Recensione: Pulvis et umbra - Antonio Manzini

by - settembre 18, 2017

Buongiorno lettori!
Ultimi giorni di lavoro per me. Un po' dispiace ma sono veramente stanca dopo 3 mesi e mezzo senza fermarmi. Questo vuol dire che il blog riprende ufficialmente a macinare post e riprende alla grande con una recensione a cui tengo molto. Eh si, oggi vi parlo di Pulvis et umbra di Antonio Manzini.

Pulvis et umbra
di Antonio Manzini
Sellerio | La memoria | 403 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €15,00
31 agosto 2017 | scheda Sellerio

Trama
In "Pulvis et umbra" due trame si svolgono in parallelo. Ad Aosta si trova il cadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore annusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto. L'indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed esistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e di vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. E proprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre l'agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino solitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza con cui si protegge è sfidata da un po' di umanità intorno, le indagini lo sospingono a lottare contro le sue ombre. Tenta di afferrarle e gli sembra che si trasformino in polvere. La polvere che lascia ogni tradimento.

Pensavo che 7-7-2007 fosse irraggiungibile, credevo... temevo che lì avessimo visto il vero e l'ultimo Rocco, che quello fosse un po' il libro rivelatore del vero animo di Rocco e che quindi il suo seguito poco potesse darci in più. Mi sbagliavo, ah come mi sbagliavo. Pulvis et umbra è tanto, è tutto, è ricerca e disperazione, ma soprattutto è ombra. Rocco ci sguazza in questa ombra, si sporca della sua polvere fina, alla ricerca di un assassino protetto dai poteri superiori e di un nuovo tassello del suo passato.

Povero Rocco, a forza di inseguire le ombre stai diventando un'ombra pure te.
Eh si, Manzini ci è riuscito ancora, è riuscito a portarci di nuovo nella vita difficile di Rocco Schiavone e a farci rimanere di sasso, attaccati a quell'ultimo grappolo di pagine nella speranza che quell'ultima intuizione non sia vera. Rocco ora deve guardarsi le spalle tanto dal passato che lo rincorre e lo trascina, tanto da chi credeva un porto sicuro.
Siamo al sesto libro di questa serie e ogni volta per me c'è una scoperta nuova, un lato diverso del vicequestore che scopriamo, in un crescendo continuo.
In Pulvis et umbra ritorniamo al Rocco tormentato e lacerato, un uomo perennemente sgualcito dagli eventi, che non dorme e che vive a sprazzi, tra una rottura di coglioni e l'altra, tra una fulgida apparizione di Marina e la passeggiata con la piccola Lupa. Ma è soprattutto un uomo tradito, negli affetti, nelle amicizie, nel lavoro. Ha abbassato la guardia da quando si trova ad Aosta ma non doveva, doveva continuare a guardarsi intorno perchè verrà colpito proprio quando me se lo aspetta.
Bello, bello, bello, più leggevo più ne volevo, più andavo avanti più mi convincevo che questo è il mio libro preferito della serie. E poi quel finale... un consiglio per chi ancora non ci è arrivato a quel finale: leggetelo da seduti, perchè vi salterà un battito del cuore, le gambe si faranno gelatina, gli occhi si veleranno. Vi sentirete svuotati e, contemporaneamente, pieni di rabbia. Insomma da bravi lettori lo amerete con tutti voi stessi!
Io non so più che fare con i libri di Antonio Manzini perchè il 5, tradotto in simpatici gufetti, non basta più, devo istituire un 5 e lode o qualcosa del genere perchè li merita tutti.

Alla prossima


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1 comments

  1. Ciao sono Ale, grazie per aver condiviso la tua recenzione...interessante.
    Passa da me Se fosse per sempre , mi farai felice.
    Un bacio, Ale.

    RispondiElimina

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