Recensione: Città di carta - John Green

by - gennaio 14, 2015

Buongiorno amici lettori!
Ieri è stata proprio una bella giornata: c'era il sole, era caldo, mi è passato il torcicollo e sono andata in libreria. La giornata perfetta! Oggi invece è un freddo pazzesco!! Ho bisogno di un tè caldo, subito!
Un paio di giorni fa ho terminato di leggere il mio primo libro di John Green, Città di carta. Ho aspettato un po' prima di procedere con la recensione perché volevo capire bene cosa fosse andato storto con questo libro... 


Titolo: Città di carta
Titolo originale: Paper towns
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Collana: Narrativa
Pagine: 396
Ebook: € 7,99
Cartaceo: € 14,00
Data di pubblicazione: 11 giugno 2014
TRAMA

Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.


RECENSIONE

"E avrei voluto dirle che per me il vero piacere non era pianificare, fare o andarmene, 
il vero piacere per me era stato vedere i nostri fili intrecciarsi, separarsi e ora riannodarsi di nuovo..."

Avevo altissime aspettative per questo romanzo, sentivo parlare di John Green ovunque, ho visto il film Colpa delle stelle, ma ancora non avevo affrontato la lettura di questo autore. Così, con l'uscita qualche tempo fa, delle nuove edizioni della Rizzoli ho comprato Città di carta. Ero indecisa tra questo e Teorema Catherine, ma alla fine la trama mi ha spinto verso questo.
Devo dire di esserci rimasta un po' male. Non è che non mi sia per niente piaciuto, ma non ho trovato la storia così speciale come avevo immaginato, anzi in più punti scade nella mediocrità.

La storia. La storia rientra in pieno nel significato (o almeno in uno dei significati) di città di carta. Cos'è una città di carta? Beh, Green ce ne da una doppia interpretazione: sono dei falsi topografici, città fantasma create dai cartografi per salvaguardare il proprio copyright, ma hanno anche un significato più "profondo", rappresentano una società falsa, fatta solo di apparenze, che appunto sono sottili e futili come la carta. E questa storia è un po' questo: sembra una grande avventura, con  tanti spunti, con una buona idea alla base, ma alla fine lascia poco, non porta ad una evoluzione o un effettivo cambiamento e soprattutto non mi ha emozionato.
Il romanzo è diviso in tre nette parti. Nella prima, dopo aver conosciuto i protagonisti da piccoli, seguiamo Q e Margo in una notte folle...

"Stanotte, mio caro, raddrizzeremo molti torti. Ed estorceremo alcuni diritti. I primi saranno gli ultimi, gli ultimi saranno i primi e i miti erediteranno un po' di Terra"

Non mi è piaciuta questa parte, l'ho trovata noiosa  e ripetitiva, e francamente non ne ho compreso a pieno il significato, se non quello di far ritrovare i due ragazzi (ma si poteva trovare un modo migliore) e mostrare la futilità di Margo e la condizione di zerbino di Q.
La seconda parte è invece quella più interessante e  si incentra sull'indagine di Q alla ricerca di Margo. L'indagine e il mistero che sta dietro la scomparsa di Margo tengono alta l'attenzione e non possono non incuriosire. Inoltre, oltre ad essere una ricerca fisica, diventa anche una ricerca psicologica/emotiva: Q cerca di capire chi è Margo quando non è Margo, cioè quando anche lei non una figurina di carta in un mondo di carta. Il problema è che rimarrà comunque una ricerca vuota e priva di fondamento, come vuoto ne è l'oggetto.
Infine la terza parte, il viaggio che porterà Q e i suoi amici alla vera ricerca di Margo. Questa parte mi ha proprio deluso. Poteva essere una diverte avventura on the road, il viaggio in macchina che tutti dovrebbero fare prima di prendersi le responsabilità della vita, e invece anche qui la noia impera, tra un susseguirsi cantilenante di ore e storielle viste e straviste con la pipì come protagonista.
Il finale è in linea con il resto del libro, scialbo, per niente emozionante e un po' scarno.

I personaggi. Quelli di Città di carta sono personaggi troppo passivi, non hanno una crescita o un cambiamento, cosa che invece mi aspettavo vista l'età dei protagonisti e il momento della loro vita in cui è incentrata la storia. Sono ragazzi sciocchi ed egocentrici (non tutti) dall'inizio alla fine.
Q (Quentin) mi è sembrato per tutto il libro lo zerbino di Margo. Lei gli fa fare tutto quello che vuole grazie alla sua aurea da figa e dannata, e lui invece di mandarla al diavolo scatta sull'attenti e la segue.
Margo... mi ha ingannato! Pensavo ci fosse qualcosa di serio e profondo dietro la sua scomparsa, qualcosa di interessante, quasi epico. E invece? E' solo una bambina capricciosa, che sa solo lamentarsi e pestare i piedini. Le cose non vanno come vuole lei ( e non significa che vanno male...) e lei si vendica. Le ho dato (e più volte) il beneficio del dubbio, ma niente, per me rimane una mocciosa che non sa quel che vuole e sceglie la strada più facile.

