Recensione: Reykjavik Café - Sólveig Jónsdóttir

by - marzo 17, 2015

Buon pomeriggio amici lettori,
oggi vi propongo la recensione di Reykjavik Café di Sólveig Jónsdóttir. E' la prima volta che leggo un libro di un autore islandese e come primo approccio devo dire che non è stato niente male. E' sicuramente un romanzo godibile e per me che amo il freddo... beh, perfetto. Ma passiamo alla recensione...


Titolo: Reykjavik Café
Titolo originale: Korter
Autore: Sólveig Jónsdóttir
Editore: Sonzogno
Collana: Romanzi
Pagine: 317
Ebook: € 9,99
Cartaceo: € 17,50
Data di pubblicazione: 12 marzo 2015
TRAMA

Per una donna i trent'anni sono un'età meravigliosa, si comincia a fare sul serio e ad assaporare il bello della vita. Peccato che non sia quasi mai veramente così. Hervòr, Karen, Silja e Mía, ad esempio, sono tutte alle prese con situazioni sentimentali caotiche e insoddisfacenti. C'è quella che si accontenta di saltuarie notti di sesso con l'ex professore di università, chi vive dai nonni, trascorrendo i weekend in discoteca e svegliandosi ogni volta in un letto diverso. Oppure quella che, essendo medico, è spesso costretta a turni fuori casa e, guarda un po', la volta che rientra senza avvisare sorprende il neo marito con una biondina. E poi c'è la più scombinata di tutte: è stata lasciata dal fidanzato, un avvocato benestante, e ora vive in una mansarda in mezzo agli scatoloni del trasloco, faticando a trovare un lavoro e una direzione nella vita. Le quattro giovani donne non si conoscono né sembrano avere molti punti in comune. A unirle è la pausa obbligata al Reykjavik Café dove, nel buio gennaio islandese, vanno a cercare un po' di calore e dove le loro storie finiranno per intrecciarsi. Finché, fra un latte macchiato e un cocktail di troppo, rovesci del destino e risate condite da improbabili consigli, ognuna troverà il modo di raggiungere la propria felicità, o qualcosa di molto vicino.


RECENSIONE

Con Reykjavik Café sono uscita dalla mia bolla di sicurezza, quella che in queste ultime letture mi ero cucita addosso. Eh si, mi sono buttata verso un libro e un autrice che non conoscevo, attratta da un'ambientazione insolita, l'Islanda nei mesi di gennaio e febbraio. E' in questo luogo lontano e freddo che facciamo la conoscenza delle quattro donne protagoniste del romanzo: Hervòr, Karen, Silja e Mía. Quattro donne diverse tra loro, accomunate dal vivere una fase della loro difficile dal punto di vista emotivo. Chi viene tradita, chi viene lasciata, chi annaspa non riuscendo a perdonarsi il passato, chi non sa quale sia il suo posto nel mondo. Le loro sono storie in realtà comuni, ma l'autrice riesce a proporcele da un punto di vista molto intimo. Le loro esistenze si sfiorano, si toccano, si scontrano, in un intreccio molto particolare e curioso, perché ci permette di conoscere e analizzare le varie protagoniste con gli occhi delle altre. E' un sistema molto particolare, che mi ha ricordato alcuni film, e che permette al lettore di conoscere in maniera approfondita e quasi a 360° le protagoniste.
Un aspetto particolare che ho trovato è l'ironia. Ma non l'ironia classica a cui siamo abituati, è qualcosa di più sottile e forse anche più aspro, che però riesce a smorzare momenti più difficili e tristi.
Ci sono due cose che però non mi hanno molto convinta: il titolo e il finale.
Il titolo italiano è Reykjavik Café e quindi mi immaginavo che questo locale aver un ruolo fondamentale nel racconto, che fosse quasi una calamita per i personaggi. In realtà ciò non è cos' evidente, Hervòr ci lavora, le altre ragazze ci capitano, non mi ha dato l'idea di essere un vero e proprio luogo di ritrovo. Aveva sicuramente più senso il titolo originale Korter, che Google mi dice significare Trimeste in islandese, ad indicare un periodo della vita di queste donne difficile, arido, buio come lo sono i mesi invernali in Islanda, ma anche un periodo che porta al cambiamento e alla crescita.
Del finale non mi è piaciuta la fretta con cui viene data una conclusione agli intrecci, come se l'autrice se ne fosse dimenticata e con l'ultimo capitolo avesse comunque voluto dare una fine. Ci ha fatto conoscere così bene queste donne, i loro problemi, le loro paure ma anche le loro speranze, ci ha dato un quadro così approfondito delle loro vite che lasciarle in maniera così frettolosa mi ha fatto rimanere un po' male.

Voto


Alla prossima

Eliza



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8 comments

  1. concordo sul fatto che si tratti di una lettura insolita :) per me è stata sicuramente piacevole...il titolo non l'ho trovato stonato perché il Café è in fondo un punto di "snodo" tra le varie storie, sebbene non abbia un ruolo fondamentale...riguardo il finale ho avuto un'impressione simile alla tua ma l'idea che mi sono fatta è che sia stato così strutturato in vista di un eventuale seguito, che non mi dispiacerebbe :)

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    1. Non so perch non ho pensato ad un eventuale seguito, però ora che mi ci fai pensare le basi ci sono tutte! Non sarebbe male!

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  2. HM.... Mi intriga da morire però questa storia del finale... Hm... Dai domani passo in libreria :) grazie per la segnalazione, non l'avrei mai scoperto sennò :)

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    1. Di niente! Poi fammi sapere, sono curiosa se hai avuto le mie stesse sensazioni o magari ti sembra qualcosa di completamente diverso. Mi sa di libro che cambia volto a secondo di chi e di come si legga!

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  3. Ciao Laura! Sai che ho comprato questo libro di getto?? Così subito, senza pensarci troppo. La cover l'ho adorata, l'edizione, al tatto era magnifica...e via, non ci ho pensato due volte. Adesso però sto leggendo Shantaram e ci vorrà un po'. Mi dispiace per la questione del finale...ti dirò non appena lo avrò letto. Un abbraccio e a presto

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    1. Si poi fammi sapere, anzi tanto leggerò sicuramente la tua recensione! ;)

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  4. Anche io avrei voluto tantissimo leggerlo, ma dando un'occhiata alla trama mi sembrava la copia cartacea di Sex & the City ambientato in Islanda !
    Però dalla tua recensione non mi sembra male, gli darò una possibilità :)


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    1. Io il libro di Sex & the City l'avevo iniziato a suo tempo e mai finito, mi aveva annoiato a morte. Magari anche per colpa del telefilm che è più divertente. Comunque questo libro è un'altra cosa! ;)

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