €17,00
    1 marzo 2018 | scheda Amazon

    Trama
    Dove sono finite quelle donne misteriosamente sparite da anni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla? Uno dopo l'altro, i loro corpi vengono ritrovati grazie a un killer implacabile che costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove si trovano le loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali per mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l'assassino vuole così rendere giustizia alle spose sepolte. I pochi indizi lasciati sulla scena del crimine conducono a un piccolo paese, Monterocca, soprannominato la Città delle Donne, un territorio nell'Appennino bolognese circoscritto da mura ed elementi naturali, governato da una giunta completamente al femminile. Il team investigativo, in cui spicca la giovane ispettrice Micol Medici, si trova catapultato in una realtà di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura montana che fa da contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante enigma conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un'azienda farmaceutica che sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal serial killer come siero della verità per far confessare i colpevoli. Ma quanti altri segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese? Solo Micol ha l'innata capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe costarle la vita...


    Uno di noi sta mentendo
    Karen M. McManus
    Mondadori | Chrysalide | 300 pagine
    ebook €7,99 | cartaceo €15,00
    6 marzo 2018 | scheda Mondadori

    Trama
    "Era una bugia che raccontavo perché era più facile della verità. E perché un po' ci credevo. So cosa significa raccontarsi una bugia così tante volte da farla diventare realtà. Ma la verità viene sempre fuori. Prima o poi." Cinque studenti sono costretti a trascorrere un'interminabile ora di punizione nella stessa aula. Bronwyn, occhiali e capelli raccolti da studentessa modello, non ha mai infranto le regole in vita sua e vive per essere ammessa a un'università prestigiosa e rendere fieri i suoi genitori. Nate, capelli scuri disordinati e un giubbino di pelle malandato, è in libertà vigilata per spaccio di erba e sembra a un passo dall'andare completamente alla deriva. Cooper, il ragazzo d'oro con cui tutte vorrebbero stare, è la star della scuola e sogna l'ingaggio in una grande squadra di baseball. Addy, una chioma di folti ricci biondi e un viso grazioso a forma di cuore, sta cercando di tenere insieme i pezzi della sua vita perfetta. Infine Simon, l'emarginato, lo strano, che, per prendersi la sua rivincita su chi lo ha sempre trattato male, si è inventato una app che rivela ogni settimana dettagli piccanti della vita privata degli studenti. Pur conoscendosi da anni, non possono certo definirsi amici. Qualcosa li unisce, però. Nessuno di loro è davvero e fino in fondo come appare. Ognuno di loro dietro alla facciata "pubblica" nasconde molto altro, un mondo di fragilità, insicurezze e paure, ma anche di segreti piccoli e grandi di cui nessuno, o quasi, è a conoscenza. Da quell'aula solo in quattro usciranno vivi. All'improvviso e senza apparente motivo, Simon cade a terra davanti ai compagni e muore. Non appena si capisce che quella che sembrava una morte dovuta a un improvviso malore in realtà è un omicidio, il mondo di Bronwyn, Nate, Cooper e Addy inizia a vacillare. E crolla definitivamente quando la polizia scopre che i protagonisti di un ultimo post mai pubblicato di Simon sono proprio loro. In men che non si dica, i quattro ragazzi da semplici testimoni diventano i principali indagati dell'omicidio...


    Una vita da libraio
    Shaun Bythell
    Einaudi | Stile Libero Extra | 339 pagine
    ebook €9,99 | cartaceo €19,00
    6 marzo 2018 | scheda Amazon

    Trama
    Si può avere una vita avventurosa anche seduti su uno sgabello.

    Un paesino di provincia sulla costa scozzese e una deliziosa libreria dell'usato. Centomila volumi spalmati su oltre un chilometro e mezzo di scaffali, in un susseguirsi di stanze e stanze zeppe di erudizione, sogni e avventure. Un paradiso per gli amanti dei libri? Be', piú o meno…

    Dal cliente che entra per complimentarsi dell'esposizione in vetrina, senza accorgersi che le pentole servono a raccogliere la perdita d'acqua dal tetto, alla vecchietta che chiama periodicamente chiedendo i titoli piú assurdi, alle mille, tenere vicende di quanti decidono di disfarsi dei libri di una vita. The Book Shop, la libreria che Shaun Bythell contro ogni buonsenso ha deciso di prendere in gestione, è diventata un crocevia di storie e il cuore di Wigtown, villaggio scozzese di poche anime. Con puntuta ironia, Shaun racconta i battibecchi quotidiani con la sua unica impiegata perennemente in tuta da sci, e le battaglie, tutte perse, contro Amazon. La sua è l'esistenza dolce e amara di un libraio che non intende mollare. Con l'anticipo dell'edizione italiana, Shaun sta finalmente ricostruendo il tetto della sua libreria.