Lo stile. In linea di massima mi è piaciuto come scrive Green, in modo semplice, scorrevole, con una punta di ironia, capace anche di una certa introspezione. Tuttavia ho trovato nel libro un elemento veramente odioso: gli elenchi. Ogni due pagine scattava l'elenco: cosa fare, cose desiderate, motivi, opinioni, 1.2.3. ...  mi va bene all'inizio, anzi è anche un sistema veloce e informale di risolvere un momento complicato, ma ogni due pagine no!

In conclusione. Mi ha deluso! Non mi ha appassionato la storia, i protagonisti sono degli odiosi marmocchi, il finale è come se non ci fosse. Salvo giusto lo stile di Green. Non so il motivo di questa Caporetto: forse l'ho letto ad un'età sbagliata? O forse questo è proprio il libro meno riuscito di Green...

Voto

Alla prossima
Eliza


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17 comments

  1. Io di questo autore continua a diffidare. Gente che lo esalta all'inverosimile, altri che lo odiano profondamente. Nel dubbio, me ne tengo lontana!

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    1. Io penso di aver chiuso così con lui, non credo leggerò altro...

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  2. Ultimamente si sente parlare di Green ovunque, quindi come te ho approfittato delle riedizioni e ho comprato “Cecando Alaska”. Ora, anche se ovviamente il libro è diverso dal tuo, sono d’accordissimo con te per quasi tutti i punti della tua recensione! Pure lì ci sono la ragazza “bella e dannata” e il ragazzo che ne è innamorato che le fa da zerbino; inoltre non ho notato crescita da parte di tutti i protagonisti e in più le vicende erano abbastanza banalotte. L’unica cosa che non mi sarei potuta aspettare visto il titolo te la spoilerano nella quarta di copertina ( o.O ). Devo dire che ho letto questo libro poco dopo aver riletto “Ragazzo da parete” (che considero di tutt’altro livello rispetto a questo) quindi magari sono stata influenzata da questo o anche dalle mie alte aspettative visto quanto Green viene idolatrato! Però non mi è proprio piaciuto... Non mi ha lasciato nulla!

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    1. Esatto, non ha lasciato nulla! Chiudi il libro ed è come non aver letto nulla. Poi Margo, la protagonista, è una dei peggior personaggio che ho incontrato nella mia carriera da lettore...

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  3. Sai Laura il problema con gli autori tanto decantati è proprio questo... che arriviamo alla fine e ci chiediamo ma cos'aveva di così speciale? Sinceramente non ho mai ben inquadrato questo autore anche se vorrei leggere "Colpa delle stelle" (ma non ho visto il film ^^) di cui appunto ho sentito dire meraviglie.

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    1. Una delle cose che mi aveva convinta a prendere un suo libro è che non ne ha scritto uno che ha fatto un sacco di successo poi basta, ne ha scritti diversi e in linea di massima ho visto per tutti buone recensioni, italiane e non. Da qui viene un po' il mio dubbio anche sull'età: forse sono troppo grande? Però questa cosa non mi convince perché a me piaccio anche i libri per i bambini di solito, quindi figuriamoci per l'adolescenza. Non lo so. E' anche vero che su Facebook in più persone mi hanno dato un loro giudizio negativo su libro e autore. Forse non era semplicemente cosa e basta!^^

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  4. Mi space che questo libro ti abbia deluso, io l'ho trovato carino, ma ho preferito Cercando Alaska. Il pregio di Green secondo me sta nel ritrarre ragazzi assolutamente imperfetti e nel far sentire il lettore di nuoco così, un ragazzino che fa sciocchezze e che scopre la vita giorno per giorno. Ovviamente sono gusti e anche io non mi sono ancora decisa a leggere Colpa delle stelle per paura che sia un romanzo un po' furbetto!

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  5. Spero mi crederai, ho letto la tua recensione lo stesso giorno della pubblicazione, ma ero appena uscita da un colloquio con il mio relatore e mi sono dimenticata di commentare. Come mi aspettavo sono totalmente d'accordo con te: sono personaggi totalmente passivi, la storia non lascia nulla e quando sembra ingranare, subito devia il percorso per gettare il lettore nella noia.
    Il tanto osannato stile di Green (non me ne vogliate) si riduce alla semplicità (non farà poi male alla lunga?) e quegli odiosissimi elenchi. Avendo letto Teorema Catherine, so che sono una costante di questo autore, ma mentre in quel romanzo potevano (quasi) avere uno scopo, in questo sono un eccesso.
    E le parole-divise-da-trattini? Ah! No, non salvo niente.
    Non so dirti se sia il libro peggiore di Green, dovendo leggere ancora Cercando Alaska, ma posso Colpa delle stelle per me è il suo miglior risultato. Per il resto una grande delusione >.<