    Fai piano quando torni
    Silvia Truzzi
    Longanesi | La Gaja scienza | 300 pagine
    ebook €9,99 | cartaceo €16,40
    8 marzo 2018 | scheda Longanesi

    Trama
    Margherita ha 34 anni, è bella, ricca e ha un lavoro che ama, ma è disperatamente incapace di superare sia la scomparsa dell'adorato papà, morto all'improvviso otto anni prima, sia l'abbandono del fidanzato che l'ha lasciata senza troppe spiegazioni. La signora Anna ha 76 anni e si è rotta un femore, ma questa è la sola cosa che ha in comune con le sue coetanee: nata poverissima, venduta come sguattera a nove anni, ha trascorso la vita in compagnia di un marito gretto e di una figlia meschina, eppure comunica un'energia e una gioia di vivere straordinarie. Il segreto della sua leggerezza è un innamorato con cui si scambia appassionate lettere da cinquant'anni. I loro mondi sono distantissimi: non fossero state costrette a condividere la stessa stanza in un reparto di ortopedia, non si sarebbero mai rivolte la parola. Ma dopo i primi tempestosi scontri tra una seduta di riabilitazione e l'altra, fuori dall'ospedale nasce un'improbabile amicizia che indicherà a entrambe la strada per un'insperata salvezza.


    Non si uccide per amore
    Rosa Teruzzi
    Sonzogno | 176 pagine
    ebook € | cartaceo €14,00
    29 marzo 2018 | scheda Sonzogno

    Trama
    Un foglietto, ormai ingiallito, trovato in una vecchia giacca nel fondo di un armadio, riporta la memoria di Libera, la fioraia del Giambellino, all'episodio più doloroso della propria vita. Quella giacca è di suo marito, ucciso vent'anni prima senza che sia mai stato trovato il colpevole, e quel biglietto sembra scritto da una donna. Dopo essersi improvvisata detective, nei romanzi precedenti, per risolvere i casi degli altri, questa volta Libera trova il coraggio per rivangare le vicende di quel suo passato. Con l'aiuto della madre bizzarra e di una giovane cronista di nera, e nonostante la vana opposizione della figlia poliziotta, si spingerà fino in Calabria per guardare in faccia l'amara verità.

    Alla prossima


    Buongiorno lettori!
    Oggi in teoria vi avrei dovuto intrattenere con una nuova puntata di In Agenda. Mi spiace, non ci sarà. Cioè lei poverina, la rubrica, è già lì bella che pronta per dirci che spenderemo sicuramente un sacco di soldi pure a marzo, ma non la troverete oggi, sarà online domani. Questo perché ieri, in un pomeriggio, ho letteralmente divorato (cioè... non letteralmente... il libro è ancora sulla scrivania, deve venire con me a Tempo di Libri per essere autografato!) il nuovo libro di Sara Rattaro, Uomini che restano e non potevo non parlarvene subito!! Un grazie enorme all'ufficio stampa Sperling per la copia... e la pazienza!

    Uomini che restano
    di Sara Rattaro
    Sperling & Kupfer | Pandora | 250 pagine
    ebook €9,99 | cartaceo €16,90
    13 febbraio 2018 | scheda Sperling & Kupfer
    TRAMA
    All'inizio non si accorgono nemmeno l'una dell'altra, ognuna rapita dal panorama di Genova, ognuna intenta a scrivere sul cielo limpido pensieri che dentro fanno troppo male. Fosca e Valeria si incontrano per caso nella loro città, sul tetto di un palazzo dove entrambe si sono rifugiate nel tentativo di sfuggire al senso di abbandono che a volte la vita ti consegna a sorpresa, senza chiederti se ti senti pronta. Fosca è scappata da Milano e dalla confessione scioccante con cui suo marito ha messo fine in un istante alla loro lunga storia, una verità che per anni ha taciuto a lei, a tutti, persino a se stesso. Valeria nasconde sotto un caschetto perfetto e un sorriso solare i segni di una malattia che sta affrontando senza il conforto dell'uomo che amava, perché lui non è disposto a condividere con lei anche la cattiva sorte. Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un'amicizia vera, di quelle che ti fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che senza preavviso ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. Ti porta a perderti, per ritrovarti. Ti costringe a dire addio, per concederti una seconda possibilità. Ti libera da chi sa soltanto fuggire, per farti scoprire chi è disposto a tutto pur di restare al tuo fianco: affetti tenaci, nuovi amici e amici di sempre, amori che non fanno promesse a metà.