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  6. Io ho iniziato a leggere Green con questo volume e, come dici tu, a parte lo stile dello scrittore, la storia è odiosa. Personaggi poco credibili, che un giorno sono mocciosi l'altro sono filosofi, un giorno sono bravi ometti e l'altro combinano una serie di cavolate, una dietro l'altra che non portano a nulla visto il finale deludente. Non mi aspetto di vedere adolescenti senza sbalzi d'umore sia chiaro, ma neanche così, senza uno straccio di personalità o al massimo, se hanno personalità, vengono mediocrizzati da una trama scarna. Poi Q perchè non ha neanche un po' di sensi di colpa nei confronti dei suoi genitori se dice di essere sempre stato un "figliolo modello"? Io ho amato l'avventura iniziale ma dopo, quando c'è stata la ricerca di Margo ho odiato quasi tutti i capitoli, soprattutto quelli dove si parlava del ballo ecc... Al centro ho avuto l'impressione che Green volesse solo riempire i buchi in qualche modo e, a parte alcune frasi poetiche del finale (che sono belle ma stonano in bocca a due personaggi del genere) trovo il tutto monotono ed estremamente noioso.

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  7. Bella recensione, una delle poche affrontate con intelligenza. Però, ho, ovviamente, da dire la mia: concordo con te su tutti i personaggi, sono noiosi e senza spessore psicologico, ma affermo diversamente su Margo. Il suo modo di "stare fuori dalle regole" mi ha preso tanto.

    Città di carta? Ecco perché è sopravvalutato:
    https://librilettura.wordpress.com/2015/09/08/libro-citta-di-carta-ecco-perche-e-sopravvalutato/

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  8. Devo dire che anch'io sono rimasta delusa da città di carta. Per me é stato come un quaderno bianco. Non mi ha lasciato niente. Non ho riso,non ho pianto. Credo che questo libro sia stato letteralmente idolatrato. Non é una questione di età perché ho 13 anni e non é piaciuto ne a me ne a voi altre (che siete sicuramente più grandi e mature di me.) Ho letto anche "Colpa delle stelle " e "Cercando Alaska " e quest'ultimo mi é piaciuto molto. Cercando Alaska (secondo me ovviamente ) mi é sembrato molto meno scontato e più reale. Colpa delle stelle é molto commuovente (ho pianto come una fontana al pre-funerale) e non scontato. Infatti sapete che nessuno dei due guarisce (come in qualsiasi altro libro "romantico") ed entrambi muoiono. Comunque Città di Carta non lo consiglio. Troppo vuoto e scontato. Ciao <3
    Auri Leti.

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  9. Mah, sinceramente a me il libro è piaciuto.
    Forse l'hai letto a un'età sbagliata, ma d'altronde, che posso dire io?
    Ho solo tredici anni e Green scrive per gli adolescenti.
    La fine mi ha lasciato decisamente interdetta, ma sinceramente ne ho le tasche piene del "e vissero tutti felici e contenti", la diversità di John Green sta proprio in questo.
    Tuttavia, questa è solo un'opinione come tante altre.
    Io consiglio Città di carta.
    Ciao.

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  10. Sono contraria alla tua recensione, poiché il libro più che annoiare, appassiona alla lettura senza staccarsi nemmeno un secondo da questo libro.
    Logicamente è un libro per adolescenti può darsi che tu l'hai letto in età sbagliata, ma per chi è nel fiore dell'adolescenza lo consiglio.
    Logicamente sono gusti.
    Ciao.

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  11. Sicuramente i gusti son gusti, anche se non credo sia una questione d'età visto che non mi sono mai preclusa libri adatti a bambini ed adolescenti, apprezzandone molti. Magari le mie aspettative erano troppo alte, magari l'aver letto tanti libri, anche del genere, ha un po' spento il mio entusiasmo, non lo so, ma dopo mesi dalla lettura e dopo aver risfogliato le pagine di questo libro le mie sensazioni non cambiano. Naturalmente felice che a tanti sia piaciuto, è sempre bello quando capita! ;)

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  12. La tua recensione mi è piaciuta, ho appena finito il libro e devo dire che non ci ho nulla di che. Non leggo molta narrativa, ma divento curioso quando qualcosa diventa incredibilmente di moda. Mi ero fatto del male leggendo "Tre metri sopra al cielo", questo non è così terribile, ma non è nemmeno un libro di livello. Ti prego cambia il font del tuo blog, è un deterrente.

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  13. A me e piaciuto tanto il libro Citta di carta pk john green e un bravo scrittore e a me i concetti che vuole dire il libro sono molto chiari lo letto in pocho giorni anche pk ogni pagina tira l'altra

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    1. Come dicevo sopra, i gusti son gusti, quindi bene che ti sia piaciuto, ma francamente... e bada bene è un consiglio non una critica... rileggi quello che scrivi e soprattutto evita pk, si dice e si scrive perché .

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