    "Non esiste una sola verità, ne esistono tante versioni. Dipende da cosa sappiamo, da quello che riusciamo a vedere e da quello che abbiamo voglia di ascoltare."
    Avete presente quando leggete un autore o una serie che avete tanto amato? Certo, non vedete l'ora di ritrovarli ma in fondo sapete già cosa aspettarvi. 
    E' il quarto libro che leggo di Sara (mi permetto di chiamarla per nome, l'ho conosciuta e posso dire quanto sia una bella persona) e ogni volta mi stupisce. Mi stupisce il modo semplice e delicato in cui ti fa scorrere le parole addosso, in cui le fa entrare nel tuo cuore e nella tua anima e in cui poi scatena il tutto: dolore, amore, paura, sogno. Uomini che restano non è stata solo una conferma. So che Sara ha una voce tutta sua nel panorama letterario italiano, se tendente le orecchie e aguzzate la vista la riconoscerete tra mille. Questo libro è stato qualcosa di più e di diverso al contempo. E' un libro in cui si sente molto Sara, nell'ironia pungente di Valeria, nella passione di Fosca. E' un libro in cui tutto sembra perduto, in cui il dolore sembra farla da padrone e in cui invece presto scopri come la risalita sia in vista, in cui la vita è in realtà solo all'inizio, pronta a sconvolgerti e a stupirti. 
    Donne lasciate, donne malate da un parte, uomini soli, confusi ma anche stronzi e vigliacchi dall'altra. Uniti però da un unico comune denominatore, la scelta. Chi sceglie di scappare, chi di combattere, chi di rivelarsi, chi di capire. Valeria e Fosca sono due donne a cui la vita ha dato non tutto ma tanto e a cui, in una manciata di minuti, ha tolto, non tutto ma tanto. La confusione e la mancanza sono all'inizio ovunque. Si conoscono per caso su un tetto di Genova e presto scatta qualcosa, come un riconoscersi nella difficoltà e nel dolore, nel momento in cui il loro ruolo di donna, moglie e compagna viene messo in dubbio e alla prova. 
    E poi scatta la paura, quella vera, quella di amare e di essere riamati e non avere abbastanza tempo, la paura di fidarsi ancora, di non essere stata la persona giusta per 10 anni. E' qualcosa di strano, che ti scava dentro e si annida e che nel momento opportuno scatta fuori e ti fa allontanare. Valeria non ha paura per se stessa, ma di far soffrire chi le offre il suo amore. Ma cosa può dare lei? E soprattutto per quanto? Fosca ha paura di riprovare ad essere felice e di scoprire una se stessa diversa, nuova.
    Come avrete capito i libri di Sara danno tanto al lettore, emozioni che si accavallano da quante sono, che non ti possono lasciare indifferente. Storie di donne comuni che acquistano sempre qualcosa di straordinario. Sono storie che non puoi lasciare lì ad aspettarti sul comodino, che devi leggere e finire perché lo senti quasi come fosse una necessità, come se fino alla fine ti mancasse l'aria. Sara è una conferma, la mia conferma, un'amica che aspetti e che quando ritrovi ti fa sentire felice. E questo libro dà tanto, come fosse una piccola lezione sulla vita, certo, ma anche e soprattutto sul dolore, sulla paura e sull'imparare a riscoprirsi e riamarsi, che tu sia stata lasciata, che tua sia malata, che tu ti sia nascosto per tanti anni.

    Alla prossima


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    43 anni
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    Datemi un libro, un tè e una giornata piovosa, mi farete felice. Ogni libro è un'avventura incredibile e io voglio viverla! Voi no?


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